mercoledì 30 aprile 2014

L’ATTO APPROVATO A MAGGIORANZA DAL CONSIGLIO COMUNALE
Il Centro «Casa Michele» intitolato ad Antonio Cicorella
LA STRUTTURA DEDICATA AL FONDATORE DELL’ASSOCIAZIONE «INSIEME»
di Cosimo Forina
La strada e la casa denominata ex Lazzaretto, divenuta “Casa Michele” in cui tra il 1992 e il 1995 ospitò il centro di accoglienza per ragazzi tossicodipendenti porteranno il nome di Antonio Cicorella fondatore dell’associazione “Insieme”. La delibera è stata votata con un solo astenuto e accolta tra i presenti con commozione ed emozione dall’intero consiglio Comunale. “La pietra scartata dal costruttore è diventata testata d’angolo” recitano i Salmi, tanto racchiude l’aver riconosciuto chi con amore, sino a confini della speranza, sino ai confini della vita da emarginato è diventato protagonista della sua vita e di quelli degli altri.
L’assessore ai servizi sociali Giuseppe Blasi nel corso del suo intervento ha ripercorso i tratti salienti della vita di Antonio: “Antonio Cicorella nacque ad Altamura il 9 maggio 1960 un’infanzia non facile alle spalle dopo la morte del padre (così come raccontato dalla madre, mamma Irene) e anni di tossicodipendenza distrussero la sua persona.
La voglia di riscatto ebbe il sopravvento quando stimolato e aiutato da cittadini volontari spinazzolesi che si occupavano del recupero di persone affette da dipendenza riuscì ad entrare in comunità. La permanenza presso la Comunità Incontro di Don Pierino Gelmini cambiò radicalmente il suo essere, quando nel 1991 ne uscì il suo percorso di vita, purtroppo breve a causa di un fisico debilitato dalla malattia contratta a causa della droga, lo portò al forte desiderio di occuparsi degli altri, di chi era come lui caduto nel vortice della droga”.
L’Uomo nuovo: “Antonio pur sapendosi ormai prossimo alla fine della vita terrena, divenne il riferimento del centro di accoglienza “Casa Michele” aiutando altri 110 ragazzi a ritrovare la via del riscatto. Un amore infinito nonostante il calvario della malattia che spesso lo vedeva febbricitante e privo di forze. L’ex Lazzaretto casa in abbandono fu trasformata da lui in luogo di speranza e di vita ed è lì che si spense il 27 settembre del 1995”.
Segnando ancor più l’emozione, il consigliere di minoranza Nicola Lagreca: “Io più che un intervento, vorrei riportare una testimonianza, giacché ho conosciuto Antonio Cicorella. Come medico curante ho potuto appurare la sua dignità ed umiltà, nonché la fermezza nei suoi propositi. Nonostante avesse una sofferenza fisica non indifferente, ha portato avanti, sino alla fine, il suo proposito con alta dignità per riscattare il suo passato. Sono emozionato nel ricordo che ho di Antonio Cicorella perché lui era una persona “Vera ”, sono altresì contento che l’amministrazione abbia fatto questo atto di civiltà”.
Umile tra gli umili, un diacono non consacrato che raccoglieva nella fede tutta la sua forza. Ad essere riportata dall’assessore Blasi la testimonianza raccolta dalla collega Mariapaola De Santis pubblicata di recente da “ La Nuova Murgia” del primo ragazzo accolto il “Casa Michele” da Antonio Cicorella: “Tonino è stato un grandissimo esempio di vita, nonostante la sua esperienza fra droga, spaccio e carcere, e nonostante sapesse della sua malattia. Mi ha insegnato che cosa significano l’amore puro e la fede semplice, ma molto forte. Era una persona senza “camice bianco”: non era un dottore o uno psicologo, o uno psichiatra, non aveva una grande istruzione. C’ero già stato dai medici ma l’unica risposta erano le medicine. Tonino mi propose la via più faticosa che ha portato più frutti nella mia vita. Mi chiese di andare a Casa Michele (che non era ancora aperta), vista la mia situazione di tossicodipendenza e di iniziare questa esperienza insieme. C’erano solo due letti, né acqua, né gas. Affrontai l’astinenza senza metadone, senza medicine, solo con la forza di volontà. Ci sono stati giorni in cui non si riusciva a dormire. E non sono tutt’ora d’accordo col fatto che la droga vada curata con farmaci o droghe sintetiche. Ho trascorso 40 giorni con lui prima di andare alla comunità di don Pierino Gelmini. In questa esperienza a Casa Michele c’è stata gente semplice che non aveva niente, ma ha portato cibo, cucinava per noi, c’è stata vicina. Venivo da un ambiente di egoismo, di cattiverie e queste attenzioni mi hanno fatto riflettere. Io ed un mio amico siamo stati i primi a seguire Tonino. Purtroppo non l’abbiamo potuto salutare per l’ultima volta. Siamo usciti dalla comunità e non c’era più. Volevamo essergli vicini. Ha donato completamente la sua vita a questo centro con la semplicità, l’imperfezione di una persona che portava sulla pelle i propri segni. Tonino ha dato la sua vita per gli altri. Ho seguito il suo esempio dando sostegno a chi ha problemi di dipendenza”.
Dalla droga si esce, Antonio Cicorella lo ha dimostrato e tornerà con il suo esempio ad essere sprono per gli altri. Ora per sempre.

Nessun commento:

Posta un commento