mercoledì 1 luglio 2015

GROTTELLINE E’ NEL RAPPORTO 2014 DI LEGAMBIENTE SULLE ECOMAFIE
I rifiuti tombati a dieci metri sotto terra li dove si vuole costruire la discarica
di Cosimo Forina
Nel rapporto sulle Ecomafie 2014 stilato da Legambiente, presentato ieri 30 giugno da Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, alla presenza di Ennio Cillo, magistrato della Procura della Repubblica di Lecce e Renato Nitti, magistrato della Procura della Repubblica, Spinazzola per i rifiuti tombati a Grottelline c’è. E purtroppo non è la prima volta che finisce in questa graduatoria infamante. Negli scorsi anni gli è toccato essere menzionata per il traffico, lo smaltimento illegali dei rifiuti, la falsificazione di atti, aziende attenzionate da diverse Procura che si occupano di rifiuti. Quindi il nuovo riferimento non rappresenta una novità, piuttosto una conferma scandalosa, ignorata da chi ha il compito di monitorare, salvaguardare a livello locale il territorio e l’ambiente attraverso l’azione politica-amministrativa. Nel 2014 ha fatto scalpore lo scoprire che li dove si voleva procedere alla realizzazione di una discarica finanziata con soldi pubblici “Grottelline” sito di interesse ambientale, archeologico, paesaggistico, monumentale data in concessione dalla Regione Puglia all’Ati Tradeco-Cogeam, contratto firmato da Nicola Vendola, di già a dieci metri sottoterra si era provveduto a nascondere decine di tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi. Per tirarli fuori c’è voluta la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, pm Roberto Nitti, ma soprattutto il paziente lavoro degli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Bari e Cassano Murge. Prima no, nel 2011 quei rifiuti pur indicati da un testimone non erano nonostante gli scavi effettuati saltati fuori. Anzi la persona che continuava ad insistere che quella monnezza era proprio li è stata persino denunciata con il giornalista che quella storia aveva raccontato. Senza poter avere la soddisfazione non solo che qualcuno finalmente gli riconoscesse l’onesta di aver raccontato la verità, ma anche che quella querela presentata da chi aveva avuto in gestione la realizzazione della discarica e la realizzazione degli impianti per il trattamento dei rifiuti, era stata archiviata. Gli è mancato questo momento, il testimone nel frattempo è morto di un male incurabile, si dice così. “Il business illegale delle Ecomafie nel 2014- ha detto Francesco Tarantini durante la conferenza stampa- è stato stimato in 22 miliardi di euro, i reati accertati 29.293. Gli affari dell’ecomafia in Puglia sono talmente cresciuti rispetto al 2013, le infrazione accertate sono state 2.081, da portare la Puglia sul podio più alto dell’illegalità in questo settore. E Spinazzola ha dato evidentemente il suo contributo e non è escluso che se ne scoprano altri nei prossimi mesi. La Puglia è la regione con il più alto numero di infrazioni accertate, quasi il 29% di quanto registrato nelle 20 regioni, un numero 4 volte più grande rispetto all’anno scorso (quando si attestavano a quota 469). Record anche per persone denunciate, 2.020, e sequestri effettuati, 1.744. La maggior parte delle infrazioni accertate si concentra nelle province di Bari, 1.641, e Foggia, 184. In Puglia, dal 2002 ad oggi (24 giugno 2015), ci sono state ben 48 inchieste contro attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, cioè il 16,8% circa delle inchieste su tutto il territorio nazionale. Inchieste che hanno visto 153 persone arrestate, 222 persone denunciate e 60 aziende coinvolte. Venendo alle inchieste più importanti, nel 2014 è stata la D.D.A. di Bari a coordinare una maxi operazione contro un traffico organizzato di rifiuti, denominata “Black Land”, eseguita dal NOE di Bari del Comando Carabinieri, dalla DIA di Bari e dal Comando Provinciale Carabinieri di Foggia”. E a questo punto della conferenza, è saltato anche il nome di Grottelline di cui si attende proprio dal dott. Nitti le decisioni in merito dopo la conclusione delle indagini a opera del Corpo Forestale dello Stato. Probabilmente anche i sindaci delle città di Spinazzola, Nicola Di Tullio e di Poggiorsini, Michele Armienti, dovrebbero richiedere informazioni su cosa è stato tombato a Grottelline e quanto questo possa essere pericoloso per la Salute, avendo loro ruolo di autorità sanitaria. Ma la cosa non sembra poi preoccupare tanto, almeno fino a ieri, quando Grottelline è tornata prepotente in quell’elenco dell’illecito business delle Ecomafie.