mercoledì 5 maggio 2010


Murgia, espropri nulli per il parco fotovoltaico
TUTTO DA RIFARE
Azzerati gli atti sui terreni per realizzare l’impianto fotovoltaico da 10 Megawatt e la sottostazione in contrada «Podice»
GLI INTERROGATIVI
«Come mai la Regione e gli uffici comunali non si sono accorti subito delle anomalie subito evidenziate dai proprietari dei terreni?»
• SPINAZZOLA. Esproprio dei terreni dichiarato nullo. Crescono le ombre per l’impianto fotovoltaico da 10Mw e la sottostazione da costruire in contrada “Podice”.
Il dirigente Davide Pellegrino, della Regione ha annullato il procedimento di espropriazione dei terreni interessati alla costruzione del parco fotovoltaico della Agrienergy di Bari srl, amministrato da Girolamo Ninivaggio, da realizzarsi a Spinazzola.
La comunicazione è giunta già ad alcuni dei proprietari dei terreni: Rocco Giannone, Angela Felicetti, nonché alla stessa società Agrienergy e all’assessorato regionale Opere Pubbliche.
Missiva che così recita: «le particelle ricadenti nel Comune di Spinazzola, non risultano appartenenti alle opere di connessione contrariamente a quanto dichiarato dalla Agrienergy di Bari srl», cioè non sono espropriabili con la motivazione di «pubblica utliità».
LA RICHIESTA -Storia controversia quella di questo progetto. Un parco eolico da 10 MW 50milioni di euro, realizzazione di una sottostazione 20milioni di euro, (cifre dichiarate dalla società) in cui far affluire la corrente prodotta anche da altri impianti fotovoltaici che sempre più stanno invadendo il territorio. Il progetto, arrivato in consiglio comunale il 12 febbraio per l’approvazione con relazione a firma del geometra comunale, nella stessa assise venne ritirato come punto all’ordine del giorno per contrarietà tra i consiglieri della stessa maggioranza.
Inviato alla valutazione della commissione consigliare, mai riunitasi, e mai più riproposto al vaglio della massima assise cittadina. Il rinvio del progetto il 12 febbraio è finito all’onore della cronaca per le diverse lettere scritte dalla società anche alla “Gazz etta” che aveva dato notizia del progetto e dei dissensi.
Nella prima di queste si affermava tra l’altro d parte dell’am - ministratore della Agrienergy, Ninivaggi che: «prima di iniziare la progettazione delle opere previste, ebbe a chiedere ed ottenere apposto e preventivo colloquio con sindaco e vice sindaco, ai quali venne esposto dettagliatamente il progetto chiedendo preventiva approvazione e disponibilità». A queste dichiarazioni seguiva l’esternazione del solo sindaco Carlo Scelzi, nulla da parte del suo vice Sebastiano Fiore. Il sindaco smentiva di aver rilasciato sulla base di un semplice colloquio un’autorizzazione agli im pianti e affermava «non tanto di temere per il sottoscritto, ma per la propria famiglia e per quelle di chi sta intorno».
Quasi contemporaneamente la società faceva affiggere volantini in città in cui si dava per certa la rapidità del via ai lavori dell’im - pianto fotovoltaico e spediva lettere ai proprietari dei terreni che si opponevano alla cessione, mentre il sindaco inviava il fascicolo alla procura di Trani per ogni valutazione così come aveva fatto la consigliera dell’Idv, Franca Carbone che chiedeva in un’inter rogazione tra l’altro, se vi era stato o meno rispetto della legge Galasso, poiché nell’area di pertinenza degli impianti pare vi sia un torrente.
PROPRIETARI CONTRARI - I proprietari dei terreni avevano già fatto giungere, a febbraio, al sindaco e al consiglio una lettera in cui esprimevano il loro fermo e deciso “No” alla vendita alla società Agrienergy. A questi giungeva in data 21 febbraio 2010, una lettera della Agrienergy scritta con in un singolare linguaggio che diceva: «vi rappresentiamo che la dimostrazione della disponibilità delle aree necessarie l’abbiamo già dimostrata con l’inserimento nei nostri progetti dei rispettivi “Particellari di Esproprio”. Vi invitiamo a sciogliere il comitato del “No”ed accettare la libera, cortese ed educata trattativa, come stiamo facendo con altri».
La Regione in primo momento, sulla base della documentazione prodotta dalla Agrienergy, avvia quindi la procedura di esproprio per pubblica utilità, ma i proprietari dei terreni si affidano ancora una volta al loro legale che, nella istanza di opposizione, descrive la procedura come: «illegittima, viziata, fumosa, illogica ed inopportuna».
Il lungo elenco delle motivazioni del legale dei propriteari dei terreni ha portato al ripensamento degli uffici regionali dando piena ragione ai proprietari per le eccezioni sollevate sin dal primo momento. Infatti, conclude il dirigente Pellegrino: «visto che “per la realizzazione di impianti alimentati a biomassa e per impianti fotovoltaici, ferme restando la pubblica utilità e le procedure conseguenti per le opere connesse, il proponente deve dimostrare nel corso del procedimento, e comunque prima dell’autorizzazione, la disponibilità del suolo su cui realizzare l’impianto”, si annulla a tutti gli effetti la precedente nota, in quanto la particelle (i terreni, ndr) non possono essere oggetto di esproprio per pubblica utilità».
Tante le domande che restano in sospeso, tra tutte: come mai la Regione, così come anche gli uffici comunali, non si siano accorti delle anomalie evidenziate da subito, ora riscontrate, dei proprietari?

Ecco il testo della lettera che ha bloccato il procedimento
• SPINAZZOLA. La comunicazione di annullamento del procedimento è giunta ad alcuni dei proprietari dei terreni inseriti in modo errato, secondo i proprietari, (tesi poi confermata dall’annullamento) tra quelli effettuati per pubblica utilità.
Si legge: «Da una revisione della planimetria progettuale, le particelle ricadenti nel Comune di Spinazzola, non risultano appartenenti alle opere di connessione quali cavidotto Minervino/Spinazzola, sottostazione di trasformazione 150/20KV, raccolta, trasformazione, connessione stazione Terna e stazione elettrica Terna contrariamente a quanto dichiarato dalla società Agrienergy, nel piano particellare di esproprio dell 30 marzo 2010». Il dirigente Pellegrino conclude: «La legge stabilisce che “per la realizzazione di impianti alimentati a biomassa e per impianti fotovoltaici, ferme restando la pubblica utilità e le procedure conseguenti per le opere connesse, il proponente deve dimostrare nel corso del procedimento, e comunque prima dell’autorizzazione, la disponibilità del suolo su cui realizzare l’impianto”, quindi le particelle (i terreni, ndr) non possono essere oggetto di esproprio per pubblica utilità».

1 commento:

  1. non si tratta di "parco" fotovoltaico, ma piuttosto di "impianto industriale" fotovoltaico, o meglio ancora di "porco" fotovoltaico

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