martedì 8 dicembre 2020


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Un territorio devastato dalla “monnezza” materiale e morale diventa il centro del racconto lucido  e appassionato di trent’anni di vita di un luogo, Grottelline fra Poggiorsini e Spinazzola, che incrocia altri luoghi della Puglia e dell’Italia

Cosimo Forina indaga con il piglio dello storico e del documentarista, racconta una storia sociale e politica e la intreccia alla propria personale ed umana, svela i retroscena, descrive i meccanismi del malaffare legati alla lucrosa industria dello smaltimento dei rifiuti.

Protagonista una terra aspra e affascinante, carica di storia, patrimonio paesaggistico e naturalistico di straordinaria bellezza che ha rischiato di diventare una orribile discarica.   

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martedì 3 novembre 2020

 

Premio Livatino 

per "Il caso Grottelline – cronaca di un giornalista in provincia"


Al giornalista Cosimo Forina per il libro inchiesta “Il caso Grottelline – cronaca di un giornalista in provincia” sarà conferito il Premio Internazionale Rosario Livatino all’impegno sociale 2020.



La consegna sabato 19 dicembre alle ore 9 a Messina, nel Teatro dell’Istituto Cristo Re, viale Principe Umberto durante il XXVI Memorial “Rosario Livatino-Antonino Saetta-Gaetano Costa” in onore dei magistrati uccisi dalla mafia. Il Memorial è organizzato dal Comitato antimafia di Riposto (Ct) presidente Attilio Cavallaro in collaborazione con i famigliari dei Giudici e con la sezione italiana de “International Police Association”.


Nell’ambito della manifestazione si terrà la conferenza sullo stato della mafia italiana e internazionale relatore il dott. Pierluigi Maria dell’Osso (procuratore nazionale antimafia vicario per la Lombardia Orientale). 

Il Giudice Rosario Livatino - il 21 settembre 1990 -  a soli trentotto anni venne barbaramente trucidato per mano di quattro sicari ad Agrigento dalla Stidda (organizzazione mafiosa in contrapposizione a Cosa Nostra), mentre si recava in tribunale a bordo della sua vettura, una vecchia Ford Fiesta, senza scorta.

Da magistrato si era occupato delle indagini che avrebbero svelato la ‘tangentopoli siciliana’ colpendo con i suoi provvedimenti, come la confisca dei beni, la mafia di Porto Empedocle e di Palma di Montechiaro.

Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993, dopo aver incontrato ad Agrigento i genitori di Livatino, indicherà il Giudice tra i “Martiri della giustizia e indirettamente della fede”. 

Il 6 settembre 2018 è stata annunciata la chiusura del processo diocesano iniziato per Rosario Livatino nel 1993 (Servo di Dio). Nella Chiesa di Sant'Alfonso ad Agrigento il 3 ottobre 2018, dopo la messa solenne ufficiata dal cardinale Francesco Montenegro, sono stati inviati a Roma alla Congregazione delle Cause dei Santi la raccolta dei documenti (circa 4.000 pagine) che contengono l’esempio di fede di Livatino e le 45 testimonianze tra le quali quella di Gaetano Puzzangaro, uno dei quattro killer mafiosi del giudice.

A trent’anni dalla morte di Rosario Livatino potrebbe essere imminente da parte di Papa Francesco la sua beatificazione. 

Nel libro “Il caso Grottelline – cronaca di un giornalista in provincia” un territorio devastato dalla “monnezza” materiale e morale diventa il centro del racconto lucido e appassionato di trent’anni di vita di un luogo, Grottelline fra Poggiorsini (Ba) e Spinazzola (Bt), che incrocia altri luoghi della Puglia e dell’Italia.

Cosimo Forina indaga con il piglio dello storico e del documentarista, racconta una storia sociale e politica e la intreccia alla propria personale ed umana, svela i retroscena, descrive i meccanismi del malaffare legati alla lucrosa industria dello smaltimento dei rifiuti.

Protagonista una terra aspra e affascinante, carica di storia, patrimonio paesaggistico e naturalistico di straordinaria bellezza che ha rischiato di diventare una orribile discarica.

giovedì 24 settembre 2020

 CIAO ANTONIO OVUNQUE TU SIA


La vita di chi ci ha lasciato non è finita: continua in coloro che lo hanno amato, perché l'amore è l'essenza stessa della vita. 

Possiamo affermare che questo sentire comune ha una sua conferma ed è rappresentata da chi ha fatto dono della sua vita per amore verso gli altri e da chi – avendo ricevuto quell’amore tanto da vedere la propria vita salvata - sente riconoscenza per il suo benefattore.

Il 27 settembre 2020 ricorre il venticinquesimo anniversario dalla scomparsa di Antonio Cicorella, fondatore ed animatore a Spinazzola dell’Associazione “Insieme”.

Un tempo trascorso, 25 anni, pari ad una generazione. Ed è proprio alle nuove generazioni che è giusto tramandare il ricordo di quest’Uomo.


Antonio ha amato e creduto nel riscatto possibile di ogni persona ponendosi a servizio degli altri, “incarnando”, pur nella propria sofferenza, che vincere la droga è possibile ed è possibile ritornare ad essere uomini liberi anche affrontando la morte.

Oggi, entrando in città dalla strada che giunge da Gravina, il primo cartello che si incrocia indica “via Antonio Cicorella” e percorrendola si raggiunge una abitazione che porta lo stesso nome.

Qui tra il 1992 e il 1995 Antonio, pur consapevole di essere affetto da un male a quei tempi incurabile, ha accolto e sostenuto 110 ragazzi caduti nella spirale della droga ridando loro il senso della vita.

Non un eroe ma un esempio, scaturito dal desiderio di restituire ad altri quello che lui aveva ricevuto nella Comunità Incontro di don Pierino Gelmini. Era ritornato a Spinazzola dopo il Natale del 1990 e così da emarginato - per la sua passata dipendenza - era diventato protagonista della sua vita e di quella degli altri.

Il nome di Antonio Cicorella è stato iscritto nella Storia Patria come Maestro di vita.


Antonio ha dimostrato che dalla droga, da ogni droga è possibile uscire ritornando alla piena consapevolezza di sé liberandosi dalla repressione esercitata dalla sostanza, dalla cultura dello sballo che distrugge ogni capacità di esistenza alterando la realtà. 

Durante i pochi anni in cui Antonio Cicorella ha guidato il centro di accoglienza il suo cammino  è stato risoluto: i ragazzi di allora, oggi uomini a pieno titolo inseriti nella società, non hanno mai dimenticato l’aiuto ricevuto tanto da chiamare i propri figli, come segno di riconoscenza, con il nome di Antonio.

Qual è il messaggio trasmesso da Antonio a chi giungeva dalla strada con le braccia segnate dall’abuso delle sostanze? Perseguire un obiettivo: tornare ad essere persone capaci di recuperare un rapporto con se stessi e con gli altri partendo dall’amore per la vita. Un amore che, rivelando tutto il proprio egoismo e la propria fragilità, era andato perduto perchè cercato nel finto piacere “offerto” dalla sostanza e che aveva finito per imprigionare ogni affetto ed esistenza.

É così che la droga - diventando un assoluto - finisce per mortificare affetti, sentimenti, esistenza.

Un lungo cammino quello per tornare a essere persone libere, dove il sacrificio, spesso l’idea di non farcela, le lacrime a segnare il volto, il richiamo della sostanza, il senso di colpa del proprio passato trovano argine allo sconforto nell’attenzione all’uomo.

“Credere nell’uomo nonostante tutto”: è questo uno degli insegnamenti che la Comunità Incontro continua a trasmettere anche dopo la morte del suo fondatore don Pierino Gelmini sin dal momento dell’accoglienza.

Ed Antonio Cicorella aveva fatto dell’accoglienza del dolore altrui la sfida per il recupero del sorriso, per il ritorno all’abbraccio liberatorio di chi non riconosceva più come persona amata quanti si erano perduti nella spirale della droga.


Dopo l’uscita del mio libro “Antonio. Storia di un uomo” nel 2003,  le amministrazioni comunali di Spinazzola, Minervino Murge e Canosa di Puglia con il Piano di zona, riconoscendo quanto avviato da Antonio Cicorella in suo nome, hanno deciso di ristrutturare con un finanziamento pubblico il centro di accoglienza e di corredarlo di ogni necessità.

Poi inspiegabilmente l’abbandono della struttura, il nulla, da diversi, troppi anni.

Questo accade mentre purtroppo nelle stesse città le droghe tra i giovani e la ludopatia (dipendenza dal gioco) continuano a mietere vittime e ad imprigionare, condizionando affetti e famiglie.

Antonio Cicorella è stato testimone di riscatto, ma anche monito a non cedere alle sostanze, ad ogni droga. Ha incarnato l'invito a difendere fino all’estremo sacrificio la pienezza della vita.

L’auspicio è che nella ricorrenza dei 25 anni al suo ritorno alla praterie celesti si possa vedere riaperto il centro di accoglienza da lui fondato e che porta il suo nome.

Un edificio in passato indentificato nel patrimonio della città come “ex Lazzaretto”, luogo di disperazione e di morte, trasformato poi da Antonio Cicorella in casa di speranza e di vita.

Non è sufficiente aver dedicato a lui per futura memoria il nome di una strada. L’eredità morale lasciata da Antonio è quella di dare risposte alla voce degli ultimi. Lui lo aveva fatto anche con una testimonianza di fede, la quinta marcia come amava definirla, ponendosi a servizio dell’uomo, qualunque uomo nonostante tutto.

 


giovedì 17 settembre 2020

Non farti ingannare difendi la Costituzione e il diritto ad essere rappresentato senza rinunciare alla Democrazia. Resta cittadino di questa Repubblica nata dalla Resistenza antifascista e non suddito. 

Hai ancora una testa pensante non dimenticarlo



mercoledì 2 settembre 2020



“Cronaca di un giornalista in provincia” sottotitola Il caso Grottelline di Cosimo Forina del giugno 2020. Ma il libro non è soltanto la cronaca di trent’anni di vita di un uomo e di una comunità intorno a cui ruota, per estensione, una pesante vicenda: si tratta soprattutto di un pezzo di storia della nostra realtà locale che finisce inevitabilmente per attraversare la complessità di alcuni problemi e vicende che investono il nostro Paese e che, per estensione, da particolari diventano generali, esemplificano, cioè, proprio a partire dalla loro peculiarità, modelli di gestione e di esercizio del rapporto governanti-governati, istituzioni-economia-società civile che il libro struttura con metodo di indagine storiografica e con attenzione al lavoro dello storico che di quell’indagine si fa portavoce ed interprete. Trent’anni di vita di un uomo che intrecciano altre vite, altri uomini e donne, trent’anni di vita intorno ad un luogo affascinante e per taluni versi misterioso, luogo di deposito della memoria che ha rischiato di essere usato come luogo di deposito della monnezza: un sito di sicuro interesse archeologico, storico, naturalistico a una manciata di chilometri fra Spinazzola e Poggiorsini, testimone non tanto silenzioso del passaggio millenario dell’Uomo, dal
Neolitico al Medioevo, fra chiesa rupestre a cinque absidi (una rarità), testimonianze di graffiti precristiani, il Casale che attesta la presenza dei Templari, la Masseria Salomone del XVI secolo, sotto la Via Appia, sopra il volteggiare maestoso del falco lanario, specie protetta e preziosissima.
Il libro racconta questa storia millenaria che attraversa i secoli e le coscienze, ma su questa storia ricostruisce una storia più recente, i trent’anni che intercorrono fra l’individuazione del sito come discarica (1990) e il 27 giugno 2020 quando il Tar del Lazio pone definitivamente la parola “fine” all’annosa vicenda accogliendo il ricorso dei comuni di Spinazzola e Poggiorsini contro la realizzazione della discarica in località Grottelline.
Il libro lascia parlare i fatti di questi ultimi trent’anni con un corposo e circostanziato apparato documentario, riporta atti e procedure amministrative, stralci di vita vissuta degli attori di questa complicata vicenda dove si intersecano interessi economici, piano della politica, esperienze personali di caparbia opposizione alle logiche del profitto a salvaguardia del territorio e della salute dei suoi abitanti.
Il libro riporta con equilibrio e misura l’iter lungo e tormentato di un procedimento che ha visto il susseguirsi, a fasi alterne, di atteggiamenti spesso contraddittori da parte di interlocutori istituzionali e non, mentre pochi continuavano imperterriti e nonostante tutto (attacchi personali, isolamento patito in
termini di destabilizzazione delle vite private e professionali) ad impiegare energie, a spendere e a spendersi per la difesa del territorio, della memoria di sé, della bellezza.
Il libro racconta. Racconta anche del coraggio e dell’entusiasmo dei giovani nell'abbracciare una
causa che da locale diventa nazionale, racconta la vita di un uomo, con voce sommessa ma al contempo ferma, con la forza di chi ancora crede che la bellezza salverà il mondo. E lotta perché bellezza sia.

Per prenotazione copie e incontro con l'autore: ilcasogrottelline@gmail.com

I link della presentazione a Masseria Jesce di Altamura con Carlo Vulpio inviato del Corriere della Sera e Donato Emar Laborante, poeta, cantastorie, animatore di Masseria Jesce.


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giovedì 26 marzo 2020



LA CITTA’ VIENE A TROVARTI. TU RESTA A CASA
Un gruppo su Facebook #poivieniaspinazzola è stato creato per far conoscere le peculiarità della città -  storia, arte, cultura, architettura - attraverso la pubblicazione, in piccole tappe giornaliere, di sei itinerari cittadini tratti da Spinazzola Città di Innocenzo XII. Alla scoperta di un territorio da vivere e ricordare di Cosimo Forina. Il più recente lavoro di questo Autore è il libro inchiesta Il caso Grottelline - Cronaca di un giornalista in provincia che traccia l’annosa vicenda della discarica che si voleva costruire in quella località.  
 
«In questi giorni – spiega Forina - siamo chiamati ad agire con responsabilità contro il nemico invisibile, il coronavirus, e di sicuro riusciremo a farlo cercando di limitare, appunto, con senso di responsabilità, il contagio. Poi ci sarà un dopo e su questo dopo dobbiamo iniziare a lavorare sin da subito e con nuovo spirito».
La scelta di diffondere testi e fotografie della guida della città attraverso i social vuole avere un doppio obbiettivo: il primo è quello di tenere compagnia a quanti sono a casa. Obbiettivo raggiunto, visto che a seguire questo gruppo su Facebook sono già in tanti! Il secondo obbiettivo è quello di mantenere viva una opportunità per la città.
Infatti la notorietà di Spinazzola si è estesa a livello nazionale ed internazionale grazie al cinema. Quattro i lungometraggi girati in città e sul suo territorio dai registi Matteo Garrone con il suo “Pinocchio”, Luca Medici in arte Checco Zalone con “Tolo Tolo”, Giovanni La Pàrola con “Il mio corpo vi seppellirà”, Gianluca e Massimiliano De Serio con il loro “Spaccapietre”. Ed ancora due cortometraggi: “Il giudice ragazzino” di Pierluigi Glionna e “Margherita” di Pasquale Coletti.
Questa notorietà offre l’opportunità di promuovere, anche nella piccola città murgiana, il cineturismo, attività che rientra nell’ambito del turismo culturale e che solo nel 2015 ha portato in Italia 35 milioni di turisti, generando un fatturato stimato di oltre 11 miliardi (dati Istat).
Il cineturismo raccoglie infatti quella tipologia di turismo legata all’uscita di film o fiction ambientate in determinati paesi o città ed ha, ovviamente, una ricaduta benefica sui territori sia dal punto di vista economico che in termini di marketing.
Sin da aprile Spinazzola ambiva all’arrivo di un flusso di turisti: poi l’Italia si è fermata.
L’idea in questi brevi appuntamenti attraverso #poivieniaspinazzola è quella di portare Spinazzola e il suo territorio ovunque con le sue location in attesa di accogliere quanti vorranno in futuro visitarla scoprendo l’ospitalità della sua gente.
«Quello che è auspicabile – conclude Cosimo Forina - è che questa embrionale iniziativa di diffusione culturale vada fuori Spinazzola e si moltiplichino queste iniziative in modo tale che tante città possano essere conosciute, sebbene per il momento sono proposte nella loro bellezza solo grazie a un viaggio virtuale.
Auspico presto, invece, la crescita di un turismo in cammino che voglia, dopo la costrizione dell’isolamento, scoprire mete rurali e dell’entroterra della nostra regione preziosi scrigni del sapere». 

venerdì 7 febbraio 2020


Il caso Grottelline. Cronaca di un giornalista in provincia
Autore : Cosimo Forina
ISBN-13: 9791220060356
Prezzo € 20,00
Un sito sotto assedio in cui si vogliono realizzare due discariche. Aggressioni, isolamento, attacchi a giornalisti che hanno scelto di raccontare. Una città priva di reazione nel silenzio della politica che si fa accondiscendenza ai continui assalti del territorio. Ai piedi della Murgia i segni della Storia lasciati dall'uomo nei millenni diventano tuttavia emozione, riscatto, sconfiggendo attraverso la cronaca gli interessi delle lobby. Un viaggio a ritroso nel tempo per ripercorrere avvenimenti su di un luogo consegnato attraverso il cinema al mondo.
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ilcasogrottelline@gmail.com