lunedì 11 marzo 2013




ILCASO

LA DECISIONE DEL PARCO DELL’ALTA MURGIA FA DISCUTERE PER L’IMPIEGO DELL’ASSOCIAZIONE SUL FRONTE ENERGIE ALTERNATIVE
Primo “Festival della ruralità” il Parco dimentica Spinazzola

di Cosimo Forina

Anche il primo “Festival della ruralità” voluto dall’Ente Parco dell’Alta Murgia che si svolgerà dall’8 al 13 maggio prossimo, costo 150mila euro, vede esclusa Spinazzola. Dov’è la novità? Non c’è. Nell’ipotesi di programma che accompagna la delibera con cui il presidente dell’Ente Parco Cesare Veronico affida a Legambiente l’incarico, le sole città coinvolte sono: Andria con Castel del Monte, Gravina, Ruvo, Minervino Murge, Santeramo. Quello che pero sorprende, al di là dei campanilismi, è la scelta di assegnare proprio il tutto a Legambiente. Il perché è presto detto. Da sempre l’Ente si è schierato contro la devastazione del paesaggio e dell’ambiente prodotto da torri eoliche e specchi fotovoltaici. Di tutt’altra filosofia vive proprio l’associazione Legambiente. In questa occasione l’associazione non si è fatta sfuggire il manifestare il suo particolare pensiero. Dal documento che accompagna la delibera di Veronico: “D’altro canto, la campagna è già oggi il luogo della buona energia. Le fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico) e le biomasse hanno nella campagna il loro luogo d’elezione e le aziende agricole scoprono nell’energia pulita un importante fattore di integrazione del reddito”. Cosa ha in comune il Parco dell’Alta Murgia con questo? Niente, l’Ente ha persino presentato ricorso al Tar ed alla Corte Europea, ha agito nei tribunali, vincendo, quando qualcuno nell’area protetta ci ha provato ad istallare i pannelli e le torri eoliche. Unica eccezione l’autorizzare piccolissimi impianti per autoconsumo. Ed Allora? C’è qualcosa che sfugge. L’interessante programma che si accinge a gestire Legambiente per il “Festival della ruralità” si basa su due temi. Diritti: “ambiente, lavoro, legalità, beni comuni, (terra,fertilità, risorse naturali…) coesione sociale e identità culturale”. Funzioni: “produzione e sicurezza alimentare, energia, turismo, agricoltura sociale, manutenzione del territorio”. Quello dell’energia è proprio un chiodo fisso. Per chi vuole la delibera è su: http://www.parcoaltamurgia.gov.it. Per riflettere sulla contraddizione tra lo spirito che da sempre anima il Parco dell’Alta Murgia e Legambiente vale qui la pena ricordare cosa ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza a Bari già nel 2010: “Il paesaggio non è un oggetto sacro e intoccabile, ma è il frutto della storia da sempre. Le pale eoliche sono un valore estetico aggiunto”. Ed ancora: “Penso che in molti paesaggi dell'Appennino le pale eoliche sono un elemento di miglioramento e un valore estetico aggiunto”. Sempre Cogliati nel 2010 contro chi poneva l’accento sugli interessi della mafia nell’eolico e fotovoltaico: “è demenziale utilizzare le infiltrazioni mafiose all'interno del comparto delle energie rinnovabili come dimostrazione di un paradigma geometrico della possibilità di criminalizzare questo settore”. Pochi giorni dopo questa dichiarazione a confermare il rischio dell’infiltrazione della criminalità in Puglia nientepopodimeno che: il presidente della commissione antimafia Beppe Pisanu. Di lavoro poi, dopo l’istallazione neanche a parlarne. Sempre nel 2010 con un comunicato congiunto: Italia Nostra, Forum Amici del Territorio e Forum Ambiente e Salute denunciavano il coinvolgimento di Legambiente nel business del fotovoltaico che ha devastando il Salento. “L’associazione nazionale Legambiente, scrivevano le altre associazioni, con la sua “Esco (Società di Servizi) Azzero CO2″, sta promovendo alla realizzazione di un mega impianto in agro di Cutrofiano di fotovoltaico di 26 ettari”. Ora non per fare i guastafeste, tutt’altro, riconoscendo ogni merito alle tante battaglie condotte da Legambiente in difesa di ogni territorio, siamo certi, vero, che il principio immateriale del “Festival della ruralità” è esaltare le bellezze a garanzia dell’integrità della Murgia?

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