lunedì 20 ottobre 2014


GROTELLINE NUOVA PAGINA
Il governatore della Regione Puglia “a termine” e commissario per l’emergenza ambientale “scaduto”, Nicola Vendola (detto Nichi), si è lavato le mani della questione Grottelline. Lo scorso 14 ottobre ha deciso di passare il cerino acceso ad altri, con una semplice comunicazione. In cui, in modo unilaterale, ha ricostruito la vicenda del mancato avvio dell’immondezzaio da lui concesso all’Ati Tradeco-Cogeam (Gruppo Columella per la Tradeco, al 51 per cento Marcegaglia SpA e 49 per cento Cisa Spa).
Adesso, a dover decidere sulla controversa questione saranno il presidente dell’Oga Bat, Nicola Giorgino, i sindaci dell’Ato/Bat (Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa, Margherita di Savoia, Minervino Murge, San Ferdinando, Spinazzola, Trani e Trinitapoli) e i superstiti comuni dell’ex Ato Ba/4 (Altamura, Gravina di Puglia, Santeramo e Poggiorsini).
Vendola ha scelto di chiudere in questo modo il suo percorso di ex commissario all’emergenza ambientale in Puglia, proprio a pochi mesi dalla scadenza del suo secondo mandato da presidente della Giunta regionale. Un mandato durato dieci lunghi anni, in cui proprio Grottelline ha rappresentato l’apice del fallimento della Regione nella politica di gestione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Dieci lunghi anni di fatti gravi e rocamboleschi: sparizione di documenti e di memorie del computer nell’assessorato regionale contenenti i dati di Grottelline, “balletti” di numeri sulla reale estensione delle particelle del progetto, varianti dubbie e sequestri giudiziari.
Tutto pur di realizzare una discarica che sconvolgerebbe un sito di interesse archeologico, monumentale, paesaggistico e naturalistico, che proprio l’assessore all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, ha inserito nel Piano regionale dei rifiuti, nonostante le innumerevoli sollecitazioni dei Comuni e delle associazioni ambientaliste, e le interrogazioni al Parlamento italiano ed europeo. Un Piano votato a maggioranza in Consiglio regionale non solo dagli adepti di Vendola, ma anche e senza indugio dagli esponenti del Pd, che ora sembrano defilarsi dicendosi contrari. Un Piano sostenuto anche da Michele Emiliano, segretario regionale Pd e probabile candidato alla presidenza della Regione.
Intanto, continuano le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Bari sui rifiuti tombati nelle cave e scoperti di recente, che Vendola non menziona nella sua lettera di passaggio delle consegne. Poi, ci sono i ricorsi al Tar dei Comuni di Spinazzola e Poggiorsini, che riguardano la valanga di contraddizioni del Piano paesaggistico partorito dall’assessore Angela Barbanente. Eppure Vendola, dopo che in tutti questi anni ha sparato a zero su chiunque si occupasse di Grottelline contestando le sue “verità”, Come agevolmente si legge anche nei verbali di magistrati: l’ex pm Desireè Digeronimo e negli atti della commissione parlamentare antimafia sul ciclo dei rifiuti presieduta dall’on. Gaetano Pecorella, ha deciso di lavarsene la mani.
Ora su Grottelline si apre un nuovo capitolo, che potrebbe portare, se a prevalere sarà la coerenza, a conclusioni opposte, visto che sia l’Oga, sia i Comuni della Bat, sia la Provincia Barletta-Andria-Trani si sono da sempre dichiarate contrarie alla realizzazione della discarica a Spinazzola. Resta tuttavia un dubbio: nel caso in cui la controversia dovesse protrarsi con la bocciatura dell’immondezzaio a Spinazzola, a chi toccherà, dopo questa fuga della Regione, pagare gli eventuali danni alle imprese?