giovedì 25 novembre 2010


SPINAZZOLA: LA VICENDA SVELATA DALLA «GAZZETTA» HA PORTATO NEI GIORNI SCORSI AL SEQUESTRO DELL’AREA
Container nascosti a Grottelline interrogazione a Bruxelles
L’on. Silvestris chiede l’intervento del consiglio del parlamento europeo

di Cosimo Forina
Il caso Grottelline valica i confini nazionali. Dopo le rivelazioni di un testimone che ha raccontato alla “Gazzetta”, alla presenza di più persone, che all’interno della nascente discarica di “Grottelline” sarebbero stati interrati dei container carichi di rifiuti pericolosi, in particolare sanitari, è seguito il sequestro dell’area da parte del pm Michele Ruggiero del Tribunale di Trani, e tre persone sono state indagate: Antonio Albanese, legale rappresentante Ati Cogeam, gruppo Marcegaglia, Carlo Dante Columella socio maggioranza Tradeco, Vincenzo Fiore amministratore sino al 2006 di Tradeco srl. Il caso già sottoposto all’attenzione del Governo dall’on. Pierfelice Zazzera (Idv), e finisce a Bruxelles. È stata infatti presentata al Consiglio del Parlamento Europeo dall’on. Sergio Silvestris (Gruppo Mpe) una interrogazione scritta sul nuovo sequestro a “Grottelline ”. «Già nel 2008, scrive Silvestris, era stata emessa dal sostituto procuratore di Trani un'ordinanza di sequestro, riguardante un'area in località Grottelline nell'agro di Spinazzola, su cui era prevista la realizzazione di una discarica al servizio del Bacino Bari/4. Secondo le indagini, erano stati realizzati lavori di una nuova discarica in zona sottoposta a vincolo idrogeologico e considerata "bene culturale e paesaggistico di notevole interesse archeologico ed ambientale", in difformità rispetto ai provvedimenti autorizzati. Tali attività hanno oramai danneggiato parte del patrimonio archeologico nazionale, alterando le bellezze naturali dei luoghi e creato pericolo d'inondazione per la presenza di una lama e corso d'acqua a carattere torrentizio. Ora, secondo un'inchiesta giornalistica, la stessa zona di Grottelline, dissequestrata dallo stesso pm di Trani, è sospettata di contenere rifiuti pericolosi. Le buche destinate a ricevere i rifiuti, un milione di metri cubi da asservire a 200mila abitanti, sono state coibentate con grossi teli neri che hanno reso il terreno impermeabile. Attualmente non si hanno dati precisi sulla relazione causa-effetto tra esposizione edesiti sanitari, ma senza dubbio la presenza di rifiuti rischiosi aumenta il pericolo di diverse patologie gravi, come dimostrano sempre più frequenti e numerose malattie ricorrenti». Silvestris ha chiesto al Consiglio Europeo: «se ritengono che la recente direttiva europea 98/2008 in materia di rifiuti entrata in vigore in Italia il 16 aprile 2010 con il decreto legislativo, ed in particolare l'art. 7 (1), art. 17 l'art. 18 e l'art 19, possono ritenersi sufficienti nel perseguire i complici e i fautori di tali squallide iniziative; quali azioni possono essere intraprese per impedire che casi simili si ripetano, e per salvaguardare e tutelare la salute dei cittadini e preservare l'ambiente, in particolare con riguardo all'introduzione del metodo Sistri, ovvero il recente provvedimento del sistema di tracciabilità elettronica dei rifiuti speciali, nello specifico per quelli pericolosi». La direttiva citata dall’on. Silvestris pone agli Stati membri dell’Unione Europea particolari controlli sulla gestione dei rifiuti e loro smaltimento. Su “Grottelline ” occhi sempre più puntati, tutti bipartisan, finalizzati alla ricerca della verità.

venerdì 19 novembre 2010


SPINAZZOLA PROSEGUONO LE RICHIESTE DI CONCESSIONI AI MARGINI DEL PARCO NAZIONALE RURALE
Eolico, nuovo assalto
Altra candidatura per 33 Mw da impianti da realizzare sulla Murgia
Si è perso il conto dei progetti presentati finora negli uffici comunali

di Cosimo Forina
Bollettino ufficiale delle Regione Puglia n. 171 del 11-11-2010. Altra candidatura per 33 Mw da impianti eolici da realizzare sul territorio di Spinazzola. Ultima richiesta in ordine di tempo quella di una società di Mezzano (Ra) che ha depositato presso l’Ufficio Aia – Settore Territorio e Ambiente - della Provincia di Barletta - Andria - Trani, la relazione di Impatto Ambientale relativa al suo progetto. Località prescelte questa volta le contrade: «Costa di Lamia, Costa di Savuco, Cugno, Grotte del forno». Finalità dell’iter: l’ottenimento della verifica di assoggettabilità a VIA. Quante sono le richieste di installazione di torri smembra paesaggio a Spinazzola dove non è stato neanche approvato definitivamente il Prie, pur voluto dall’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Scelzi? Cento, duecento, trecento o anche più? Difficile dirlo, tanto che forse per i tanti progetti presentati avranno perso la conta anche negli uffici comunali. Di certo questo territorio che ha come orizzonte l’altopiano murgiano con il Parco Nazionale dell’Alta Murgia da una parte, l’Appennino Lucano dall’altra, lo si è candidato allo stupro in nome della “Green Economy”. Con l’aggravio che la valutazione di incidenza ambientale si sofferma nell’analisi del singolo progetto presentato, senza valutare l’impatto dell’insieme che è devastante. Messo da parte, il dettato Costituzionale dell’Art 9: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Ma la “Green Economy ” sempre più “Economy ” che “Green ” è l’affare del momento per i finanziamenti ragguardevoli che riceve, mentre rilascia briciole per i Comuni che si prostrano per raccogliere le royalties e sanare i loro bilanci. Un affare che fa gola a tutti. Anche alla mafia che su eolico e fotovoltaico in particolare, non escludendo anche gli altri comparti delle rinnovabili, come dimostrano le recenti cronache, ci ha messo le mani. Qui, nella Regione dove il presidente Nichi Vendola ha deciso l’accelerazione dell’occupazione del territorio per il suo sogno: «fare della Puglia l’Arabia Saudita con il sole e il vento», è diventato un pullulare di torri eoliche e specchi, da Poggio Imperiale a Santa Maria di Leuca. Ed ora, quasi a completare l’opera, l’assalto si è spostato sulla Murgia. Nella nuova Provincia Barletta-Andria-Trani si rischia, senza una sana politica del territorio, di avere un numero notevole di concessioni di discariche, impianti eolici e fotovoltaici e termovalorizzatori a dismisura (termine coniato con cui si mascherano gli inceneritori). Dal dettato Costituzionale, Spinazzola meriterebbe altro. Per la Natura che la circonda, il paesaggio, per i suoi siti archeologici recentemente scoperti, aree candidate a ricevere ombra dalle pale di torri alte come grattacieli, da ubicare sulle rotte migratorie di una avifauna di estremo pregio e anche protetta. In questo lembo di territorio, luogo di testimonianza della presenza dell’uomo in forma stanziale da ben 10mila anni, dal Neolitico, passando all’Età del Bronzo, all’Impero Romano, Templari e Medio Evo, la frenesia del momento è diventata la “Green Economy”. Soldi, soldi, per pochi intimi.

sabato 13 novembre 2010


SIGILLI ALLA DISCARICA DI GROTTELLINE
IL SEQUESTRO SCATTATO DOPO LE RIVELAZIONI DI UN TESTIMONE PUBBLICATE DALLA “GAZZETTA”

I container
Un testimone aveva raccontato che all’interno delle cave erano stati sotterrati dei container contenenti rifiuti, in particolare, rifiuti sanitari.
“Roba Pericolosa”
“Sotto quel movimento terra sono stati sotterrati dei container contenenti rifiuti pericolosi. Quella roba fa venire il cancro”.
di Cosimo Forina
I Carabinieri del Noe di Bari con quelli della locale stazione di Spinazzola, comandante maresciallo Giuseppe Vitale hanno provveduto ieri su disposizione del pm Michele Ruggiero della Procura di Trani a porre sotto sequestro le cave della località “Grottelline” dove era in costruzione la discarica del Bacino Ba/4. L’avocazione cautelativa è scaturita dopo le rivelazioni di un testimone che alla “Gazzetta”, alla presenza di più persone, aveva raccontato che all’interno delle cave erano stati sotterrati dei container contenenti rifiuti, in particolare, sanitari. Tre le persone finite sul registro degli indagati. Si tratta di Antonio Albanese legale rappresentante della dell’Ati Cogeam, Carlo Dante Columella socio di maggioranza della società Tradeco di Altamura e Vincenzo Fiore. Quest’ultimo rappresentante legale ed amministratore della Tradeco da gennaio 2001 al 2006. Ai tre vengono contestati, quali responsabili della gestione della cava ospitante il realizzando immondezzaio da asservire al Bacino Ba/4 reati per smaltimento illecito senza le prescritte autorizzazioni. Sulla base del racconto del testimone i rifiuti interrati parrebbero essere stati ingenti tanto da realizzare così una discarica di rifiuti speciali pericolosi abusiva. Il sequestro cautelativo come l’iscrizione nel registro degli indagati da parte del pm Michele Ruggiero è stato quindi un atto dovuto sulla base del racconto raccolto dalla “Gazzetta”. L’identità del testimone e i verbali restano per ragione di sicurezza secretati. L’area delle cave ieri è stata picchettata con i cartelli di sequestro e interdetta. Il pm Michele Ruggiero da quel che si è potuto apprendere ha dato mandato ai Carabinieri del Noe di Bari per procedere agli accertamenti tecnici tra cui anche l’indagini geo-diagnostiche finalizzate ad accertare l’eventuale interramento dei rifiuti speciali pericolosi. Una ricerca delicatissima quella attivata dal pm Ruggiero e dai Carabinieri del Noe che se supportata dal ritrovamento dei rifiuti getterebbe molte ombre sinistre sull’uso che si sarebbe fatto in passato del territorio. Riportiamo alcuni passaggi salienti del racconto fatto alla “Gazzetta” dal testimone oculare che avrebbe visto interrare i container pubblicato lo scorso 1° novembre. Indicando un punto ben preciso della cava questi affermava: “sotto quel movimento terra sono stati sotterrati dei container contenenti rifiuti pericolosi”. Alla domanda del perché non abbia parlato prima di questo episodio che si sarebbe verificato a “Grottelline”, la risposta era stata lapidaria: “questa è gente che ammazza!”. Ad altra domanda: perché parlarne ora? Risposta: “quella roba la sotto, veleni, medicine, possono uccidere la gente. Fanno venire il cancro. Ora datevi da fare”. Va quindi sottolineata la tempestività dell’intervento giunto dalla Procura di Trani finalizzata ad accertare non solo gli eventuali gravi reati commessi, quando, ove l’interramento dei rifiuti dovesse risultare conclamato, per l’azione di salvaguardia del territorio e della salute pubblica.
GROTTELLINE UNA STORIA CON TANTI MISTERI
Quello che è successo qui non è successo altrove

Con il nuovo sequestro disposto dalla procura di Trani per il sospetto di interramento di rifiuti pericolosi non siamo di certo alla fine della intricata vicenda di “Grottelline”. La cronaca in questi anni ha sottolineato tante strane situazioni che rimetterle insieme hanno davvero dell’incredibile. Quello che è successo qui non è successo altrove. Un giallo infinito senza ancora una soluzione. Ripercorriamone le fasi salienti: documenti spariti, introvabili, all’arrivo del commissario prefettizio Mariannina Milano nel Comune di Spinazzola che indicavano Grottelline come area di interesse archeologico, naturalistico, ambientale, proprio mentre il presidente della Regione Nichi Vendola firmava un contratto ventennale per la gestione del sito come discarica con l’Ati Tradeco-Cogeam. La prima azienda del patron dei rifiuti in Puglia Carlo Dante Columella, la seconda della famiglia Marcegaglia, della signora Emma presidente di Confindustria. Subito dopo, il 3 luglio 2006, arriva l’aggressione al giornalista Alessio Di Palo, direttore di Radio Regio di Altamura. Il quale denunciava dalla sua emittente quella strana sparizione di documenti e gli intrighi tra mafia-politica e affari nella sua città. Due i suoi sgherri: Vincenzo Laterza il quale diventa testimone di giustizia per la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e viene messo in sicurezza con la sua famiglia e Biagio Genco, un caso di lupara bianca, braccio destro di Bartolo Dambrosio. Boss di Altamura, ucciso lo scorso mese con trentatre colpi di armi da fuoco. Il 7 luglio 2006 con l’articolo apparso su Corriere della Sera a firma di Carlo Vulpio: Grottelline diventa un caso nazionale. E crea nervosismo nel presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. L’ex sindaco di centrodestra di Spinazzola Savino Saraceno menzionato nel pezzo querela, Vendola minaccia di farlo. Vulpio, come riportato proprio ieri dalla “Gazzetta” viene per l’infondatezza della querela per diffamazione di Saraceno pienamente assolto dal Tribunale di Milano. Per non farsi mancare niente nel tritacarne finisce il furto della memoria del computer nell’assessorato all’ambiente della Regione Puglia retto da Michele Losappio che conteneva, come riferirà il Governo ad una delle diverse interrogazione dell’on. Pierfelice Zazzera sul caso Spinazzola, proprio i dati sensibili su “Grottelline”. Ultima interrogazione parlamentare in ordine di tempo quella pubblicata ieri sulla “Gazzetta” proprio sull’interramento dei rifiuti. Poi si scopre il balzello delle particelle del progetto della discarica, prima in parte escluse nella procedura di valutazione di incidenza ambientale, poi come per magia rientrate nell’atto di esproprio. Queste diventano ragione il 23 agosto 2008 del primo sequestro di “Grottelline” da parte della Procura di Trani pm Michele Ruggiero. Ed ancora, vale la pena ricordare che l’amministrazione Comunale di Spinazzola guidata dal sindaco Carlo Scelzi prima si scaglia contro la realizzazione della discarica in campagna elettorale e nei primi mesi di mandato, poi ci ripensa e sposa la sua necessità. Scelzi diventa nel frattempo presidente dell’Ato Ba/4 a cui è destinata la discarica, aggiungendo nella sorte di Grottelline con il sequestro della procura di Trani ancora in atto, oltre al previsto biostabilizzatore anche l’impianto della frazione umida del trattamento dei rifiuti e un deposito di quelli secchi. E poi ci sono le telefonate, le tante telefonate, arrivate ai parlamentari Pierfelice Zazzera e Leoluca Orlando dell’Idv per quella interrogazione sul furto della memoria del computer. Telefonate anche per il giornalista Giacomo Amadori di Panorama partite dei potentati della Confindustria con a capo Emma Marcegaglia. Dalle intercettazioni disposte dopo l’aggressione del giornalista Alessio Dipalo dalla direzione distrettuale antimafia di Bari, pm Desirè Digeronimo, si giunge dritto agli appalti sui rifiuti ospedalieri che coinvolge la società Vi.ri del figlio Michele di Carlo Dante Columella e di suo cognato Francesco Petronella. Sino ad arrivare a lambire e coinvolgere l’ex assessore alla sanità regionale con il suo bagaglio di voti, diventato senatore del Pd, Alberto Tedesco. Ed ora, il tremendo sospetto, ancora tutto da verificare, di Grottelline come cimitero di rifiuti pericolosi. Un lembo di terra che avrebbe dovuto richiamare il mondo scientifico per i suoi misteri legati alla storia millenaria, dal Neolitico ai Templari, trasformato sempre più in un affare che puzza.

venerdì 12 novembre 2010


SPINAZZOLA DOPO LA SEGNALAZIONE DELLA «GAZZETTA», ALCUNE SETTIMANE FA
Grottelline, interrogazione sui container di rifiuti sepolti Strani traffici nella zona non più sotto sequestro

di Cosimo Forina
In meno di tre anni tre interrogazioni parlamentari e due interpellanze legate a “Grottelline ” o ai personaggi a cui è stata affidata dal presiedente della Regione Puglia Nichi Vendola l’immondezzaio che si vuole costruire a Spinazzola, in un’area archeologica, di interesse naturalistico e paesaggistico. Discarica da asservire a dieci Comuni dell’Ato Ba/4, 200mila abitanti.
Due interpellanze e tre interrogazioni parlamentari, tutte a firme dell’on. Zazzera (Idv) : non è un record di cui compiacersi perché quel che è stato chiesto di volta in volta al Governo e a Ministri ha sempre avuto dell’inquietante. La prima interrogazione, senza risposta, risale all’agosto 2009 e scaturì dopo il sequestro dell’area di “Grottelline” da parte del Tribunale di Trani. La seconda interrogazione è quella relativa al furto della memoria del computer presente nell’assessorato all’ambiente della Regione Puglia, retto da Michele Losappio, a cui il Governo ha risposto: «Il furto era attinente alla procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale legata a Grottelline». Ultima in ordine di tempo è l’interrogazione parlamentare, degli onorevoli dell’Italia dei Valori: Pierfelice Zazzara, Sergio Michele Piffari e Domenico Scilipoti. I deputati dopo la notizia pubblicata sulla “Gazzetta” nei giorni scorsi su presunti rifiuti interrati a “Grottelline ” - episodio raccontato da un testimone alla presenza di più persone - hanno immediatamente interrogato il Ministro dell'ambiente ed il Ministro per i beni e le attività culturali. «La discarica di Grottelline è stata posta sotto sequestro il 26 agosto 2009 dal nucleo operativo ecologico di Bari. La zona interessata dalla discarica, infatti, si trova su un'area di grande valenza archeologica; in particolare, il sito è compreso tra un villaggio neolitico di 7000 anni fa, una sorgente di acqua minerale e una masseria fortificata che fu dei Templari. La discarica è stata data in gestione alla società Ati Tradeco-Cogeam. L'attività della Tradeco, il cui patron è Carlo Dante Columella, è oggetto di indagine da parte dell'antimafia per i reati di associazione per delinquere e corruzione, traffico illecito e presunta gestione non autorizzata dei rifiuti; in seguito, l'area è stata dissequestrata, ma recenti notizie stampa gettano nuove ombre sul sito di Grottelline, in particolare la testimonianza di una persona che avrebbe visto interrare un container con materiale pericoloso all'interno della cava. Il testimone ha dichiarato che «Quella roba interrata là sotto, veleni, medicine, possono uccidere la gente. Fanno venire il cancro. (...)»; delle gravi affermazioni è stata messa immediatamente al corrente la procura
distrettuale antimafia di Bari e la procura di Trani; attualmente, si legge ancora nell'articolo l'area della discarica sembra “terra di nessuno”. Il cancello d'ingresso che porta alle cave è aperto. Parte delle buche destinate a ricevere i rifiuti, sono state coibentate con grossi teli neri. Qui si è formato un grande lago d'acqua piovana profondo chissà quanto, acqua discesa dal cielo e dal promontorio del Parco Nazionale della Murgia». Da qui la richiesta di spiegazioni e di intervento ai ministeri.
SPINAZZOLA L’ex sindaco aveva querelato l’inviato del Corriere della Sera sulla vicenda della discarica
RICORSO E DOCUMENTI INTROVABILI ECCO PERCHÉ CARLO VULPIO NON HA MAI OFFESO SAVINO SARACENO

Grottelline: Depositate le motivazioni della sentenza di assoluzione emessa dal giudice Enrico Scarlini del Tribunale di Milano per il giornalista Carlo Vulpio inviato del Corriere della Sera e del suo direttore Paolo Mieli, per la querela presentata dall’ex sindaco di Spinazzola Savino Saraceno
sull’articolo del 7 luglio 2006: “Nel villaggio neolitico spuntano due discariche”. La frase ritenuta dal Saraceno per sè offensiva, contenuta nell’articolo di Vulpio, era quella che seguiva la descrizione del comportamento assunto dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, nella veste di commissario all’emergenza ambientale, il quale aveva firmato il contratto di gestione della discarica di Spinazzola per circa vent’anni con l’Ati Tradeco-Gogeam. Il titolare della prima azienda, Carlo Dante Columella, era stato arrestato un mese prima per la gestione di altra discarica a Canosa (assolto successivamente ndr): «un intreccio mica male, nel quale si fa notare anche l’ex sindaco di Spinazzola, Savino Saraceno, di An, che prima non presenta ricorso al Tar, come fa in sindaco di Poggiorsini, per difendere i tesori sui quali è seduto e non esporre a rischi di salute dei suoi concittadini, e poi casca dalle nuvole quando gli viene chiesto come mai dagli uffici comunali siano spariti proprio i documenti che definivano estremamente rilevante l’importanza del sito archeologico». Per il giudice Enrico Scarlini non vi sono state cause scriminanti nell’esercizio di diritto di cronaca e di critica. Poiché il Tribunale ha potuto accertare attraverso le testimonianze e con l’ampia documentazione prodotta dalla difesa di Carlo Vulpio, avv. Caterina Malaventa, la verità della notizia, l’interesse pubblico alla sua divulgazione, la contenutezza delle espressioni utilizzate, quest’ultime correlate ai fatti che si descrivono nel contesto dell’articolo. Circa documenti introvabili nel Palazzo di Città, il giudice ha accertato che tale notizia era già stata pubblicata dalla “Gazzetta” il 18 maggio 2006 con altre nei giorni successivi. Documenti, come ha confermato l’ex commissario prefettizio di Spinazzola Marianinna Milano le furono forniti in copia dalla Soprintendenza perché introvabili nel Palazzo di Città e con i quali la stessa chiese al presidente Vendola, di sospendere gli atti di affidamento e avvio dei lavori della discarica in attesa del vincolo archeologico di “Grottelline » .

lunedì 1 novembre 2010


AMBIENTE E TUTELA UN NUOVO «CASO» SULLA MURGIA
LA SEGNALAZIONE

L’indicazione: «Il materiale interrato (veleni, medicinali) è molto pericoloso e cancerogeno. Datevi da fare»
Rifiuti nascosti a Grottelline
Un testimone: ho visto interrare un container con materiale pericoloso
di Cosimo Forina
Rifiuti interrati a Grottelline? Parla un testimone alla presenza di più persone. Il suo racconto getta ombre sinistre sulle cave di “Grottelline”, dove era in corso la realizzazione della nuova discarica prima del sequestro esercitato dalla procura di Trani, agosto 2009, oggi dissequestrata dallo stesso pm Michele Ruggiero, la discarica del Bacino Ba/4 da asservire a 200mila abitanti, data in gestione dal presidente della regione Puglia Nichi Vendola per circa vent’anni all’Ati Tradeco-Cogeam. L’uso di tutti i condizionali in questo caso è d’obbligo. Sino a verifica da parte delle autorità competenti di quello che ci è stato raccontato da una persona sopraggiunta ad un gruppo che casualmente aveva fatto sosta a “Grottelline” per una visita dei luoghi. Questi, dopo un breve colloquio, ha indicato un punto ben preciso della cava: «Sotto quel movimento terra sono stati sotterrati dei container contenenti rifiuti pericolosi ». Di questa rivelazione sono state immediatamente informate la Procura distrettuale antimafia di Bari e la Procura di Trani. Quest’ultima tramite il Comando del Corpo Forestale dello Stato.
IL RACCONTO
Alla domanda rivolta alla persona che ha reso il racconto del perché non abbia parlato prima di questo episodio che si sarebbe verificato a “Grottelline ”, la risposta è stata lapidaria: «Questa è gente che ammazza». Ad altra domanda, mentre gli occhi dei presenti si sono cercati sbigottiti: perché parlarne ora? Risposta: «Quella roba interrata la sotto, veleni, medicine, possono uccidere la gente. Fanno venire il cancro. Ora datevi da fare».
È una giornata rigida, invernale, il vento è tagliente e il freddo si fa sentire pungente. Abbiamo raggiunto “Grottelline ” ancora una volta, come tante in questi anni in cui abbiamo raccontato ogni nuovo episodio della singolare costruzione di una discarica in un lembo di terra di interesse archeologico per la presenza di un sito Neolitico, dove sussiste una chiesa rupestre a confine con una masseria che fu dei Templari, scenario straordinario sotto il profilo paesaggistico e naturalistico.
BUCHE E CANCELLI
L’immagine che si presenta è la seguente. Il cancello d’ingresso che porta alle cave di tufo prospiciente la strada asfaltata è aperto. Parte delle buche destinate a ricevere i rifiuti, un milione di metri cubi, sono state coibentate con grossi teli neri che hanno reso il terreno impermeabile. Qui si è formato un grande lago d’acqua piovana profondo chissà quanto, acqua discesa dal cielo e dal promontorio del Parco Nazionale della Murgia a pochi chilometri dove svetta lo Rocca del Garagnone, che ha scavato lame ricche di testimonianza nei millenni. Quando l’autovettura della persona che ci ha voluto raccontare questo segreto, liberandosi probabilmente del suo peso, si era fermata dinanzi a noi, avevamo pensato, chissà poi perché, che saremmo stati invitati ad allontanarci dal bordo cava. Ed invece no. Ora da parte della magistratura certamente saranno messe in atto tutte le azioni per verificare l’attendibilità della fonte e della notizia. Ci sono diverse domande che attendono risposta: ci sono davvero quei container sepolti a “Grottelline”? Perché questo territorio è diventato terra di nessuno? Mentre certamente la magistratura inquirente saprà individuare eventuali responsabili ci domandiamo: chi avrebbe dovuto vigilare affinché questo inquietante episodio, se si è verificato, di traffico di rifiuti non accadesse? E che tipo di rifiuti sono stati, se nascosti, nel ventre dilaniato di “Grottelline ”?