giovedì 27 maggio 2010


ALTRO CHE PETROLIO, GIÀ SI CERCA L’ACQUA
IN REALTÀ È GIÀ STATO FINANZIATO DAL CIPE UN PROGETTO PER OLTRE 100 MILIONI DI EURO

COSIMO FORINA • SPINAZZOLA. Ma quale petrolio! Qui si aspettano opere irrigue, passate dal travaglio di decenni di attesa, per portare sviluppo nel territorio. Così si è materializzata, spiazzando tutti, la netta contrarietà alle ricerche petrolifere avanzate dalla società texana Aleanna Resources LLC di Houston (USA) con il progetto denominato «Palazzo San Gervasio» che comprende un vasto territorio di 561 Kmq che interessano Minervino Murge e Spinazzola e anche alcuni altri comuni della Lucania.
IL PROGETTO -In questa area, dove si vuole cercare l’oro nero, con ricadute irrisorie sulla economia locale ma con rischi ambientali non trascurabili, sta partendo un grande progetto di trasformazione che permetterà di utilizzare i terreni da coltura estensiva a una intensiva, finanziato con centinaia di milioni di euro dallo Stato. Lo sanno bene i sindaci dell’Alto Bradano (Basilicata) che hanno incontrato il loro assessore regionale all’ambiente Agatino Mancasi. Per loro è quanto meno inopportuno il silenzio-assenso della Regione Basilicata sul progetto petrolifero «Palazzo San Gervasio». Ma ancor più, ne hanno piena coscienza e conoscenza il direttore generale Lorenzo Larocca e il commissario di governo, Saverio Riccardi, dell’Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia, i quali invitando a Potenza anche i sindaci di Spinazzola, Carlo Scelzi e di Minervino Murge Luigi Roccotelli di quella riunione sono stati i promotori. Nella quale è stato ribadito che l’Eipli, quale soggetto pubblico istituzionale deputato alla gestione dello schema idrico e delle opere ad esso connesse, deve essere considerato parte attiva nel procedimento amministrativo che riguarda la società texana. Centinaia di milioni di euro di investimenti potrebbero essere vanificati dalla ricerca petrolifera. Al capo di gabinetto del commissario dell’Eipli, Adriano Di Noia, attore della sinergia istituzionale tra Governo e Regione, per una azione di rilancio del Mezzogiorno ed in particolare nei territori interessati dai progetti per il settore agricolo fino a oggi dimenticati dalle realizzazione di grandi infrastrutture di opere idriche, abbiamo chiesto di ricostruire il piano dei finanziamenti in corso.
ACQUA E TERRITORIO -Di Noia ha sottolineato che tutto quanto su cui si sta procedendo è stato reso possibile grazie all’impegno del ministro Raffaele Fitto e alla passione e tenacia dei vertici istituzionali, proprio a partire dal commissario Saverio Riccardi: «Ancora una volta ci troviamo a parlare di acqua, non solo perché è l’elemento in natura più importante per l’uomo, ma per le nostre Regioni è da considerarsi una risorsa economica e di sviluppo per il territorio. Il governo nazionale con il contributo della Regione Basilicata, ha già pianificato l’intervento Strategico attraverso la legge obiettivo con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica 121 del 21/12/2001, approvando il progetto «Marascione», per l’irrigazione di circa 5.000 ettari nei territori dei comuni di Acerenza Banzi, Genzano, Palazzo San Gervasio e Irsina, per un importo complessivo di circa 105 milioni di euro. Inoltre è in via di definizione analogo progetto di completamento denominato “V- M - C ” in prosecuzione del precedente questa volta per l’irrigazione di circa HA 19.000, nei territori di Venosa, Maschito, Forenza , Rampolla, Spinazzola in parte, Montemilone, Lavello e Melfi per un importo di circa 370milioni di euro. Attualmente è stata predisposta l’avvio per le procedure di appalto da parte della Regione Basilicata, che vede come soggetto attuatore dell’intervento il Consorzio Di Bonifica Di Gaudiano per l’ esecuzione dei lavori del progetto per “Distretto G” nei territori di Genzano, Irsina, Banzi e Acerenza per un importo di circa 65 milioni di euro che dovrà dare un nuovo impulso ai Consorzi di Bonifica oggi in seria difficoltà. Questi progetti sono stati realizzati dall’Eipli, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Ben 540milioni di euro in opere finanziate complessivamente che sono già futuro, ancor prima del petrolio, nell’Alto Bradano e in parte di terra di Puglia. Chi se la sente di mettere tutto a rischio?

Scheda L’oro nero e l’oro bianco
La società texana Aleanna Resources LLC di Houston (USA) ha presentato il progetto denominato “Palazzo San Gervasio” che comprende un vasto territorio di 561 Kmq in gran parte in Lucania nelle città di: Acerenza, Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Maschito, Montemilone, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Ripacandida e in Puglia nei comuni di Minervino Murge e Spinazzola. Ma più che l’oro nero in questa area la risorsa più preziosa è l’acqua: il governo con il contributo della Regione Basilicata, ha già approvando il progetto «Marascione», per l’irrigazione di circa 5.000 ettari tra Puglia e Basilicata.

lunedì 17 maggio 2010



Sole e vento
Murgia assediata
di Cosimo Forina
Energie da fonti rinnovabile chi le sostiene? Perché? Il vento che spira e il sole che picchia sulla Murgia a chi conviene? E’ vero che “Cosa Nostra”, la mafia, tra i suoi affari puntava e punta a mettere le mani anche sul territorio murgiano? Domande da alcuni giorni frequenti in città, e che potrebbero trovare maggiore analisi e azzardare risposte nel Consiglio Comunale di cui è stata chiesta la convocazione urgente al sindaco Carlo Scelzi dai partiti di minoranza, in seguito alle dimissioni del suo vice anche da assessore, Sebastiano Fiore, il quale per delega si occupava di queste tematiche. Ed ancora, per una interrogazione parlamentare presentata al Governo dall’Italia dei Valori in cui tra l’altro si parla di: inchieste, rinvii a giudizio, arresti e condanne per corruzione di personaggi legati a società che hanno operato e operano nel territorio della Murgia ed in particolare tra Minervino e Spinazzola. Prima di addentrarci nei meandri del sistema delle “Società srl” con capitale sociale di soli 10mila euro che pullulano in Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania e Puglia, nonché a Spinazzola, specializzate nell’accaparrarsi fette del territorio per istallare pali eolici e impianti fotovoltaici il cui valore è quello di centinaia di milioni di euro, ripercorriamo quando è successo in città negli ultimi anni. Ovvero, sia mentre ad amministrare era il centrodestra con l’ex sindaco Savino Saraceno che ora con Carlo Scelzi il quale guida una maggioranza formata dal Pd e un esponente dei Verdi. Amministrazione Saraceno: a questa è toccata la scelta di approvare la realizzazione della sottostazione, territorio di Spinazzola in area Parco dell’Alta Murgia, finalizzata ad assorbire e a mettere nella rete nazionale la corrente elettrica prodotta dai pali eolici alzati nel territorio di Minervino Murge. Sottostazione finita con altro nel mirino della magistratura, operazione “Ventus” condotta dagli uomini del Comando Stazione Forestale di Gravina di Puglia, Sul banco degli imputati Josef Gostner, legale rappresentante della società proprietaria e committente; Michele Manca Di Villahermosa, legale rappresentante dell’Associazione Temporanea d’Imprese, esecutrice dei lavori (Manca Spa e Siemens Spa); Francesco Ramundo, legale rappresentante della Ramundo Engineering srl di Spinazzola (impresa subappaltatrice delle opere), Michele Greco, direttore dei lavori e Vito Barile, anch’egli direttore dei lavori per opere complementari dell’impianto, tra questi e bene precisarlo nessun amministratore. Processo pendente tuttora presso il Tribunale di Canosa di Puglia. Saraceno in primis e la sua maggioranza però, si distinguono per essere convinti sostenitori della bontà dei pali eolici. Con atto di Consiglio Comunale avevano posto come condizione per aderire al Parco Nazionale dell’Alta Murgia, la compatibilità che all’interno dell’area protetta potessero essere istallate le torri eoliche smembra paesaggio: “la Murgia? Solo un territorio composto da pietraia insignificante”. Ma quando ad opporsi a questa bislacca teoria è la stessa Regione Puglia, all’ora guidata dal centrodestra con Raffaele Fitto (2000-2005), assessore all’ambiente Michele Saccomanno e all’agricoltura Nino Marmo, le frizioni tra amministrazione centrale e periferica (Spinazzola) si fanno pesanti e le pale restano fuori dal Parco e le aree protette. Le maglie larghe per le rinnovabili però arrivano con Nichi Vendola, alla Regione il centrosinistra, assessore all’ambiente Michele Losappio. Anche Spinazzola, quasi congiuntamente cambia amministrazione anche qui arriva il centrosinistra. E’ fermento per le energie alternative sin dalle prime battute dell’amministrazione Scelzi, il bussines con cui incassare royaltis per rimpinguare le languide casse comunali. A mettersi però di traverso la consigliera, assessore, dell’Idv, Franca Carbone la quale per l’eolico ha uno scontro con il vicesindaco Sebastiano Fiore e con l’assessore Nicola Di Nardi. Dopo un passaggio alla gogna dei partiti di maggioranza, Scelzi revocate le deleghe alla Carbone, e la stessa nel consiglio comunale del 8 maggio 2007 consegna un documento per la sua estromissione in cui si legge: “Le motivazione reali sottaciute sono ben altre. E' nota a tutta la città la mia coerente e irrevocabile decisione di perseguire l'impegno intrapreso durante e dopo la campagna elettorale contro la realizzazione delle discariche a "Grottelline" e sull'insediamento dei pali eolici nel territorio di Spinazzola, senza che questi in misura minima e essenziale giungano dopo un'attenta valutazione di impatto ambientale, beneficio economico per la città, trasparenza assoluta nelle convenzioni proposte al Comune di Spinazzola a 360°. Ovvero nella interezza delle proposte giunte nel Palazzo di Città, fermo restando la decisione che ogni approvazione doveva essere successiva alla realizzazione del PRIE. Cosa che non sembra sia avvenuta nell'ultimo Consiglio Comunale”. Ed in effetti è andata proprio così, nel consiglio comunale antecedente all’8 maggio 2007, in cui la Carbone risulta assente, la maggioranza cambia la sua filosofia. L’assessore Fiore, prima illustra la necessità di attendere il Prie per autorizzare l’istallazioni di pale eoliche sul territorio, poi, dopo l’insistenza della minoranza, vota con tutta la maggioranza per il proseguo dell’iter di due progetti, in proroga, finiti all’attenzione della procura della Repubblica.

La corsa al fotovoltaico
Per l’istallazione di pale eoliche i tempi si allungano, anche se viene avviato di Giunta il Prie e viene anche approvato nel consiglio Comunale lo schema di convenzione che le società devono sottoscrivere con il Comune. Ma altro sblocco agli investimenti per centinaia di milioni di euro sul territorio sono gli impianti fotovoltaici. In particolare quelli da un 1MW, che si sostiene nella maggioranza non sono soggetti a royaltis. Richieste a bizzeffe giungono nel Palazzo di Città, circa 200, a questi impianti si aggiungono richieste per alcuni di grandi dimensioni da 5-10-15 MW che invece dovrebbero portare ristoro ambientale. In concomitanza vengono presentati anche i progetti per l’eolico per centinaia di torri. Programmi quest’ultimi che vengono avviati alla valutazione di impatto ambientale in Regione, mentre copiosi faldoni ingolfano materialmente l’ufficio tecnico comunale preposto ad esprimere comunque un proprio parere. E’ corsa ad accaparrarsi il territorio. A Spinazzola a macchia di leopardo vengono concessi con semplice autorizzazione Dia, diversi impianti fotovoltaici da 1MW. Un mare di specchi istallati anche in aree di pregio e di interesse archeologico di cui la “Gazzetta” si è occupata di recente. Ma qualcosa si incrina e crea fibrillazioni nella maggioranza, specie tra sindaco e suo vice. Questo avviene per un impianto fotovoltaico da 10Mw e di una sottostazione da realizzarsi in contrada “Podice”. Società richiedente la Agrienergy di Bari srl amministratore Girolamo Ninivaggi di Altamura. Il Ninivaggi sostiene, dopo che il suo progetto da 50milioni di euro più 20 milioni di euro per la realizzazione di una sottostazione, non viene approvato dal Consiglio Comunale, punto all’ordine del giorno ritirato per dissapori nella maggioranza, che lui aveva ottenuto: “approvazione/disponibilità da parte dell’amministrazione comunale, preventivo”, prima che iniziasse la progettazione degli impianti sulla base di un colloquio avuto con il sindaco Carlo Scelzi e il vicesindaco Sabastiano Fiore. Il sindaco si indigna e manda il tutto alla procura della Repubblica di Trani e lo stesso fa con una sua interrogazione anche la consigliera dell’Idv Carbone, la quale intende accertare se vi è stata o meno violazione in quel progetto della legge Galasso vista la presenza di un torrente nei pressi dell’area dei progetti avanzati della Agrienergy. La Regione per i terreni oggetto del progetto Agrienergy prima avvia gli espropri e poi li annulla. Mentre l’assessore Fiore mantiene una stretta consegna del silenzio, anche quando il sindaco in un suo comunicato stampa afferma di temere: “non tanto per il sottoscritto, ma per la propria famiglia e per quelle di chi ci sta attorno”. A Scelzi, non arriverà neanche una ben minima solidarietà da parte dal suo partito, il PD. E’ sconquasso nella maggioranza, il sindaco avoca a se tutto quello che è inerente gli impianti di energie prodotte da fonte rinnovabili, mentre il vicesindaco dopo un breve lasso di tempo di “riflessione”, presenta le sue dimissioni. Con una missiva in cui accusa Carlo Scelzi di aver accentrato nella gestione amministrativa ogni decisione.

Il vento della Murgia piace alla mafia?
C’è un nome che si ripete nelle inchieste che ruotano intorno all’eolico in Italia. Dalla Sicilia, alla Sardegna, nel Lazio come in Puglia e manco a dirlo a Spinazzola e Minervino Murge. E’ quello di Luigi Franzinelli, di recente il giudice di Palermo, Daniela Troja, lo ha condannato con rito abbreviato a due anni per corruzione aggravata e per aver agevolato Cosa Nostra. Fanzinelli compare in modo significativo anche nell’interrogazione parlamentare presentata al “Question time” il 12 maggio dall’Italia del Valori, in cui si interroga il Governo per vigilare sul rischio di infiltrazione mafiosa nell’eolico. Chi più, chi meno, ha incontrato Luigi Franzinelli a Spinazzola perché amministratore di diverse società con sede legale in città. Società che hanno come scopo quello di operare nella produzione, trasporto, distribuzione e commercio di energia elettrica o attività collaterali. E’ solo uno degli intrecci di una enorme quantità di società “Srl” che passa anche dalle Murge riconducibili a Luigi Franzinelli. Elenco che viene per la prima volta reso noto dalla Questura di Trapani, squadra mobile, sezione criminalità organizzata e il Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani, che hanno condotto l’operazione siciliana “Eolo” a Mazara del Vallo nella quale l’imprenditore di Trento, ex segretario della Cgil, viene arrestato insieme a politici e sodali del super latitante Matteo Messina Denaro. Franzinelli risulta ricoprire cariche sociali, fra le altre, nelle seguenti società: presidente della commissione amministrativa della “Azienda Municipalizzata dei Servizi Energetici ed Altri del Comune di Riva del Garda”. Presidente del “Consorzio Bardonetto”.Riveste ruolo di Amministratore Unico nella “Energia Monti Alburini Picentini Srl”, “Eolo Lazio srl”, “Eolo Murge Srl”, Esseolica Srl”, “Gioia Tower Corporation Srl”, “Invest Srl”,“Murgiaeolica Srl”.E’ consigliere della “Nuova Eolica Srl”. Amministratore delegato della “Sardeolica Srl”. Ancora Amministratore Unico della “Sud Wind Srl”, della “V.I.P. vento in poppa Srl”, “Wind Ionio Tirreno Srl” in sigla “Wit Srl”. In precedenza Franzinelli Luigi ha detenuto quote della “Eolica del Vallo Srl” con sede in Alcamo e anche della “Sud Wind srl”. Nella new economy legata alle energie alternative, come altri e forse più di altri Franzinelli è uno “sviluppatore”. Cosi lo descrive un articolo de “L’Espresso” pubblicato il 6 maggio 2010 in cui si mette in luce la tela di interessi tra politica e affari nell’eolico: “fonda e amministra società srl con 10mila euro di capitale sociale, si preoccupa di acquisire i terreni dove piazzare le torri, convince i Comuni, spiana la strada ai progetti, ottiene le concessioni alle grandi imprese che gestiranno i generatori e venderanno l’elettricità al gestore del servizio elettrico nazionale”. Di tipi come Franzinelli, in e senza giacca e cravatta, Spinazzola ne sta conoscendo diversi. Il territorio sembra una terra di conquista, un leggendario Eldorado dove ognuno mira a piazzare la sua bandierina.

Le inchieste
Diverse sono le inchieste che vedono varie procure impegnate a scoprire l’eventuale malaffare sulle energie rinnovabili nel territorio murgiano. Da Trani a Bari a cui si aggiungono diverse della direzione distrettuali antimafia per il coinvolgimento in varie realtà dell’Italia. In città si è sparsa voce dell’ennesima acquisizione di documenti da parte degli uomini dell’arma dei carabinieri relativi a progetti su impianti per fonti rinnovabili presentati in Municipio. E del resto le ragioni per volerne capirne di più da parte degli inquirenti sono tante. A partire dall’esposto del sindaco, quello della consigliera dell’Idv, quello di società operanti nel territorio che si sono viste scavalcare da altre concorrenti nella presentazione dei progetti e che hanno presentato esposti in procura a Trani o come le indagini della Procura di Bari che ha in corso accertamenti sulla realizzazione di un parco eolico in Zona di protezione speciale (Zps) a ridosso del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Due i profili al vaglio degli inquirenti in questo caso. Il primo riguarda gli atti di autorizzazione per la realizzazione degli impianti. Gli investigatori stanno verificando se fosse necessaria oppure no la valutazione di incidenza ambientale da parte della Regione, oltre che il parere del Parco nazionale dell’Alta Murgia e quello che riguarda possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione degli impianti, l’individuazione dei terreni su cui impiantare le torri, le royalties riconosciute ai comuni nel cui territorio insistono le pale.Tutto segregato, tant’è che il Ministro Elio Vito, nel rispondere all’interrogazione parlamentare dell’Idv ha riferito per i fatti concernente anche Spinazzola e Minervino Murge: “Il ministero della giustizia ha interessato diverse procure della Repubblica di Roma, Cagliari, Bari e Palermo competenti per i fatti segnalati. Le prime tre procure hanno segnato l’attualità degli accertamenti in corso e la necessità di mantenere il vigente segreto investigativo”. Risposta che ha portato l’on Federico Palamba Idv ad affermare: “L’interesse mafioso per gli appalti miliardari e l’intreccio in Puglia con l’operazione Eolo è un segno di un'unica regia malavitosa”. Movendo accuse al Governo: “state colpendo qualche vecchio pezzo della mafia perdente ma non colpite le nuove, quella degli affari loschi che sa di farla franca, che nuota nelle speculazioni finanziarie. L’impunità elevata a sistema costituisce il brodo di cultura che incoraggia a delinquere. Il collegamento tra politica e affari sta corrodendo il nostro tessuto civile, stanno insegnando ai giovani che tutto è permesso, stanno facendo perdere nei cittadini la fiducia nella politica. Peggio di Tangentopoli. Questi comportamenti adesso godono di compiacenza. L’Idv non ci sta e per fortuna, forze dell’ordine e magistratura leali alla Costituzione stanno mettendo impietosamente a nudo le collusioni tra politica e affarismo criminale”.

La ribellione
A denunciare l’eccesso e la necessita di porre un freno agli insediamenti eolici e fotovoltaici, da ultimo si sono levate voci autorevoli, come quella dell’arch. Ruggiero Martinez direttore regionale del Ministero per i Beni e le Attività culturali che più di qualche perplessità la fanno scaturire: “eolico e impianti fotovoltaici, sono una nuova disarmonia, fatta da interventi a macchia di leopardo che stanno “segnando” il territorio. Un paesaggio, che assieme alle forti valenze storico-architettoniche ed archeologiche, costituisce una indiscussa attrattiva. Giova in ogni caso ribadire che gli interventi di impianti eolici e fotovoltaici in Puglia, se da un lato producono energie rinnovabili, stanno producendo un grave detrimento ad un bene che rinnovabile non è: il paesaggio”. Fattore questo che ha spinto anche il direttore generale dell’Arpa, Giorgio Assennato, a lanciare l´allarme: “rischiamo di stravolgere completamente il paesaggio pugliese”. E’ di tutto questo che è a rischio anche la Murgia.

Resta un quesito che riguarda Spinazzola applicabile in tutta la Puglia, ed è il perché a distanza di tre anni, tanto il tempo trascorso dal primo Consiglio Comunale in cui se ne parlato, nonostante anche un dibattito pubblico organizzato dalla stessa amministrazione Comunale, il Prie, piano regolatore energetico, non si stato ancora approvato. Cosa impedisce di farlo? E la non ancora applicazione di questo strumento quale influenza ha e se ne ha nei progetti di cui si discusso nel Palazzo di Città?

martedì 11 maggio 2010







SPINAZZOLA LA RICHIESTA INVIATA AL SINDACO DAL COORDINAMENTO CITTADINO DI «SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ»
Una piazza per Peppino Impastato
COSIMO FORINA • SPINAZZOLA. «Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!». Qui c’è tutta la ribellione di Giuse ppe I m p a s t at o. Trentadue anni fa, il 9 maggio 1978, stesso giorno del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, nella piccola città di Cinisi, vicino Palermo, Giuseppe Impastato, per tutti Peppino, fondatore di Radio Aut, veniva barbaramente ucciso dalla mafia. Da quella mafia che più che in altri si personificava nel boss Tano Badalamenti, padrone di Cinisi. Quella di Peppino era profonda rivoluzione, contro i suoi paesani, quella parte della sua stessa famiglia a cominciare dal padre Luigi assoggettata o sodale con la mafia. A quest’uo - mo, un giovane di soli 30 anni, il cui sogno era la libertà dall’op - pressione mafiosa, il coordinametore cittadino di Sinistra Ecologia Libertà di Spinazzola, Giuse ppe S a u l l e, vorrebbe dedicare una via o una piazza. La lettera è giunta al sindaco Carlo Scelzi un mese fa. Oggi Peppino avrebbe avuto 62 anni, se non lo avessero assassinato tra la notte dell’8 e il 9 maggio, mentre si era candidato sotto il simbolo di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Fondatore de “L’Idea Socialista”, organizzatore del Circolo “Musica e Cultura”, Peppino diventa ben presto il riferimento a Cinesi. I suoi sforzi e la sua scelta di campo è nella controinformazione e soprattutto usando la satira contro la mafia e gli esponenti locali.
Tra i più colpiti il capomafia Gaetano Badalamenti, i cui delitti e traffici illeciti vengono più volte denunciati dai microfoni dell'emittente. Solo qualche giorno prima della sua uccisione l’opposi - zione di Peppino si concretizza ancora in una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi. In un’Italia ango sciata, il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro spegne da subito i riflettori sull’omicidio Impastato, ma con determinazione il fratello Giovanni e mamma Felicia, cercano e individuano la matrice del delitto di Peppino. Nel 2002 viene riconosciuto colpevole di quell’omicidio come mandante Gaetano Badalamenti, mentre gli autori materiali resteranno ignoti, impuniti. A Spinazzola si richiede che l’esempio di Peppino Impastato diventi stimolo alla trasparenza amministrativa, lotta contro ogni sopruso, un “No” all’assalto del territorio, esempio della libertà di espressione e per i giovani.











mercoledì 5 maggio 2010


Murgia, espropri nulli per il parco fotovoltaico
TUTTO DA RIFARE
Azzerati gli atti sui terreni per realizzare l’impianto fotovoltaico da 10 Megawatt e la sottostazione in contrada «Podice»
GLI INTERROGATIVI
«Come mai la Regione e gli uffici comunali non si sono accorti subito delle anomalie subito evidenziate dai proprietari dei terreni?»
• SPINAZZOLA. Esproprio dei terreni dichiarato nullo. Crescono le ombre per l’impianto fotovoltaico da 10Mw e la sottostazione da costruire in contrada “Podice”.
Il dirigente Davide Pellegrino, della Regione ha annullato il procedimento di espropriazione dei terreni interessati alla costruzione del parco fotovoltaico della Agrienergy di Bari srl, amministrato da Girolamo Ninivaggio, da realizzarsi a Spinazzola.
La comunicazione è giunta già ad alcuni dei proprietari dei terreni: Rocco Giannone, Angela Felicetti, nonché alla stessa società Agrienergy e all’assessorato regionale Opere Pubbliche.
Missiva che così recita: «le particelle ricadenti nel Comune di Spinazzola, non risultano appartenenti alle opere di connessione contrariamente a quanto dichiarato dalla Agrienergy di Bari srl», cioè non sono espropriabili con la motivazione di «pubblica utliità».
LA RICHIESTA -Storia controversia quella di questo progetto. Un parco eolico da 10 MW 50milioni di euro, realizzazione di una sottostazione 20milioni di euro, (cifre dichiarate dalla società) in cui far affluire la corrente prodotta anche da altri impianti fotovoltaici che sempre più stanno invadendo il territorio. Il progetto, arrivato in consiglio comunale il 12 febbraio per l’approvazione con relazione a firma del geometra comunale, nella stessa assise venne ritirato come punto all’ordine del giorno per contrarietà tra i consiglieri della stessa maggioranza.
Inviato alla valutazione della commissione consigliare, mai riunitasi, e mai più riproposto al vaglio della massima assise cittadina. Il rinvio del progetto il 12 febbraio è finito all’onore della cronaca per le diverse lettere scritte dalla società anche alla “Gazz etta” che aveva dato notizia del progetto e dei dissensi.
Nella prima di queste si affermava tra l’altro d parte dell’am - ministratore della Agrienergy, Ninivaggi che: «prima di iniziare la progettazione delle opere previste, ebbe a chiedere ed ottenere apposto e preventivo colloquio con sindaco e vice sindaco, ai quali venne esposto dettagliatamente il progetto chiedendo preventiva approvazione e disponibilità». A queste dichiarazioni seguiva l’esternazione del solo sindaco Carlo Scelzi, nulla da parte del suo vice Sebastiano Fiore. Il sindaco smentiva di aver rilasciato sulla base di un semplice colloquio un’autorizzazione agli im pianti e affermava «non tanto di temere per il sottoscritto, ma per la propria famiglia e per quelle di chi sta intorno».
Quasi contemporaneamente la società faceva affiggere volantini in città in cui si dava per certa la rapidità del via ai lavori dell’im - pianto fotovoltaico e spediva lettere ai proprietari dei terreni che si opponevano alla cessione, mentre il sindaco inviava il fascicolo alla procura di Trani per ogni valutazione così come aveva fatto la consigliera dell’Idv, Franca Carbone che chiedeva in un’inter rogazione tra l’altro, se vi era stato o meno rispetto della legge Galasso, poiché nell’area di pertinenza degli impianti pare vi sia un torrente.
PROPRIETARI CONTRARI - I proprietari dei terreni avevano già fatto giungere, a febbraio, al sindaco e al consiglio una lettera in cui esprimevano il loro fermo e deciso “No” alla vendita alla società Agrienergy. A questi giungeva in data 21 febbraio 2010, una lettera della Agrienergy scritta con in un singolare linguaggio che diceva: «vi rappresentiamo che la dimostrazione della disponibilità delle aree necessarie l’abbiamo già dimostrata con l’inserimento nei nostri progetti dei rispettivi “Particellari di Esproprio”. Vi invitiamo a sciogliere il comitato del “No”ed accettare la libera, cortese ed educata trattativa, come stiamo facendo con altri».
La Regione in primo momento, sulla base della documentazione prodotta dalla Agrienergy, avvia quindi la procedura di esproprio per pubblica utilità, ma i proprietari dei terreni si affidano ancora una volta al loro legale che, nella istanza di opposizione, descrive la procedura come: «illegittima, viziata, fumosa, illogica ed inopportuna».
Il lungo elenco delle motivazioni del legale dei propriteari dei terreni ha portato al ripensamento degli uffici regionali dando piena ragione ai proprietari per le eccezioni sollevate sin dal primo momento. Infatti, conclude il dirigente Pellegrino: «visto che “per la realizzazione di impianti alimentati a biomassa e per impianti fotovoltaici, ferme restando la pubblica utilità e le procedure conseguenti per le opere connesse, il proponente deve dimostrare nel corso del procedimento, e comunque prima dell’autorizzazione, la disponibilità del suolo su cui realizzare l’impianto”, si annulla a tutti gli effetti la precedente nota, in quanto la particelle (i terreni, ndr) non possono essere oggetto di esproprio per pubblica utilità».
Tante le domande che restano in sospeso, tra tutte: come mai la Regione, così come anche gli uffici comunali, non si siano accorti delle anomalie evidenziate da subito, ora riscontrate, dei proprietari?

Ecco il testo della lettera che ha bloccato il procedimento
• SPINAZZOLA. La comunicazione di annullamento del procedimento è giunta ad alcuni dei proprietari dei terreni inseriti in modo errato, secondo i proprietari, (tesi poi confermata dall’annullamento) tra quelli effettuati per pubblica utilità.
Si legge: «Da una revisione della planimetria progettuale, le particelle ricadenti nel Comune di Spinazzola, non risultano appartenenti alle opere di connessione quali cavidotto Minervino/Spinazzola, sottostazione di trasformazione 150/20KV, raccolta, trasformazione, connessione stazione Terna e stazione elettrica Terna contrariamente a quanto dichiarato dalla società Agrienergy, nel piano particellare di esproprio dell 30 marzo 2010». Il dirigente Pellegrino conclude: «La legge stabilisce che “per la realizzazione di impianti alimentati a biomassa e per impianti fotovoltaici, ferme restando la pubblica utilità e le procedure conseguenti per le opere connesse, il proponente deve dimostrare nel corso del procedimento, e comunque prima dell’autorizzazione, la disponibilità del suolo su cui realizzare l’impianto”, quindi le particelle (i terreni, ndr) non possono essere oggetto di esproprio per pubblica utilità».