martedì 28 giugno 2011

AMBIENTE E SALUTE
NODO ANCORA TUTTO DA SCIOGLIERE LA REGIONE NON ASCOLTA

Nonostante la presa di posizione del presidente della Provincia, Ventola, la riorganizzazione degli Ato tarda ad arrivare
SUL CICLO DEI RIFIUTI OMBRE E RITARDI
Al centro della vicenda sempre il sito di «Grottelline» a Spinazzola
di Cosimo Forina
«Se ci fosse il bacino costituito dai dieci comuni che compongono la Provincia Bat, la discarica che si vuole costruire a Grottelline non avrebbe ragione di essere realizzata. Gli impianti già esistenti sul territorio provinciale hanno autonomia per altri quindici anni. La Provincia sarebbe in grado di provvedere ad un maggiore controllo sul ciclo dei rifiuti mentre ora è costretta a barcamenarsi con tre Ambiti territoriali ottimali. Più virtuoso sarebbe il ciclo dei rifiuti e la raccolta differenziata». Si possono sintetizzare cosi le dichiarazioni di Francesco Ventola presidente della Provincia, rese il 26 gennaio 2011, nell’audizione dinanzi alla commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che indaga su ecomafie e criminalità organizzata. Sono trascorsi altri cinque mesi da quell’incontro presieduto dal vicepresidente sen. Vincenzo De Luca, con domande rivolte a Ventola dal sen. Candido De Angelis. Ma la Regione (presidente Nichi Vendola) con il suo assessore Lorenzo Nicastro continuano a non rendere operative le Province, di riflesso non dando serenità a Spinazzola dove crescono i dubbi su Grottelline, perché? A quali conclusioni è arrivata la commissione parlamentare? E perché i consiglieri regionali, di centrodestra come di centrosinistra, solerti in altre circostanze non chiedono conto di questi ritardi sulla nuova organizzazione della gestione dei rifiuti? Mentre crescono le ombre dopo le dichiarazione del sottosegretario agli interni on. Alfredo Mantovano in risposta all’interrogazione parlamentare dell’on. Dario Ginefra (Pd) sull’intreccio politica- mafia-affari ad Altamura con influenza sull’Ato Ba/4 e su azienda e titolare, la società Tradeco di Carlo Dante Columella che dovrebbe gestire la discarica di Spinazzola. Cosi Mantovano: «a 14 amministratori comunali, nell'ambito dell'ATO competente, è stato contestato il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche in favore della Tradeco. Comportamenti attivi o omissivi posti in essere dai sindaci componenti l'Ambito territoriale ottimale del bacino Bari/4, finalizzati a favorire gli illeciti guadagni della Tradeco sono stati contestati, a vario titolo, a 72 persone». Questo è quanto esplicitava Ventola in commissione sottolineando la necessità di ottenere autonomia di gestione:
«Mi riferisco a Grottelline a Spinazzola è il centro più piccolo che fa riferimento alla nostra provincia, ma non è inserito nel nostro stesso ambito territoriale. La mia provincia è composta di dieci comuni, tre rivenienti dal foggiano e sette dal barese, ma, in relazione agli ambiti territoriali, nella programmazione regionale è divisa in tre: due centri, Spinazzola e Minervino, fanno capo al bacino BA/4 insieme a Gravina, Altamura, Poggiorsini e altri; al FG/4 fanno capo tre centri della mia provincia, San Ferdinando, Trinitapoli e Margherita di Savoia, insieme a Cerignola e ad altre città; a BA/1 fanno capo, invece, i centri della provincia di Barletta, Andria e Trani, ossia Bisceglie, Trani, Canosa, Barletta e Trani, alle quali si aggiungono quattro centri della provincia di Bari, ovvero Molfetta, Corato, Terlizzi e Ruvo». E poi: «Io mi trovo, dunque, nella sgradita situazione di avere tre ambiti da dover tenere sotto controllo, i cui impianti di riferimento sono tutti nei centri che fanno capo alla mia provincia. Abbiamo chiesto da tempo alla Regione di identificare un unico ambito su base provinciale per evitare che ci fossero seri problemi. È stata emanata una legge regionale in occasione dell’approvazione del bilancio dell’anno scorso che dava appunto questo indirizzo. La legge regionale ha lanciato un indirizzo per la ricostituzione degli ambiti su base provinciale e attendiamo fiduciosi che ciò possa avvenire il più presto possibile. In questo contesto si inserisce la situazione di Grottelline, un impianto di discarica assegnato a seguito di aggiudicazione pubblica all’Ati Cogeam ma che rappresentava un punto di riferimento, seppur giacente nel mio territorio, di un bacino che non fa capo alla mia provincia. Perché tenere in piedi Grottelline e Spinazzola? Spinazzola è nella mia provincia. Perché tenere in piedi Grottelline? Non serve alla mia provincia, a quel territorio, ma serve a coprire un altro territorio e un altro ambito». Nella Provincia si attende e si vuole voltar pagina ma la Regione dovrebbe tagliare il cordone ombelicale nella gestione dei rifiuti.

sabato 25 giugno 2011

REVOCATA LA DELIBERA NELLA QUALE SI INDICAVA NEL TERRITORIO GRUMESE LA REALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO E DEL CENTRO DI STOCCAGGIO DELLA FRAZIONE SECCA
E Grottelline restò l’unica discarica
Nonostante la volontà di uscire dall’Ato Ba/4,gli impianti potrebbero partire

di Cosimo Forina
Ed ora, stando a quanto si intuisce dalle carte, restano in piedi solo gli impianti di “Grottelline”, immondezzaio dato in gestione all’Ati Tradeco Gogeam (Columella-Marcegaglia) decisi tanto dall’Autorità di Gestione dell’Ambito Territoriale Ottimale BA/4 che dall’amministrazione guidata da Carlo Scelzi durante il primo sequestro effettuato sul sito di Spinazzola dalla Procura di Trani. Nonostante nell’ultimo consiglio comunale l’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Di Tullio ha deliberato unilateralmente l’uscita dal consorzio che comprende le città di: Altamura, Cassano Murge, Gravina di Puglia, Minervino Murge, Poggiorsini, Santeramo in Colle, Spinazzola e Toritto. Infatti lo scorso 20 giugno il sindaco di Grumo Appula, Michele d’Atri, eletto nuovo presidente dell’Ato Bari/4 in sostituzione di Carlo Scelzi dimissionario, ha chiesto e ottenuto dai sindaci del consorzio la revoca della delibera n.1 del 15 aprile 2011 nella quale si indicava nel territorio gruvese la realizzazione dell’impianto di compostaggio e del centro di raccolta, valorizzazione e stoccaggio della frazione secca, derivante dalla raccolta differenziata del Bacino Ba/4 in località “Torre dei Gendarmi”. La delibera del 15 aprile aveva visto i sindaci di Grumo Appula e Toritto lamentarsi delle decisioni assunte dall’Ato prese in loro assenza. Perché Spinazzola torna in auge nonostante la manifestata volontà di uscire dall’Ato Ba/4 per aderire al bacino della Provincia di appartenenza Barletta-Andria-Trani? Le ragioni sono diverse, mutabili solo nel momento in cui la Regione Puglia guidata dal governatore Nichi Vendola (Sel) e dall’assessore al ramo Lorenzo Nicastro (Idv) porrà in effettiva esecutività il suo nuovo ordinamento in materia di rifiuti. Ovvero passando la mano alle Province, come auspicato dai presidenti Francesco Ventola e Francesco Schitulli. Ma per far questo si dovranno cancellare gli Ato presenti in Puglia, unificando la gestione dei rifiuti delle città solo per appartenenza al proprio territorio provinciale. Oggi gli Ato ricadono nella loro composizione in Province diverse, come il caso di Spinazzola e Minervino Murge. Altro fattore che mantiene Spinazzola ancora legata agli atti posti in essere dalla Regione e dalla precedente amministrazione, ovvero la realizzazione della discarica a Grottelline, oltre gli altri due impianti aggiunti successivamente: umido e frazione secca, si ha perché l’Ato è un consorzio obbligatorio. Pertanto sebbene l’abbandono di Spinazzola possa anche essere ratificata dall’assemblea dei sindaci che ne fanno parte, questa deve essere confermata dalla Regione Puglia. Sino a quel momento Spinazzola resta ancorata all’Ato Ba/4. E difatti, nella delibera del 15 aprile, l’Ato Ba/4 non ha cercato una nuova discarica vicino cui realizzare il biostabilizzatore, questa resta definita a “Grottelline”. Bensì altri impianti, in aggiunta a quelli già deliberati a Spinazzola, occorrenti, visto il fermo giudiziario di Grottelline, a chiudere il ciclo dei rifiuti del bacino. Se così non fosse, i sindaci prima di indicare Grumo avrebbero dovuto revocare tutte le decisioni assunte su Spinazzola. Da quel che si è appreso, nell’assemblea del consorzio del 20 giugno il neo sindaco Di Tullio si è limitato, a voce, a comunicare la volontà dell’uscita di Spinazzola dall’Ato Ba/4. Certo altro non avrebbe potuto fare visto l’ordine del giorno stilato dal suo collega d’Atri. Per far si che quel che ha deciso il consiglio comunale di Spinazzola si attui, l’uscita definitiva dall’Ato Ba/4, Di Tullio deve ottenere il voto del consorzio. Così come la stessa volontà deve essere sottoposta all’attenzione della conferenza dei sindaci della Provincia Barletta-Andria-Trani votata, recepita e votata dal Consiglio Provinciale e approvata dalla Regione Puglia. Nel frattempo senza revoca gli impianti di “Grottelline” voluti da Scelzi potrebbero partire. Ultimo dato, i sindaci dell’Ato colpiti dalle affermazioni riportate dal sottosegretario agli Interni On. Alfredo Mantovano in risposta all’interrogazione parlamentare dell’On. Dario Ginefra (Pd) sull’intreccio politica-mafia-affari ad Altamura sembra abbiano dato mandato ad un avvocato. Mantovano ha affermato che: “a 14 amministratori comunali, nell'ambito dell'ATO competente, è stato contestato il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche in favore della Tradeco. Comportamenti attivi o omissivi posti in essere dai sindaci componenti l'Ambito territoriale ottimale del bacino Bari/4, finalizzati a favorire gli illeciti guadagni della Tradeco. sono stati contestati, a vario titolo, a 72 persone”. I sindaci da quel che giunge da Altamura dove ha sede l’Ato hanno affermano di non aver ricevuto al momento nessun avviso di garanzia. Un giallo.

giovedì 23 giugno 2011

SOLITUDINE
DRAMMA DELLA VECCHIAIA- L’ODORE DELLA MORTE

I vicini di casa hanno da prima chiamato il 118, poi la Polizia Municipale che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco
Muore sola in casa trovata dopo 10 giorni
Spinazzola, la donna 82enne non aveva più parenti

di Cosimo Forina
L’odore acre di morte proveniente da una abitazione è stato l’allarme che ha portato alla scoperta del decesso di Anna Muscedra, 82 anni. I vicini di casa dell’anziana ieri mattina allarmati hanno da prima chiamato il 118, poi la Polizia Municipale che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco giunti da Altamura. Entrambe le due entrate dell’abitazione collocata in uno degli ingressi del borgo antico della città “Portone del Capitolo” erano ben chiuse dall’interno e non presentavano segni di manomissioni. I vigili del fuoco dopo aver piazzato una scala dall’esterno sono poi riusciti ad entrare in casa da una finestra. Dalla loro prima ricostruzione, la donna è stata rinvenuta riversa dietro una delle due porte d'accesso, probabilmente nel tentativo di chiedere aiuto, anche se sarà l’autopsia a stabilire la causa effettiva della sua morte, l’ipotesi più probabile appare quella di un malore improvviso. I vicini, sgomenti, raccontano di averla vista l’ultima volta domenica 12 giugno mentre stava recandosi ai seggi elettorali. Anna Muscedra, nubile, senza più parenti, dopo la morte del padre che aveva accudito sino ai suoi 95 anni, come molti anziani di Spinazzola autosufficienti, viveva da sola. Quella casa, ristrutturata solo lo scorso anno era il suo mondo così come lo era il suo vicinato che non ha potuto soccorrerla. Nessuno si era accorto della sua assenza. I vigili del fuoco propendono nell’affermare che l’anziana sia deceduta da diversi giorni, visto la perdita di liquidi biologici. La solitudine e il vivere da soli di molti anziani in città è una realtà che pone serie preoccupazioni. Non tutti possono permettersi di essere accuditi dai propri famigliari, spesso perché questi sono emigrati, oppure sostenuti dalla presenza di badanti, la città ne è piena. Certo, forse non è questo il caso, ma nel capannello creatosi sotto l’abitazione della signora Anna, qualcuno sottolinea che prima gli anziani soli finivano per ricevere assistenza in ospedale. Ricoveri di opportunità. Ma ora la struttura è stata chiusa definitivamente dalla scure del piano di rientro regionale. Non esiste un progetto di assistenza e di soccorso per gli anziani a Spinazzola. A fare eccezione, li dove sono carenti le istituzioni, c’è nel limite delle sue possibilità l’azione del volontariato. Come quella svolta del Servizio Emergenza Radio (Ser) che ha istituito nella sua sede una postazione di telesoccorso. Anche in questo caso, un evidente «buco»dell’amministrazione comunale che partita con il sostenere l’iniziativa, dopo il taglio del nastro, si è poi dileguata, senza cogliere attraverso i Piani di Zona, i finanziamenti necessari a sostegno dell’attività . «Una iniziativa la nostra, raccontano i responsabili del Ser, che va avanti comunque nonostante le difficoltà. Oggi ad essere collegati con noi ci sono cinque anziani. A loro abbiamo chiesto, al fine di coprire le spese di manutenzione e del canone delle attrezzature, il contributo di un euro al giorno. Gli anziani potrebbero essere molti di più, abbiamo chiesto all’ufficio di assistenza sociale del Comune di promuovere la nostra proposta, senza però ottenere nulla». Il timbro di voce di chi racconta questo dal Ser è disilluso. Spinazzola non è una grande città, il servizio alla persona potrebbe trovare reali applicazioni, ma qui è successo di morire senza che nessuno si accorga di nulla.

martedì 21 giugno 2011

AMBIENTE
RACCOLTA E SMALTIMENTO

L’adeguamento del servizio fornito dalla Tradeco, a leggere le indicazioni dei tecnici, sembrerebbe un atto dovuto.Uno dei primi provvedimenti del sindaco Di Tullio, che però, nel 2008, chiese una commissione per controllare il servizio.
LA TASSA PER I RIFIUTI DIVENTERÀ PIÙ SALATA
PREVISTI AUMENTI CHE VANNO DAL 16,10% FINO AL 2000%

di Cosimo Forina
Aumento della tassa di smaltimento rifiuti solidi urbani (Tarsu) da un minimo del 16,10% ad un massimo del 2.000%. Questo uno dei primi provvedimenti della giunta guidata dal neo sindaco Nicola DI Tullio. Dopo i risultati elettorale delle comunali, la sinistra è al pronto soccorso la destra non sta poi così tanto bene. Il Pd nel rendere noti i dettagli delle nuove gabelle sulla mondezza in un cartellone titola: «Se il buongiorno si vede dal mattino si prevedono tempeste». A leggere la logica dei numeri, aumento per adeguamento del servizio alla Tradeco che fa capo al patron Carlo Dante Columella, società che gestisce raccolta e smaltimenti dei rifiuti a Spinazzola, pari a 71.775 euro sul un canone contrattuale (2005) di 596.640 euro, sembrerebbe un atto dovuto. I cittadini, come da stima del capo dipartimento finanziario Silvia Maria Sirressi, spenderanno quest’anno 806.498 euro con copertura a loro carico del 95,06%, importo al netto del tributo provinciale del 4% e dell’aggio del 13,70% da corrispondere al concessionario della riscossione della tassa mercato per lo smaltimento rifiuti. Una mazzata. Tralasciamo la risposta del sottosegretario agli Interni On. Alfredo Mantovano all’interrogazione presentata in commissione rivolta al Ministro degli Interni dall’on. Dario Ginefra (Pd) dalla quale si è appreso tra l’altro che: «a 14 amministratori comunali, nell'ambito dell'Ato competente, è stato contestato il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche in favore della Tradeco. Comportamenti attivi o omissivi posti in essere dai sindaci componenti l'Ambito territoriale ottimale del bacino Bari/4, finalizzati a favorire gli illeciti guadagni della Tradeco. Sono stati contestati, a vario titolo, a 72 persone». Vien subito da pensare alla qualità del servizio erogato in questi anni dalla Tradeco a Spinazzola. Per ricostruire questo partiamo da una denuncia presentata alla Procura della Repubblica di Trani. Da chi? Dall’allora consigliere comunale, oggi sindaco Nicola Di Tullio. Armato di macchina fotografica Di Tullio documenta tutta una serie di anomalie del servizio svolto dalla Tradeco che confluiscono sulla “Gazzetta” l’11 febbraio 2008 con due articoli: «Spinazzola, “assediati ” dai rifiuti» e «la Tradeco deve aprire l’area attrezzata per gli inerti». La reazione della maggioranza Pd e dei Verdi è tutta in un manifesto del 18 febbraio titolato “Il Gatto e la Volpe”. Nel quale si accusava tanto il corrispondente della “Gazzetta” che Di Tullio di provocare danni irreparabili alla città e al territorio, specie alle attività legate alla ristorazione e al turismo. Il 26 febbraio del 2008 in consiglio comunale Di Tullio deposita una richiesta per dar vita ad una commissione comunale per controllare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti effettuato dalla Tradeco. Quella delibera di consiglio comunale, stranamente, verrà pubblicata solo nel gennaio 2010. La commissione consigliare non è mai stata istituita. Nel frattempo però i carabinieri del Noe di Bari sequestrano l’a rea destinata a isola ecologica, dove sarebbero dovuti essere conferiti gli inerti e gli ingombranti. Costruita dalla Tradeco ma mai entrata in funzione anche se contrattualmente prevista. Nel tempo viene ripetutamente sottolineata la risibile percentuale di differenziata realizzata a Spinazzola poco oltre il 4% quando contrattualmente l’obiettivo per il gestore era raggiungere il 20%. Sulla scorta di questo, il Comune di Spinazzola, guidato dal sindaco Carlo Scelzi, prima trattiene mensilmente il 20% sulle fatture dovute alla Tradeco per il mancato servizio, ma poi ripristina l’importo totale. Considerando il “risarcimento” praticato su alcune fatture come una «una tantum». Ed ancora, proprio per ridurre e accrescere la differenziata l’Ato Ba/4, presidente Carlo Scelzi, annuncia un convegno per 12 marzo 2010. Progetto «Avanzi tutta!», finalizzato alla raccolta differenziata dei rifiuti organici, in pratica si doveva partire con la raccolta dell’umido a Spinazzola, cosa che puntualmente non è avvenuta. Per il 2011 i cittadini pagheranno il salasso. Ma che almeno ci sia il servizio come previsto dal capitolato di gara, fosse pure nell’ultimo anno residuo della gestione Tradeco. Intanto, durante il consiglio dell’Ato Ba/4, il Comune di Grumo chiederà la revoca della delibera degli impianti da realizzare sul suo territorio da asservire al bacino: a rischio ancora “Grottelline”?

domenica 19 giugno 2011


AMBIENTE A RISCHIO
L’assalto al territorio
L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
Il sottosegretario Mantovano ha risposto stigmatizzando il comportamento di molti amministratori dei comuni interessati
Rifiuti, nuove ombre e dubbi sulla gestione del bacino Ba 4
Spinazzola intanto ha votato l’uscita dall’ambito barese

di Cosimo Forina
Nuove ombre sull’Ato Ba/4, consorzio costituito per la gestione dei rifiuti composto dai Comuni di: Altamura, Cassano Murge, Gravina di Puglia, Grumo Appula, Minervino Murge, Poggiorsini, Santeramo in Colle, Spinazzola, Toritto. Sindaci e amministratori comunali avrebbero favorito illeciti guadagni per la Tra.de.co, società che fa capo al patron dei rifiuti in Puglia Carlo Dante Columella. A parlarne il sottosegretario agli Interni On. Alfredo Mantovano nella risposta all’interrogazione presentata in commissione rivolta al Ministro degli Interni dall’On. Dario Ginefra (Pd) sulla presunta infiltrazione mafiosa nel Comune di Altamura e sui fatti correlati all’omicidio avvenuto il 6 settembre 2010 di Bartolo Dambrosio. Ritenuto a capo della ramificazione locale di uno dei clan della malavita barese. Il sottosegretario Mantovano dopo una breve ricostruzione dei fatti e dopo aver stigmatizzando le affermazioni di alcuni amministratori del comune di Altamura esternati all’indomani dell’omicidio del boss, in particolare dall'assessore Giovanni Saponaro e di Nicola Dambrosio, procugino del boss ucciso, il quale aveva pronunciato parole di apprezzamento nei confronti del defunto, si è soffermato, sul rapporto tra il mondo imprenditoriale delle Murge su cui indaga la procura della Repubblica di Bari ed in particolare, quello legato al mondo dei rifiuti. Mantovano: “Il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Bari, a seguito di proprie indagini, ha formalizzato una serie di comunicazioni di reato. In particolare, i carabinieri hanno deferito all'autorità giudiziaria 22 persone per traffico illecito di rifiuti, nonché per una serie di altri reati «ambientali», commessi nell'ambito della gestione, affidata alla Tra.de.co., della discarica di bacino BA/4, ubicata sul territorio di Altamura. A 14 amministratori comunali, nell'ambito dell'ATO competente, è stato contestato il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche in favore della Tra.de.co. Comportamenti attivi o omissivi posti in essere dai sindaci componenti l'Ambito territoriale ottimale del bacino Bari/4, finalizzati a favorire gli illeciti guadagni della Tra.de.co. sono stati contestati, a vario titolo, a 72 persone”. L’Ato Ba/4 vede attualmente come presidente il sindaco del Comune di Grumo Michele D’Atri che ha sostituito da alcuni giorni il dimissionario Carlo Scelzi ex sindaco di Spinazzola che a sua volta era subentrato al sindaco di Altamura Mario Stacca. E proprio ieri la “Gazzetta” dava notizia della fuoriuscita di Spinazzola, con delibera del Consiglio Comunale guidato dal neo sindaco Nicola Di Tullio dall’Ato Ba/4. Tanto per aderire al bacino provinciale Barletta-Andria-Trani, tanto per sottrarre all’uso di discarica da asservire al Bacino Ba/4 200abitanti la località di interesse archeologico “Grottelline” di Spinazzola. Data in gestione per circa venti anni dal governatore della Puglia Nichi Vendola dall’Ati Tradeco-Gogeam (Columella- Marcegaglia). Lo scenario rappresentato dall’On. Mantovano pone molti interrogativi. A partire dalla necessità di conoscere chi sono i sindaci e gli amministratori che con il loro comportamento avrebbero favorito la Tra.de.co e in che misura. La risposta all’interrogazione dell’On. Mantovano sottolinea anche gli intrecci emersi tra politica e imprenditori nella gestione dei rifiuti ospedalieri. In questo caso ad essere coinvolto, ricordiamo, il figlio del patron della Tradeco Michele Columella e il cognato Francesco Petronella per gli appalti vinti dalla società Vi.Ri. Indagato anche l’ex assessore alla sanità Alberto Tedesco, oggi senatore della Repubblica di cui è stato chiesto l’arresto. Il quale proprio su sollecitazione di Francesco Petronella, per la Tra.de.co, ebbe ad occuparsi dell’iter della discarica in costruzione a Spinazzola a Grottelline da porre a servizio del Bacino Ato Ba/4.

lunedì 13 giugno 2011

AMBIENTE
COLPI DI SCENA A RAFFICA - IL NODO DA SCIOGLIERE

Nei prossimi giorni il Comune dovrà decidere formalmente la fuoriuscita dall’Ato Ba/4
Rifiuti a Grottelline una storia senza fine
Spinazzola, mercoledì il tema in consiglio comunale
di Cosimo Forina
« Grottelline » , nuovo capitolo della storia senza fine. Questa volta scritto tra le dichiarazioni dell’ex sindaco Scelzi, l’annuncio della ripresa dei lavori dopo il secondo dissequestro da parte del Tribunale di Trani, la convocazione del consiglio comunale indetto dal neo sindaco Nicola Di Tullio per mercoledì 18 giugno per determinare la fuoriuscita del Comune dall’Ato Ba/4 dopo la sua prima partecipazione all’assemblea dell’Ato.
UNA DECISIONE «FANTASMA
Orbene nelle delibere dell’Ato Ba/4 pubblicate sul sito ufficiale non vi è traccia di richiesta e ratifica della fuoriuscita di Spinazzola dal Consorzio così come dichiarato da Scelzi. Ciò avverrà, se avverrà, con l’atto del Consiglio comunale salvo approvazione della Regione. Mentre nella delibera dell’Ato Ba/4 n.8 del 10 dicembre 2010 inerente una variazione di bilancio, si fa riferimento ad un incontro tenutosi alla Regione, ufficio Ambiente il 26/11/2010, in base al quale considerata la nuova legge regionale che passava le competenze alle Province sul controllo della gestione dei rifiuti, si disponevano gli atti propedeutici su di un eventuale uscita di Spinazzola e Minervino dal Consorzio. Questi i passaggi: «è certa la riparametrazione dell’ambito territoriale BA4 con l’esclusione dei comuni di Minervino e Spinazzola; che con l’uscita del Comune di Spinazzola dal Consorzio si dovrà procedere a ridefinire gli impianti a servizio dell’ATO BA4, visto che l’unico impianto complesso previsto nell’attuale Piano d’Ambito (Grottelline) non ricadrà più nel territorio di competenza; che nella seduta del 09/11/2010 l’Assemblea, confermando la ferma volontà di autodeterminarsi in merito alla definizione degli impianti di riferimento previsti nel Piano d’Ambito, ha incaricato il Segretario Generale di provvedere a predisporre quanto necessario per prevedere le modifiche da apportare al Piano d’Ambito in caso di formalizzazione dell’uscita dal Consorzio dei Comuni di Minervino e Spinazzola».
LA «FORMALIZZAZIONE
Quindi, qui ci sembra giusto sottolineare il passaggio della delibera: «in caso di formalizzazione». Con quella delibera si affidava all’esterno prevedendo una spesa di 50mila euro le attività necessarie alla definizione di varie ipotesi di localizzazione e strutturazione degli impianti a servizio del Bacino dell’ATO BA4. Incarico poi svolto dall’ing. Adriano Ostini compenso 16.200 e dal geologo Pasquale Lopresto compenso 14.400 più Iva ed oneri. I due tecnici individuavano per l’Ato come descritto nella delibera n.1del 15/4/2011 non la localizzazione dell’impianto di biostabilizzazione e discarica di soccorso già previsto a “Grottelline ” ma: «la realizzazione dell’impianto di Compostaggio e del Centro di raccolta, valorizzazione e stoccaggio della frazione secca, derivante dalla raccolta differenziata, in agro di Grumo Appula. Proprio nei giorni scorsi dal Comune di Grumo Appula all’Ato è pervenuto il diniego a realizzare impianti su suo territorio. Questi impianti erano tra l’altro stati aggiunti a quelli già previsti a “Grottelline ” mentre era in atto il primo sequestro da parte della Procura di Trani, pm. Michele Ruggiero. Grottelline, tranne che con le nuove decisioni della nuova amministrazione non sembra essere esclusa dall’utilizzo come discarica. Vero è che sempre dalla delibera del 15/4/2011 si apprende che su richiesta dei concessionari Ato Tradeco-Gogeam, pende presso la Regione il procedimento per il rilascio della
V.I.A. sulla proposta di variante al progetto presentata dal soggetto realizzatore” a “Grottelline”.
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE ALLA COMMISSIONEPARLAMENTARE D’INCHIESTA
Le perplessità espresse anche da Nichi Vendola
Cosa però fa ben sperare che si giunga ad una nuova perimetrazione dell’Ato Ba/4 e che Spinazzola e Minervino entrino a far parte, come previsto dalla legge regionale in materia di rifiuti, nel Bacino della Provincia di appartenenza portandosi dietro il proprio territorio e quindi anche Grottelline?
Oltre all’atto che si accinge a varare il nuovo consiglio Comunale, un recupero visto che l’amministrazione precedente avrebbe dovuto deliberare sin da novembre come indicato dalla Regione, l’opzione di scelta a quale Bacino aderire: Ba/4 o Provinciale, anche le stesse dichiarazioni rese dal governatore della Puglia Nichi Vendola alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse,febbraio 2011. Perplessità sulla localizzazione del sito, così Vendola: «bisogna sapere che nel piano che io ho ereditato la valutazione di impatto ambientale non si faceva a monte ma era prevista a valle, a valle delle localizzazioni, per cui potete immaginare che significa localizzare impianti complessi di rifiuti, per esempio, in un luogo che si chiama “Grottelline”. La parola avrebbe dovuto evocare qualche problematica geomorfologia visto che si chiama “Grottelline ” forse ci sono delle grotte. Ma siccome la valutazione di impatto ambientale non era prevista a monte ma era prevista a valle, io ho dovuto affrontare a valle tutti i problemi della localizzazione».
UN SITO INIDONEO
Le nuove perplessità del Presidente trovano pieno riscontro anche in quello che il Comune di Poggiorsini ha da sempre sostenuto, ovvero la inidoneità del sito. Sempre Vendola nella stessa audizione però aggiunse altro. Le sue parole impongono riflessione: «Il ciclo dei rifiuti è una forma di finanziamento inappropriata, come sapete illecita della politica ma è una verità, credo lapalissiana, una verità sotto gli occhi di tutti e le cointeressenze sono forti, così come si tratta di un territorio sempre a rischio di penetrazione mafiosa. La Puglia dal mio punto di vista nonostante la necessità di evidenze di tipo giudiziario, la Puglia non è esente da questi rischi». «Ci sono dei territori in cui si percepisce un clima di intimidazione e attorno ai rifiuti è difficile costruire una battaglia politica a viso aperto limpida e pulita, perché c’è un clima diciamo pauroso che mette paura questo è vero in alcune aree soprattutto della mia regione. Per me è importante dirlo non per creare allarmismo, ma perché tutti quanti possono tenere alta la guardia rispetto al rischio non c’è organizzazione mafiosa ormai che non ambisca a tracimare dai propri confini territoriali. La mafia non è più un problema territoriale e il ciclo dei rifiuti insieme ai sistemi di potere in sanità sono i luoghi di maggior capacità di drenaggio di risorse pubbliche e private. È una giostra di denaro di proporzioni ciclopiche e quindi sempre è attuale l’interesse delle organizzazioni criminali».

domenica 12 giugno 2011

INFRASTRUTTURE
LA CHIUSURA ANNUNCIATA
IL PERCORSO
Fiore: «Questa è una struttura particolare, dove è possibile realizzare programmi individualizzati che in altri contesti è difficile costruire»
APPELLO ALL’ANCI
La questione di Spinazzola potrebbe rientrare nell’analisi più ampia che riguarda l’ampliamento delle carceri di Bari e Lecce
Carcere, funziona il progetto dell’Asl
Spinazzola, la visita dell’assessore regionale Fiore
di Cosimo Forina
«Anche i detenuti sono cittadini uguali ad altri, con lo stesso diritto alla salute»: è stato sottolineato durante l’incontro che si è svolto ieri nell’Istituto penitenziario di Spinazzola tra l’assessore regionale alla sanità Tommaso Fiore accompagnato dai vertici della Asl Bt, dal commissario Rocco Canosa e dal direttore sanitario Francesco Polemio. L’incontro era finalizzato a tracciare con la direttrice del carcere Mariella Affatato una prima analisi con i referenti del progetto sperimentale di valenza nazionale finalizzato a ridurre il rischio di recidiva dei detenuti “sex offenders”. Stefano Porziotta responsabile del progetto, Gianfranco Masi, Francesca Malerba e Antonio Lattanzio, psichiatri, Nicola Malcangio, Serena Brescia e Maristella Paliotti, psicologi, nonché gli altri operatori che collaborano a questo percorso, hanno sottolineato la valenza inderogabile del carcere di Spinazzola. Fiore dopo aver visitato la struttura ha infatti affermato: «questo di Spinazzola è un carcere particolare, dove è possibile realizzare programmi individualizzati, in altri è difficile costruire questo tipo di percorso. Questo progetto ha valore sanitario e sociale concepito con la stessa filosofia portata avanti dalla Regione, un fatto culturale e di civiltà». L’analisi nel corso dell’incontro si è soffermata da parte dell’assessore proprio nel ruolo che la Regione ha assunto con la gestione della sanità, imposto dalla legge, nelle carceri. Nella sintesi di presentazione del dott. Stefano Porziotta sul progetto in corso si è appreso il modo in cui tutta l’equipe si sta movendo: «una struttura al momento a circolo semplice per giungere al reale quantità dei gruppi partendo dal supporto individuale offerto al detenuto». «Fine non velleitario, ha segnato Francesco Polemico, quello di giungere dove sarà possibile, opportuno, anche al coinvolgimento delle vittime degli stessi abusi sessuali». Quanto quello che si è avviato a Spinazzola abbia già superato il muro di cinta dell’Istituto Penitenziario, portando l’esempio del carcere della città ai vertici nazionali, è riscontrabile dall’arrivo di un detenuto proveniente da un carcere del Lazio che ha chiesto espressamente di poter partecipare al progetto. Rocco Canosa intervenendo ha sottolineato la volontà di coinvolgere in questo percorso anche le altre Asl italiane:
«l’idea di fondo è quella di comunicare uno o due mesi prima del fine pena ai servizi di riferimento del detenuto il percorso intrapreso in modo che a loro volta questi possono continuare con il suo sostegno». Le voci sulla eventuale chiusura dell’Istituto Penitenziario di Spinazzola, avanzata al Ministero della Giustizia, ha richiamato il ruolo determinante degli enti locali. Fiore interloquendo con l’assessore comunale alle politiche sociali Giuseppe Blasi, il quale ha annunciato l’imminente consiglio comunale monotematico aperto ai rappresentati istituzionali, sulla difesa del carcere di Spinazzola, oltre a garantire per questa occasione la presenza di un assessore regionale, non ha escluso la sua e quella del governatore Nichi Vendola. «Ruolo decisivo, ha infine concluso Fiore, è dato dall’Anci. Il Ministero della Giustizia si appresta a chiedere per ampliare le carceri di Bari e Lecce un accordo con questi Comuni, la questione di Spinazzola può rientrare in queste analisi, sicuramente saprà farsene carico il sindaco di Corato Gino Perrone, presidente Anci Puglia, così come la Regione farà la sua parte».
SPINAZZOLA LA PRESA DI POSIZIONE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA IN FAVORE DELL’ISTITUTO
Ventola: i cittadini contro la soppressione dell’istituto
Sempre più isolato il sindacato “Osapp” del vicesegretario nazionale Domenico Mastrulli sostenitore della chiusura dell’Istituto penitenziario. Una nuova presa di posizione del Presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola, contro l‘ipotesi di chiusura. «In questi giorni abbiamo constatato, su più fronti, gli interventi dei più autorevoli rappresentanti politici e non, tutti unanimi nell’esprimere un concetto inequivocabile: il carcere di Spinazzola non deve essere chiuso - esordisce - Gli stessi cittadini, in più di un’occasione, hanno democraticamente espresso il loro dissenso, tanto da invocare un consiglio comunale monotematico sulla vicenda, aperto a tutti i rappresentanti istituzionali del territorio. Rispetto a tale proposta, garantisco sin da ora la mia completa disponibilità a prendere a parte a quella che, ne sono certo, potrà rappresentare una valida occasione di confronto su una problematica che sta angosciando la comunità spinazzolese. Diversamente da quanto sostengono alcuni sindacati - conclude Ventola -, è nostra intenzione quella di ragionare nell’ottica del potenziamento dell’istituto penitenziario, che, come ho avuto modo di dichiarare nel corso delle varie visite, rappresenta un esempio di buona amministrazione, nonché una struttura adeguata e tra le poche in Italia realmente concepite a misura d’uomo». E dopo la posizione dell’Ugl Polizia penitenziaria, segretario regionale Luigi Pelle, schierata in difesa e potenziamento del carcere di Spinazzola, si registra anche l’intervento del segretario nazionale Federico Pilagatti del sindacato autonomo Sappe, il quale, scrivendo proprio al presidente della Provincia, Francesco Ventola, manifesta il suo completo dissenso verso la paventata chiusura dell’Istituto di Spinazzola, ritenendo questo essenziale nell’ospitare detenuti “sex offenders” che potrebbero essere trasferiti decongestionandoli dalle carceri di Bari, Taranto, Lecce e Foggia.

mercoledì 8 giugno 2011


IL CASO
DOPO L’OSPEDALE, NUOVA PROTESTA

La decisione di chiusura del penitenziario sembra essere scaturita dopo varie denunce di scarso utilizzo Eppure il carcere è specializzato nella reclusione di detenuti «sex offenders», persone macchiatesi di crimini sessuali
«Chiusura del carcere? Non firmate quel decreto»
Spinazzola, molti cittadini contrari alla soppressione della struttura
di Cosimo Forina
“Per non scippare anche di questo presidio dello Stato la città, il Ministro della Giustizia non firmi il provvedimento di chiusura del carcere di Spinazzola, il sindaco Nicola Di Tullio convochi un consiglio comunale aperto con tutti i rappresentanti istituzionali”. Questa la sintesi degli umori raccolti in città dove c’è chi si dice pronto ad iniziare una petizione-appello per bloccare il provvedimento che sarebbe uno schiaffo anche ai parlamentari che sostengono la maggioranza del Governo come l’on. Benedetto Fucci e il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri (Pdl), nonché l’on. Piefelice Zazzera (Idv) di opposizione. I quali con interrogazioni e favorendo audizioni dinanzi alla Commissione Parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, presidente on. Leoluca Orlando (Idv) hanno portato ad esempio, richiedendo il suo potenziamento e stabilizzazione del personale il carcere di Spinazzola. Specializzato nella reclusione di detenuti “sex offenders”, ovvero persone che si sono macchiati di crimini legati alla sfera sessuale. All’interno dell’Istituto Penitenziario di Spinazzola è in atto un progetto sperimentale nazionale intrapreso e pagato dalla Asl/Bt finalizzato ad evitare da parte di questi detenuti la recidiva. Eloquenti alcuni commenti apparsi su Facebook, da “Spinazzolesi nel mondo” che conta oltre 1000 iscritti: “Se non ricordo male, il carcere di Spinazzola, allora inutilizzato, fu oggetto di una puntata della trasmissione "Striscia la notizia" nella quale si documentava il mancato utilizzo di una struttura costata parecchi soldi e che veniva tenuta li a decadere. Bene... dopo aver urlato allo scandalo per l'inutilizzo e come giustamente si legge nell'articolo, dopo che il sovraffollamento delle carceri è cosa risaputa, cosa si decide!?! Di chiudere (o di pensare di chiudere) una struttura attiva capace e che rispecchia gli standard per questo tipo di utilizzo. Sembra di vivere nel mondo all'incontrario. Può essere che sia io o meglio che siano tantissimi come me che non colgano bene quali sono le priorità del Paese, ma di fronte a sprechi e operazioni assurde non credo ci voglia un titolo di studio particolare per capire che si stanno facendo delle sciocchezze” Ma se questa è la reazione dei cittadini comuni non da meno è la presa di posizione dei rappresentanti del territorio più autorevoli, come il presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani Francesco Ventola che ha dichiarato dopo l’incontro con il provveditore Giuseppe Martone: “Giù le mani del carcere di Spinazzola”. La diatriba sembra essere circoscritta tutta ad una lotta sindacale. A volere la chiusura del carcere di Spinazzola, tanto da tirarlo in ballo ad ogni più sospiro come nel caso delle contestazioni di detenuti che si sono registrate nel carcere di Trani e Lecce è Domenico Mastrulli vicegenerale nazionale OSAPP, il quale sottolinea l’inutilità del carcere di Spinazzola chiedendo l’im - piego della Polizia Penitenziaria in forza per altre carceri. Di tutt’altro avviso il sindacato Ugl Polizia Penitenziaria, segretario regionale Luigi Pelle il quale denuncia che l’eventuale chiusura del carcere di Spinazzola rappresenterebbe uno sperpero di denaro. Roba da Corte dei Conti per intenderci. Mentre da radio carcere c’è chi sostiene che la fine dell’Istituto di Spinazzola favorirebbe l’apertura di altri due carceri nella vicina Basilicata, edifici fotocopia di quello di Spinazzola costruiti durante lo scandalo delle carceri d’oro e mai utilizzati: Irsina e Genzano di Lucania. Su questa faccenda che va incancrenendosi urge verità e chiarezza.

SCHEDA
Carcere attivato nel dicembre 2004 Struttura carceraria, in modo trasversale, nel cuore di diversi parlamentari. L’on Pierfelice Zazzera dell’Italia dei Valori in visita al carcere lo scorso 15 agosto con la consigliera Franca Carbone ha presentato una interrogazione al ministro Alfano, finalizzata a far potenziare il carcere di Spinazzola. L’interrogazione ripercorre, tra l’altro, la significativa storia di questo istituto di pena. «L’istituto penitenziario di Spinazzola, scriveva Zazzera, è stato attivato il 1° dicembre 2004 per volontà del provveditore Rosario Cardillo. Nel maggio 2005 con decreto del Ministero il carcere assunse la denominazione di “Istituto penitenziario per adulti sezione staccata di Trani”. Per gli effetti del provvedimento di indulto voluto dal ministro Clemente Mastella, nel 2006 l’istituto penitenziario fu svuotato e il personale distaccato fu fatto rientrare in Basilicata. In seguito, il provveditore dell’amministrazione penitenziaria Angelo Zaccagnino ridefinì l’istituto, dirottandovi tutti i detenuti sex offenders, ovvero persone macchiatesi di reati a sfondo sessuale»

REAZIONI-1 LUIGI PELLE, SEGRETARIO REGIONALE UGL-POLIZIA PENITENZIARIA

«Il provvedimento è da valutare nel contesto generale degli istituti»
Questa invece la posizione dell’Ugl Polizia Penitenziaria segretario regionale Luigi Pelle. “L’invito alla riflessione, scrive Pelle, deve tener conto di tutte le variabili del sistema penitenziario. Com’è noto l’Istituto Penitenziario di Spinazzola, dopo la sua apertura nel dicembre 2004 quale sezione distaccata degli Istituti Penali di Trani, e dopo un periodo di attività caratterizzata da un collegamento a “doppio filo” con la “struttura madre”, ha iniziato a vivere di vita propria, grazie anche ad una destinazione originale, avvenuta nel giugno 2006 e pensata dal provveditore regionale dell’e poca, il dott. Angelo Zaccagnino. Infatti, grazie anche ai numeri complessivi della popolazione detenuta, scesa sotto le 40.000 unità nel periodo immediatamente successivo all’«indultino», si pensò di utilizzare la struttura per accogliere solo sex offenders con pene fino a 3 anni e anche superiori. Invero, però, alla luce dell’aumento esponenziale della popolazione detenuta, giunta oramai a quota 70.000 sul territorio nazionale, il sistema penitenziario non è più in grado di sostenere una destinazione simile che, se comparata alla drammatica situazione che si presenta agli occhi degli operatori del settore, appare un “lusso” già stigmatizzato da questa Organizzazione Sindacale. La ricettività dell’Istituto è attualmente attestata ad oltre 40 detenuti. Potenzialmente, l’istituto avrebbe una capacità ricettiva pari a 81 detenuti in regime di custodia piena cui se ne sommerebbero altri 21 in regime di semilibertà, per complessivi 102 posti, ricorrendo ad interventi manutentivi minimi, in grado di assicurare anche il rispetto degli standard minimi di vivibilità, recentemente tornati d’attualità grazie alla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani (Sulejmanovic vs. Italia del luglio 2009). Come si può notare, il potenziamento appena suggerito, e perorato più volte dalla direzione degli stessi Istituti con diverse note e con il Progetto di Istituto del 2001 indirizzati anche al locale Provveditorato, restituirebbe all’Istituto di Spinazzola una sua ragione di esistenza, ed una coerenza rispetto al sistema penitenziario, evitando che la struttura sia inserita nel lungo elenco di “cattedrali nel deserto”.

REAZIONI-2 DOMENICO MASTRULLI, SEGRETARIO NAZIONALE DELL’OSAPP
«Giusto chiudere una struttura nata in realtà per scopi diversi»
Domenico Mastrulli afferma: “le solleciti iniziative, contro lo spreco negli uffici e settori dei Penitenziari ha consigliato bene l’Amministrazione Centrale del Dap all’assunzione di provvedimenti meno dispendiosi e più economicamente equilibrati sul territorio, tanto che, ha già ritenuto su espressa dichiarazione del Prap Puglia sede di Bari, di procedere con le tre articolazioni delle proprie Direzioni Generali Beni Servizi Risorse Materiali, Detenuti e Personale di Polizia, alla “dismissione” della Struttura Penitenziaria di Spinazzola da circa 7 anni con una incomprensibile utenza detenuta che oscillava tra le 30 e massimo 40 persone e semiliberi. La Struttura, in questi anni di inopportuno mantenimento, sarebbe stata Vigilata da solo 25 unità della polizia penitenziaria, forza organica prelevata sulla base di accordi sindacali regionali oramai ritenuti superati ed inopportuni dalla stesse Rappresentanze Sindacali del Comparto Sicurezza”. Le proteste nei 300 Istituti di pena in questi giorni contro il sovraffollamento detentivo a quota 69.000 contro una regolamentare capienza di 45.000 non deve farci perdere l’attenzione su Istituti allo spreco come avvenuto in questi anni tra cui le vicende legate alle “Carceri d’Oro ”. Come OSAPP non possiamo criticare e condannare il “passato ” rendendoci complici se tollerassimo lo spreco del “presente ”,e non pensiamo che Politici,Governati,Dirigenti e Sindacati possano marciare in controtendenza alle criticità Nazionale se non Mondiale del momento a cui tutte le famiglie sono state chiamate a collaborare, mentre in alcuni istituti e strutture penitenziarie si spreca e si spande e poi si grida allo scandalo. Così come l’Amministrazione Centrale ha avuto il coraggio sopprimendo quelle strutture a spreco continuo tipo Camerino ed altri istituti, non vedo la ragione oltre che la necessità di mantenere una Struttura nata per altri scopi e principi ma poi mai decollata ed un ragionamento schizzo frenico di perseveranza, non sarebbe altro che un ulteriore gettito di risorse economiche e materiali buttati nella spazzatura del disastro”

lunedì 6 giugno 2011

AMBIENTE UN «CICLO» CHE FA DISCUTERE MOVIMENTO «ARIA FRESCA»
Giunge da Altamura il nuovo appello a fare chiarezza su alcune questioni riguardanti il ciclo dei rifiuti
RIFIUTI, BACINO BA/4 IL NODO IRRISOLTO
MINERVINO E SPINAZZOLA RESTANO NELL’ATO DI BARI

di Cosimo Forina
«Quando si ha a che fare con rappresentanti politici che amano muoversi nell’ombra, agire nell’opacità e temono la trasparenza, il confronto, è bene tenere gli occhi sempre aperti per evitare che i diritti dei cittadini vengano calpestati come se nulla fosse». Si apre così il volantino in diffusione da un paio di giorni del “Movimento Cittadino Aria Fresca” di Altamura che tra i suoi massimi esponenti vede il consigliere comunale di quella città Enzo Colonna. Motivo di tanta asprezza la delibera N. 1 del 15 aprile 2011 dell’Autorità di Gestione in materia di Rifiuti (Ato Bari 4) a firma come presidente l’ex sindaco di Spinazzola Carlo Scelzi e del segretario generale Francesco Paolo D’Amore. Delibera con la quale l’Ato Ba/4, consorzio composto dai Comuni di Altamura che detiene la quota di maggioranza, Cassano Murge, Gravina, Grumo Appula assente al voto, Minervino Murge assente al voto, Poggiorsini, Santeramo in Colle astenuto, Spinazzola, Toritto astenuto, ha deliberato, scrive Aria Fresca: «che la famigerata “Astronave” di Mellitto – l’ecomostro ex Tersan lungo la statale 96 che sarebbe diventato il più grande impianto di (finto) compostaggio d’Europa se non fosse stato posto sotto sequestro dalla Procura di Bari e poi, dopo le condanne, confiscato al patrimonio pubblico, perché completamente illegale – deve ospitare ben due impianti per il trattamento dei rifiuti: un impianto di compostaggio per il trattamento della frazione umida e un centro di trattamento e stoccaggio della frazione secca derivante dalla raccolta differenziata». L’associazione punta il dito contro il sindaco di Altamura, Mario Stacca, per la procedura di voto che ricalca quanto già deliberato tanto dall’Ato Ba/4 che dal Comune di Spinazzola. Ovvero la variante di impianti da realizzare a “Grottelline ” Spinazzola dove si voleva costruire la discarica del Bacino Ba/4 già previsto quello di biostabilizzazione data in gestione dalla Regione all’Ato Tradeco-Cogeam. La prima azienda del patron dei rifiuti in Puglia Carlo Dante Columella, attenzionato da diverse procure, finito con parte della sua famiglia, figlio Michele e cognato Francesco Petronella nel filone delle indagini su rifiuti e sanità che vede coinvolto il senatore Alberto Tedesco, già assessore regionale alla sanità di cui è stato chiesto l’arresto. La seconda società fa capo alla famiglia della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia . La delibera del Comune di Spinazzola è stata votata quando quell’area era (come è) sottoposta a vincolo di interesse archeologico, paesaggistico, monumentale e ambientale, ed era sottoposto a sequestro probatorio da parte della Procura di Trani, pm Michele Ruggiero. Anche in quella votazione si erano previsti gli impianti di trattamento dei rifiuti della frazione umida e stoccaggio di quella secca da ubicare però a Spinazzola. Nelle due delibere si legge uguale condizione e scelta precauzionale per la validità dell’atto: «di dare atto che la decisone e le indicazioni assunte con il presente provvedimento sono condizionate al positivo esito dei provvedimenti penale ed amministrativo pendenti relativi al sito messo a disposizione...». La discrepanza più evidente e che Spinazzola e Minervino, città uscite dalla Provincia di Bari, entrate in quella di Barletta-Andria-Trani, in seguito alla nuova legge regionale in materia di rifiuti, avrebbero già da tempo dovuto lasciare il Bacino Ba/4 per aderire a quello provinciale. Ed invece tutto sembra essere rimasto come prima.
SPINAZZOLA SULLO SFONDO LA QUESTIONE «GROTTELLINE» E LA RACCOLTA RIFIUTI IN CITTÀ
INCONTRO CON COLUMELLA DI TULLIO NON RISPONDE
Nella campagna elettorale appena conclusa per il rinnovo del Consiglio comunale la questione “Grottelline”, è stata tirata più volte in ballo. A parlarne con schiettezza e diniego della realizzazione il presidente della Provincia Barletta, Francesco Ventola, il quale ha sostenuto il candidato eletto sindaco Nicola Di Tullio. A quest’ultimo abbiamo chiesto se risultava essere vero che vi era stato nei primi giorni del suo mandato un incontro con il titolare della Tradeco, Carlo Dante Columella, società che oltre a dover gestire la discarica di “Grottelline ” è l’azienda che gestisce raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani a Spinazzola. Contratto quasi giunto a scadenza, sul quale lo stesso Di Tullio, da consigliere comunale, aveva denunciato anomalie alla Procura della Repubblica di Trani. Il neo sindaco, sarà stato per la giornata uggiosa, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Quasi infastidito, ha annunciato un comunicato che non è stato ancora diffuso. Tra le scelte ereditate quella della definizione del Bacino di appartenenza in materia di rifiuti, per Spinazzola resta una priorità. Ricordiamo che a sottolineare la necessità, dati i ruoli della Provincia affidati dalla Regione, sulla creazione di un Bacino unico provinciale è stato proprio il presidente Ventola unitamente al suo collega di Bari Francesco Schitulli. I quali sono costretti a barcamenarsi con più Ato, prorogati nella loro esistenza, nei loro territori di gestione. Ricadenti questi in più Province a cui fanno capo le città di loro giurisdizione. Una confusione non da poco quella che si è andata generando, come nel caso della delibera dell’Ato Ba/4 sull’utilizzo della “Punta Perotti della Murgia”, bene confiscato con acquisizione gratuita al patrimonio pubblico (nello specifico, al patrimonio del Comune di Grumo Appula nel cui territorio doveva sorgere l'impianto), su cui a decidere sono, come nel caso di Spinazzola, città ricadente in altra provincia. Ed ancora più anomalo è l’assenza nell’approvazione di quella delibera della città proprio di Grumo Appula. Come a dire che la determinazione dei comuni nulla può verso atti di imperio di una maggioranza composta dai piccoli altri comuni facente parte del consorzio e di quello più grande, la città di Altamura che detiene ben il 35% delle quote. La denuncia che giunge da Altamura, tramite in movimento “Aria Fresca” riapre il dibattito sulla gestione dei rifiuti nella nuova Provincia, richiamando ad ruolo essenziale la stessa Regione, governata da Nichi Vendola e dall’assessore regionale all’ambiente, Lorenzo Nicastro. Un fatto non da poco, vista la scadenza di alcuni contratti,come nel caso di Spinazzola e la necessità di dar vita ad una gestione in materia differenziata che non sia con numeri risibili. Fallimentari come nel caso di Spinazzola che non è andata con la Tradeco poco più oltre il 4%, rispetto ad altre città della provincia che possono, quanto meno far vanto, pur al di sotto degli obiettivi regionali, di percentuali a due cifre.

sabato 4 giugno 2011

SPINAZZOLA,IL PARADOSSO DEL CARCERE
TAGLI IN VISTA

Costato miliardi di vecchie lire, venne lasciato per circa venti anni inutilizzato per poi essere attivato il 1° dicembre 2004
LE SPERIMENTAZIONI
In corso una sperimentazione di trattamento, recupero e reinserimento dei detenuti di valenza nazionale che vede coinvolta l’Asl. La strana vicenda dell’istituto penitenziario per «sex offender» da chiudere.
di Cosimo Forina
A chi giova l’eventuale chiusura dell’Istituto Penitenziario di Spinazzola, diretto da Mariella Affatato, in un momento in cui si registra la sovrappopolazione carceraria, la necessità di dare maggiore dignità ai detenuti, la costruzione di nuove carcere pare ineluttabile? L’istituto, costato miliardi di vecchie lire, venne lasciato per circa venti anni inutilizzato per poi essere attivato il 1° dicembre 2004 per volontà del provveditore Rosario Cardillo, ed ha una capienza di 68 posti estendibili ad un centinaio. E perché si vuole la chiusura di questo istituto penitenziario specializzato nei “sex offender” mentre è in corso una sperimentazione di trattamento, recupero e reinserimento dei detenuti di valenza nazionale, 40 quelli che stanno scontando la pena nella struttura, che vede coinvolta la Asl/Bt con un centinaio di migliaia di euro e con numerosi professionisti. Sperimentazione presentata con l’intervento dell’on. Benedetto Fucci (Pdl), ricevendo plauso bipartisan, nella Commissione Parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario? E perché anziché potenziare il personale di Polizia Penitenziaria necessario alla struttura, si è praticato un continuo stillicidio, impoverimento il carcere di Spinazzola di uomini ed operatori? Le prese di posizione che si stanno registrando in queste ore in difesa dell’Istituto a partire dal consigliere regionale Ruggiero Mennea (Pd) dimostrano che la percezione di illogicità sull’eventuale chiusura del carcere di Spinazzola è tanto palese da offendere ogni intelligenza. Chiusura nella quale si registrerebbe anche un impoverimento economico per la città. Siamo di fronte ad un vero scippo, preannunciato più volte in questi anni, che porterà Spinazzola dall’essere considerata riferimento per la sua realtà carceraria, per i diversi progetti in favore della rieducazione dei detenuti, al nulla. Il rischio è il ritorno al non utilizzo di una struttura entrata, a pari di un altro centinaio, nella storia proprio per il mancato impiego e per il giro di denaro vertiginoso legato alla loro realizzazione: il famoso filone delle “carceri d’oro ”. Quanto tutto questo sia stato rapportato al Ministero di Grazia e Giustizia, allo stesso Ministro oggi dimissionario Angelino Alfano, difficile dirlo, come difficile è interpretare il ruolo dei sindacati e del Provveditorato che ha giurisdizione per il carcere di Spinazzola in questa vicenda. La successione che sta portando alla paventata chiusura dell’Istituto resta incomprensibile, tanto agli operatori che alle istituzioni. A dover dire la loro, oltre al neosindaco Nicola Di Tullio, potrebbe anche giungere il pensiero del presidente della Provincia Francesco Ventola e del suo assessore alle politiche sociali Carmelinda Lombardi, i quali all’interno del carcere di Spinazzola hanno, nel corso di più visite, riscontrato l’adeguatezza della struttura tale
da far dichiarare che la struttura è tra le poche in Italia concepite e gestite a «misura d’uomo». Chi sconta qui la pena, in questo carcere che qualcuno dovrà spiegare di non volere, può per le opportunità ri-educative ben guardare dopo il fine pena ad un nuovo futuro. E quindi la domanda: chi giova la paventata chiusura?
L’istituto e le tappe dell’apertura
L’istituto penitenziario di Spinazzola, è stato attivato il 1° dicembre 2004 per volontà del provveditore Rosario Cardillo. Nel maggio 2005 con decreto del Ministero il carcere assunse la denominazione di “Istituto penitenziario per adulti sezione staccata di Trani”. Per gli effetti del provvedimento di indulto voluto dal ministro Clemente Mastella, nel 2006 l’istituto penitenziario fu svuotato e il personale distaccato fu fatto rientrare in Basilicata. In seguito, il provveditore dell’amministrazione penitenziaria Angelo Zaccagnino ridefinì l’istituto, dirottandovi tutti i detenuti sex offenders, ovvero persone macchiatesi di reati a sfondo sessuale
I CORSI - NUMEROSE LE ATTIVITÀ PER REALIZZARE IL RECUPERO DEGLI «OSPITI»
L’efficienza dell’Istituto Penitenziario di Spinazzola è riscontrabile nella diversificazione delle sue attività. Specializzato nella detenzione di “sex offender”, operatività giunta dopo l’indulto del 2006 su proposta del provveditore regionale Angelo Zaccagnino e condivisa dalla Direzione generale dei detenuti, annovera come nel caso del progetto finanziato totalmente della Asl/Bt, una sperimentazione nazionale per evitare la recidiva di crimini considerati tra i più odiosi e traumatizzanti per la società. Ma veniamo alle attività: nel carcere di Spinazzola quest’anno è stato attivato un corso di impiantistica e manutenzione di pannelli solari che si concluderà con l'installazione di pannelli solari che produrranno acqua calda per le esigenze della cucina detenuti, tutto a costo zero. Un corso per elettrotecnico che si concluderà con l'installazione di un sistema di video sorveglianza sempre a costo zero. All’interno dell’Istituto i detenuti possono frequentare lezioni per ottenere la licenza di scuola media. Oltre al laboratorio di dolci tradizionali, lo scorso anno tra le attività di rilievo quella per la formazione di detenuti nella progettazione e realizzazione di manufatti in cuoio con cui è stata allestita una mostra. Un laboratorio teatrale, nonché a cura dei detenuti è stato realizzato un presepe ospitato presso la centralissima Sala Innocenzo XII. I dati ricettivi: capienza detenuti dell'istituto in base agli standard minimi di vivibilità stabiliti dalla giurisdizione della CorteEuropea dei diritti dell'uomo: 81 a regime pieno e 21semiliberi.E' stato anche presentato al Prap Puglia un progetto di ampliamento della capacità ricettiva possibile fino a 102 posti con interventi minimi. Organico previsto 55 unità,presenza attuale di personale: 22 unità tutti in distacco da sedi regione Puglia di cui 10 da Trani, 1 da Bari, 2 da Foggia, 4 da Taranto e 5 per vari motivi con provvedimenti del Dap della Direzione Generale del Personale e della formazione provenienti da sedi extraregionali che vengono rinnovati, senza certezza alcuna ogni due mesi ed alcuni ogni sei mesi. Personale: un educatore in pianta stabile da aprile 2010 , una centralinista ipovedente da giugno 2010 e nessun collaboratore amministrativo. Con decorrenza dal 26 maggio vi è stato il passaggio di consegne con l’assegnazione di un vice commissario al termine del corso presso la scuola di formazione dell’I.s.p.s. di Roma con l’ispettore superiore Nicola di Nicoli nelle funzioni di comandante. Comando del reparto di Polizia Penitenziaria retto ininterrottamente dall’apertura con grande abnegazione e spirito di sacrificio, ricevendo attestati di stima da tutte le amministrazioni e sindaci che in questi sette anni si sono avvicendati e quelli della stessa popolazione spinazzolese.