giovedì 11 febbraio 2021

  MURGIA AGGREDITA DALLE ECOBALLE

                                                      



9 febbraio 2021
Il popolo del Web si è confermato testimone della difesa dei luoghi ancora una volta, proprio come è accaduto poche settimane fa per il furto dei binari sulla tratta ferroviaria Gioia del Colle-Rocchetta nel territorio di Spinazzola. Oggi viene denunciato un nuovo attacco criminale alla Murgia: nei pressi di Minervino Murge, infatti, sono tornati gli abbandoni illegali di ecoballe (plastica probabilmente proveniente da raccolta differenziata, pneumatici, materiale misto triturato). Si tratta di un fenomeno già registrato in passato sia nella stessa Minervino che a Spinazzola dove fu colpito dalla pratica il geosito della miniera di bauxite che si trova in piena area del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Avvenne nel 2008 e la procura di Trani aprì un fascicolo (PM Antonio Savasta) a seguito della segnalazione di alcuni volontari che scoprirono i rifiuti a Spinazzola e dei vigili urbani di Minervino. I siti furono sequestrati, la notizia finì sui giornali, ma i colpevoli non vennero individuati.
La documentazione fotografica in parte pubblicata ed inviata alla stampa per denunciare l’episodio risale a circa ad un mese fa, queste le coordinate del luogo (41°8’21’’ Nord 16°5’28’’ Est).
Gli scatti raccontano l’ennesimo sfregio del territorio e la presenza di una discarica clandestina utilizzata più volte con ancora evidenti segni del passaggio di camion.
Si tratta di decine di ecoballe abbandonate in questo modo per evitare i costi di smaltimento, ecoballe probabilmente provenienti da aziende che si occupano del trattamento di rifiuti e prive delle caratteristiche per diventare combustibile solido secondario (css).
Un atto grave che svela come il traffico illegale dei rifiuti non si è mai fermato e che può contare su complicità locali. Difficile immaginare l’arrivo dei camion in zone impervie senza esserci chi, esperto dei luoghi, li conduca in queste aree isolate.
«Quando del tutto casualmente sono state rinvenute le nuove ecoballe, immediatamente» racconta l’autrice delle fotografie «l’episodio è stato segnalato ai responsabili di Legambiente di Canosa di Puglia» e da questi enti sarebbe partita la segnalazione alla sindaca Lella Mancini di Minervino Murge.
Quel che preme sottolineare è come la Murgia, priva di adeguata sorveglianza, non certo per colpa dei pochi uomini impegnati nella sua difesa in un territorio vasto, divenga spesso “terra di nessuno” dove a sguazzare liberamente, impunita, è la criminalità.

Questo nuovo episodio è uno schiaffo alle aspettative di crescita, di sviluppo di un territorio che ambisce a diventare turistico e a custodire il patrimonio della biodiversità, troppo spesso sotto attacco.
Ed arriva mentre viene accolta festosamente a Minervino e Canosa la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato (n.01191/2021) sul ricorso dei comuni per l’annullando della determina provinciale Bat (n.1016 del 25 agosto 2017) con cui si autorizzava l'impianto proposto della ditta Bleu per il trattamento e stoccaggio di rifiuti speciali non pericolosi nella cava Tufarelle a confine tra Minervino Murge e Canosa di Puglia.
Sicuramente anche questa volta le indagini non mancheranno di fare il loro corso, sperando si scopra chi vuole fare della Murgia, avvelenandola, la propria discarica privata.
Ma anche questa volta non si può non stigmatizzare che tutto sarebbe finito in una colpevole indifferenza se non fosse intervenuto il senso civico dei cittadini e la loro sensibilità nella difesa dell’ambiente.


Nessun commento:

Posta un commento