lunedì 30 maggio 2011

AMBIENTE A RISCHIO
L’ASSALTO ALLA MURGIA
L’IDEA «ATOMICA»

L’impianto nucleare prevedeva di prelevare l’acqua dal mare, desalinarla, per raffreddare i reattori per poi sfruttarla per i campi
Spinazzola, tra nucleare fotovoltaico e pali eolici
Una delibera di vent’anni fa la candidò ad ospitare una centrale
di Cosimo Forina
Quanta sarà l’affluenza alle urne a Spinazzola per esprimere il proprio “si” o il proprio “no” sul referendum del nucleare il prossimo 12-13 giugno (se si farà)? La domanda potrebbe apparire risibile ai più ed invece ha un fondamento da ricercarsi nella storia di questa paese murgiano, ora con meno di 7mila abitanti, che per ben due volte, negli ultimi cinquant’anni, con l’atomo e la sua fusione ha avuto direttamente a che fare. Proprio così, la prima volta tra il 1960-63 per la presenza di tre missili a testate nucleari, i famigerati Jupiter americani, piazzati a Spinazzola e puntanti contro i paesi satelliti dell’ex Unione Sovietica. La seconda, quando agli inizi degli anni ottanta, l’amministrazione dell’e poca (Psi-Dc) guidata dal sindaco socialista Nicola Rosato decise di candidarsi alla realizzazione di una centrale nucleare da piazzare nel bel mezzo della Murgia. Delibera che negli anni successivi non è mai stata revocata. Ricordare questi due episodi di certo farà bene alla memoria collettiva e alle nuove generazioni servirà a scoprire quanto si stato servile nel passato l’uso del territorio di questa città, così come lo si vuole ancora oggi, tra mondezza, con la discarica da ubicare a “Grottelline ”, con ettari ed ettari di terreno su cui piazzare gli specchi del fotovoltaico ed ancora per i pali eolici smembra paesaggio. Sino ad entrare nei record. Fonte: “Quotidiano Energia” 9 maggio 2011: «Non spaventa gli operatori la riforma del sistema incentivante per le rinnovabili (QE 29/3). Anzi. L’elenco degli avvisi di nuovi progetti eolici pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia del 5 maggio (n. 69) rappresenta infatti un record storico di tutti i tempi, probabilmente non solo italiano: nel Burp figurano infatti progetti presentati da sei società per un totale di 1.324,5 Mw. Più in dettaglio, il Bollettino pubblica gli avvisi di Eolica Spinazzola per 81 Mw in località Capo Posto e 63 Mw in località Cristo Vecchio nel comunale di Spinazzola (Bat) ». Ma torniamo al nucleare e ai missili. Ogni Jupiter aveva una testate 100 volte più potente delle bombe che distrussero Hiroshima e Nagasaki e furono portati pronti per il lancio quando scoppio la crisi passata alla storia come quella della “Baia dei Porci”. L’Urss decise di piazzare come contro misura ai missili della Murgia ubicati in dieci postazioni da Spinazzola a Mottola i propri a Cuba contro gli Usa, altre testate nucleari. Si fu ad un passo dalla terza guerra mondiale, una apocalisse distruttiva, a portare alla ragione furono le parole divenute enciclica di Papa Giovanni XXIII. Nessuno a Spinazzola, sino a che non è stato tolto quarant’anni dopo il segreto militare era a conoscenza che quei missili che avevano portato gli americani e militari italiani in città pronti a spendere parte del loro stipendio, erano con testata nucleare tanto devastatrici. Per Spinazzola quella presenza venne venduta come sviluppo e opportunità di economia. Allo stesso modo con cui venne presentata 20 anni dopo l’idea della centrale nucleare da
realizzare sulla Murgia che prevedeva di prelevare l’acqua dal mare, desalinarla, per i raffreddamento dei reattori ed immetterla in un circuito da sfruttare in agricoltura. All’epoca con lo sfruttamento di quell’acqua si parlò della nascita di serre, di colture ad ortaggi nelle terre dell’arida Murgia, un nuovo Eldorado. Pura fantasia che portò ben tre assessori a far visita alla centrale di Caorso (centro nucleare Sogin) chiamati a diventare i testimonial e promotori di una tecnologia che agiva in piena sicurezza. E mentre Minervino si dichiarò in contrasto con Spinazzola “Città denuclearizzata ” cartello ancora presente all’ingresso del paese, alla giunta (Psi-Dc) non mancò in città una risposta ironica e di scherno. Un manifesto che fece imbestialire la maggioranza che portava come titolo “L’artigiano contento” dove contestando l’idea di sviluppo con l’arrivo di un impianto nucleare in dieci punti si smontò tutta la sicurezza della politica locale. Tra gli altri, andando a memoria, quello di una Murgia dove non sarebbero più nati i funghi cardoncelli ma quelli atomici. Dopo il disastro di Cernobyl, il più grave incidente nucleare: 26 aprile1986 alle ore 1:23:00 e quello più recente in Giappone di Fukushima il mondo intero riflette sulla opportunità o meno di ricorrere come risposta energetica all’uso del nucleare. Spinazzola, visto il suo passato ed oggi il suo presente dovrebbe avere qualche ragione in più per farlo, magari guardando al suo territorio e alla natura che la circonda con maggiore rispetto e apprensione.

martedì 24 maggio 2011


MURGIA SOTTO TIRO IL PAESAGGIO STRAVOLTO
Operazione «Ventus» riparte il processo
Sotto accusa gli imprenditori del settore energia eolica
di Cosimo Forina
SPINAZZOLA.
Riparte oggi, martedì 24 maggio, nella sezione distaccata del Tribunale di Trani, a Canosa, uno dei processi che ha avuto enorme risonanza nazionale: quello sull’eolico, scaturito dall’operazione denominata “Ventus ” condotta dal Comando Stazione Forestale Parco dell’Alta Murgia di Gravina. Sul banco degli imputati Josef Gostner, legale rappresentante della società proprietaria e committente; Michele Manca Di Villahermosa, legale rappresentante dell’Associazione Temporanea d’Imprese, esecutrice dei lavori (Manca Spa e Siemens Spa); Francesco Ramundo, legale rappresentante della Ramundo Engineering srl di Spinazzola (impresa subappaltatrice delle opere), Michele Greco, direttore dei lavori e Vito Barile, anch’e gli direttore dei lavori per opere complementari dell’impianto. La vicenda dell’eolico sulla Murgia è approdata anche nello spettacolo «Ora ci tocca anche Vittorio Sgarbi», andato in onda mercoledì scorso su Raiuno. L’accusa nel processo che riprende oggi è quella di aver costruito in aree protette Parco, zone Zps-Sic: una sottostazione nel territorio di Spinazzola in cui far convogliare la corrente prodotta dai pali eolici istallati a Minervino Murge, cavidotti, strade e buche dove istallare le torri smembra paesaggio, realizzate nell’area del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Quest’ultimo danno, quello delle buche, ha visto gli imputati procedere al ripristino in accordo con l’Ente Parco che nel processo si è costituito con il Ministero dell’Ambiente parte civile. L’importanza dell’operazione “Ventus” va ben oltre i capi d’accusa a cui devono rispondere gli incriminati nel processo pendente a Canosa perché dalle informative del Comando Forestale di Gravina sono scaturiti altri fascicoli inerenti tutti i pali eolici istallati sulla Murgia o da istallarsi a ridosso di questa, tanto nel Tribunale di Trani pm Giuseppe Maralfa che in quello di Bari pm Renato Nitti. Al vaglio degli inquirenti il deturpamento delle bellezze naturali ambientali, il dettaglio sulla correttezza degli atti autorizzativi per la realizzazione di impianti eolici e presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nelle gestione di energie rinnovabili nel territorio murgiano. Queste ultime indagine che mantengono il pieno riserbo sono state affidate alla Guardia di Finanza. Al vaglio dei finanzieri non solo la normativa sulla valutazione d’incidenza ambientale, ma anche le partecipazioni societarie di alcune imprese che gestiscono pale eoliche in zone protette. Le indagini riguarderebbero gli atti di autorizzazione degli impianti, se fosse stata necessaria oppure no la valutazione di incidenza ambientale da parte della Regione, oltre che il parere del Parco. L’operazione “Ventus ” per la sua complessità è finita nel manuale di tecnica di Polizia Giudiziaria Ambientale scritto dal giudice Maurizio Santoloci, così come nel rapporto ecomafie redatto proprio da Legambiente nel 2009 e come vedremo in diverse interrogazioni parlamentari.
I RETROSCENA DEL GRANDE AFFARE DELLA COSIDDETTA «GREEN ECONOMY»
Quel filo rosso che collega Murgia, Sicilia e Sardegna
Quel filo rosso che unisce la Murgia, la Sicilia e la Sardegna. A collegare l’operazione “Ventus” murgiana all’operazione “Eolo” siciliana di Mazara del Vallo vi sono almeno due interrogazioni parlamentari presentate dell’Italia dei Valori, on. Pierfelice Zazzera più altri, partito dell’attuale assessore all’ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro, governatore della Puglia Nichi Vendola. Gli interroganti ricostruivano richiamando l’attenzione del Governo che tra gli imprenditori arrestati a Mazzara del Vallo vi era anche l’ex funzionario Cgil, noto tra Spinazzola e Minervino Murge nel gergo della “Green Economy ” uno “sviluppatore ” di impianti di energie alternative, tale Luigi Franzinelli. Con questi venivano arrestati in Sicilia il consigliere comunale di Mazara del Vallo, Vito Martino ( Forza Italia), Giovan Battista Agate, con precedenti, fratello del boss Mariano Agate; a Melchiorre Saladino, imprenditore di Salemi, ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro; a Giuseppe Sucameli, architetto del Comune di Mazara del Vallo, già detenuto per associazione mafiosa. L'accusa per Franzinelli, in qualità di socio della «Sud Wind srl», è di aver presentato nel trapanese progetti per la realizzazione di parchi eolici, versando somme di denaro e regalando auto a politici e impiegati comunali. Il gup di Palermo Daniela Troja ha condannato Franzinelli a 2 anni con rito abbreviato. Il suo nome compare anche nell’inchiesta dell’eolico in Sardegna che ha visto coinvolto dirigenti nazionali del Pdl nonché il presidente di quella regione Cappellacci . Indagine che ha anche svelato gli affari della P3 con interessi del faccendiere Flavio Carboni. Nel “Question Time” in cui l’Idv con riferimento all’inchiesta “Ventus ”condotta dal Comando Forestale di Gravina e all’inchiesta “Eolo” di Mazzara del Vallo interrogava sull’eolico siciliano e pugliese rispondeva il ministro per i rapporti con il parlamento Elio Vito: «Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha chiesto recentemente alle procure di Roma, Cagliari, Bari e Palermo elementi in merito alle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per l’eolico». «Le prime tre procure – riferiva il ministro Vito – hanno evidenziato l’attualità degli accertamenti in corso e la necessità di mantenere il segreto investigativo». Alla già sconcertante situazione pugliese, da alcuni mesi si sono aggiunte le rivelazioni dell’on. Beppe Pisanu presidente della Commissione antimafia, recepite dallo stesso Nichi Vendola, con le quali si è confermato la presenza di un inquietante giro d’affari nelle rinnovabili pugliesi.