giovedì 3 giugno 2021

 SPINAZZOLA E I SEGRETI DEL BORGO

Diverse testimonianze sono presenti nel borgo antico di Spinazzola: pagine di storia non conosciute, attestazioni di cui si è perso il significato, frammenti di verità entrate nelle leggende.
Un affascinante rompicapo sicuramente sono i “cristogrammi” presenti in epistili di alcune abitazioni, recentemente riportati alla luce, su cui è riportato il trigramma I.H.S. la cui prima origine risale al III secolo.
Si tratta di una abbreviazione utilizzata nei manoscritti greci del Nuovo Testamento, su monete e oggetti sacri, che trovò larga diffusione nel Medioevo.
Nel XII secolo la sua diffusione si deve a Bernardo da Chiaravalle (Fontaine-lès-Dijon, 1090 – Ville-sous-la-Ferté, 20 agosto 1153), nel XV secolo a Bernardino da Siena (Massa Marittima, 8 settembre 1380 – L'Aquila, 20 maggio 1444) a cui resta associato anche oggi. Nel secolo successivo fama e utilizzo del trigramma si deve al fondatore dei gesuiti, Ignazio De Loyola (Loyola, 23 ottobre 1491 circa – Roma, 31 luglio 1556) che lo scelse come Sigillo.
Il monogramma, contrariamente a quanto si crede, non sta per “Iesus Hominum Salvator” o “In Hoc Signo”. I cristiani del III secolo lo utilizzarono infatti come abbreviazione del nome di Gesù scrivendo solo le prime tre lettere in greco, ΙΗΣ (dal nome completo ΙΗΣΟΥΣ). La lettera greca Σ (sigma) nell’alfabeto latino è scritta come “S”.
Nei pressi della chiesa San Pietro Apostolo a Spinazzola vi sono più cristogrammi, sicuramente realizzati in epoche diverse e di per se questo rappresenta un bel rompicapo.
Infatti la raffigurazione I.H.S. più antica è quella di via Caldarale su una abitazione edificata presumibilmente tra il XIII-XIV secolo che si raggiunge superando l’arco dove vi è una affresco parietale purtroppo lasciato in rovina: un santo che tra le mani ha un libro sacro.
Il cristogramma è posto sull’architrave della porta di ingresso e su una delle finestre sopra cui vi è in altorilievo uno stemma nobiliare ricoperto da calce.
In un cerchio scolpito su pietra è inserito I.H.S. sotto cui potrebbe essere rappresenta la lettera dell’alfabeto greco Omega, se pur allungata nelle estremità laterali o un simbolo con un altro significato. Forse, siamo nel campo delle ipotesi, la rappresentazione del monte Calvario. Di qualcosa di simile si ha riscontro anche nelle incisioni delle Voltoline nella città di Levigliani in provincia di Lucca.
Un’altra rappresentazione del trigramma, questa volta recante la data (1609), è quella posta su un’
abitazione nel vicolo che rasenta sulla sinistra la chiesa matrice.
Sull’architrave è scolpito “MAGIAC FER FF” sotto è riportato “A.D. 1609” a cui segue il cristogramma con monte Calvario (?) sopra cui appare una croce, ed ancora il simbolo di un “compasso” - espressione della massoneria - sormontato da una piccola croce.
L’enigma non è affatto concluso. Su un altro architrave in via Pignatelli appare una epigrafe, stravolta nel testo originario, in cui il cristogramma racchiuso in uno stemma sormontato da croce porta la datazione “A.D. 1602”.
Cosa potrebbe unire Spinazzola ai tre divulgatori che adottarono il simbolo I.H.S. del III secolo?
Poco probabile un filo diretto con il monaco Bernardo da Chiaravalle, abate e teologo francese dell’ordine cistercense.
Tuttavia nel 1119 alcuni cavalieri, sotto la guida di Ugo di Payns, feudatario della Champagne e parente di Bernardo, fondarono l'Ordine dei Cavalieri del Tempio. La presenza dei Templari a Spinazzola è conclamata: qui fondarono il loro primo ospedale della Puglia, esistono diverse testimonianze documentate sul territorio con possedimenti a servizio dei Cavalieri diretti o di ritorno dalla Terra Santa. È da attribuire a loro l’importazione del simbolo in terra murgiana?
Nella documentazione dei Frati Minori Conventuali si riporta che l’ordine, con licenza di Bonifacio IX (05-12-1391), eresse la chiesa e il primo convento dedicati a S. Francesco. Questo convento vide fra le sue mura fra Bernardino da Siena nel 1541. Il complesso è successivamente passato agli Osservanti (1474).
La datazione del 1541 è sicuramente errata: presumibilmente l’anno è il 1441, quando Bernardino nel 1437 divenne vicario generale dell'ordine degli osservanti. Nel 1438 venne nominato vicario generale di tutti i francescani italiani.
Grande teologo e predicatore, Bernardino fu sprone al rinnovamento della Chiesa cattolica italiana e di tutto il movimento francescano. Contrastò fortemente l’usura affrontando nei suoi scritti i temi della giustificazione della proprietà privata, dell'etica del commercio e della determinazione del valore e del prezzo.
Bernardino da Siena venne proclamato santo nel 1450 da papa Niccolò V, appena sei anni dopo la morte. Ed è ricordato per le sue prediche, trascritte in raccolte, e per la devozione al Santissimo Nome di Gesù. I fedeli che ascoltavano i suoi sermoni baciavano tavolette di legno incise con il monogramma JHS sormontato da un Crocifisso e attorniato da un sole.
Forse questo il legame più accreditabile con i cristogrammi presenti nel borgo antico, come per
segnare il passaggio del santo predicatore anche dopo oltre un secolo e mezzo dalla sua morte! E forse il frate con libro rappresentato nell’affresco è proprio San Bernardino da Siena, dipinto a sugello dei suoi insegnamenti.
Il legame tra Ignazio De Loyola e Spinazzola è testimoniato da Michele Ruggieri (Spinazzola, 28 ottobre 1543 – Salerno, 11 maggio 1607) che fu gesuita missionario in Cina e primo sinologo europeo. Entrato nell’ordine nel 1572 dopo essersi laureato a Napoli in utroque iure (diritto canonico e civile), raggiunta Macao imparò ben presto e prima di altri - tra cui il più noto Matteo Ricci - a scrivere e leggere in cinese iniziando l’evangelizzazione nel Celeste Impero.
Che i cristogrammi possano essere legati ai gesuiti - di cui però non vi è documentazione provante la loro presenza a Spinazzola come abbiamo visto essere stato per i frati minori, cappuccini e osservanti - è una ipotesi che non può essere esclusa.
Di certo il borgo antico di Spinazzola, malamente conservato e valorizzato nella sua storia, è un grande scrigno che racchiude secoli di misteri.

Fotografie Raffaele D'Oria