giovedì 7 novembre 2013


AMBIENTE E SALUTE
“Fuochi” anche sull’altopiano
Un allarme sui traffici di rifiuti fu anche lanciato dal presidente della Coldiretti di Spinazzola Michele Lovaglio
Anche il sindaco di Spinazzola. Scelzi, parlò a Radio News24 di traffico notturno di camion in zone impervie
TRAFFICO DI RIFIUTI TOSSICI NUOVE OMBRE SULLA MURGIA
Ma non ci sono solo le dichiarazioni del pentito Schiavone
di Cosimo Forina
Spinazzola
Per sedici anni si è scelta la secretazione dell'audizione del pentito Carmine Schiavone il quale ha parlato del traffico dei rifiuti capaci di uccidere nell’arco di vent’anni intere popolazioni. Rifiuti interrati, occultati in diverse Regioni, tra le altre la Campania, Puglia, Molise, Lazio, Calabria. A distanza di qualche giorno dal 31 ottobre, da quando la presidente della Camera Laura Boldrini con questa motivazione ha reso noto il documento della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esse connesse della XIII legislatura, del 7 ottobre 1997:“lo dovevamo in primo luogo ai cittadini delle zone della Campania devastate da una catastrofe ambientale cosciente e premeditata: cittadini che oggi hanno tutto il diritto di conoscere quali crimini siano stati commessi ai loro danni per poter esigere la riparazione possibile”, si è scatenato il putiferio. Da una parte si è voluto immediatamente screditare le affermazione del boss pentito, dall’altra si è aperta la caccia ai veleni. Di certo, credibile o non credibile Schiavone, per sedici anni, sedici, lo “Stato” ha scelto di tenere le bocche cucite. Ed a voler pensare ad una necessità della magistratura, questi sedici anni, davvero sembrano tanti anche nella lungaggine che ha incancrenito il sistema della giustizia. Ma poi quelle di Schiavone davvero erano e sono rivelazioni shoch tanto da sostenere un così lungo segreto di Stato? Che la Puglia è la Murgia, governata dall’ex componente della commissione antimafia, Nichi Ventola, già due volte commissario straordinario all’emergenza ambiente, siano state bersaglio dei trafficanti di morte attraverso i rifiuti è cosa nota, ancor prima delle dichiarazioni di Schiavone. E probabilmente lo sono, visto quanto dichiarato dall’ex sottosegretario agli interni del Governo Berlusconi, Alfredo Mantovano: “quello che dice Schiavone risale a tanti anni fa. Sarebbe meglio dedicarsi ai fatti più recenti, invece di rincorrere frasi vecchie e senza riscontri”. E quindi, perché secretare? A raccontare del traffico di rifiuti interrati ci si era messo altro pentito eccellente, Salvatore Anacondia. Ed anche le sue affermazioni, lo ricordano i magistrati di Trani, non trovarono riscontro. Ma la sensazione, almeno nella popolazione che qualcosa aveva ammorbato l’ambiente, era avvertito, specie in ragione della impennata di tumori nella zona. Per trovare riscontro che sulla Murgia mondezza di ogni tipo aveva avvelenato il territorio, bisogna arrivare all’azione del pubblico ministero Renato Nitti, in quel di Santeramo che formula il 2001 un rinvio a giudizio: «Abbandonavano rifiuti, sui fondi rustici, aree recintate, lungo le strade del circondario, realizzando discariche abusive» per diversi imputati che nel 2005 verranno condannati a pagare più di novanta milioni di euro al ministero dell´Ambiente. E 20mila euro ciascuno alle associazioni ambientaliste Wwf e V.A.S. che, costituite parte civile, hanno rappresentato nel processo la Provincia di Bari, i Comuni di Bari, di Mola, di Valenzano e di Modugno. E questa la prima volte che si giunge a sentenza per reati ambientali in violazione della legge Ronchi. Ma di rifiuti versati sul territorio della Murgia se ne parla anche a Gravina, fanghi provenienti da aziende di trattamenti. Mentre per la storia nostrana, di dove i Casalesi, la camorra, potrebbe aver trovato sponda, ovvero la Murgia per i suoi traffici, ne parla anche Enrico Fontana, responsabile dell'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente e presidente del consorzio Libera Terra Mediterraneo nella trasmissione “Blu Notte Misteri Italiani”- “Navi a Perdere” condotta da Lucarelli. Non è solo questa la conclamazione, perché il 3 aprile 2007 il presidente della Coldiretti di Spinazzola Michele Lovaglio durante l’incontro svoltosi nella sala Innocenzo XII, avverte, con coraggio e senza mezzi termini, che la sua organizzazione nazionale ha lanciato l’allarme del pericolo di interramento di rifiuti proprio nei terreni di Spinazzola e della Murgia. E a cercare i primi riscontri si presenta chiedendo documentazione, anche un magistrato, Donato Ceglia della procura di Santa Maria Capua Vetere. Ma c’è di più, perché è lo stesso sindaco di Spinazzola, Carlo Scelzi, a parlare di traffico di camion notturni in zone impervie durante la trasmissione radiofonica di Radio News24 all’indomani dell’aggressione subita dal giornalista Alessio Di Palo, il quale aveva partecipato ad un incontro in città pochi giorni prima contro l’insediamento della discarica a “Grottelline”. E poi è agli atti di un processo sulla gestione dei rifiuti in città, la dichiarazione resa al Comando Carabinieri di Andria, di chi si era rifiutato di far sparire un camion che avrebbe simulato una rottura davanti alla discarica Bleu di Canosa di Puglia. Ed ancora, sempre per restare in tema di Spinazzola, ecco arrivare eco-balle nelle cave di bauxite, come i fanghi provenienti dal depuratore di Bari. Sarà pure Schiavone un pentito i cui racconti sono alla ricerca di riscontri. Ma i silenzi puzzano quanto i veleni che ancora oggi, senza che vi sia stata nessuna bonifica e ricerca della verità, gettano più ombre che luci anche sulle istituzioni.