sabato 3 agosto 2013

AMBIENTE
L’ASSALTO AL TERRITORIO
IL PARERE NEGATIVO
Le torri smembra-paesaggio previste a Spinazzola erano 30 (poi ridotte a 26), 24
aerogeneratori (ridotti a 21) quelli a Poggiorsini
I RICORSI RESPINTI
Due sentenze hanno respinto i ricorsi della Fri-El Spa contro il parere contrario alla Valutazione di impatto ambientale
Il Tar dice due volte «no» al parco eolico murgiano
Negate le autorizzazioni per i pali a Spinazzola e a Poggiorsini
di Cosimo Forina
SPINAZZOLA. E’ arrivata la seconda sonora doppia bocciatura del Tar di Bari per i due progetti di eolico della società Fri-El spa ricadenti nei comuni di Spinazzola e Poggiorsini. Le torri smembra paesaggio previste erano 30 (successivamente ridotte a 26) a Spinazzola, 24 aerogeneratori (successivamente ridotti a 21) quelli a Poggiorsini. Il primo “no” alla selva di pali da parte del Tar di Bari risale a luglio 2012, fase cautelare. Con due apposite ordinanze si respingeva la richiesta di sospensione da parte della società dei provvedimenti di diniego della Regione Puglia. Lo scorso 25 luglio, sono arrivate le altre due sentenze con cui sono stati respinti i ricorsi della Fri-El Spa contro il parere contrario alla Valutazione d’Impatto Ambientale, nonché il diniego, per illegittimità derivata, all’Autorizzazione Unica di entrambi i mega-impianti eolici. Ripercorriamo gli eventi: Il 27 giugno 2012 la Fri-EL spa depositava presso il Tar di Bari un ricorso contro il parere negativo del Servizio Ecologia della Regione Puglia nell’ambito della procedura Valutazione di impatto ambientale per la realizzazione del progetto di un mega-impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica da realizzarsi nel comune di Spinazzola denominato “Pilella” in località Serra Palomba di potenza complessiva 84MegaWatt, costituito da 28 aerogeneratori della Vestas V90 da 3 MegaWatt ciascuno con 90m di diametro. La Fri-El spa impugnava anche il conseguente diniego di autorizzazione del Servizio Energia della Regione Puglia chiedendone la sospensione. Tutto veniva respinto con apposita ordinanza cautelare emessa, come si è detto, il 12 luglio 2012, camera di consiglio Tar di Bari. Il 28 giugno la Fri-EL spa depositava altro ricorso impugnando analoghi provvedimenti relativi alla procedura VIA di altro mega-impianto per la produzione di energia elettrica da fonte eolica da realizzarsi nel Comune di Poggiorsini 79.20MW, costituito da 24 aerogeneratori da 3.3MW ciascuno, 100m di diametro. Anche in questo caso la richiesta di sospensione al diniegodella Regione veniva respinta con altra ordinanza depositata sempre il 12 luglio presso il Tar di Bari. I progetti, oltre alle tante contestazioni espresse dalla Regione, portavano con loro, come opera connessa, una anomalia, anche la controversa Stazione Terna 150/380 kV da realizzare in contrada “Podice” di Spinazzola. Dove dovevano essere allacciati gli impianti, chiedendone contestualmente l’autorizzazione, nonostante la medesima stazione, per ben due volte, fosse stata già oggetto di annullamento in autotutela da parte della Regione Puglia, con apposito provvedimento dirigenziale, nel febbraio 2012. I provvedimenti di diniego alla Valutazione Impatto Ambientale che il Servizio Ecologiadella Regione Puglia aveva rilasciato alla Fri-El spa evidenziavano notevoli criticità ambientali e paesaggistiche sia per gli aerogeneratori sia per i cavidotti sia per la Stazione Terna 150/380 kV a ridosso del Torrente Basentello, lasciando alla società Fri-El la possibilità di integrare la progettazione con soluzioni alternative per superare tutte le interferenze ambientali e paesaggistiche evidenziate. Ma la Fri-El Spa, non recepiva, recitano le due sentenze del Tar, ciò che la Regione Puglia aveva evidenziato, perseverando instancabilmente nelle sue convinte posizioni. I due giudizi giunti ora rappresentano il proseguo di quella partita pendente al TAR, il cui primo tempo si era concluso a favore della Regione. Ora anche nel secondo match il Tribunale Amministrativo di Bari ha decretato con un sonoro 2:0 che la controversia deve intendersi a favore della Regione, condannando la Fri-El Spa anche al pagamento delle spese di giudizio. Se è vero che una sentenza fa tendenza mentre più sentenze fanno giurisprudenza, ci si attende che anche gli altri industriali dell’eolico che ambiscono a puntare i loro pali sul territorio, non si ostinino a valer fare il business, li dove piaccia o no, non può essere legittimamente autorizzato.
SPINAZZOLA SE ALCUNI PROGETTI HANNO TROVATO SONORA BOCCIATURA, PER ALTRI L’ITER SI È CONCLUSO E SI È GIÀ NELLA FASE DI ESECUZIONE
La Murgia nel mirino

SPINAZZOLA. «A.A.A. Offresi ultimi scatti alla bellezza del paesaggio millenario spinazzolese, prima dell’arrivo delle torri eoliche del versante Basilicata e poi quelle della Puglia». Se come abbiamo visto alcuni progetti di eolico hanno trovato sonora bocciatura al Tar di Bari, per altri, specie quelli ricadenti nella limitrofa terra di Basilicata l’iter si è concluso e si è già nella fase di esecuzione. Una selva di grattacieli di acciaio che andrà a modificare inesorabilmente i luoghi. Piazzati come alieni consacrati sulla linea di orizzonte. Proprio nei giorni scorsi si è parlato a Spinazzola di quanto il bene «paesaggio», a pari di quello storico, archeologico, monumentale e naturalistico, possa rappresentare il futuro. Ma i buoni propositi sembrano arrivare pur in abbondanza, ma sempre in ritardo. Specie rispetto agli affari legati all’industria del sole e del vento che hanno messo da tempo, nell’indifferenza generale, la loro ipoteca anche su questo tratto di paese. Spinazzola non sarà un’isola felice, nessuno si illuda. Pure qui, centinaia di pali eolici racchiusi in voluminosi progetti, attendono di devastare il bello in nome della “Green Economy”. A meno che, difficile da credere, non cresca quel dissenso che ha generato altrove il rifiuto dello stupro degli insediamenti industriali, con cui tutto si racconta ma che nella realtà non hanno nessuna
ricaduta, tanto meno socio-economica. Difficile, perché nello sport degli ultimi anni praticato di frequente in città, chi più e chi meno, si è improvvisato “sviluppatore ”. Ovvero quella figura controversa che aiuta le società industriali a piazzare le proprie opere. Mestieraccio raffinato che punta a recepire le disponibilità degli agricoltori a piazzare sui loro terreni le torri o distese di specchi per quattro soldi, per poi coniugare il tutto con l’accelerazione degli iter burocratici delle realizzazioni. Il “Paesaggio”Costituzione alla mano, è uno di quei beni inalienabili, eppure per piazzare le torri eoliche se ne sono sentite e lette di belle. Tutto a garanzia di un business controverso, dove a sguazzarci ci si è messa anche la criminalità organizzata. Da quel che si legge sulle carte, prima o poi Spinazzola rientrerà nel giro o girone se si preferisce di quella Puglia da trasformare, come dice il suo governatore Nichi Vendola, nell’Arabia Saudita delle rinnovabili. Quindi affrettarsi a fare gli ultimi scatti di crinali e orizzonti, per racchiudere una emozione. Forse sarà l’ultima illusione per sentire ancora proprio un territorio che le future generazioni conosceranno come altro.

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