giovedì 26 luglio 2012


ENERGIA ALTERNATIVA
I rischi e gli eccessi.
L’On. Zamparutti: “la loro istallazione deve essere prevista soltanto nelle aree industriali”
L’Ing. Cancellara: “Nelle zone agricole andrebbero interdetti per evitare ogni rischio”
Pale eoliche, richiesto lo stop nelle aree agricole
Interrogazione parlamentare sul rischio incendio
Cosimo Forina
Spinazzola. Ed il pericolo incendio delle torri eoliche finisce all’attenzione del Governo con l’articolo pubblicato dalla “Gazzetta” il 24 luglio: “Ecco i rischi delle pale eoliche”.
La motivazione: quella di porre nuove regole e veti all’insediamento industriale di queste macchine per la produzione di energia elettrica in aree agricole. A trasmettere copia della sua interrogazione parlamentare l’on. Elisabetta Zamparutti del gruppo dei Radicali. Già prima firmataria di altra interrogazione relativa alle procedure adottate per la realizzazione delle stazioni elettriche Terna (entra-esci) dove vengono allacciati gli impianti che producono energia da fonte rinnovabile ed immessa nella rete nazionale. Tra le altre la discussa stazione di Spinazzola oggetto di indagine della Procura di Trani che si intendeva attuare in contrada “Podice” bloccata in auto tutela dalla Regione Puglia.
L’articolo riporta alcune delle osservazioni depositate dall’ing. Donato Cancellara proprietario dei terreni dove si vuole costruire la stazione elettrica, in sede di Valutazione di Impatto Ambientale, tanto alla Regione Puglia che alla Provincia Barletta-Andria-Trani, relative a progetti di impianti da realizzarsi in agro di Spinazzola, società Nextwind S.r.l., denominati “Spinazzola_MassLucia”e “Spinazzola_Florio”. Anche questi da allacciare in contrada “Podice”. Nelle analisi, le cui perplessità sono estendibile a tutti i nuovi progetti di eolico ed a quelli già esistenti, si solleva non solo il pericolo della rottura accidentale delle pale, già ampiamente documentata come casistica, con getto di frammenti delle parti rotanti, ma anche il rischio possibile e non escludibile di incendio di queste e degli aerogeneratori. Un dato quest’ultimo non preso in esame pare in modo dovuto fin ora, ma ampiamente documentato in un dossier di fotografie e video attinte dal sito web inglese (http://www.windbyte.co.uk/safety.html). L’ing. Cancellara solleva il dubbio che gli impianti industriali eolici, così come avviene, possano essere collocati con disinvoltura in aree agricole e coesistere con le attività in esse praticate. A rischio: territorio, ambiente, paesaggio, e sopratutto l’incolumità delle persone, specie degli operatori agricoli. L’equazione è molto semplice ed a spiegarla è lo stesso ingegnere: “come avviene per i campi fotovoltaici anche quelli eolici, al fine di evitare ogni rischio andrebbero recitanti ed interdetti quando le macchine sono in funzione. Non essere collocati su terreni agricoli non abbandonati e quindi luogo di lavoro per coloro i quali conducono il fondo. Così come per i mega-impianti fotovoltaici in area agricola, l’accesso agli incentivi è consentito solo nel caso in cui i terreni siano abbandonati, così dovrebbe accadere per gli impianti eolici industriali. In tal modo si salvaguarderebbe l’incolumità delle persone e si potrebbe circoscrivere l’area dell’impianto in funzione dell’area del fondo agricolo abbandonato”.
Sul rischio incendio, questi alcuni dei passaggi salienti delle osservazioni del Cancellara riportati nell’interrogazione della Zamparutti: “non viene considerato l’altrettanto delicata questione secondo la quale il distacco di tali elementi rotanti potrebbe avvenire anche in seguito ad un incendio dell’aerogeneratore la cui probabilità di accadimento non è trascurabile così come per tutte le apparecchiature elettriche”. Ed ancora: “qualora gli impianti eolici presentino aerogeneratori che insistono su territori agricoli si porrebbe il problema d’incendio nel caso in cui le culture, come spesso accade, siano cerealicole e la presenza disseminata di apparecchiature elettriche, potenzialmente incendianti, aggraverebbe il rischio di incendio per tutto il periodo estivo che va dalla raccolta del prodotto coltivato fino all’imballaggio della paglia quale prodotto altamente incendiante”.
L’on. Zamparutti ha chiesto al Ministro dell’Ambiente e al Ministro dello Sviluppo economico: “se e quali iniziative il Governo intenda promuovere affinché, analogamente a quanto fatto in merito all’esclusione delle aree agricole dall’installazione di fotovoltaico, di stabilire che l’installazione degli impianti eolici possa avvenire esclusivamente in aree a destinazione industriale appositamente scelte ed individuate, nelle quali si vada a circoscrivere l’impianto evitando che i rischi possano interferire con l’ambiente e con l’uomo”. Una vera rivoluzione che porterebbe alla fine dell’eolico selvaggio nelle aree agricole dove si è costretti a convivere: senza regole, in continua devastazione ed ora anche in consapevolezza non poco pericolo, con i giganti di acciaio alti anche 140 metri come grattacieli di 40 piani, rotori, pale della grandezza di un Boeing 747 mosse dal vento.

martedì 24 luglio 2012

Gazzetta del Mezzogiorno- Edizione Nord barese 24 luglio 2012
Spinazzola L’energia del vento
NUOVA FRONTIERA
Una “nuova frontiera” sui pericoli prodotti all’esame in sede di Valutazione di Impatto Ambientale
LE OSSERVAZIONI
Le osservazioni si aggiungono alle note perplessità per i danni paesaggistici e ambientali prodotti da impianti industriali eolici




“ ECCO I RISCHI DELLE PALE EOLICHE”
L’ing. Cancellara presenta nuove carte allaRegione

di Cosimo Forina
Una nuova frontiera sui rischi prodotti dalle torri eoliche. Inedite osservazioni sono state presentate in sede di Valutazione di Impatto Ambientale alla Regione Puglia e alla Provincia Barletta-Andria-Trani per progetti di impianti da realizzarsi in agro di Spinazzola, società Nextwind S.r.l., denominati “Spinazzola_MassLucia”e “Spinazzola_Florio”. Oggetto non solo il rischio della rottura accidentale delle pale, con getto di frammenti delle parti rotanti, ma anche quello poco considerato degli incendi. Le osservazioni si aggiungono alle note perplessità per i danni paesaggistici e ambientali prodotti da impianti industriali eolici: inquinamento da rumore, sull’avifauna, in aree protette di pregio e agricole. A presentarle l’ing.Donato Cancellara proprietario dei terreni su cui si vuole costruire la Stazione Terna, (entra ed esci) 150/380 kV, suolo agricolo da occupare 75.000 mq di superficie più opere accessorie, da dove collegare alla Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) denominata “Matera-S.Sofia” gli impianti eolici richiesti sul territorio ivi compresi quelli della società Nextwind. Una selva. Un opera già oggetto di annullamento in autotutela da parte del Servizio Energia della Regione Puglia per interferenza paesaggistica dell’insediamento con il Torrente Basentello, dopo che era giunto il diniego della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Bari. E su cui verte una inchiesta da parte della Procura di Trani e una interrogazione parlamentare presentata dal gruppo dei Radicali, prima firmataria l’On. Elisabetta Zamparutti. Nella sostanza viene evidenziato che nell’ambito di una VIA, pur considerando la gravissima questione dell’eventuale distacco di elementi rotanti e di sue porzioni al fine di tutelare il Territorio, l’Ambiente, il Paesaggio, si deve tener conto anche dell’Incolumità delle persone. L’ingegnere infatti sottolinea: “non viene considerato l’altrettanto delicata questione secondo la quale il distacco di tali elementi rotanti potrebbe avvenire anche inseguito ad un incendio dell’aerogeneratore la cui probabilità di accadimento non è trascurabile così come per tutte le apparecchiature elettriche. Si ritiene importante considerare la possibilità che si possano verificare incidenti di esplosione e lancio, da parte dei rotori degli aerogeneratori, di porzioni di pala o porzioni di navicella con l’aggravante di non essere inerti bensì incendiate e quindi essere possibili inneschi di incendio”. A supporto della sua tesi un dossier fotografico, che qui in parte si pubblica, tratto dal sito web inglese (http://www.windbyte.co.uk/safety.html). “Qualora gli impianti eolici presentino aerogeneratori che insistono su territori agricoli si porrebbe il problema d’incendio nel caso in cui le culture, come spesso accade, siano cerealicole e la presenza disseminata di apparecchiature elettriche, potenzialmente incendianti, aggraverebbe il rischio di incendio per tutto il periodo estivo che va dalla raccolta del prodotto coltivato fino all’imballaggio della paglia quale prodotto altamente incendiante”. “Le prevalenti cause, spiega l’ingegnere, di questi tipi di incidente sono abbastanza note e ricorrenti (avverse condizioni meteo, usura, difetti strutturali o più spesso, una coesistenza di queste cause). Si legge ancora nelle osservazioni: “È ben noto che tutti gli aspetti di sicurezza e prevenzione non posso e non devono essere sottovalutati nei pareri che le autorità competenti si accingono a rilasciare al fine di assicurare una sostanziale, e non solo formale, tutela del Paesaggio, dei Beni Culturali, dell’Ambiente nonché dell’Incolumità degli Uomini e delle loro attività produttive che nella fattispecie risultano essere prevalentemente connesse all’agricoltura e quindi alla conduzione di quegli stessi fondi sui quali insistono gli aerogeneratori con i rischi ad essi direttamente riconducibili”. “Tali aspetti di sicurezza non dovrebbero essere trascurati e quindi si chiede che venga innalzato il livello di attenzione sui rischi connessi al potenziale danno da incendio causato dal distacco di elementi rotanti o porzioni della navicella di un aerogeneratore che, nel caso in cui fossero incendiati, rappresenterebbero potenziali inneschi di incendio in un territorio prevalentemente agricolo”. Dopo aver ribadito che i terreni coltivati non sono luoghi disabitati bensì di lavoro per coloro che esercitano la professione di agricoltore e che questi non dovrebbero essere esposti a rischi, viene manifestato l’auspicio: che l’installazione degli impianti eolici possa avvenire esclusivamente in aree a destinazione industriale appositamente scelte ed individuate, nelle quali si vada a circoscrivere l’impianto evitando che i rischi, precedentemente esposti, possano interferire con l’ambiente e con l’uomo. Opportune precauzioni, quali la realizzazione di una area il cui suolo non sia esposto al pericolo incendio nonché il divieto di accesso all’area dell’impianto nel periodo di funzionamento degli aerogeneratori, permetterebbero di salvaguardare il Paesaggio, l’Ambiente e l’incolumità delle persone”. “A mio avviso conclude l’ing. Cancellara che con le sue note apre ad una notevole discussione in materia di insediamenti di torri eoliche, la scelta di siti agricoli, nel caso in cui le coltivazioni ivi praticate li rendono possibile fonte d’incendio, è del tutto inconciliabile con la disseminazione di aerogeneratori e dei rischi di incendio ad essi direttamente correlati”.






E IL TAR PUGLIA BLOCCA L’INVASIONE DELLE TORRI
Alcuni degli impianti che si volevano realizzare tra Spinazzola e Poggiorsini anche al Tar di Bari non hanno sortito il risultato sperato dagli industriali del vento. Il 27 giugno la Fri-EL S.p.A. ha depositato presso il TAR di Bari un ricorso contro il parere negativo del Servizio Ecologia della Regione Puglia nell'ambito della procedura V.I.A. per la realizzazione del progetto di un mega-impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica da realizzarsi nel comune di Spinazzola denominato "Pilella" in località Serra Palomba di potenza complessiva 84MW, costituito da 28 aerogeneratori della Vestas V90 da 3 MW ciascuno con 90m di diametro. La Fri-El ha impugnato anche il conseguente diniego di autorizzazione del Servizio Energia della Regione Puglia chiedendone la sospensione. Tutto è stato respinto con apposita ordinanza cautelare emessa il 12 Luglio 2012 in camera di consiglio dal TAR di Bari. Il 28 giugno la Fri-EL S.p.A. ha depositato un altro ricorso impugnando analoghi provvedimenti relativi alla V.I.A. di un altro mega-impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica da realizzarsi nel Comune di Poggiorsini di 79.20 MW costituito da 24 aerogeneratori da 3.3 MW ciascuno con 100m di diametro. Anche in questo caso la richiesta di sospensione al diniego della Regione Puglia viene respinta con un'altra ordinanza depositata sempre in data 12 Luglio presso il TAR di Bari. Ad oggi sono diverse le proposta di impianti, tutte pendenti in sede VIA, per le opportune valutazioni.

SCHEDA
Gli impianti richiesti
Questa la lista, probabilmente non esaustiva, dei progetti depositati presso il Comune di Spinazzola. Elenco presente nelle osservazioni dell’Ing. Donato Cancellara inviato in Regione e Provincia con cui si richiama ad una valutazione sull’impatto cumulativo delle torre eoliche che si vogliono insediare che andrebbero a snaturare ed a compromettere l’intera area:
impianto eolico denominato “ Casalini” di 37.5 MW della società Alisei Wind S.r.l.
- impianto eolico denominato “Piano di Cammera” di 37.5 MW della Castel del Vento S.r.l.
- impianto eolico denominato “Ariaccia” di 37.5 MW della società Andromeda Energy S.r.l.
- impianto eolico di 20 MW della società Quattordici S.p.A.
- impianto eolico di 81 MW della società Eolica Pugliese s.r.l.
- impianto eolico di 114 MW della società Sviluppo Energia S.r.l.
- impianto eolico di 84 MW della società Valore Energia S.r.l.
- impianto eolico denominato “Santissima” di 63 MW della società Eolica Spinazzola S.r.l.
- impianto eolico denominato “Santa Lucia” di 81 MW della società Eolica Spinazzola S.r.l.
- impianto eolico denominato “La Tufara” di 90 MW della società Guastamacchia S.p.A.
- impianto eolico denominato “Macchia Savuoco” di 39.6 MW della società Guastamacchia S.p.A.
- impianto eolico denominato “S. Lucia Nord” di 48 MW della società Guastamacchia S.p.A.
- impianto eolico denominato “S. Lucia Sud” di 48 MW della società Guastamacchia S.p.A.
- impianto eolico denominato “Minerva” di 111 MW della società Guastamacchia S.p.A.

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