venerdì 23 agosto 2013


SPINAZZOLA:
SEI ANNI PER UN PIANO GIÀ SUPERATO
CITTÀ PENALIZZATA
Perché si vuole privare Spinazzola della sua storia e del riconoscimento che si deve a luoghi così importanti?
SCAVI ARCHEOLOGICI NON RILEVATI
La scheda degli ambiti paesaggistici omette luoghi di interesse carsico come il «Cavone» e nulla riporta delle scoperte archeologiche
PIANO PAESAGGISTICO SOLO UN «COPIA-INCOLLA»
Il nuovo strumento urbanistico ricalca la vecchia stesura
di Cosimo Forina
SPINAZZOLA. Come ignorare, carte alla mano, la storia di una città e del suo territorio. Il 2 agosto 2013 la Giunta Regionale ha adottato il Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia. Sei anni di lavoro dell’assessorato che fa capo ad Angela Barbanente con delega alla Qualità del territorio - Assetto del Territorio, Beni Culturali, Urbanistica, Politiche abitative. A detta dall’assessore, il nuovo documento è fondato su una cartografia aggiornata e con notevole capacità di dettaglio: “siamo passati da una scala 1 a 25mila, ad una scala 1 a 5.000. Questo consente di avere una dimensione adeguata perfino alla pianificazione comunale e capace di offrire informazioni sulle caratteristiche del paesaggio che si intende valorizzare.
IL VECCHIO PIANO
Del vecchio Piano Paesaggistico Territoriale è stata conservata la classificazione della tutela: idrogeomorfologica (territori costieri, vicini ai laghi, ai corsi d’acqua, lame, gravine, grotte); ambientale (boschi, macchie, aree umide, pascoli); antropica e storico- culturale (immobili, aree di notevole interesse pubblico, zone archeologiche, paesaggi rurali)”.
Come avviene per questi casi, meglio andarsi a leggerle le carte (http://www.paesaggio.regione. puglia.it/), perché un Piano Paesaggistico oltre che partire dal passato, incornicia il presente e proietta, segnandolo, il territorio nel futuro.
LA FOTOGRAFIA
Una fotografia in dettaglio del territorio. Per quel che riguarda Spinazzola e non solo, questa risulta come stampata su carta seppia, in un bianco e nero di pressappochismo. Una delusione. In buona sostanza non si è andati oltre il copia incolla del vecchio Putt e sei anni per far questo, anche per i più semplici, sono tanti. Infatti, la scheda degli Ambiti Paesaggistici (5.6Ambito Alta Murgia) oltre ad omettere alcuni luoghi di interesse carsico come il “Cavon e ” nulla riporta di quanto recentemente scoperto sul territorio.
Nelle tavole che accompagnano il documento: “la struttura di lunga durata dei processi di territorializzazione: dal Paleolitico all’VIII sec. a.C.” Spinazzola come Poggiorsini sono del tutto assenti. Perché, nonostante in modo straordinario il territorio racconta ben 10mila anni della presenza dell’uomo in forma stanziale?
COPIA E INCOLLA
Che in Regione ci si sia limitati al copia incolla dal Putt lo si deduce anche dal nome delle strade riportate in sigla nel Piano, definite statali o regionali lì dove la denominazione è mutata in provinciale. Proviamo a fare sintesi su cosa non c’è di rilevante nel nuovo “Ptrp”. A Grottelline, sito nel territorio di Spinazzola a confine con Poggiorsini dove la Regione vorrebbe far realizzare una mega discarica di rifiuti, l’Università di Pisa tra il 2004-2005, scavi condotti dalla prof.ssa Renata Grifoni Cremonesi, ha portato alla luce un villaggio Neolitico (VI millennio a.C.). Nel nuovo Piano non si fa menzione. Il sito fu segnalato da Giovanni Pofi il 13 maggio 1998, ma era già conosciuto in parte da Vinson e descritto da lui in “Ancient roads between Venosa and Gravina”. Come riportato dal prof. Fedele Raguso in:“Storia antica: il popolamento, monte Falicato e la via Appia” e con Marisa D’Agostino in “Poggiorsini, Signoria della Murgia”. Agli scavi è seguito l’imposizione del vincolo archeologico. A pochi metri del sito Neolitico, oltre ad una chiesa rupestre a croce greca con cinque absidi, vi è la Masseria “Viti ” o “Grottellini” territorio di Poggiorsini. Casale in possedimento dei Templari documentato sin dal 1197. Masseria dichiarata monumento di grande interesse e tutelata ai sensi della legge 1089 del 1939. Ed anche di questa non vi è traccia nel Piano.Strano no! Altro vincolo archeologico ignorato quello della Rocca del Garagnone, riferito agli scavi condotti dalla dott.sa Donato Venturo tra il 1997 e 1998. Decreto di tutela del 12 settembre del 2000, sito dell’Età del Bronzo più esteso dell’Italia meridionale.
COSA MANCA
Il Piano Regionale si fa mancare archeologicamentedi tutto. Oltre ad ignorare gli scavi a Jazzo Fornasiello, territorio di Gravina, luogo ubicato sulla strada che porta a Spinazzola, Università Statale di Milano, prof.ssa Maria Castaldi, scoperta archeologica riconducibile al IV-V secolo a.C. nulla dice delle incisioni su roccia dell’Età dei Metalli, scoperte in località “Cavon e ” di Spinazzola. Affidate agli studi dell’Università di Pisa, pubblicati nel 2009 sul “Bullettino di Panteologia”. Nessun cenno anche per la Villa Romana scoperta in località “la Santissima” ma qui siamo come per Jazzo Fornasiello dopo l’VIII secolo a.C., ma è zona di gioia e dolori degli industriali del vento e del sole, che proprio li vorrebbero piazzare, come su altri coni paesaggistici attigui alle arre archeologiche, le loro pale eoliche e distese di specchi smembra paesaggio per portare a casa il loro business. Quello della Santissima ha visto impegnata l’Università di Foggia, scavi del 2005 diretti dalla prof.sa Maria Luisa Marchi. Non da ultimo il Castello di Spinazzola, nel cuore del Borgo Antico.
L’ETÀ DEL BRONZO
Qui la Sovrintendenza, la dott.Giuseppina Canosa ha portato alla luce altro villaggio dell’Età del Bronzo. Appare singolare che non vi sia traccia di tutto questo nel nuovo Piano Paesaggistico della Regione, come anche quanto disposto il 10 agosto 1992 dal soprintendente archeologico di Taranto, Giuseppe Andreassi. Ovvero, l’interesse oltre dei siti: Garagnone, Castello, Grottellini, anche di Masseria Bosco, Quadrone, per le quali si intendeva imporre imposizione del vincolo ai sensi della L.1089/1939. Obbligo per il Comune di Spinazzola scriveva Andreassi di: “provvedere alla segnalazione delle zone nel P.R.G. ed alla tipizzazione di esse con la prescrizione che tutti gli interventi che saranno effettuati nelle suddette aree dovranno essere preventivamente autorizzate da questo Ufficio”.
LA STORIA NEGATA
Di tutto il nulla. Perché tanto è negato a Spinazzola e la si vuole priva di storia e del riconoscimento di luoghi così importanti? A partire dal 5 settembre sarà possibile per chiunque far giungere in Regione osservazioni sul nuovo Piano Paesaggistico. Il Comune di Spinazzola farà giungere le sue?
PERRONE: «UN’ESIGENZA CAUSATA DAL PERIODO ESTIVO»
L’ANCI PUGLIA CHIEDE .UNA PROROGA PER LE OSSERVAZIONI AL PIANO PAESAGGISTICO

Con riferimento al nuovo Piano Paesaggistico Territoriale della Puglia (PPTR) adottato dalla Giunta regionale con delibera del 2 agosto 2013, n.1435 e pubblicato il successivo 6 agosto 2013 (n.108, BURP), l’ANCI Puglia, anche al fine di rendere concrete ed effettive le doverose e imprescindibili esigenze di controllo e partecipazione dei Comuni pugliesi al processo di perfezionamento del relativo iter amministrativo e politico di approvazione, chiede una proroga del termine fissato per la formulazione delle osservazioni e deduzioni di legge.“L’evidente opportunità di tale differimento, – sottolinea il presidente Luigi Perrone - anche in considerazione del carattere estivo di parte dell’arco temporale interessato, appare peraltro pienamente in linea con lo spirito del predetto Piano Paesaggistico, definito in termini di “Piano delle certezze e della trasparenza” dalla stessa Assessore Barbanente in sede di conferenza stampa di presentazione tenutasi, alla presenza del presidente Vendola, il 6 agosto scorso. L’ANCI Puglia è certa dell’accoglimento della presente richiesta di proroga, confidando nella sensibilità istituzionale delle Autorità regionali coinvolte e nel desiderio comune di confronto e collaborazione per garantire al territorio l’adozione di uno sviluppo durevole e sostenibile.

sabato 3 agosto 2013

AMBIENTE
L’ASSALTO AL TERRITORIO
IL PARERE NEGATIVO
Le torri smembra-paesaggio previste a Spinazzola erano 30 (poi ridotte a 26), 24
aerogeneratori (ridotti a 21) quelli a Poggiorsini
I RICORSI RESPINTI
Due sentenze hanno respinto i ricorsi della Fri-El Spa contro il parere contrario alla Valutazione di impatto ambientale
Il Tar dice due volte «no» al parco eolico murgiano
Negate le autorizzazioni per i pali a Spinazzola e a Poggiorsini
di Cosimo Forina
SPINAZZOLA. E’ arrivata la seconda sonora doppia bocciatura del Tar di Bari per i due progetti di eolico della società Fri-El spa ricadenti nei comuni di Spinazzola e Poggiorsini. Le torri smembra paesaggio previste erano 30 (successivamente ridotte a 26) a Spinazzola, 24 aerogeneratori (successivamente ridotti a 21) quelli a Poggiorsini. Il primo “no” alla selva di pali da parte del Tar di Bari risale a luglio 2012, fase cautelare. Con due apposite ordinanze si respingeva la richiesta di sospensione da parte della società dei provvedimenti di diniego della Regione Puglia. Lo scorso 25 luglio, sono arrivate le altre due sentenze con cui sono stati respinti i ricorsi della Fri-El Spa contro il parere contrario alla Valutazione d’Impatto Ambientale, nonché il diniego, per illegittimità derivata, all’Autorizzazione Unica di entrambi i mega-impianti eolici. Ripercorriamo gli eventi: Il 27 giugno 2012 la Fri-EL spa depositava presso il Tar di Bari un ricorso contro il parere negativo del Servizio Ecologia della Regione Puglia nell’ambito della procedura Valutazione di impatto ambientale per la realizzazione del progetto di un mega-impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica da realizzarsi nel comune di Spinazzola denominato “Pilella” in località Serra Palomba di potenza complessiva 84MegaWatt, costituito da 28 aerogeneratori della Vestas V90 da 3 MegaWatt ciascuno con 90m di diametro. La Fri-El spa impugnava anche il conseguente diniego di autorizzazione del Servizio Energia della Regione Puglia chiedendone la sospensione. Tutto veniva respinto con apposita ordinanza cautelare emessa, come si è detto, il 12 luglio 2012, camera di consiglio Tar di Bari. Il 28 giugno la Fri-EL spa depositava altro ricorso impugnando analoghi provvedimenti relativi alla procedura VIA di altro mega-impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica da realizzarsi nel Comune di Poggiorsini 79.20MW, costituito da 24 aerogeneratori da 3.3MW ciascuno, 100m di diametro. Anche in questo caso la richiesta di sospensione al diniegodella Regione veniva respinta con altra ordinanza depositata sempre il 12 luglio presso il Tar di Bari. I progetti, oltre alle tante contestazioni espresse dalla Regione, portavano con loro, come opera connessa, una anomalia, anche la controversa Stazione Terna 150/380 kV da realizzare in contrada “Podice” di Spinazzola. Dove dovevano essere allacciati gli impianti, chiedendone contestualmente l’autorizzazione, nonostante la medesima stazione, per ben due volte, fosse stata già oggetto di annullamento in autotutela da parte della Regione Puglia, con apposito provvedimento dirigenziale, nel febbraio 2012. I provvedimenti di diniego alla Valutazione Impatto Ambientale che il Servizio Ecologiadella Regione Puglia aveva rilasciato alla Fri-El spa evidenziavano notevoli criticità ambientali e paesaggistiche sia per gli aerogeneratori sia per i cavidotti sia per la Stazione Terna 150/380 kV a ridosso del Torrente Basentello, lasciando alla società Fri-El la possibilità di integrare la progettazione con soluzioni alternative per superare tutte le interferenze ambientali e paesaggistiche evidenziate. Ma la Fri-El Spa, non recepiva, recitano le due sentenze del Tar, ciò che la Regione Puglia aveva evidenziato, perseverando instancabilmente nelle sue convinte posizioni. I due giudizi giunti ora rappresentano il proseguo di quella partita pendente al TAR, il cui primo tempo si era concluso a favore della Regione. Ora anche nel secondo match il Tribunale Amministrativo di Bari ha decretato con un sonoro 2:0 che la controversia deve intendersi a favore della Regione, condannando la Fri-El Spa anche al pagamento delle spese di giudizio. Se è vero che una sentenza fa tendenza mentre più sentenze fanno giurisprudenza, ci si attende che anche gli altri industriali dell’eolico che ambiscono a puntare i loro pali sul territorio, non si ostinino a valer fare il business, li dove piaccia o no, non può essere legittimamente autorizzato.
SPINAZZOLA SE ALCUNI PROGETTI HANNO TROVATO SONORA BOCCIATURA, PER ALTRI L’ITER SI È CONCLUSO E SI È GIÀ NELLA FASE DI ESECUZIONE
La Murgia nel mirino

SPINAZZOLA. «A.A.A. Offresi ultimi scatti alla bellezza del paesaggio millenario spinazzolese, prima dell’arrivo delle torri eoliche del versante Basilicata e poi quelle della Puglia». Se come abbiamo visto alcuni progetti di eolico hanno trovato sonora bocciatura al Tar di Bari, per altri, specie quelli ricadenti nella limitrofa terra di Basilicata l’iter si è concluso e si è già nella fase di esecuzione. Una selva di grattacieli di acciaio che andrà a modificare inesorabilmente i luoghi. Piazzati come alieni consacrati sulla linea di orizzonte. Proprio nei giorni scorsi si è parlato a Spinazzola di quanto il bene «paesaggio», a pari di quello storico, archeologico, monumentale e naturalistico, possa rappresentare il futuro. Ma i buoni propositi sembrano arrivare pur in abbondanza, ma sempre in ritardo. Specie rispetto agli affari legati all’industria del sole e del vento che hanno messo da tempo, nell’indifferenza generale, la loro ipoteca anche su questo tratto di paese. Spinazzola non sarà un’isola felice, nessuno si illuda. Pure qui, centinaia di pali eolici racchiusi in voluminosi progetti, attendono di devastare il bello in nome della “Green Economy”. A meno che, difficile da credere, non cresca quel dissenso che ha generato altrove il rifiuto dello stupro degli insediamenti industriali, con cui tutto si racconta ma che nella realtà non hanno nessuna
ricaduta, tanto meno socio-economica. Difficile, perché nello sport degli ultimi anni praticato di frequente in città, chi più e chi meno, si è improvvisato “sviluppatore ”. Ovvero quella figura controversa che aiuta le società industriali a piazzare le proprie opere. Mestieraccio raffinato che punta a recepire le disponibilità degli agricoltori a piazzare sui loro terreni le torri o distese di specchi per quattro soldi, per poi coniugare il tutto con l’accelerazione degli iter burocratici delle realizzazioni. Il “Paesaggio”Costituzione alla mano, è uno di quei beni inalienabili, eppure per piazzare le torri eoliche se ne sono sentite e lette di belle. Tutto a garanzia di un business controverso, dove a sguazzarci ci si è messa anche la criminalità organizzata. Da quel che si legge sulle carte, prima o poi Spinazzola rientrerà nel giro o girone se si preferisce di quella Puglia da trasformare, come dice il suo governatore Nichi Vendola, nell’Arabia Saudita delle rinnovabili. Quindi affrettarsi a fare gli ultimi scatti di crinali e orizzonti, per racchiudere una emozione. Forse sarà l’ultima illusione per sentire ancora proprio un territorio che le future generazioni conosceranno come altro.