mercoledì 1 dicembre 2021


 GROTTELLINE TORNA AL VAGLIO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti dopo il via libera della Giunta (19 ottobre) è approdato in Consiglio Regionale (30 novembre) per la definitiva approvazione.
Nella città dormiente di Spinazzola tuttavia come da consuetudine vige la consegna del silenzio: come risulta dagli atti nessun dibattito, nessuna manifestazione, nessuna osservazione è stata presentata dall’amministrazione per chiedere la definitiva cancellazione di Grottelline dal Piano Regionale dei Rifiuti.
Potrebbe - il condizionale in questa vicenda è sempre d’obbligo - tuttavia essere questa la volta buona per mettere la parola fine alla cervellotica scelta di realizzare impianti e immondezzaio a Spinazzola dopo trentuno anni di esasperazione.
Come documentato nel mio libro “Il caso Grottelline. Cronaca di un giornalista in provincia” la scelta servile del tentativo di distruggere un luogo di interesse storico, archeologico, naturalistico e paesaggistico per favorire le lobby della monnezza ha avuto inizio nel lontano 1990 con una amministrazione comunale PCI – DC. Poi sempre con il beneplacito dei politichicchi locali il sito è finito nel mirino della Regione Puglia principalmente dal 2004, prima con Raffaele Fitto poi con il governatore Nicola Vendola (detto Nichi) firmatario del contratto di realizzazione e gestione all’Ati Tradeco-Gogeam (Gruppo Columella per la Tradeco, al 51 per cento Marcegaglia Spa e 49 per cento Cisa Spa). Vendola si è speso parecchio, per poi essere smentito, nel voler far realizzare a Grottelline impianti e discarica.
In tutta franchezza dopo gli avvenimenti che hanno caratterizzato questa sporca storia (sequestri, collusione tra politica e lobby dei rifiuti, carte farlocche, documenti spariti, furti di memorie dei computer che contenevano i dati dell’impianto, interrogazioni parlamentari, trasferimento e richiamo dalla presidenza del Consiglio dei Ministri del faldone, vincoli delle Soprintendenza, ricorsi al Tar) ci si aspettava l’immediata cancellazione di Spinazzola dal Piano Regionale. Invece anche il successore di Vendola, Michele Emiliano - al suo secondo mandato - non ha brillato in prontezza e coerenza di propositi come invece aveva annunciato.
Spinazzola è ancora nel Piano dei Rifiuti come discarica “parzialmente allestita” se pur con paletti che sembrerebbero far propendere per la non realizzazione dell’immondezzaio. Ed infatti nel nuovo Piano l’impianto risulta avviato (si tratta dei primi lavori eseguiti prima del primo sequestro da parte della Procura di Trani) ma non completato. Il gestore inoltre non ha dato seguito alle opere di regimentazione del corso d’acqua limitrofo alla discarica, definito canale ma che in realtà è un ruscello perenne, poi assoggettato a procedimento di VIA grazie a una valanga di osservazioni. Risulta anche sospeso il procedimento di riesame di Autorizzazione Integrata Ambientale.
La scheda riferita a Spinazzola riporta la Sentenza del TAR Lazio (7252/2020) che ha sancito “l'annullamento, previa sospensiva, con ricorso introduttivo” di vari Decreti del Commissario Delegato per l’emergenza ambientale nella Regione Puglia a partire dal 31.1.2007, dei successivi, degli atti del procedimento di occupazione d’urgenza e di espropriazione; di tutti gli atti ai predetti comunque connessi, per poi concludere con un […omissis…].
In pratica ad essere bocciate, perché illegittime, le manfrine di Nicola Vendola e della sua Giunta, quelle dall’assessorato all’ambiente retto da Michele Losappio e poi dai suoi successori con cui si intendeva sanare le lacune del progetto, compresa la proroga paesaggistica. Una perla, questa, dell’allora assessore Angela Barbanente (Assetto del territorio). Bocciata pure l’estensione all’utilizzo degli impianti dal Bacino Ba/4 - a cui inizialmente la discarica era stata destinata (200mila abitanti) – all’intera provincia Barletta-Andria-Trani (400mila abitanti). Vendola autoproclamatosi “il governatore della rivoluzione gentile” in questa storia si è rilevato un mentitore seriale. Ma era in buona compagnia. Intanto, dopo il fallimento della Tradeco srl, dalla scheda regionale risulta che l’impianto sarebbe passato di mano dalla Gogeam a Progetto Ambiente Ba/4 indicata come titolare dell’autorizzazione all’esercizio. E ancora, nel Piano rifiuti la localizzazione di Grottelline è indicata erroneamente nel “Comune di Spinazzola (Città Metropolitana di Bari)”: tutti sappiamo che Spinazzola appartiene alla provincia Barletta-Andria-Trani.
La ciliegina finale è offerta da Ager Puglia (Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti), agenzia guidata da Gianfranco Grandaliano che così ha sentenziato: «In seguito alla pronunzia del Giudice Amministrativo, nonché alle richieste dei Comuni di Poggiorsini e Spinazzola del 23 luglio 2020, visto il mutato scenario su scala regionale ed i fabbisogni e gli obiettivi ridefiniti dal presente Piano, si ritiene l’impianto complesso di trattamento meccanico biologico e discarica di servizio non sia più funzionale alla gestione del ciclo dei rifiuti in Puglia».
Non mancano altre anomalia. Sempre nel Piano alla sezione “Bonifica aree inquinate” Spinazzola è riportata per due siti: quello dell’ex discarica comunale, su cui sembra pendere un procedimento penale, ed il sito dell’Eni di Corso Umberto per perdita di carburante. Del tutto esclusa Grottelline dove su indagine condotta dai Carabinieri Forestali su mandato della Dda di Bari nel 2015 erano stati scoperti rifiuti interrati a dieci metri. Scenario non da poco! Se è vero, come si ciancia, di attendere la definitiva esclusione del sito dal Piano dei rifiuti per rilanciarlo degnamente come luogo di interesse storico-turistico, a chi toccherà rimuovere la monnezza interrata?
E anche su questo punto nessuna osservazione è pervenuta dal Comune di Spinazzola alla Regione Puglia.
Tutti questi fatti, ignorati dai redattori del nuovo Piano, sarebbero stati sufficienti per eliminare definitivamente Spinazzola dal Piano stesso? Cos’altro si attende?
Chi ha voglia di saperne di più acquisti e regali il mio libro per Natale, in attesa di conoscere, speriamo di no, altre alchimie partorite dal Consiglio regionale.

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