sabato 18 dicembre 2010
LA RICERCA CON GROSSI MEZZI DI MOVIMENTO PROSEGUE, NONOSTANTE LE AVVERSE CONDIZIONI CLIMATICHE
«Mistero» sepolto a Grottelline si scava per cercare i container
di Cosimo Forina
Presto si conoscerà la verità sui presunti container sepolti nelle cave di “Grottelline” che dovrebbero contenere, secondo una testimonianza raccolta dalla “Gazzetta” alla presenza di più persone, rifiuti pericolosi, in particolare, rifiuti sanitari. Il pm Michele Ruggiero della Procura di Trani ha affidato dopo aver disposto il sequestro dell’area il 12 novembre la ricerca che sta procedendo celermente, con grossi mezzi di movimento terra ad una ditta specializzata assistita da tecnici e carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, nonostante la neve e temperature proibitive. Il sito di «Grottelline» di interesse archeologico, paesaggistico, dove è stato scoperto dall’Università di Pisa anche un villaggio Neolitico, ricco di cavità tra cui una chiesa rupestre a croce greca con cinque absidi, è stato destinato a diventare discarica da asservire al Bacino Ba/4, 200mila abitanti. Lo stesso magistrato il 23 agosto del 2009 aveva disposto un primo sequestro cautelativo delle cave in ragione di irregolarità sulle particelle ricadenti nel progetto dell’immondezzaio, disponendo dopo la
documentazione fornita dalla Regione Puglia, il dissequestro. Nell’area di “Grottelline ” sono stati previsti una discarica di soccorso di circa 1milione di metri cubi, la realizzazione di un biostabilizzatore, nonché, successivamente e durante il primo sequestro, un impianto per il trattamento della frazione umida e un deposito di quella secca. La realizzazione e gestione della discarica e degli impianti è stata affidata per vent’anni dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, all’Ati Tradeco-Cogeam. La prima azienda del patron dei rifiuti in Puglia, Carlo Dante Columella, la seconda vede socia di maggioranza la famiglia della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Questo il racconto del testimone che ha dato origine alla ricerca dei rifiuti che sarebbero stati nascosti a “Grottelline ”: «Sotto quel movimento terra sono stati sotterrati dei container contenenti rifiuti pericolosi». Alla domanda rivolta alla persona che ha reso il racconto del perché non abbia parlato prima di questo episodio che si sarebbe verificato all’interno delle cave, la risposta era stata lapidaria: «Questa è gente che ammazza». Ad altra domanda: perché parlarne ora? Risposta: «Quella roba interrata la sotto, veleni, medicine, possono uccidere la gente. Fanno venire il cancro. Ora datevi da fare». Ed il gruppo dei presenti a questo sconcertante racconto di tanto avvisavano prima che la notizia irrompesse nella cronaca, la procura Distrettuale Antimafia di Bari e la procura di Trani. Successivamente su disposizione degli organi inquirenti identità e verbali del testimone sono stati, per ovvie ragioni di sicurezza, secretati. Il pm Michele Ruggiero ha iscritto nel registro degli indagati Antonio Albanese, rappresentante dell’Ati Gogeam, Carlo Dante Columella socio di maggioranza della Tradeco e già amministratore Tradeco dal 1984 al 1998. Vincenzo Fiore legale rappresentante ed amministratore della Tradeco dal 2001 al 2006. Il magistrato aveva disposto con l’atto del sequestro accertamenti tecnici, tra cui indagini geo-diagnostiche, allo scopo di individuare l’esatta ubicazione, tipologia e quantità di rifiuti, eventualmente sversati e occultati nella cava. L’utilizzo degli escavatori nelle cave di “Grottelline” lascia supporre che l’indagine geo-diagnostica che prevede anche l’azione di carotaggio possa essere stata di già eseguita e che ora si sta andando a fondo a questa questione, che se troverà confermata, non mancherà di avere come conseguenza grande scalpore.
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