lunedì 25 giugno 2012




STORIA E SOCIETÀ
UNA VICENDA RISCOPERTA
ANTEPRIMA A BARI
L’opera di Fabrizio Galatea sarà presentata in anteprima a Bari il 6 luglio, alle 18, nel Cineporto di Puglia-Fiera del Levante
CRISI DEI MISSILI A CUBA
La vicenda, sconosciuta alle nuove generazioni, si verificò negli anni della Guerra fredda tra Usa e Urss
«JUPITER», LA MURGIA IN PRIMA LINEA
In un film lo scenario della guerra fredda con i missili nucleari installati a Spinazzola
COSIMO FORINA
SPINAZZOLA. La storia degli “Jupiter ” sulla Murgia, i missili a testata nucleare cento volte più potenti della bomba sganciata su Hiroshima e Nagasaki, puntati all’inizio degli anni Sessanta dagli americani contro i Paesi del blocco sovietico, tre quelli nella base di Spinazzola, è ora racchiusa in un film documentario della Zenit Arti Audiovisive di Torino: «Murge il fronte della guerra», regia di Fabrizio Galatea. Anteprima a Bari il 6 luglio, alle 18, nel Cineporto di Puglia-Fiera del Levante, Lungomare Sparita. La vicenda del tutto ignorata dalle nuove generazioni, ripercorre i momenti di quando quegli strumenti di offesa incalcolabile furono posti pronti al lancio ed il mondo fu ad un passo dalla terza guerra mondiale. «Nel I962 - la ricostruzione fatta dalla produzione - con la crisi di Cuba il mondo vive il più drammatico momento della storia recente: l’incubo di una guerra atomica. Inaspettatamente il fronte della guerra fredda si sposta nelle Murge. Sulle aspre colline argillose di Puglia e Basilicata, i profili dei missili nucleari Jupiter minacciano un paesaggio popolato da inconsapevoli pastori e braccianti. Questa terra dimenticata diventa teatro degli scontri tra Stati Uniti e Unione Sovietica». Nel film spiega Nichi Vendola: «il '900 è stato il terreno in cui in forme tragiche, in forme eroiche, talvolta in forme comiche la grande e la piccola storia si sono incontrate». «Murge, il fronte della guerra fredda» racconta questo straordinario incontro: da una parte la Murgia, terra arida popolata da braccianti poveri e rassegnati, paesi disseminati nei quali l’unica possibilità di riscatto è nella lotta per le proprie terre e nell’adesione al partito comunista; dall’altra lo scenario della grande politica internazionale, teatro della guerra fredda, nella quale l’Italia cercò di ritagliarsi un ruolo da protagonista. Ed ancora: «vettori di questo incontro i giovani militari italiani inviati nelle basi per i quali i sentimenti si mescolano in una soluzione catartica: il sogno americano accarezzato durante il corso di formazione in Nevada, l’orgoglio per essere i custodi dello scudo contro la minaccia sovietica, la coscienza di essere i potenziali esecutori materiali di una catastrofe planetaria. Il momento culminante di questo incontro è la crisi di Cuba nella quale, grazie alla preziosa testimonianza di Ettore Bernabei scopriamo il decisivo ruolo che ebbe l’Italia nella risoluzione del momento più drammatico del secolo scorso. Bernabei, che nei giorni della crisi si trovò casualmente a Washington ricorda: «Fanfani rispose subito con una lettera in cui faceva una proposta: la proposta italiana era che gli Stati Uniti si impegnavano a ritirare dalla Puglia i missili con testata atomica, l’Unione Sovietica smantellava le postazioni missilistiche che a Cuba l’Unione Sovietica aveva messo contro gli Stati Uniti. Se il presidente Kennedy avesse accettato questa proposta probabilmente c'era la possibilità di evitare il peggio».
Quelle garitte che spuntano dal terreno carsico testimoni del rischio di una catastrofe nucleare
Da Gioia del Colle a Mottola, da Spinazzola a Irsina la mappa dei silos con gli ordigni nucleari
Ancora oggi percorrendo la Sp230 che da Spinazzola porta verso Gravina, li dove la strada si incrocia con la Sp138 detta del Cavone a confine del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, è possibile notare le garitte della base militare dove furono piazzati i missili Jupiter. Con “Google maps” si può addirittura guardare dall’alto la composizione dell’area, una struttura rimasta quasi integra, come i punti dove i vettori di morte erano stati collocati. Per oltre quarant’anni, i terreni sono rimasti incolti ed hanno mantenuto vincolo di servitù per poi essere ceduti dal demanio pare ad agricoltori locali. Sono passati cinquant’anni da questa storia dimenticata che ora torna attuale con il film documentario “Murge il fronte della guerra”. Per il regista Fabrizio Galatea che questa vicenda ha voluto raccontare, essenziale è stato l’incontro con gli ultimi testimoni di quei giorni, con quanti ne hanno parlato, scritto, raccolto prove. Tra il 1960 e il 1963 Spinazzola ospita tre delle trenta testate nucleari istallate in Puglia, di potenza distruttiva cento volte superiori a quelle che rasero al suolo Hiroshima e Nagasaki, puntate durante la guerra fredda contro i paesi satelliti dell’Unione Sovietica: Albania, Romania e Bulgaria. Una potenza distruttiva, quelle delle bombe H, montate su missili Jupiter ognuna paragonabile a 50 milioni di tonnellate di tritolo. Le trattative per la loro istallazione, riporta il prof. Giorgio Nebbia in un suo saggio: «Furono rigorosamente segrete tra il governo Americano presidente Eisenhawer e il governo italiano e durarono a lungo, non certo per ottenere garanzie sulla sicurezza per il popolo italiano, ma per cercare di spillare più quattrini dagli americani in cambio di questa nuova servitù». Le città coinvolte: Gioia del Colle, dove fu istallato il quartier generale e poi Spinazzola, Gravina, Acquaviva delle Fonti, Altamura, Irsina, Matera, Laterza, Mottola. I dettagli di come si sfiorò l’apocalisse con quegli ordigni nei documenti segreti militari, resi disponibili e raccontati dal prof. Leopoldo Nuti, dell’Università Roma Tre, in vari articoli. Utilizzati nel libro di Philip Nash “Missili di ottobre ”pubblicato dall’Università della North Caroline. In quelle basi, si legge nei documenti dello JCAE (il comitato congiunto per l’energia nucleare, Joint Committee on Atmic Energy) vi fu il rischio concreto di esplosione nucleare accidentale. Gli scienziati americani dello JCAE in una loro ispezione rimasero esterrefatti per la trascuratezza dei sistemi di sicurezza tanto che il 15 febbraio del 1961 veniva inviato al presidente degli Stati Uniti John Kennedy un resoconto segreto delle ispezioni e il 5 luglio 1962 il presidente stanziava 23,3 milioni di dollari (una cifra esorbitante a quei tempi) per creare maggiore sicurezza. Fu messo a punto, il sistema PAL (Permissive Action Link, adottato per i sottomarini nucleari solo nel 1997), allo scopo di evitare esplosioni accidentali o non autorizzate. Quattro gli incidenti quando i missili furono colpiti da fulmini. Ma il parlamento italiano non ne è mai stato informato, come del resto la popolazione pugliese. La crisi nell’ottobre del 1962 segnò la fine delle basi, quando gli americani scoprirono che navi sovietiche stavano trasportando dei missili nucleari a Cuba e Kennedy minacciò la guerra contro l’Urss se le navi fossero arrivate nell’isola caraibica. Si giunse ad un passo dalla terza guerra mondiale che non avrebbe escluso l’uso delle armi nucleari. Frenetici i contatti tra Kennedy e Krusciov, poi l’intervento di Papa Giovanni XXIII: alla fine le navi sovietiche tornarono indietro e l’America si impegnò a ritirare i trenta missili Jupiter dalla Puglia e gli altri quindici installati in Turchia che scomparvero così come giunsero in assoluta “segretezza”. In seguito a questi avvenimenti Papa Giovanni XXIII nell’aprile del 1963 consegnò al mondo la sua enciclica “Pacem in Terris” monito e indirizzo morale per la convivenza tra i popoli. Nei più giovani di Spinazzola non vi è traccia di un racconto tramandato dai propri padri, probabilmente perché non vi è mai stata coscienza e conoscenza nella popolazione del pericolo.
Il film
Tutti i protagonisti della pellicola

Il film prodotto da Massimo Arvat, si è avvalso della fotografia Francesco Di Pierro del montaggio Marco Duretti, direttore di produzione Emanuela De Giorni, suono Vincenzo Urselli, musica Fabio Viana. Assistente di produzione Francesca Portalupi, assistente operatore Valentino Curlante. Partecipazione di: Ettore Bernabei, Pasquale Bruno, Vita Maria Calia, Luciana Castellina, Piero Castoro, Renato Cecchetti, Giovanni Battista Cersosimo, Domenico Notarangelo, Leopoldo Nuti, Gianbattista Papangelo, Onofrio Petrara, Alfredo Reichlin, Nicola Vendola, Vladislov Zubok.
Ringraziamento particolare è espresso all’Associazione “Il Salto” Deborah Sorrenti e Paolo Tritto.
Ed a: Antonella Testini, Peppino Vasco, Pasquale Doria, Lorenzo Monteleone, Gelsomina Centore,
Francesco De Palo, Cosimo Forina, Centro Studi Torre di Nebbia, Nicola Aduasio, Antonio Mariani, Mimmo e Raffaele Scialpi, Roberto Salinas, Paolo Covella, Vincenzo Celletti, Giuseppe Schinco, Angelo Buono, Ciacco b&b, Ristorante l’Ancora, Marco Moramarco, Alice Gatti, Daniele Basilio, Raffaella Del Vecchio, Paolo Manera, Daniele Segre, Gianvito Caputo, Francesco Dinolfo

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