martedì 24 marzo 2015

Spinazzola Il manufatto è stato smontato durante i lavori di allestimento della Camera dei Deputati
IL COMITATO INNOCENZIANO ORA PUNTA AL RECUPERO DELLA FONTANA ABBANDONATA AI PIEDI DELL’AVENTINO
Tra gli obiettivi del Comitato Innocenziano (presieduto da Antonio Amendola), che sta curando le celebrazioni del IV centenario dalla nascita di Antonio Pignatelli (Spinazzola 13 marzo 1615-2015) salito al soglio pontificio il 12 luglio 1691 con in nome di Innocenzo XII vi è quello di chiedere per la città di Spinazzola la consegna dei frammenti di una fontana, voluta dal Papa, presente nell’ex Curia Apostolica, oggi Palazzo di Montecitorio. Questa venne smontata per dar corso ai lavori di costruzione della Camera su progetto dell’arch. Ernesto Basile e depositata nel 1908 ai piedi dell’Aventino per poi essere lasciata all’incuria del tempo. A stare a cuore il recupero di tale bene realizzato da uno dei maggiori architetti della Roma Barocca, Carlo Fontana, anche lo studio dell’arch. Francesco Brancaccio di Roma. Promotore quest’ultimo di un progetto caduto pare nel vuoto dopo aver cercato di sensibilizzare la Camera dei Deputati, che mira al recupero architettonico e funzionale della fontana.
Ad essere sottolineata oltre all’importanza culturale dell’intervento anche che questo servirebbe per dare maggiore decoro all’Aventino. Luogo indicato per la collocazione della fontana una volta restaurata e ricostruita li dove sono depositati i frammenti, di fronte all’edificio del San Michele (sempre realizzato da Innocenzo XII) sede del Ministero dei Beni Culturali. Anche Spinazzola ha tentato in passato senza ottenere successo, di ricevere quei marmi lasciati alle intemperie per riedificare l’opera del Fontana e collocarla con massima evidenza nella città natale di Innocenzo XII. Richiesta documenta da una corrispondenza intercorsa tra il Palazzo di Città è quelli di Roma a cui non ha fatto seguito nessun riscontro. Non è chiaro chi su quel bene eserciti la competenza e la piena disponibilità, se il ministero dei Beni Culturali affidato a Dario Franceschini, la Camera dei Deputati presidente Laura Boldrini, la Città di Roma e quindi il sindaco Ignazio Marino. Di certo da oltre un secolo la fontana fatta smontare dal Basile si trova ai piedi dell’Aventino lungo la via che costeggia il Tevere tra la Chiesa di Santa Maria (Bocca della Verità) e Piazza dell’Emporio.
L’affidamento a Spinazzola sarebbe davvero il più grande omaggio alla città che possa giungere dalla Capitale nel IV centenario dalla nascita di Antonio Pignatelli. Roma come altri luoghi d’Italia ed europei dove Papa Innocenzo XII ha svolto il suo apostolato ha concesso il suo patrocinio, così come la stessa Camera, la Regione Lazio alle celebrazioni per ricordare il “Papa dei poveri” che abolì il nepotismo e la simonia. Dopo l’oblìo e l’abbandono se se ne sa di più dell’opera di Carlo Fontana è solo grazie alla curata relazione dell’arch. Brancaccio il quale con i suoi collaboratori ha anche stilato una indagine storica redatta dell’arch. Roberta Lorusso dello Studio “Architettura e Urbanistica” di Roma. L’eventuale affidamento del bene a Spinazzola, richiesta non velleitaria, non è da considerarsi considerato l’interesse al recupero partito dalla sollecitazione dello studio professionale, una competizione tra due parti. Piuttosto a dover essere evidenziata è la uguale sensibilità fin qui non riscontrata in altri. L’immenso patrimonio italiano colpevolmente, vuoi per rinuncia, per mancanza di risorse, sovente è privo di tutela. Ad averne cura e recupero li dove lo Stato non interviene sono privati o fondazioni, per quest’opera si registrerebbe, e sarebbe questa una eccezione, il desiderio di farla tornare al suo splendore da parte di tutta una città. La cui istanza, di entrare in possesso del bene, potrebbe più per orgoglio che per campanilismo sicuramente coinvolgere i parlamentari tanto della Puglia che della Basilicata. In particolare quelli della Provincia Barletta-Andria-Trani che siedono a Montecitorio. Chissà forse anche ignari che il completamento del Palazzo Ludovisi nel 1691, oggi palazzo Montecitorio in cui ha sede della Camera, fu determinata dal Papa appena eletto nato a Spinazzola, città un tempo in Basilicata ora in Puglia.
Quel che è comunque auspicabile è che la fontana sia che venga ricostruita a Roma o a Spinazzola, almeno in questo IV centenario dalla nascita di Antonio Pignatelli lasci il deposito a cielo aperto a cui è stata condannata dopo 107 anni, troppi anche per i più indifferenti alla Storia e al patrimonio artistico italiano.
LA SCHEDA
Una ricerca storica dell’arch. Lorusso
Dalla ricerca storica dell’arch. Roberta Lorusso, qui in sintesi riportata, si apprende che: «appena eletto Papa Innocenzo XII stabilì che il Tribunale Apostolico sarebbe stato fatto convergere nel palazzo Ludovisi, incompiuto e rimasto abbandonato fin dalla morte di Innocenzo VIII Barberini. Il palazzo fu acquistato dalla Camera Apostolica per 30mila scudi, diventando proprietà dell’Ospizio Apostolico di San Michele. Gli adeguamenti dell’edificio, concepito da Gian Lorenzo Bernini vennero affidati all’arch. Carlo Fontana.
Questi presento il 16 ottobre 1694 al Papa tre proposte di progetto, solo il terzo trovò attuazione e prevedeva che il cortile interno era cinto da un muro circolare dotato di una nicchia sul cui asse principale il Fontana progettò una fontana a muro». Dalle cronache si apprende che non pochi tentarono di dissuadere il Papa dall’impresa e che vi furono diversi interventi dell’architetto per impedire che la realizzazione della fontana fosse svilita a tal punto da diventare “abietta”. La soluzione che coniugava risparmio e ragione estetica giunse dallo stesso Fontana il quale suggerì a Sua Santità di utilizzare una tazza (da lui stesso trovata) di granito nel Porto di Trajano: «e per fare un poco di mostra si poteva mettere in opra superiormente un’altra tazza di minor misura, che stava nel collegio germanico in potere de RR. PP. Gesuiti, che gli ne facevano dono, e con ponere lateralmente le due colonne di granito trovate nell’escavazione del terreno della Curia, dove senza dispendio si sarebbe disposto un adeguato ornato con poca spesa».
Innocenzo XII segui il suggerimento del Fontana e i lavori nel complesso si tennero dalla fine del 1694 mentre quelli relativi al cortile e alla fontana nel 1696.
Questa la cronologia: “il 13 giugno 1696, si ha notizia di una visita del Papa che “andò a Montecitorio a vedere le fabbriche che si fanno nella circonferenza della piazza per ridarla informa teatrale". Il 22 giugno 1696 la tazza in granito fu trasportarla dal Porto, due giorni dopo giunse a Roma”. Nei registri contabili dell'Ospizio Apostolico di San Michele il 4 luglio sono annotati pagamenti per lavori fatti alla fontana. Il 4 agosto 1696 questa venne portata a termine e il 15 agosto 1696: “giorno della Santissima Vergine si diede l'acqua alla presenza di sua santità, e fu così abbondante, che bastava a battezzare gì 'increduli oppositori contro il bene pubblico, e riuscì con molto giubilo del Papa, e piacere di tutta la corte”. 11 settembre 1696 la fontana è messa in opera nel cortile del palazzo: "la Santità di Nostro Signore, fu a vedere la nuova fontana molto magnifica che si è terminata nel palazzo di Montecitorio, che quel giorno per la prima volta scaturì l'acqua ". I cardinali protettori del San Michele il 6 settembre 1699 si recano a Montecitorio "per vedere se l'arme con l'iscrizione posta sopra la fontana stava bene, e l 'arme parve riuscisse un poco piccola, ma per altro restarono soddisfatti ". Ecco cosa recitava l’iscrizione, questa è tra i reperti posti sul lungotevere: INNOCENTIO XII P.O.M. HAC IN SEDE PLURA COMPLETO ORNAMENTUM URBIS TRIBUNALIA IN UNUM COLLECTA CENSUM IN HOSPITIIS PAUPERUM DE MAGNIFICENTIA JUSTITIA MISERICORDIA OPTIME MERITO". Con l'Unità d'Italia (1870) si presentò il problema dove accogliere la Camera dei Deputati ad essere scelto Montecitorio. Riporta l’arch. Roberta Lorusso: “nel febbraio 1871 venne approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici il progetto dell'ingegner Cornetto e il 6 giugno 1872 il nuovo palazzo venne consegnato alla Camera del Deputati. La costruzione dell'aula comportò la copertura della fontana. Vista la natura pericolante dell'aula Cornetto nel 1897 si nominò una Commissione parlamentare allo scopo di preparare un concorso nazionale per la costruzione di un aula definitiva. In molti vi parteciparono ma non venne mai portato a termine. Nel marzo del 1902 l'architetto Basile venne incaricato di preparare il progetto per un nuovo palazzo e per una nuova aula da affiancare alla vecchia Curia Innocenziana. Il 24 febbraio 1904 venne presentato il progetto di massima, mentre il 30 giugno lo stesso Basile venne nominato direttore dei lavori. Nel gennaio 1908 iniziarono i lavori sotto la sorveglianza di una Commissione Reale e il 20 novembre del 1919 venne inaugurata la nuova aula. Il 1919 all'atto delle demolizioni per la costruzione del palazzo Basile la fontana viene smontata”. Successivamente non mancarono ipotesi di una sua nuova collocazione, poi il nulla. Solo nel 2003 la fontana viene ritrova, scomposta in elementi frammentari ed incompleti sul Lungotevere ai piedi dell'Aventino.

Fotografie gentilmente concesse da Padre Nicola Rosa