giovedì 17 novembre 2016


ANCHE SPINAZZOLA NEL PATRIMONIO DELL’UNESCO
Nonostante il coglioncino e lo smidollato di turno sputa sentenze?

La sera a cena, il giornalista Cosimo Forina della “Gazzetta del Mezzogiorno”, capelli, barba e sopracciglia grigio ferro, ci spiega che siamo in uno dei punti più controversi della strada romana.
Un atlante del 1861 indica addirittura tre percorsi paralleli dopo Venosa. Uno che va dritto su Gravina di Puglia, un altro verso Grottelline, fra Spinazzola e Poggiorsini, e un altro ancora –il nostro- che punta verso la Masseria Tripputi, un tempo presidiata dai Templari, ai piedi del Monte Serico. “Quale sia la giusta nessuno lo sa. Non ci sono abbastanza studi archeologici per sciogliere l’enigma”.
Paolo Rumiz: Appia Ed. Feltrinelli pag.219, 2016
Dal racconto del viaggio compiuto nella primavera del 2015 da Paolo Rumiz, Riccardo Carnovalini, Irene Zambon e Alessandro Scillitano, un’importante esperienza, si è giunti al piano di lavoro del MiBACT: APPIA REGINA VIARUM Progetto di Valorizzazione e messa a sistema del cammino lungo l’antico tracciato romano.
Ringrazio Paolo Rumiz per la citazione nel suo libro sul nostro incontro che ricordo con affetto e che ritengo davvero importante per la nostra città.
Spinazzola, infatti, sin dall’inizio della comunicazione del Ministero che preannunciava il progetto di valorizzazione dell’Appia e che porterà all’iscrizione dell’Appia nella Lista del Patrimonio dell’Umanità posta sotto la tutela dell’UNESCO, si è candidata ad entrarne di diritto.
Palazzo San Gervasio e Gravina hanno già ottenuto e annunciato il loro inserimento, mentre Spinazzola sembra essere fuori da questa opportunità.
Orbene ritengo, proprio sulla base delle affermazioni di Rumiz, che l’indecisione del Ministero sia quanto meno incomprensibile. Fosse solo per il fascino della controversia storica sull’effettivo tracciato dell’Appia che da Palazzo San Gervasio giungeva a Gravina.
Perché tutto questo è importante per la nostra città?
“Il progetto – si legge tra l’altro nelle note del MiBACT - coniuga volontà di tutela e valorizzazione dell’antica strada romana, che ha svolto un ruolo fondamentale nell’antichità, mantenendo per lungo tempo la sua funzione di elemento di raccordo tra territori e culture, e di promozione di nuovi modelli di fruizione turistica attraverso la realizzazione di percorsi, itinerari e circuiti che favoriscono il turismo lento e possono valorizzare la varietà e la complessità dell’offerta nazionale.
L’idea di recuperare una infrastruttura storica ai fini della realizzazione di una lunga percorrenza storico-culturale consente inoltre di valorizzare nel complesso i sistemi economici dei territori attraversati dall’antica strada e più direttamente collegati alla fruizione turistico-culturale, sollecitando le filiere economiche che operano nell’ambito dei sistemi cultura e turismo e soprattutto nella loro integrazione, alla costruzione di nuove reti di offerta”.
Intuibile quindi la necessità di insistere nel veder inserita anche Spinazzola nel progetto.
Credo che l’amministrazione Comunale guidata da Michele Patruno, con l’impegno personale del vicesindaco Pinuccio Blasi stia già lavorando in questo senso. Ma credo anche nella esigenza di aprire un dibattito in città tale da richiamare, se necessario e sicuramente lo è, studiosi ed archeologi che possano aiutarci nella ricerca della verità storica sul tracciato della via Appia che di certo includeva anche Spinazzola così come affermato anche dal Pratilli F.M. Dalla via Appia riconosciuta e descritta, Libri IV, Arnaldo Forni, Bologna,1745.
Aldilà delle puttanate lette in questi giorni sull’arrivo e sulle strutture che ospitano i richiedenti asilo a Spinazzola, sciogliere l’enigma sul tracciato dell’Appia mi sembra più interessante. Un impegno serio da portare avanti, tutti insieme: intellettuali, pseudo tali, partiti politici, associazioni, Pro Loco, cittadini, il coglioncino e lo smidollato di turno sputa sentenze.
Un risultato vincente con Spinazzola inserita nel patrimonio dell’Unesco potrà aiutarci a costruire un futuro migliore per la nostra città e perché no, non solo per noi ma anche per i nostri ospiti se questi decideranno di fermarsi qui e non proseguire altrove il loro viaggio nella vita.


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