domenica 27 ottobre 2013

Spinazzola: Domenica scorsa a Poggiorsini anche un Sit-in di cinque parlamentari del Movimento Cinque Stelle
GROTTELLINE, LA DISCARICA APPRODA IN COMMISSIONE EUROPEA
L’interrogazione dell’on. Silvestris contro la decisione della Regione
di Cosimo Forina
La discarica che si vorrebbe costruire a Grottelline passa ora all’attenzione dell’Unione Europea. L’on. Sergio Silvestris (Gruppo PPE) ha presentato una interrogazione con cui si richiama attenzione alla valenza del sito, alla necessità della sua tutela, richiedendo alla Commissione Europea la valutazione di una apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia ed in particolare verso la Regione Puglia per violazione della Direttiva 2009/147/CE. Nonché scrive il parlamentare pugliese: «se in considerazione dell’importanza del sito neolitico di Grottelline si intenda avviare il riconoscimento di sito di interesse comunitario (SIC) e se in considerazione della presenza di numerose specie di uccelli selvatici intende avviare il riconoscimento di zona a protezione speciale (ZPS)». «La Regione Puglia - riscontra Silvestris - ha approvato di recente il piano dei rifiuti, il quale prevede la realizzazione di una discarica nel Comune di Spinazzola (BT). Il 14 ottobre del 2013, il Consiglio Comunale di Spinazzola ha approvato una delibera che evidenzia le ripercussioni che avrebbe sul territorio la realizzazione di tale discarica e l’impatto sia sull’agricoltura che sull’attività zootecnica. L’area è zona ad interesse archeologico,storico e culturale, così come sostiene la stessa Regione Puglia nel piano paesaggistico territoriale regionale, la quale ha individuato nella località Grottelline un geosito, con una evidente contraddizione di intenti. La cava individuata oltretutto intercetta una fitta rete di alvei fluviali, i quali creano grandi accumuli idrici all’interno della stessa, dal momento che non sono concluse le opere d’impermeabilizzazione. Ciò provocherebbe un inquinamento delle falde sottostanti, con conseguenti danni ambientali». E’ questo l’ennesimo richiamo verso un sito che la Regione Puglia, guidata da Nichi Vendola, con continuo atto di imperio, superando ogni perplessità già espresse nel passato, basandosi sulla teoria delle carte apposto, spesso quando non sparite, composte e ricomposte all’occorrenza, continua ad indicare come luogo dove fare l’immondezzaio. E dove poter chiudere, cementificando il territorio, il ciclo dei rifiuti attraverso il loro trattamento». Contro la discarica a Grottelline, che in se racchiude il fallimento del ciclo dei rifiuti in Puglia, perplessità vengono ora espresse all’unisono. Domenica scorsa anche cinque parlamentari del Movimento Cinque Stelle hanno tenuto un Sit-in nella città di Poggiorsini. E non certo perché anche loro risultano colpiti dalla sindrome racchiusa nell’acronimo “Not In My Back Yard”, “Non nel mio cortile”. Grottelline merita di essere protetta, valorizzata, conosciuta per la sua valenza: ambientale, paesaggistica, storica, archeologica. E questo oggi unisce ogni espressione politica che in modo trasversale va dal Pd a Pdl anche in ambito regionale. L’on. Sergio Silvestris attivando la Commissione Europea ha richiamato al rispetto e alla tutela del territorio e questo è un bene per le piccole città di Poggiosini, al confine con le cave che si vorrebbero riempire di monnezza e di Spinazzola che partendo dalla sua località più remota potrà farsi conoscere attraverso la sua storia.

venerdì 18 ottobre 2013

L’AFFARE RIFIUTI
SCHIARITA PER IL SITO ARCHEOLOGICO
SINDACI IN PRIMA LINEA
A manifestare il dissenso il sindaco di Spinazzola, Nicola Di Tullio, e quello di Poggiorsini, Ignazio Di Mauro
SCRIGNO DI RISORSE
Nella circostanza sono state evidenziate le peculiarità storico-archeologiche, paesaggistiche e naturalistiche del sito
PER «GROTTELLINE» SEI MESI DI TREGUA
Spinazzola, salta il Piano di accorpamento degli Ato che restano sei (uno per Provincia)
di Cosimo Forina
È nel coraggio di mostrarsi di questa Donna, la “D” in maiuscolo è voluta, malata di cancro in chemioterapia senza più capelli, col sguardo fermo e sofferente, le lacrime a solcargli il viso, rimasta in piedi in silenzio, guardando negli occhi il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e l’assessore all’ambiente Lorenzo Nicastro che si è chiusa la fase dell’emergenza dei rifiuti durata quindici anni. Lei è una tra i tanti che portano il segno della sciagurata scelta delle discariche che hanno avvelenato interi territori della regione. Il suo è quello di: Mola di Bari, Conversano e Rutigliano, su cui sta indagando la magistratura. Dove è sempre in funzione un immondezzaio e potrebbe aggiungersi altro. Il Consiglio regionale ha approvato con 37 voti favorevoli e 17 contrari, con la protesta fuori dall’aula di chi rivendicava il diritto alla vita, il nuovo Piano di Rifiuti che abbandona la scelta dell’incenerimento dell’ex governatore Raffaele Fitto per passare alla raccolta differenziata. Una raccolta fin qui fallimentare, supportata dal ciclo della biostabilizzazione del rifiuto con ancora uso dei buchi sul territorio, discariche, definite con il gioco delle parole, ma non nella sostanza, di “soccorso”. Dove lasciare a perenne dimora quanto nella società opulenta non si è ancora capace di riutilizzare. Al voto in aula, sulla proposta del nuovo Piano dei Rifiuti di Lorenzo Nicastro, si è giunti dopo oltre nove ore di “lavoro ”. Trascorsi tra aggiustamenti, analisi, emendamenti. In quelle pagine, la storia non scritta di una Regione che in materia di rifiuti ha visto scorazzare e mettere le mani, spesso, imprenditori senza scrupoli e delinquenti. Fenomeni spesso sfiorati dalle cosiddette “eco-mafie”. Nel nuovo Piano dei Rifiuti oltre alla discarica «Martucci», a Conversano, anche quella di «Grottelline», a Spinazzola, che l’assessore Lorenzo Nicastro si è affrettato nell’imbarazzo per quegl’occhi sofferenti che lo scrutavano, a specificare essere due realtà diverse. La prima in funzione, l’altra ancora da definire. Per poter continuare Nicastro ha chiesto alla signora in piedi tra il pubblico di sedersi, di accomodarsi come gli altri. Già, se pur espressione di un lungo ed elaborato percorso la presentazione del nuovo Piano dei Rifiuti non poteva continuare con quello sguardo che cercavano risposta al futuro. Sicuramente non dei prossimi 17-20 anni come il Piano prevede, solo nella certezza del domani. Per Nicastro, momento già vissuto, quando nella massima assise regionale, tra il pubblico, vi erano i bambini anche loro in chemioterapia, malati di Taranto, mentre i “grandi” discutevano della sorte che sarebbe toccata all’Ilva. La grande acciaieria che ha ammorbato e avvelenato per anni. Ed i “grandi” eletti del governo regionale hanno deciso, almeno momentaneamente, che gli Ambiti Territoriali Ottimali (Ato) della Regione Puglia resteranno sei. Uno per provincia. Anche perché, così è previsto dalla legge 24/2012 e proprio le carte in tavola non potevano essere cambiate come avrebbe voluto il capogruppo Michele Losappio (Sel) che di Ato in tutta la Regione ne avrebbe voluto uno solo. Mediazione che potrebbe durare solo sei mesi, perché alla proposta di Losappio poi ritirata, è sopraggiunto un ordine del giorno di Nichi Vendola, il governatore che tranquillizzato i suoi, ha prospettando un tavolo di discussione a riguardo. Nell’aula, ad attendere, a negoziare con tutte le forze politiche, affinchè prevalesse la logica e il rispetto delle volontà del territorio il sindaco di Spinazzola Nicola Di Tullio, il quale di certo in qualche momento non l’ha mandato a dire pur ripreso ed invitato al silenzio dal presidente del Consiglio Onofrio Introna. Il sindaco di Poggiorsini Ignazio Di Mauro ed il presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani Francesco Ventola. Provincia che la maggioranza di centrosinistra avrebbe voluto accorpare in un unico Ato con quello di Bari, proposta respinta per un emendamento del PDL, perché su quel versante non ci sono discariche ed impianti funzionanti sul territorio. Ed in emergenza si stanno usando quelle del nord Barese. Dopo dieci anni, finalmente, «Grottelline» di Spinazzola non è più un punto insignificante sulle carte. Indicata nel passato dalle amministrazioni della città, nelle loro pagine oscure, come luogo dove fare la discarica. Nata prima come a servizio di un paese, poi per il Bacino Ba/4 di 200mila persone e che ora la si vorrebbe a servizio dei desiderata della Regione. Le peculiarità di quel tratto del territorio: archeologico, ambientale, naturalistico, paesaggistico, unitamente alle sue criticità idrogeologiche, idrologiche e geomorfologiche hanno portato a far affermare all’assessore Nicastro: «la discarica di Grottelline è un impianto per il quale sono cominciati i lavori, ma non ha mai ricevuto alcuna autorizzazione. Non faremo nulla di più di quello che la gerarchia degli atti ci chiede » . E da qui si riparte
LE REAZIONI
In consiglio regionale nessuno conosceva la località da «sacrificare»
AUMENTANO LE VOCI IN DIFESA DEL SITO
Nel Consiglio regionale che ha approvato il nuovo Piano sui Rifiuti, nessuno, fatta eccezione del consigliere Michele Losappio, quando da assessore all’ambiente nel 2007 venne a tagliare simbolicamente il nastro dei lavori della discarica, prima che questa venisse sequestrata, conosceva materialmente la località “Grottelline ”. Nemmeno il governatore Nichi Vendola, il quale ancora una volta a memoria, ha recitato in aula, quanto già ripetuto alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (2 febbraio 2011): «Grottelline. La parola avrebbe dovuto evocare qualche problematica geomorfologica: se si chiama Grottelline forse ci sono le grotte, ma siccome la valutazione di impatto ambientale non era prevista a monte, ma a valle, ho dovuto dopo affrontare a valle tutti i problemi della localizzazione». Tuttavia in difesa della località inserita nel nuovo Piano Rifiuti ancora come discarica, ferme si sono levate posizioni trasversali. Ed è bene che la città di Spinazzola le conosca, perché nel passato si è assistito a “No” alla discarica divenuti “Si” come nella precedente amministrazione Comunale di centrosinistra. A difendere Grottelline, nel consiglio regionale Ignazio Zullo, capogruppo del Pdl, che ha ricordato la valenza del sito e alcune delle vicissitudini che hanno caratterizzato la sua storia. Situazione che ha chiosato affidandola alla frase di Andreotti: «A pensar male si fa peccato però spesso ci si azzecca» a cui è seguita l’affermazione: «scegliendo di fare a Grottelline la discarica si è tarpato le ali dello sviluppo a quel territorio». Altrettanto fermo l’intervento del consigliere Giacinto Forte (Centro Democratico) il quale ha ricordato proprio a Vendola che non poteva non sapere della valenza del sito di “Grottelline” per averne lui finanziato la campagna di scavi condotti dall’Università di Pisa nel 2005 che hanno portato alla scoperta del sito Neolitico. E come anche sottolineato da Zullo, Forte ha marcato, utilizzando tutta la documentazione prodotta anche nelle osservazioni fatte giungere in Regione da Legambiente, presidente Francesco Tarantini presente in aula, le criticità del sito e la sua valenza: A partire dall’area Neolitica, chiesa rupestre, presenza del falco lanario, valenza paesaggistica, monumentale e problematiche idrogeologiche, idrauliche e geomorfologiche. Bollando su quando avvenuto fin ora come il comportamento che ben si racchiude nella metafora delle tre scimmiette: “non vedo, non sento, non parlo”. Alle fermezza manifesta dai diversi consiglieri di opposizione si è aggiunta quella dei consiglieri del Pd Fabio Amati e Ruggero Mennea. Nel suo intervento Amati ha parlato del caso Grottelline: «non come una fotografia reale, ma di un fotomontaggio». Tant’è che con Mennea ha presentato un emendamento all’ordine del giorno, votato all’unanimità.
VENTOLA «GIUSTIZIA È FATTA»
Questa la dichiarazione Presidente della Provincia Francesco Ventola dopo l’approvazione del Piano Regionale sui Rifiuti dove con un emendamento presentato dal gruppo consiliare del Pdl, poi approvato dall’unanimità del Consiglio regionale, è stato sventata la possibilità di accorpamento gli Ato Bat e Bari, su cui lo stesso Consiglio provinciale della Bat, riunitosi nelle scorse settimane in seduta monotematica e straordinaria, si era espresso in maniera fermamente contraria, alla pari dell’assemblea dell’Ato Bat, composta dai dieci Sindaci della Provincia. Una battaglia vinta, dunque, per il Presidente che già pochi giorni dopo l’approvazione in Giunta regionale del Piano Rifiuti (con conseguente accorpamento degli Ato), aveva lanciato un coro di protesta. Nel ribadire la sua contrarietà e l’inutilità di “Grottelline” ha ulteriormente sottolineato: “Giustizia è fatta. L’approvazione dell’emendamento che mantiene inalterati i sei Ambiti Territoriali Ottimali della Regione Puglia era un atto dovuto. Non si poteva continuare a penalizzare un territorio come il nostro, in passato già molto spesso bistrattato. Accorpare l’Ato Bat a quello di Bari, come ho più volte ribadito in questi mesi, significava consentire ad un territorio diverso dal nostro di supplire alle proprie carenze in ambito ambientale, conferendo da noi i propri rifiuti».

giovedì 10 ottobre 2013

IL CASO ALL’INCONTRO CON L’ASSESSORE NICASTRO ED I CAPIGRUPPO ANCHE IL SINDACO DI SPINAZZOLA
Discarica a Grottelline confronto aspro in Regione
di Cosimo Forina
Ha rischiato il cartellino rosso, il sindaco Nicola Di Tullio, quello dell’espulsione, per veemenza e schiettezza durante l’incontro dei capigruppo ieri in Regione, con l’assessore Lorenzo Nicastro. Finalizzato ad ulteriori approfondimenti sul nuovo Piano regionale dei rifiuti che prevede la discarica a «Grottelline». Di Tullio ha scelto di non parlarne. Preferisce mettere a punto atti necessari a difesa del sito. Per gli altri presenti, l’incontro nella sostanza, che avrà un proseguo questa mattina in forma ristretta, senza sindaci e presidente della Provincia Bat, Francesco Ventola, è quella che l’immondezzaio a Spinazzola lo si vuole per forza. E’questo perché si è affermato: «Spinazzola non ha mai eccepito nulla in passato per far si che la discarica non si realizzasse » . Fatto inequivocabile. Dopo la firma del contratto nel 2006 di Nichi Vendola all’Ati Tradeco-Cogeam, l’amministrazione guidata dal Pd con tono di Verde di Carlo Scelzi in effetti, non si è mai preoccupata di opporsi con nessun atto all’immondezzaio. Nella cronologia dei documenti di questa storia, dove ad esempio mancano le delibere mai pubblicate del consiglio comunale contro la discarica, l’unico investimento fatto dal Pd per dire «no» (4 maggio 2006) è stato di 10,30 euro. Un telegramma inviato al governatore Vendola durante la campagna elettorale che portò alla vittoria di Scelzi. Questo il testo: «Intera cittadinanza e partiti Unione tutti sono estremamente preoccupati et stato agitazione per decisione presidente G.R. sottoscrizione contratto per realizzazione discarica zona Grottelline interessata da importantissima presenza villaggio neolitico in attesa apposizione vincolo archeologico ai sensi del decreto legge 42 del 22.1.2004. chiedesi immediata revoca provvedimento at fine evitare incessante protesta. L’Unione Spinazzola». Dopo, nulla di significante. Specie quando a giungere a Spinazzola, accompagnato dal dirigente Antonello Antonicelli, l’assessore regionale dell’e poca all’ambiente Michele Losappio. Il quale, riunita la giunta e i segretari politici di maggioranza nella stanza del sindaco Scelzi, ebbe a dire: “La discarica privata (sempre a Grottelline richiesta da Columella per rifiuti speciali ndr) è stata bloccata, la pubblica Spinazzola deve tenersela. Adesso, capite, comandiamo noi». Dopo questa bella uscita, pranzo presso l’agriturismo San Vincenzo di Spinazzola. Andato di traverso a Losappio, il quale, incalzato a tavola dal «no» a nessun immondezzaio, preferì andar via dopo aver
fugacemente mangiato l’antipasto. Ma riavvolgiamo il nastro della vicenda. Perché non si è fatta opposizione in passato? Difficile da definire. Di certo da queste parti dove i diritti diventano speranza, si è persino creduto alla favola che non opporsi potesse almeno portare alla non chiusura dell’ospedale. Un po’ come si è lasciato intendere ultimamente con il completamento della Sp «3» tratto Minervino-Spinazzola e il fantomatico 30% sull’ecotassa come ristoro ambientale. Ed una telefonata il tal senso, di soprassedere alla chiusura del locale nosocomio, in effetti arrivò da Vendola all’allora direttore della Asl Maurizio Portaluri. Ospedale dopo qualche anno comunque chiuso. Nella riunione dei capigruppo, nonostante Legambiente ha elencato tutte le criticità del sito, gravi, fin qui non analizzate, è emerso che questo immondezzaio lo si vuol comunque. Ed a nulla vale, insistere sulle criticità. Quanti anni sono passati. Legambiente ha dimostrato quello che in vero Scelzi aveva di già ascoltato. Ovvero quando Gianfranco Pazienza, ambientalista, venuto più volte a Spinazzola per conto di Nichi Vendola, invitava l’amministrazione a far giungere in sede di valutazione di impatto ambientale le sue, osservazioni sentita l’autorità di Bacino della Basilicata sulle emergenze del sito. «Politicamente - continuava a ripetere il buon Pazienza - non si può far nulla, agite con le osservazioni avete molte criticità da evidenziare» . Chissà se conserva gli appunti e i numeri di telefono cui rivolgersi il tecnico comunale presente agli incontri. In quei giorni il progetto, dopo la firma del contratto, eravamo nel 2007 approdava in sede Via per la prima volta. Senza spesa alcuna per la Regione e senza che l’Ati Tradeco-Cogeam, avesse iniziato lavori all’interno delle cave. Da Spinazzola, e qui hanno ragione in parte in Regione, niente. Nessuna osservazione. Anzi, avanti tutta con la discarica che prima non si voleva e di cui poi invece si approvavano ampliamenti, altri impianti legati al ciclo della mondezza. «Grottelline» ,però, non è un buco da riempire, lo sanno tutti o quasi. Non solo per le pubblicazioni scientifiche a carattere mondiale degli studi dell’Università di Pisa sul sito Neolitico scoperto nel 2004. Ma anche per il suo interesse naturalistico. Faunistico per la nidificazione del falco lanario, ma di cui ad oggi non si è provveduto a indire la valutazione di incidenza per estendere la zona Zps. Cosa resta da fare per convincere lo schieramento degli ancora favorevoli alla discarica avvinghiati sulla loro posizione in Regione? Si potrebbe stralciare dal nuovo Piano Rifiuti la discarica di Grottelline per effettuare più serene e approfondite valutazioni.

venerdì 4 ottobre 2013

Dopo le recenti prese di posizione da parte di Legambiente Puglia, rilanciata la questione riguardante la realizzazione della megadiscarica
«GROTTELLINE», UN INCUBO IDRICO
Resta ancora tutta da valutare l’incidenza sulle cave del reticolo idrografico

di Cosimo Forima
La nuova procedura di Valutazione di impatto ambientale, su Grottelline nasce monca. C’è da giurarci che in molti lo sanno, ma nessuno lo dice. Quando si parla della discarica che si vuole costruire a Spinazzola vale il motto illustrato delle tre scimiette: “non vedo, non sento, non parlo”. Con la stravagante nuova procedura VIA fin qui contestata dalle sole osservazioni di Legambiente, presidente regionale Francesco Tarantini geologo Francesco Bartucci, dall’ufficio tecnico di Spinazzola sorretto dall’arch. Cinzia Rotondella tutto tace mentre quello di Poggiorsini si appresta a presentare le sue, si sta cercando di far approvare una colata di cemento per porre argine al punto della lama dove l’acqua cade nella cava ed ha dato origine ad un lago. Un grande budello di calcestruzzo per intercettare le ondate di piena. L’area di intervento è vicina al sito archeologico Neolitico scoperto nel 2004 dall’Università di Pisa ed attigua alla chiese rupestre a croce greca con cinque absidi descritta nella relazione dell’archeologo Michele Sicolo. Senza contare che tutto il contesto del luogo ha valenza storica, architettonica, ambientale e naturalistica, però ignorata nel piano paesaggistico dell’assessore Angela Barbanente. Ma quel che è peggio, la tracimazione dell’acqua nella fossa già coibentata non è l’unica emergenza idrogeologica di Grottelline. Il sito “fa acqua” da tutte le parti. Come del resto il suo progetto sin dall’inizio nonostante i tanti tentativi di aggiustamenti. Eppure chissà perché quello che altrove dai tecnici sarebbe subito evidenziato come emergenze negative, sistematicamente per Grottelline viene ignorato. Di più, tutto corrisponde ai desiderata delle imprese che hanno avuto da Nichi Vendola la concessione dell’immondezzaio per vent’anni. Forse ancora Ati Tradeco-Cogeam (Columella per la Tradeco, al 51 per cento Marcegaglia SpA e 49 per cento Cisa SpA,). Perché forse? Nella seduta del 20/6/2012,
commissione parlamentare sui rifiuti, l’amministratore delegato Ati Cogeam, Antonio Albanese, a domanda del senatore Giampiero De Toni sul rapporto con il Columella così rispondeva: «i rapporti
sono attualmente intrattenuti esclusivamente dai legali, essendovi l’intenzione di cedere la propria partecipazione in Ati al Columella o ad altri
». È cambiata in questi mesi la compagine societaria? E perché nella stessa commissione Albanese affermava senza dare precisazioni: «Se al posto del Columella vi fosse stato un altro soggetto, l’impianto sarebbe stato già realizzato». Tralasciando l’ormai nota ricostruzione sulla storia fin qui della discarica: documenti spariti e poi ritrovati nel Comune di Spinazzola, memorie del computer trafugati in Regione che contenevano i dati di Grottelline, esposti ignorati come la relazione tecnica del Comune di Poggiorsini sulla condizione idrogeologica del sito, faldoni ricostruiti raccattando atti, evidenti pressioni per ottenere certificazioni dal genio civile come si legge nelle intercettazioni telefoniche legate al caso Alberto Tedesco ex assessore alla sanità di Vendola, vicino alla Tradeco, cambiamenti di vedute da parte dei politici locali prima contrari e poi favorevole alla discarica. Quello che davvero sorprende è proprio la “filosofia” del “non vedo, non sento e non parlo”. Ad Antonello Antonicelli dirigente dell’assessorato all’ambiente di Lorenzo Nicastro, responsabile del provvedimento della discarica, dal vice sindaco di Spinazzola Michele Patruno, con lui quel giorno l’assessore Savino Galantucci, quando ci si accorse del lago nella cava di Grottelline fu consegnato nel suo ufficio un Cd contenente il rilievo fotografico di tutta l’area. Scatti che qui proponiamo. Cosa raccontavano quelle descrizioni esatte? Che mentre l’acqua che tracimava dalla lama creava il lago nella particella 144, non presente nel primo progetto approvato in Regione che portò al primo sequestro della procura di Trani con il pm Michele Ruggiero, poi per magia diventata area verde in realtà cava dove mettere i rifiuti, altra acqua, in quantità superiore alla prima e con più violenza aveva percorso di netto tutta la parte centrale delle cave. Portando con se detriti sino a segnare il suo percorso come fosse il letto di un fiume in piena. Di questa situazione grave, commentata finanche guardando gli scatti ad uno ad uno sul monitor del computer di Antonicelli, nella nuova VIA nulla si dice. Nello studio della procedura nulla si vede e nel merito nessuno ne parla. Chissà perché. La prima osservazione che anche Legambiente si appresta ad evidenziare dopo aver ottenuto le foto, è questa: se la Regione approverà l’immondezzaio e quindi molte altre parti della cava saranno coibentate con argilla e teli tanto da essere impermeabili, con afflussi improvvisi della pioggia di quale dimensione sarà il lago che andrà a crearsi a Grottelline oltre a quello già esistente? E se si sarà proceduto a mettere mondezza nelle cave questa la si vedrà galleggiare? Legambiente reso noto il reticolo storico delle acque che scorrono in alvei intono alle cave che nella storia che ha portato all’immondezzaio sono sempre stati sistematicamente ignorati. Ma di nuovo c’è che l’acqua ha scelto, forse a dispetto dei sostenitori della discarica, di darsi una nuova direzione. Di questo vale la pena parlare subito, prima che il nuovo piano dei rifiuti concepito da Nicastro, cui non sarà mancato il supporto tecnico di Antonicelli vada in aula? O sarà necessario attendere come è stato per la stesura del primo progetto, che altri o le stesso magistrato, già intervenuto sul caso, vorrà vederci nuovamente chiaro? Quello che descrive l’autorità di Bacino della Basilicata con l’ing. Carmelo Paradiso giunto in Regione il 19-10-2012 su Grottelline è già fatto inquietante. Come quanto comunicato dall’Empli che avendo giurisdizione sulla vicina diga Lago di Serra di Corvo ha posto fermi ostacoli ad accogliere l’acqua, pur oggi solo stagnante nelle cave di Grottelline, nei suoi invasi. Figuriamoci quando questa potrebbe essere frammista al percolato di discarica. Ma vedendo con attenzione la sequenza fotografica si intuisce che molto vi è ancora da riflettere per quanti, scimiette a parte, stanno per lanciarsi con enfasi nell’ennesima valutazione dell’immondezzaio concepito per necessità 1990 dal Comune di Spinazzola quando le discariche poi vietate erano a cielo aperto e non controllate. Passate come panacea occupazionale, come per il Pd locale negli ultimi anni. Oggi sempre più esempio del fallimento del Piano dei Rifiuti fin qui operato e previsto dalla Regione.

LA GIUNTA VENDOLA IGNORA LE ISTANZE CHE ARRIVANO DAL TERRITORIO
La Regione come un rullo «La discarica si deve fare»
INTANTO MONTA L’OPPOSIZIONE DEL CENTRODESTRA

“Grottelline sa da fare” questo l’atto di imperio della Regione a cui si opporranno il Pdl, capogruppo Ignazio Zullo e Giacinto Forte Moderati e Popolari. L’odg che sarà portato per l’approvazione al consiglio regionale è stato partorito all’interno della V° commissione, proposta della maggioranza consigliere Michele Ventricelli. Nonostante le osservazioni fatte da più parti contro gli impianti e il “no” fermo e deciso del Comune di Spinazzola, dei sindaci della Bat e della Provincia. Un testo che Francesco Ventola ha definito “allucinante”. Perché ha davvero dell’incredibile, offensivo per la città e il territorio, che andrebbe classificato umoristico se la vicenda non fosse davvero seria nelle sue prescrizioni. Ed infatti: «la realizzazione delle strutture edilizie sarà resa conforme alla tipologia costruttiva dei manufatti rurali caratterizzanti la zona di riferimento». Come a dire che i capannoni industriali previsti nell’area di Grottelline saranno resi simili alle masserie risalenti ai Templari o quelle più recenti del XVI secolo. Ma dai! Ancor peggio prosegue il documento: «dovranno essere velocizzate le procedure di realizzazione del tratto incompleto della strada «R6Z (oggi «Sp 3» ndr) tra Minervino e Spinazzola, al fine di ridurre gli impatti ambientali dei mezzi di trasporto che conferiranno all’impianto». Ma la Sp3 non era ferma per via dei siti archeologici scoperti a Minervino o la si teneva, lasciando in sofferenza la città di Spinazzola, come merce di scambio per far dire “si” alla discarica? Proprio l’altro giorno il consiglio provinciale aveva dato mandato al suo presidente Ventola per adire a tutela dei cittadini facendo in modo che i lavori sospesi potessero ripartire, sentita la soprintendenza. Ma arriviamo alle ultime chicche finali: “il 30% del gettito dell’eco -tassa introitato e derivante dai conferimenti degli Rsu nella discarica di Grottelline, deve essere destinato alla realizzazione di interventi di riqualificazione ambientale della zona interessata dalla presenza dell’impianto». E da ultimo: «sarà istituito un tavolo composto dal Presidente dell’OGA Bat, dai sindaci dei comuni interessati, dagli uffici Regionali per la valutazione di puntuali misure di mitigazione/compensazione ambientale oltre a quanto previsto dai procedimenti autorizzativi in corso di definizione. Le attività svolte saranno comunicate alla V Commissione Ambiente del Consiglio regionale che valuterà l’opportunità di far partecipare propri rappresentanti». Siamo al mercimonio, allo scambio, al baratto su di una città che impoverita di tutto dovrebbe soccombere tenendosi la discarica. Vero, ha ragione il presidente Francesco Ventola, tutto questo è «allucinante».

RACCOLTA E SMALTIMENTO RIFIUTI RESPINTA LA SOSPENSIVA CHIESTA DALLA TRADECO
«Bye bye Tradeco». Il Tar di Bari ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dalla società di Altamura (gruppo Columella) contro il nuovo servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti di Spinazzola affidato in estensione del contratto dell’Aro alle società: Impresa Sangalli Giancarlo & C. srl e Società Ecolife srl, che già operano a Canosa ed Andria. Promossa in sede cautelare, quindi, la procedura adottata dal Comune, sostenuta dagli avvocati Giuseppe De Candia e Giorgia Franco. A doversi ricredere, almeno per il momento (questo l’accordo assunto in consiglio comunale tra il sindaco Nicola Di Tullio e il capogruppo del Pd Nicola Lagreca), saranno le opposizioni che aspramente avevano criticato l’iter intrapreso sul nuovo servizio ritenendolo illegittimo. La città volta pagina, uscendo da una situazione per la quale, a causa di una bassa raccolta differenziata (poco più del 4%) era finita nella black list dei comuni poco ricicloni della Puglia. La Tradeco lascia dopo oltre sette anni caratterizzati da non poche polemiche. Come il mancato avvio dell’isola ecologica finita all’attenzione della procura di Trani, ma anche contestazioni che avevano portato al pagamento ridotto di alcune fatture, poi comunque saldate per intero, per un servizio prestato non corrispondente agli obblighi contrattuali. Come già programmato, prima del ricorso, l’amministrazione comunale si appresta ad incontrare nei prossimi giorni i cittadini, ai quali verrà spiegato come si svolgerà il nuovo servizio e come sia necessaria la collaborazione di tutti per ottenere il massimo risultato, ed evitare così la pesante gabella dell’eco-tassa imposta, per la ridicola differenziata, dalla Regione. Non sarà un lavoro semplice, quello di far cambiare consuetudini ai cittadini abituati a buttare nei cassonetti i loro rifiuti senza differenziarli. A tutti gli operai che prestavano servizio con la Tradeco è stato assicurata continuità del posto di lavoro, con aumento di ore retribuite, da utilizzare per garantire maggiore igiene in città.