sabato 9 maggio 2015


Discarica Grottelline, premiato il coraggio di Cosimo Forina- Intervento di Carlo Vulpio





"NO" ALLA DISCARICA DI GROTTELLINE: LA FIJET PREMIA COSIMO FORINA
Scritto da Lucia Casamassima
Venerdì, 08 Maggio 2015 19:26
"E' un sesterzio romano. Un sesterzio e' una moneta antica, e' storia, e' archeologia, e' territorio. Sono elementi che fanno pensare, elementi che ci porteremo dietro". Con queste parole Franco Di Bartolomeo ha spiegato e poi consegnato ieri sera il premio della Fijet ( Federazione Internazionale di giornalisti e scrittori di turismo) a Cosimo Forina, giornalista della "Gazzetta del Mezzogiorno" durante un interessante incontro nella sala consigliare del Comune di Poggiorsini.
Nessuno e' profeta in patria. Il riconoscimento per i dieci anni di cronache coraggiose di Forina legate al sito di Grottelline, dove la Regione Puglia guidata dal governatore Nichi Vendola vorrebbe far realizzare all’Ati Tradeco-Cogeam (Gruppo Columella per la Tradeco, 51 per cento Marcegaglia SpA e 49 per cento Cisa Spa) una discarica con impianti per il trattamento di rifiuti per oltre 200mila abitanti, viene da lontano. Viene da chi, pur non abitando la Murgia, ha deciso di opporsi a questo ennesimo e mostruoso piano che ne deturperebbe il volto. Ma non solo. E' anche un "No" preventivo alle metastasi che divorerebbero un'ampia area dell'Alta Murgia. Insieme con Cosimo Forina e Franco Di Bartolomeo c'erano il principe spinazzolese Marzio Pignatelli, il sindaco di Poggiorsini Michele Armienti e Carlo Vulpio, inviato speciale del "Corriere della Sera". Di fronte, seduto tra un pubblico numeroso ed entusiasmato, c'era Alessio Dipalo, amico e collega di Cosimo Forina e che da anni segue le vicende legate al business ambientale sulla Murgia.
"Voglio innanzitutto dedicare questo premio alla mia famiglia- ha detto Forina con la voce rotta dalla commozione- perché questo percorso ci è costato parecchio: mentre gli altri leggevano qualcuno ha fatto terra bruciata intorno noi. Ma siamo andati avanti". "Poi voglio condividere questo premio - ha continuato- con due persone: Alessio Dipalo, direttore di Radio Regio Stereo e Carlo Vulpio". Perché? "Perché quattro giorni dopo il 29 giugno del 2007, giorno in cui Alessio e Carlo chiudono la raccolta delle firme per il "no" alla discarica, quattro sgherri con il mandato di uccidere si presentano da Alessio. Gli risparmiano la vita e si accontentano di rompergli solo qualche costola". E così prosegue il suo racconto difficile e lungo undici anni. E sottolinea che i 700 articoli scritti su Grottelline seguiti a indagini altrettanto insidiose non hanno avuto nulla a che vedere con l’ ambizione professionale, perché sono solo "6 euro e ottanta centesimi lordi a pezzo". E il pegno pagato fino ad ora, a confronto, e' di una grandezza spropositata. Gli applausi che hanno riscaldato la serata sono stati improvvisamente rotti dalla voce dissonante e dalla critica serrata e scandita di Carlo Vulpio. "Io sono preoccupato per questo premio – ha detto l’inviato del Corriere- anzi, questo premio deve preoccupare perché vi lava la coscienza. Lava la coscienza a tutti noi ed è il premio che normalmente si dà ai morti, perché le comunità in genere hanno bisogno dei morti affinché i vivi continuino a fare gli affari loro". "Lui – ha ricordato- per fortuna e' ancora vivo, nel senso che non si è stabilito economicamente vantaggioso sopprimerlo del tutto, però lui era candidato a questo". Rapidi ma legati stretti i suoi passaggi: dalle vicende dei magistrati Falcone e Borsellino alla spiegazione “dell'usanza del vivere sui morti”; dai giri della “vecchia” mafia per arrivare a spiegare quanto ormai sia più redditizio e meno complicato del narcotraffico (a livello penale e sociale) il business di Grottelline o, per esempio, quello dell'eolico. E ancora, il racconto del filo rosso che spesso lega politici e magistrati e il pegno che sono costretti a pagare quei giornalisti che decidono di scoprirne i legami. "E allora, - avviandosi alla conclusione- come e' stato considerato Cosimo Forina fino ad ora? Un rifiuto umano, anche per il suo Comune che non ha avuto il coraggio di assegnargli un incarico pubblico; e non per dargli una prebenda ma per difenderlo".

martedì 5 maggio 2015

AMBIENTE
Spinazzola “La terra dei fuochi”
IL SILENZIO
La scoperta dei rifiuti pericolosi fu effettuata dalla Forestale all’inizio di giugno 2014
GROTTELLINE,PREOCCUPANO I RIFIUTI “TOMBATI” NELLA CAVA
Enigmatico il “disinteresse” mostrato dai sindaci interessati
Cosimo Forina
Grottelline a quando la verità sulle tonnellate di rifiuti pericolosi “tombati” nella cava che si vuole adibire a discarica da parte della Regione Puglia, scoperti dagli uomini del Comando del Corpo Forestale dello Stato di Bari e Cassano su mandato del pm Renato Nitti della procura antimafia di Bari?
Questi sono o no un rischio sulle matrici ambientali?
E perché i sindaci di Spinazzola, Nicola Di Tullio e di Poggiorsini, Michele Armienti pur rivestendo ruolo di autorità sanitaria non sembrano intervenire sulla vicenda? Su Di Tullio c’è stata nei mesi scorsi la pressione dagli uffici dall’assessorato all’ambiente retto da Lorenzo Nicastro per destinarlo come esecutore della bonifica nonostante l’area del ritrovamento è ancora sottosequestro. Non un punto qualunque. In parte della particella 11 del foglio di mappa 142 del Comune di Spinazzola che con altra, la particella 143 è sempre stata nella piena disponibilità della Tradeco fin dal 1989. Società intestataria la Ecospi che da misura camerale è in quota alla famiglia Columella.
Quelle due particelle in modo sartoriale furono destinate dall’amministrazione Comunale di Spinazzola nel 1990 (Pci-Dc) ad immondezzaio. Una superficie che negli anni si estesa a tutta la cava ed ai terreni attigui con l’idea di realizzare un mega immondezzaio e impianti di trattamento da destinare a 200mila abitanti. Mentre in altro “buco” confinante, sempre la Tradeco, intendeva realizzare altra pattumiera di rifiuti speciali. In buona sostanza mentre l’iter amministrativo fa registrare un andirivieni di documentazione tra l’Ati Tradeco-Cogeam (Gruppo Columella per la Tradeco, al 51 per cento Marcegaglia SpA e 49 per cento Cisa Spa) subentrato alla sola Tradeco che non intende mollare la realizzazione concessa da Nichi Vendola e gli Enti territoriali, associazioni ambientaliste la contrastano, tutti sembrano aver dimenticato i rifiuti “tombati”.
Rinvenuti in una particella “sconvolta” dall’arrivo di migliaia di metri cubi di terreno sin dai primi lavori dopo la firma del contratto tra Vendola e l’Ati Tradeco-Cogeam. In particolare prima e dopo il primo sequestro da parte della procura di Trani in seguito ad anomalie riscontrate nel progetto. I rifiuti dalla Forestale sono stati scoperti all’inizio di giugno del 2014 e si è tentato da parte della Regione, altro paradosso, di farli passare per quelli urbani che in una emergenza il Comune di Spinazzola aveva fatto allocare, sempre alla Tradeco, temporaneamente nel 1995 nella cava di Grottelline. Società che per ordinanza sindacale aveva l’obbligo di rimuoverli quei rifiuti vent’anni fa.
Quanto scoperto dagli uomini della Forestale è purtroppo di ben altra natura, occultati sotto metri di terra li dove dalla documentazione fotografica risultava essere area libera. Grotteline è saga infinita caratterizzata dalla consegna del silenzio rotto solo quando a parlare dei rifiuti “tombati” ci si messo un cittadino recentemente scomparso, il quale denunciò la loro presenza alla “Gazzetta”. Da quelle rivelazioni segui una ricognizione dei carabinieri del Noe su mandato della Procura di Trani, i rifiuti non furono trovati e il testimone per questo dichiarato inattendibile. Poi sono saltati fuori con le indagini dell’antimafia di Bari. Gli uomini del Corpo Forestale hanno portato a termine il lavoro investigativo.
Le indagini hanno delineato un quadro chiaro della vicenda supportato da documentazione e rilievi trasmessi nelle mani del magistrato. Presto potrebbero giungere sue decisioni. Magari prima del cambiamento dei vertici regionali, date le imminenti elezioni del rinnovo del Consiglio, che su “Grottelline” comunque dovrà rispondere quanto meno politicamente per aver insistito nella sua trasformazione in immondezzaio.
Nonostante l’interesse archeologico, naturalistico, monumentale, paesaggistico del sito. Altra anomalia proveniente dalla Regione di questa vicenda il disinteresse continuo della commissione ambiente regionale presieduta da Filippo Caracciolo (Pd) sollecitata più volte con richiesta di una audizione sulle idoneità di Grottelline dal consigliere Ruggiero Mennea (Pd).
Grottelline “terra dei fuochi” se non è così qualcuno lo dimostri apertamente alla popolazione.