venerdì 4 luglio 2014
Spinazzola Una campagna di solidarietà con la raccolta fondi da devolvere alla ricerca AIRC
FOTO CONTRO IL CANCRO, ECCO LA SFIDA DEI “PICCOLI GIA’ GRANDI”
di Cosimo Forina
Gli scatti di Pierluigi Glionna ai suoi coetanei testimonial per scelta condivisa in una campagna di sensibilizzazione e sostegno alla ricerca contro il cancro. Loro sono i “Piccoli già Grandi” una affiatata comitiva di giovanissimi che nelle loro iniziative continuano a sorprendere la città, la ragione tutta nello stare insieme: “il nostro gruppo è nato per trasmettere colore a Spinazzola”. Questa volta dopo aver creato spettacoli, Flash Mob, partecipazione allo storico carnevale, hanno deciso di realizzare qualcosa di più serio ed importante, non sentendosi estranei al continuo lutto che sta colpendo la città nelle premature morti dovute a neoplasie, specie nei giovanissimi. “Spinazzola, affermano, è un paese dove molti si stanno ammalando di cancro e tutti noi abbiamo conosciuto più di tre vittime a testa di questa malattia”. E la loro dichiarazione purtroppo non è frutto di sensazione, tanto da aver portato anche altri a denunciare questa situazioni. Si, si sta morendo di cancro a Spinazzola, troppi casi registrati ultimamente e di continuo tanto da far gridare scandendo i nomi su facebook che è tempo di capire cosa stia esattamente succedendo, se vi siano cause scatenanti, quali le patologie più ricorrenti e a cosa queste possano essere collegate. Le vittime del flagello, per lo più partono dai 24 ai 45 anni e la sensazione non è quella di essere legate ad una fatidica casualità, ad un maledetto destino avverso. I ragazzi “Piccoli già Grandi” hanno invaso piazza San Sebastiano con le loro fotografie che incitano a vincere il cancro, a sostenere la ricerca, ma anche a non rassegnarsi, ad affrontare la malattia trovando forza e sorriso in se stessi, ad accogliere l’altrui dolore e farlo portatore di continuità nell’amore verso la vita. “Tutto è nato, spiega Pierluigi, durante le prove del nostro spettacolo "Sop all cutt l'acqua fr'veut", dove cercavamo un'idea per mandare un messaggio alla gente e per rendere noto il nostro lavoro. Così tutti insieme abbiamo deciso di realizzare una campagna pubblicitaria contro il cancro. Ai ragazzi ho scattato 2 foto a testa e, sinceramente, li ho visti molto presi da questo progetto. Ad ognuno di loro è stata scritta una frase su una parte del corpo. Abbiamo scelto di realizzare le foto in bianco e nero, per interpretare la visione che le persone ammalate hanno della loro vita. Ma ogni nostra espressione e scritta era variopinta e piena di aspettative per il futuro. Dopo un mese dallo spettacolo abbiamo deciso di partecipare ad una raccolta fondi contro il cancro. Ogni genitore ha firmato una liberatoria per il proprio figlio e sono state stampate delle gigantografie e posizionate per tutta la piazza. A tutti coloro che ci hanno lasciato un'offerta abbiamo dato in ricordo un pocket contenente tutti gli scatti fotografici della campagna pubblicitaria. Tutto il ricavato, ora, verrà devoluto in beneficenza all'associazione A.I.R.C.”. Una mostra questa che per spontaneità, intuizione, bellezza, messaggio meriterebbe di essere richiamata in tutte le città a partire da quelle della Provincia Barletta-Andria-Trani e non solo. Come è andata a Spinazzola? Straordinari i ragazzi: “nonostante il vento non sia stato dalla nostra parte, abbiamo riso, ballato e ci siamo divertiti. Ci chiedono di rimanere nel nostro paese e di non rinnegare mai le nostre radici, ma come possiamo noi rimanere in un posto nel quale veniamo inconsapevolmente avvelenati in ogni momento? Acqua, aria... tutto velenoso, ma la cosa peggiore è che gran parte della popolazione vive completamente all'oscuro fin quando ad un loro caro o a loro stessi viene diagnosticato un tumore. Noi non vogliamo correre ai ripari quando ormai sarà già troppo tardi, vogliamo che il resto della cittadinanza come il nostro gruppo Piccoli...già Grandi si svegli una mattina e pretenda di più da questo paese. Pretenda di sapere cosa mangiamo e respiriamo e perché ci stiamo lentamente ammalando tutti. Basta con questa "ignoranza"solo tutti insieme possiamo trovare una soluzione a questo gravissimo problema”. Loro hanno dimostrato di essere Grandi, la maiuscola è voluta, ora i grandi si spera che non continuino a restare piccoli.
giovedì 26 giugno 2014
TERRITORIO A RISCHIO
Tiene banco l’affare rifiuti
UN CORTEO DOPO L’ALTRO
Sulla spinosa vicenda riguardante la realizzazione della megadiscarica si prospetta una nuova manifestazione
UNA STORIA PLURIDECENNALE
Tutto ha avuto inizio il 30 gennaio 1990 (delibera N°12) nel consiglio comunale di Spinazzola (maggioranza PCI+DC)
GROTTELLINE,DA SITO CULTURALE A DISCARICA
Dopo Spinazzola si appresta a scendere in piazza anche Poggiorsini
di Cosimo Forina
Spinazzola- E mentre i cittadini scendono in piazza per manifestare contro la discarica, il 17 giugno lo hanno fatto a Spinazzola, il 29 giugno sarà la volta di Poggiorsini, e la procura Antimafia di Bari pm Roberto Nitti continua le sue indagini sui rifiuti speciali tombati e scoperti nelle cave di “Grottelline”, la Cogeam-Tradeco a cui Nichi Vendola ha affidato la realizzazione e gestione dell’immondezzaio ed impianti in quel sito ha presentato le varianti al suo progetto sulla base dei termini delle prescrizioni decise il 20 maggio dal Comitato Regionale VIA.
In pratica: da una parte si contesta dall’altra si va avanti. Nonostante il subbuglio, ricorsi al Tar, osservazioni di Legambiente e Lipu sulla non idoneità del sito non riconducibili al solo intervento e manutenzione della lama oggetto delle prescrizioni della VIA che tracimando ha creato il lago all’interno di una parte delle cave. Richiesta di apertura di infrazione contro la Puglia depositata presso la Commissione dell’europarlamento in difesa di Grottelline. A registrarsi poi sui rifiuti tombati rinvenuti dal Comando Provinciale di Bari del Corpo Forestale dello Stato con gli uomini di Bari e Cassano delle Murge, più note davvero singolari dell’assessore all’ambiente regionale Lorenzo Nicastro. Un record dopo l’individuazione di Grottelline come immondezzaio. Nicastro insiste a puntare l’indice contro il Comune di Spinazzola incassando reazioni da questo, per aver usato in emergenza il sito tra il 1995-96 facendo depositare temporaneamente rifiuti urbani. Nell’ultimo intervento afferma l’assessore: "per ristabilire, la storia di Grottelline, rispetto agli attacchi ingiustificati cui la Regione Puglia è sottoposta”.
Ripercorriamo la storia brevemente di Grottelline dalla sua individuazione come discarica, di quei rifiuti urbani non associabili a quelli speciali rinvenuti dal Corpo Forestale ed anche della variante al progetto oggetto delle prescrizioni VIA. Il 30 gennaio 1990 (delibera N°12) il consiglio Comunale di Spinazzola (maggioranza Pci+Dc) approva l’individuazione della sua discarica nel foglio di mappa 142 particelle n.11 e 143. La proprietà di quelle due particelle è della Ecospi srl costituitasi il 20/12/1989 e iscritta presso la Camera di Commercio di Bari il 27/2/1990. Scopo societario oggi è “la gestione di siti aventi carattere culturale e museale; la creazione, gestione, e organizzazione di parchi a tema, l’organizzazione e gestione di eventi”. L’Ecospi è la sigla della srl “Valle dei Dinosauri” la cui compagine sociale vede il 22,32% la Tradeco srl e la Vi.Ri. srl al 77,68% di Altamura. Società quest’ultima che è salirà alle cronaca per l’appalto dei rifiuti ospedalieri che coinvolge l’ex assessore alla sanità regionale Alberto Tedesco vicino alla famiglia Columella. Nel tempo il progetto dell’immondezzaio di Spinazzola affidato nel 2006 all’Ati Tradeco-Cogeam cresce. Le particelle del foglio di mappa 142 da due diventano sette (11,58,70,71,72,73,143) nella prima seduta VIA che analizza il progetto e lo approva, per aumentare ancora di più sino a tredici con l’atto di esproprio che porterà al sequestro della Procura di Trani, pm Michele Ruggiero (ad aggiungersi le particelle 7,10,66,68,78,144). Rifiuti e Variante. Nel 1995 l’allora sindaco di Spinazzola Michele D’Ercole con sua ordinanza si vede costretto a chiedere in emergenza di rimuovere i rifiuti accantonati in città nella zona San Francesco. Gestore del servizio la Tradeco. Ad offrire la soluzione è proprio Carlo Columella che con atto notorio offre la disponibilità ad utilizzare temporaneamente le due particelle (11-143) della Ecospi destinate a discarica. Che si tratti di rifiuti urbani, anche se per ordinanza dello stesso D’Ercole dovevano essere rimossi sin dal 96, lo si apprende dal tecnico della società ing. Carmine Carella nel 2008, attraverso diverse note che in parte qui pubblichiamo delle intercettazione del tecnico durante i lavori della discarica a Spinazzola disposte dalla Dda di Bari che indagava sulla sanità pugliese e sul mondo dei rifiuti. Contemporaneamente a quella dei rifiuti, le conversazioni vertono sulla questione dello spostamento degli impianti perché vengono rinvenute delle grotte. Una affermazione davvero singolare, l’ing. Carella, annotano i carabinieri, parla con tale Mimmo a cui vengono prospettate le problematiche delle grotte, si parla di un primo contatto avuto con la sovrintendenza, e del consiglio di preparare un paio di soluzioni e propinarle alla sovrintendenza. Già proprio così due soluzioni da “propinare” alla soprintendenza. Ovvero, tranne se non per un infelice utilizzo del termine “darle da bere”. Questa “bevuta” è poi diventata la variante presentata in regione che ha anche incluso le particelle in più rispetto al primo progetto, inviata alla Procura di Trani, all’Ato Ba/4 e al Comune di Spinazzola che l’approva con atto di Consiglio Comunale. Ed ancora alla Giunta regionale dopo qualche anno da ultima, l’approva in proroga paesaggistica ritenuta dall’assessore Angela Barbanente migliorativa nel progetto rispetto al passato. Cosa erano e sono quelle cavità scoperte nel 2008 per cui ci si doveva spostare, per non finirci dentro, gli impianti? Il perito della Tradeco-Cogeam l’archeologo Michele Sicolo parla di chiesa rupestre a croce greca con cinque absidi e consiglia, comunque, prima di effettuare la realizzazione degli impianti di fare una accurata analisi del sito di Grottelline vista la sua importanza storica e archeologica. Anche questa è la storia di Grottelline.
SPINAZZOLA LE INTERCETTAZIONI SUL “CASO TEDESCO” RIGUARDANTI LA QUESTIONE GROTTELLINE
TUTTE LE MANOVRE SULLA ZONA E LA CONSAPEVLEZZA DELLA PRESENZA DI GROTTE,RIFIUTI E CORSI D’ACQUA
Nota 18776 del 14/3/2008 telefonata tra Carmine Carella e Mimmo Diomeda
Trascrizione integrale, contenuto della telefonata: spostamento degli impianti
Carmine dice di essere sul cantiere di Spinazzola ed hanno fatto delle verifiche….perché stiamo procedendo alla realizzazione delle fondazioni e probabilmente in prossimità del confine est potrebbero essere interessate le strutture delle fondazioni delle grotte che sono sottostanti sulla parte che degrada verso la gravina…. allora per evitare problemi bisognerà spostarsi…io ho cercato di parlare con Gaetano, però non è raggiungibile al momento…probabilmente per una conferenza di servizio…quindi dice a Mimmo che è consigliabile fare un sopraluogo oppure fissare un incontro urgente…quindi dice Domenico, credo che Gaetano stia fuori fino a dopo Pasqua e così Carmine gli chiede se si possono vedere nel pomeriggio di oggi….così Domenico, dice io personalmente ho preso altri impegni su altre zone….comunque dice che se vai all’ufficio, oggi lo trovi, in corso Sonnino…poi gli chiede Carmine, pensi che ci voglia una conferenza per lo spostamento planimetrico?…Dobbiamo capire, risponde Mimmo se bisogna fare una variante, se ci sono i termini giusti,….bisogna rifletterci un pò…. Comunque dice di attivarsi in questo senso….fate delle proposte delle proposte operative sempre informalmente…comunque dice Carmine io sempre prima di partire ho chiesto sia il tuo parere che quello di Gaetano…comunque dice Mimmo, posso dire a Gaetano che lo vai cercando….allora dice Mimmo tu ti vuoi spostare all’interno della cava…no dice Carmine, stiamo parlando dell’impiantistica…delle grotte sottostanti…allora dice Mimmo…uno fa i sondaggi e dice….per cui è veramente necessario spostarci…siccome dice Carmine, io ho avuto contatti con la dirigente della sovrintendenza dell’area archeologica e costei le ha accennato della presenza di alcune grotte…siccome hanno avuto contezza diversa dello stato dei luoghi alla luce di queste cose che ci sono state dette, ora ci stiamo ponendo un problema e questo è uno e parimenti c’è ne uno di sicurezza, perché se dobbiamo mantenere questa autorizzazione dovremo arretrarci da un lato e tirarci sopra e così si conceda da lui dicendo che va in corso Sonnino da Gaetano…quindi dice Mimmo prepara un paio di soluzioni e propinale alla sovrintendenza.
Nota 30039 del 16/4/2008 ore 19.04 telefonata tra Carmine Carella e Giancarlo Florio
Trascrizione integrale, contenuto della telefonata: rifiuti rinvenuti a Grottelline
Carmine e Giancarlo parlano di fare 10-12 prelievi per caratterizzare l’area ove sono stati rinvenuti i rifiuti presso il sito di Spinazzola e delle planimetrie con il rilievo delle grotte (trovate durante i lavori) da stampare indicando Gogeam, ing. Carella e data.
Nota 30101 del 16/4/2008 ore 20,40 telefonata tra Carmine Carella e Giancarlo Florio
Trascrizione integrale, contenuto della telefonata: rifiuti rinvenuti a Grottelline
Chiama a Giancarlo per dirgli se ha mandato le planimetrie, lui dice di no e che se vuole gli da tutto domani mattina. Questo dice che ha sistemato le planimetrie in modo da dividere le zone, compresa quella dove sono stati rinvenuti i rifiuti. In sostanza sono stati individuati dieci punti per i carotaggi all’interno del sito occupato dai rifiuti solidi urbani di Spinazzola.
Carmine dice di inviargliele subito via posta elettronica.
Nota 30124 del 17/4/2008 ore 8,52 telefonata tra Carmine Carella e Giancarlo Florio
Trascrizione integrale, contenuto della telefonata: rifiuti rinvenuti a Grottelline
Carmine dice che le tavole vanno bene tranne la mancanza di evidenza che l’area interessata dai rifiuti non potrebbe essere interessata dall’ordinanza e della necessità di avvisare la Tradeco che dovrebbe averlo fatto Nicola, per l’approfondimento idrico riguardo una contaminazione potenziale del sito interessato dai rifiuti con eventuale terebrazione dei pozzi. Si parla dei rifiuti solidi urbani smaltiti presso l’area di cava ove si sta realizzando la discarica per rifiuti urbani dell’Ati Cogeam (Cisa-Tradeco) di Spinazzola.
Nota 30187 del 17/4/2008 ore 10,33 telefonata tra Carmine Carella e Francesco Maggiore
Trascrizione integrale, contenuto della telefonata: rifiuti rinvenuti a Grottelline
Lo chiama Michele per avere notizie sulla questione Spinazzola. Carmine gli riferisce che stamane ha un incontro all’ufficio bonifiche della regione in merito ai rifiuti ritrovati lì (ex articolo 12) e poi dice che hanno invitato la dott.sa Canosa della sovrintendenza per fare vedere a tutti i convenuti la variante riguardante di traslazione per il ritrovamento delle grotte che dovranno essere separate dall’impianto, anche in previsione di un percorso di visita fuori con uno spostamento della zona verde per rendere l’impatto visivo migliore. Michele gli chiede dei pozzi e della loro realizzazione, poi Carmine dice che per evidenziare tale cosa sarebbe meglio farla fare da qualcuno come l’Arpa o altri Enti. Carella chiede a Michele un consiglio su come sistemare i rifiuti rinvenuti in zona, poi spiega ancora che secondo lui si potrebbero rimuovere e sistemare a dimora in una parte dei lotti che si stanno eseguendo tenendo presente che si parla di poca roba individuando l’area dei rifiuti in una quantità sotto i mille metri quadrati. Carmine riferisce ancora che dovrebbero rimuovere il materiale fino a 2 metri di profondità per rimanere nell’ordine di circa 3000 metri cubi. Carmine chiede se va bene a tutti questa cosa visto che loro (in questo caso Michele) devono fare una conferenza dei servizi, infatti sarebbe opportuno dare uno sguardo a quanto delineato per prendere cognizione dei fatti. Michele gli risponde che bisognerà vedere bene questa questione e gli chiede se è stato invitato qualcuno di loro alla riunione. Carmine dice che hanno chiesto che il tutto avvenisse alla presenza del Commissario delegato poiché cera urgenza e di contro Michele gli risponde che forse verrà Ludovico (forse si parla dell’ing. Spinosa Ludovico).
Tiene banco l’affare rifiuti
UN CORTEO DOPO L’ALTRO
Sulla spinosa vicenda riguardante la realizzazione della megadiscarica si prospetta una nuova manifestazione
UNA STORIA PLURIDECENNALE
Tutto ha avuto inizio il 30 gennaio 1990 (delibera N°12) nel consiglio comunale di Spinazzola (maggioranza PCI+DC)
GROTTELLINE,DA SITO CULTURALE A DISCARICA
Dopo Spinazzola si appresta a scendere in piazza anche Poggiorsini
di Cosimo Forina
Spinazzola- E mentre i cittadini scendono in piazza per manifestare contro la discarica, il 17 giugno lo hanno fatto a Spinazzola, il 29 giugno sarà la volta di Poggiorsini, e la procura Antimafia di Bari pm Roberto Nitti continua le sue indagini sui rifiuti speciali tombati e scoperti nelle cave di “Grottelline”, la Cogeam-Tradeco a cui Nichi Vendola ha affidato la realizzazione e gestione dell’immondezzaio ed impianti in quel sito ha presentato le varianti al suo progetto sulla base dei termini delle prescrizioni decise il 20 maggio dal Comitato Regionale VIA.
In pratica: da una parte si contesta dall’altra si va avanti. Nonostante il subbuglio, ricorsi al Tar, osservazioni di Legambiente e Lipu sulla non idoneità del sito non riconducibili al solo intervento e manutenzione della lama oggetto delle prescrizioni della VIA che tracimando ha creato il lago all’interno di una parte delle cave. Richiesta di apertura di infrazione contro la Puglia depositata presso la Commissione dell’europarlamento in difesa di Grottelline. A registrarsi poi sui rifiuti tombati rinvenuti dal Comando Provinciale di Bari del Corpo Forestale dello Stato con gli uomini di Bari e Cassano delle Murge, più note davvero singolari dell’assessore all’ambiente regionale Lorenzo Nicastro. Un record dopo l’individuazione di Grottelline come immondezzaio. Nicastro insiste a puntare l’indice contro il Comune di Spinazzola incassando reazioni da questo, per aver usato in emergenza il sito tra il 1995-96 facendo depositare temporaneamente rifiuti urbani. Nell’ultimo intervento afferma l’assessore: "per ristabilire, la storia di Grottelline, rispetto agli attacchi ingiustificati cui la Regione Puglia è sottoposta”.
Ripercorriamo la storia brevemente di Grottelline dalla sua individuazione come discarica, di quei rifiuti urbani non associabili a quelli speciali rinvenuti dal Corpo Forestale ed anche della variante al progetto oggetto delle prescrizioni VIA. Il 30 gennaio 1990 (delibera N°12) il consiglio Comunale di Spinazzola (maggioranza Pci+Dc) approva l’individuazione della sua discarica nel foglio di mappa 142 particelle n.11 e 143. La proprietà di quelle due particelle è della Ecospi srl costituitasi il 20/12/1989 e iscritta presso la Camera di Commercio di Bari il 27/2/1990. Scopo societario oggi è “la gestione di siti aventi carattere culturale e museale; la creazione, gestione, e organizzazione di parchi a tema, l’organizzazione e gestione di eventi”. L’Ecospi è la sigla della srl “Valle dei Dinosauri” la cui compagine sociale vede il 22,32% la Tradeco srl e la Vi.Ri. srl al 77,68% di Altamura. Società quest’ultima che è salirà alle cronaca per l’appalto dei rifiuti ospedalieri che coinvolge l’ex assessore alla sanità regionale Alberto Tedesco vicino alla famiglia Columella. Nel tempo il progetto dell’immondezzaio di Spinazzola affidato nel 2006 all’Ati Tradeco-Cogeam cresce. Le particelle del foglio di mappa 142 da due diventano sette (11,58,70,71,72,73,143) nella prima seduta VIA che analizza il progetto e lo approva, per aumentare ancora di più sino a tredici con l’atto di esproprio che porterà al sequestro della Procura di Trani, pm Michele Ruggiero (ad aggiungersi le particelle 7,10,66,68,78,144). Rifiuti e Variante. Nel 1995 l’allora sindaco di Spinazzola Michele D’Ercole con sua ordinanza si vede costretto a chiedere in emergenza di rimuovere i rifiuti accantonati in città nella zona San Francesco. Gestore del servizio la Tradeco. Ad offrire la soluzione è proprio Carlo Columella che con atto notorio offre la disponibilità ad utilizzare temporaneamente le due particelle (11-143) della Ecospi destinate a discarica. Che si tratti di rifiuti urbani, anche se per ordinanza dello stesso D’Ercole dovevano essere rimossi sin dal 96, lo si apprende dal tecnico della società ing. Carmine Carella nel 2008, attraverso diverse note che in parte qui pubblichiamo delle intercettazione del tecnico durante i lavori della discarica a Spinazzola disposte dalla Dda di Bari che indagava sulla sanità pugliese e sul mondo dei rifiuti. Contemporaneamente a quella dei rifiuti, le conversazioni vertono sulla questione dello spostamento degli impianti perché vengono rinvenute delle grotte. Una affermazione davvero singolare, l’ing. Carella, annotano i carabinieri, parla con tale Mimmo a cui vengono prospettate le problematiche delle grotte, si parla di un primo contatto avuto con la sovrintendenza, e del consiglio di preparare un paio di soluzioni e propinarle alla sovrintendenza. Già proprio così due soluzioni da “propinare” alla soprintendenza. Ovvero, tranne se non per un infelice utilizzo del termine “darle da bere”. Questa “bevuta” è poi diventata la variante presentata in regione che ha anche incluso le particelle in più rispetto al primo progetto, inviata alla Procura di Trani, all’Ato Ba/4 e al Comune di Spinazzola che l’approva con atto di Consiglio Comunale. Ed ancora alla Giunta regionale dopo qualche anno da ultima, l’approva in proroga paesaggistica ritenuta dall’assessore Angela Barbanente migliorativa nel progetto rispetto al passato. Cosa erano e sono quelle cavità scoperte nel 2008 per cui ci si doveva spostare, per non finirci dentro, gli impianti? Il perito della Tradeco-Cogeam l’archeologo Michele Sicolo parla di chiesa rupestre a croce greca con cinque absidi e consiglia, comunque, prima di effettuare la realizzazione degli impianti di fare una accurata analisi del sito di Grottelline vista la sua importanza storica e archeologica. Anche questa è la storia di Grottelline.
SPINAZZOLA LE INTERCETTAZIONI SUL “CASO TEDESCO” RIGUARDANTI LA QUESTIONE GROTTELLINE
TUTTE LE MANOVRE SULLA ZONA E LA CONSAPEVLEZZA DELLA PRESENZA DI GROTTE,RIFIUTI E CORSI D’ACQUA
Nota 18776 del 14/3/2008 telefonata tra Carmine Carella e Mimmo Diomeda
Trascrizione integrale, contenuto della telefonata: spostamento degli impianti
Carmine dice di essere sul cantiere di Spinazzola ed hanno fatto delle verifiche….perché stiamo procedendo alla realizzazione delle fondazioni e probabilmente in prossimità del confine est potrebbero essere interessate le strutture delle fondazioni delle grotte che sono sottostanti sulla parte che degrada verso la gravina…. allora per evitare problemi bisognerà spostarsi…io ho cercato di parlare con Gaetano, però non è raggiungibile al momento…probabilmente per una conferenza di servizio…quindi dice a Mimmo che è consigliabile fare un sopraluogo oppure fissare un incontro urgente…quindi dice Domenico, credo che Gaetano stia fuori fino a dopo Pasqua e così Carmine gli chiede se si possono vedere nel pomeriggio di oggi….così Domenico, dice io personalmente ho preso altri impegni su altre zone….comunque dice che se vai all’ufficio, oggi lo trovi, in corso Sonnino…poi gli chiede Carmine, pensi che ci voglia una conferenza per lo spostamento planimetrico?…Dobbiamo capire, risponde Mimmo se bisogna fare una variante, se ci sono i termini giusti,….bisogna rifletterci un pò…. Comunque dice di attivarsi in questo senso….fate delle proposte delle proposte operative sempre informalmente…comunque dice Carmine io sempre prima di partire ho chiesto sia il tuo parere che quello di Gaetano…comunque dice Mimmo, posso dire a Gaetano che lo vai cercando….allora dice Mimmo tu ti vuoi spostare all’interno della cava…no dice Carmine, stiamo parlando dell’impiantistica…delle grotte sottostanti…allora dice Mimmo…uno fa i sondaggi e dice….per cui è veramente necessario spostarci…siccome dice Carmine, io ho avuto contatti con la dirigente della sovrintendenza dell’area archeologica e costei le ha accennato della presenza di alcune grotte…siccome hanno avuto contezza diversa dello stato dei luoghi alla luce di queste cose che ci sono state dette, ora ci stiamo ponendo un problema e questo è uno e parimenti c’è ne uno di sicurezza, perché se dobbiamo mantenere questa autorizzazione dovremo arretrarci da un lato e tirarci sopra e così si conceda da lui dicendo che va in corso Sonnino da Gaetano…quindi dice Mimmo prepara un paio di soluzioni e propinale alla sovrintendenza.
Nota 30039 del 16/4/2008 ore 19.04 telefonata tra Carmine Carella e Giancarlo Florio
Trascrizione integrale, contenuto della telefonata: rifiuti rinvenuti a Grottelline
Carmine e Giancarlo parlano di fare 10-12 prelievi per caratterizzare l’area ove sono stati rinvenuti i rifiuti presso il sito di Spinazzola e delle planimetrie con il rilievo delle grotte (trovate durante i lavori) da stampare indicando Gogeam, ing. Carella e data.
Nota 30101 del 16/4/2008 ore 20,40 telefonata tra Carmine Carella e Giancarlo Florio
Trascrizione integrale, contenuto della telefonata: rifiuti rinvenuti a Grottelline
Chiama a Giancarlo per dirgli se ha mandato le planimetrie, lui dice di no e che se vuole gli da tutto domani mattina. Questo dice che ha sistemato le planimetrie in modo da dividere le zone, compresa quella dove sono stati rinvenuti i rifiuti. In sostanza sono stati individuati dieci punti per i carotaggi all’interno del sito occupato dai rifiuti solidi urbani di Spinazzola.
Carmine dice di inviargliele subito via posta elettronica.
Nota 30124 del 17/4/2008 ore 8,52 telefonata tra Carmine Carella e Giancarlo Florio
Trascrizione integrale, contenuto della telefonata: rifiuti rinvenuti a Grottelline
Carmine dice che le tavole vanno bene tranne la mancanza di evidenza che l’area interessata dai rifiuti non potrebbe essere interessata dall’ordinanza e della necessità di avvisare la Tradeco che dovrebbe averlo fatto Nicola, per l’approfondimento idrico riguardo una contaminazione potenziale del sito interessato dai rifiuti con eventuale terebrazione dei pozzi. Si parla dei rifiuti solidi urbani smaltiti presso l’area di cava ove si sta realizzando la discarica per rifiuti urbani dell’Ati Cogeam (Cisa-Tradeco) di Spinazzola.
Nota 30187 del 17/4/2008 ore 10,33 telefonata tra Carmine Carella e Francesco Maggiore
Trascrizione integrale, contenuto della telefonata: rifiuti rinvenuti a Grottelline
Lo chiama Michele per avere notizie sulla questione Spinazzola. Carmine gli riferisce che stamane ha un incontro all’ufficio bonifiche della regione in merito ai rifiuti ritrovati lì (ex articolo 12) e poi dice che hanno invitato la dott.sa Canosa della sovrintendenza per fare vedere a tutti i convenuti la variante riguardante di traslazione per il ritrovamento delle grotte che dovranno essere separate dall’impianto, anche in previsione di un percorso di visita fuori con uno spostamento della zona verde per rendere l’impatto visivo migliore. Michele gli chiede dei pozzi e della loro realizzazione, poi Carmine dice che per evidenziare tale cosa sarebbe meglio farla fare da qualcuno come l’Arpa o altri Enti. Carella chiede a Michele un consiglio su come sistemare i rifiuti rinvenuti in zona, poi spiega ancora che secondo lui si potrebbero rimuovere e sistemare a dimora in una parte dei lotti che si stanno eseguendo tenendo presente che si parla di poca roba individuando l’area dei rifiuti in una quantità sotto i mille metri quadrati. Carmine riferisce ancora che dovrebbero rimuovere il materiale fino a 2 metri di profondità per rimanere nell’ordine di circa 3000 metri cubi. Carmine chiede se va bene a tutti questa cosa visto che loro (in questo caso Michele) devono fare una conferenza dei servizi, infatti sarebbe opportuno dare uno sguardo a quanto delineato per prendere cognizione dei fatti. Michele gli risponde che bisognerà vedere bene questa questione e gli chiede se è stato invitato qualcuno di loro alla riunione. Carmine dice che hanno chiesto che il tutto avvenisse alla presenza del Commissario delegato poiché cera urgenza e di contro Michele gli risponde che forse verrà Ludovico (forse si parla dell’ing. Spinosa Ludovico).
mercoledì 11 giugno 2014
L’ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE LORENZO NICASTRO HA FATTO DIFFONDERE QUESTO COMUNICATO STAMPA SUI RIFIUTI SCOPERTI A “GROTTELLINE”
- BARI, 11 GIU – "Le notizie che riguardano attività di indagine in corso su una cava di località Grottelline a Spinazzola rischiano di trarre in inganno, in maniera più o meno voluta, l’opinione pubblica perchè continuano a mettere in correlazione l’accertamento di un illecito smaltimento di materiali risalente nel tempo, contiguo a siti in cui venivano autorizzati con ordinanze urgenti dai comuni gli smaltimenti di RSU (ex art. 12), con procedure amministrative che, peraltro, non sono nè concluse nè scontate". Lo precisa l’assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, in relazione al sequestro fatto dal Corpo Forestale dello Stato nelle campagne di Spinazzola su impulso della Dda di Bari.
"La necessità di far emergere le illecite condotte di smaltimento – afferma Nicastro – non può giustificare la confusione nel dare le informazioni: l’area posta sotto sequestro dagli uomini del Corpo Forestale non interessa lo scavo impermeabilizzato che rientra nell’ipotesi di impianto di cui si discute in località Grottelline e, per questa ragione, alcune ricostruzioni giornalistiche impropriamente mettono in relazione le vicende di queste ore con i trascorsi giudiziari che, invece, interessavano quell'area". "E' necessario chiarire questo aspetto – conclude Nicastro – per evidenziare le differenze e non alimentare tesi precostituite su questioni che sono ancora al vaglio dei tecnici preposti".
LA MIA RISPOSTA
Spinazzola 11 Giugno
L’assessore Nicastro non dice che la cava in cui si sta scoprendo “un illecito smaltimento di materiali risalente nel tempo” è lo stesso sito che ospita “lo scavo impermeabilizzato”, cioè la discarica che la Regione vuole a tutti i costi, contro ogni evidenza normativa di tutela della salute e dell’ambiente, e che da anni è oggetto non di “improprie” ricostruzioni giornalistiche, ma di inascoltate inchieste documentate e persino di notizie di reato (ripetuta scomparsa di faldoni, la memoria del computer dall'assessorato all'ambiente che conteneva la VIA di Grottelline, piani territoriali stranamente non aggiornati, rivelazioni di rifiuti nocivi e pericolosi sotterrati abusivamente, ecc.). Notizie, inchieste e rivelazioni che oggi si dimostrano tutte fondate e sulle quali finora l’assessore Nicastro, i suoi colleghi di giunta e il suo presidente non hanno fatto sentire la propria voce, se non per minimizzare, o peggio, per troncare e sopire.
NORDBARESE PRIMO PIANO
AMBIENTE
L’ASSALTO ALL’ALTA MURGIA
Dalle viscere della terra rifiuti in gran quantità sul sito dove la Regione vuole realizzare una discarica
Al momento nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati. Infruttuoso un altro scavo nel 2010
UNA MONTAGNA DI RIFIUTI SCOPERTA DALL’ANTIMAFIA
A Grottelline (Spinazzola) scatta il terzo sequestro giudiziario
di Cosimo Forina
Sigilli a Grottelline, si continua a scavare. E viene alla luce una montagna di rifiuti pericolosi. Le cave affidate dal governatore Nichi Vendola per 17 anni all’Ati Tradeco-Gogeam (Columella per la Tradeco, al 51 per cento Marcegaglia spa e 49 per cento Cisa Spa) sono da giorni una miniera di veleni.
Le indagini sono condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, dott. Renato Nitti, affidate al Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Bari. Ad operare con sofisticati rilevatori gli uomini delle stazioni del Corpo Forestale di Bari e Cassano delle Murge. Al momento nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati. I rifiuti, utilizzando uno escavatore, sono stati ritrovati a soli pochi metri da dove la Procura di Trani, pm Michele Ruggiero nel 2010 aveva disposto accertamenti in seguito alla segnalazione di un cittadino che alla “Gazzetta” aveva raccontato di materiale interrato ed in particolare di origine ospedaliera.
Il testimone dopo l’esito negativo delle ricerche era stato dichiarato inattendibile rischiando di essere querelato dai gestori dell’area .
Il Comando Forestale ha cosi in sintesi al momento fatto conoscere l’esito delle operazioni in corso: “La scoperta è avvenuta a seguito di uno scavo disposto dalla Procura di Bari dopo che alcuni rilievi effettuati con strumentazione geomagnetometrica avevano evidenziato delle anomalie del terreno, ben localizzate, che facevano presumere la presenza di rifiuti interrati. I rilievi sono stati effettuati grazie all’aiuto di una strumentazione in dote al C.F.S., all’uopo convenzionato con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che permette di riscontrare la presenza a determinate profondità del sottosuolo di materiale ferroso. Lo scavo ha portato alla luce miscele di rifiuti consistenti in batterie per autovetture, catrame di carbone, miscele bituminose, scorie di cemento e mattoni, pneumatici fuori uso, ecc., per un totale di decine di tonnellate, risalenti a varie annualità. Il terreno, di proprietà privata, è stato posto sotto sequestro, mentre continuano le rilevazioni da parte del Corpo Forestale, sotto le direttive della Distrettuale Antimafia di Bari. L’operazione si inquadra in un più generale contesto investigativo in corso a cura del Comando provinciale del C.F.S. di Bari su delega della stessa D.D.A. barese”.
Un enorme movimento terra all’interno delle cave. Nel 2007 prima dei lavori iniziati dalla Gogeam-Tradeco l’area interessata dal ritrovamento risultava, come dimostrano le fotografie che qui pubblichiamo completamente libera, mentre una enorme quantità di “terreno” era ben visibile nella parte centrale delle cave. Il secondo con il tempo è stato totalmente rimosso, mentre su gran parte della particella 11 del foglio di mappa 142 oggetto dell’indagine della Procura Antimafia e spuntato terreno che ha rimodellato completamente la cava. Ed li che il testimone indicava i suoi sospetti, ed li che quanto sfuggito ad altri è stato invece ritrovato dagli uomini del Comando Forestale, probabilmente grazie alla loro sofisticata attrezzatura.
La storia infinita di Grottelline continua questa volta con pericolosi risvolti. Molti i quesiti che ovviamente si aggiungono a quanto già avvenuto in questi anni. A partire da chi doveva controllare l’area interessata alla realizzazione della discarica, chi dopo ne è stato nominato custode durante il sequestro della Procura di Trani e perché il traffico di rifiuti non è fin qui emerso. Centinaia di tonnellate. Sul piano amministrativo intanto continua l’opposizione da parte dei Comuni di Spinazzola e Poggiorsini con ricorsi al Tar del Lazio e di Bari contro gli atti di imperio della Regione che si ostina a volere “Grotelline” nel suo piano rifiuti, nonostante le osservazioni avanzate
sulle criticità idrauliche e idrogeologiche dell’area . I nuovi sigilli scattati per i rifiuti tombati adombrano maggiormente questo affare che ha registrato di tutto: dalla sparizione dei documenti, dei faldoni, della memoria del computer che conteneva i dati di Grottelline in Regione, varianti approvate in tutta fretta. L’intreccio con il caso dell’ex assessore alla sanità Alberto Tedesco accusato di aver favorito nell’appalto del rifiuti ospedalieri la società Vi.Ri. dei Columella. Ma anche il suo interessamento affinché l’iter di Grottelline proseguisse superando gli ostacoli.
Sui rifiuti che probabilmente continueranno ad emergere dal sottosuolo la Procura Antimafia ha intanto disposto analisi, mentre i cittadini di Spinazzola e Poggiorsini chiedono di porre fine all’assalto del territorio. Ora ancor più fortemente segnato, offeso e vilipeso, nonostante la sua valenza, da quello che la terra sta restituendo.
LE PRIME REAZIONI
Tarantini (Legambiente): .«Serve un piano di recupero». Zullo (FI): «Una storia triste»
Rifiuti tombati a Grottelline dure le reazioni che si vanno registrando. Francesco Tarantini presidente Legambiente Puglia che proprio oggi si appresta a presentare il Rapporto Ecomafie 2014 - I numeri e le storie della criminalità ambientale in Puglia: “Attendiamo di conoscere la natura dei rifiuti interrati e intanto ribadiamo il nostro secco ‘no’ all’ipotesi di realizzare una discarica in un’area storica e naturalistica come quella di Grottelline. Urge la caratterizzazione e la messa in sicurezza dei siti e un intervento istituzionale teso a bonificare e valorizzare la zona. Nel ribadire il nostro secco ‘no’ all’ipotesi di realizzare una discarica a Grottelline, chiediamo alla Regione Puglia di tener conto delle osservazioni da noi avanzate sulle criticità idrauliche, nell’ambito del procedimento VIA, presenti in un’area che invece merita di essere studiata e valorizzata e non seppellita sotto i rifiuti”. Ferma condanna ed indice puntato contro Nichi Vendola da parte della opposizione.
Così Ignazio Zullo capogruppo Pdl-Fi ieri mattina nella massima assise regionale: “Nel Piano regionale dei rifiuti è stato inserito il sito delle cave di Grottelline come discarica, tra la preoccupazione dei cittadini per il pericolo di rifiuti pericolosi interrati. Eppure, non era Vendola ad abbracciare la filosofia “rifiuti zero, zero discariche?”. “Nel sito di Grottelline – ha affermato l’esponente di Forza Italia - già interessato dall’azione della magistratura, incombe il giustificato sospetto che sia stato utilizzato per rifiuti pericolosi. Una triste storia di inefficienze regionali che hanno smentito le promesse vendoliane che, se mantenute, non avrebbero potuto che incontrare il nostro favore.
Il punto, però, è che risulta impossibile parlare di rifiuti zero quando la raccolta differenziata in Puglia è ferma e l’ecotassa continua ad insistere sui Comuni con i cittadini a farne le spese come sempre. Fin dal febbraio 2007, Vendola lanciò una scommessa per la Puglia: accantonare l’idea che dai rifiuti potesse prodursi energia, con la termovalorizzazione, puntando sul recupero di materie. Questa è stata, con ogni evidenza, una scommessa persa considerando anche gli obiettivi di raccolta differenziata prefissati e mai raggiunti. Per coerenza al “Vendola pensiero” sarebbe stato opportuno eliminare dal Piano discariche come quella di Grottelline e Corigliano. Invece, il filo rosso è come sempre l’inefficienza di questo governo: sullo sfondo, infatti, c'è pure la mancata attuazione della legge regionale 24/2012 con la disomogenea realizzazione degli Aro sul territorio ed il mancato avvio di gare uniche per ambito territoriale ottimale di raccolta”.
sabato 7 giugno 2014
IL CASO
Murgia, Ambiente e Rifiuti
LE INDAGINI
«La zona è interdetta da parte della Procura di Bari»: così i forestali ieri al vicesindaco di Poggiorsini
NEGLI ANNI SCORSI
Già in passato del sito si occupò la Procura di Trani, ma dal sottosuolo non emersero rifiuti
A GROTTELLINE DI NUOVO IN AZIONE LE ESCAVATRICI
Spinazzola, le ricerche affidate al Corpo forestale
di Cosimo Forina
«Questa è zona interdetta da parte della Procura di Bari»: questa la risposta ricevuta dal vicesindaco di Poggiorsini, Gianni Selvaggi, confermata alla “Gazzetta” dal sindaco di quella città Michele Armenti. Selvaggi, allertato da alcuni suoi concittadini si è presentato ieri nelle cave di Grottelline, dove con diversi automezzi di movimento terra gli uomini del Corpo Forestale dello Stato stavano eseguendo degli scavi.
A Grottelline, dunque, sono ritornati in azione gli escavatori. La zona in cui si stanno effettuando le ricerche è molto vicina a quella già oggetto di altra indagine giudiziaria fatta effettuare da parte della Procura di Trani in seguito alla segnalazione di un cittadino nell’ottobre del 2010 che affermava che in quel punto erano stati occultati container con rifiuti ospedalieri. Quelle analisi che portarono al secondo sequestro dell’area delle cave, dopo quello del 27 agosto 2008 legato alle irregolarità del progetto, nell’ambito dell’inchiesta condotta dal sostituto Michele Ruggiero, però, non approdarono ad alcun riscontro. Ora, come un fulmine a ciel sereno, arriva questa nuova indagine affidata da quel che si intuisce al Corpo Forestale dello Stato che ha a sua disposizione strumentazioni idonee per la ricerca anche dall’alto di eventuali rifiuti «tombati». Sono quelli l’oggetto della ricerca? Solo domenica scorsa, primo giugno, la città di Poggiorsini era stata teatro dell’iniziativa organizzata da Legambiente “Voler Bene all’Italia - Festa nazionale dei piccoli comuni”, occasione in cui si è ribadito il “No” deciso alla discarica che si vuole da parte della Regione Puglia far costruire a Grottelline. Affidata dal governatore Nichi Vendola all’Ati Cogeam-Tradeco (Columella per la Tradeco, al 51 per cento Marcegaglia SpA e 49 per cento Cisa Spa). Un “No” motivato da osservazioni tecniche fatte pervenire in sede Valutazione di impatto ambientale sulla inidoneità del sito presentate da Francesco Tarantini presidente regionale Legambiente e dalla Lipu con Enzo Cripezzi. Ai quali si era aggiunta la voce in difesa di Grottelline, area di interesse archeologico, monumentale, ambientale dell’on. Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera, di Michele Armienti, nuovo sindaco del Comune di Poggiorsini, di Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente, di Cesare Veronico, presidente Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Ferma l’opposizione, domenica scorsa, del sindaco di Spinazzola Nicola Di Tullio, il quale aveva contestato le affermazioni dell’assessore alla qualità del territorio, Angela Barbanente. Barbanente aveva definito l’approvazione della deroga alle prescrizioni di base con effetto di Autorizzazione Paesaggistica al progetto della discarica concessa all’Ati Tradeco-Cogeam da parte della Giunta regionale come «un atto dovuto » . L’arrivo degli escavatori sorprende. Cosa si sta cercando a “Grottelline ”? Perché la zona è stata interdetta? Oltre ai container non trovati nella indagine della Procura di Trani, già in passato i lavori della discarica erano stati sospesi per la scoperta di altri rifiuti urbani, qualche tonnellata occultata, “dimenticata ” dopo l’uso in emergenza da parte del Comune di Spinazzola negli anni novanta delle cave. L’arrivo nuovamente della magistratura si registra mentre il Comitato Regionale di Valutazione Ambientale lo scorso 20 maggio ha sospeso la determinazione sul progetto ponendo all’Ati Tradeco-Goceam delle prescrizioni con le quali se accettate porterebbero alla esclusione della procedura VIA ed i Comuni di Poggiorsini e Spinazzola che si sono opposti alla deroga della Giunta regionale. Il primo Poggiorsini ricorrendo al Tar del Lazio, il secondo al Tar di Bari con una puntuale ricostruzione in diritto delle peculiarità del sito da parte dell’avvocatura comunale sorretta dall’avv. Giorgia Franco. I legali hanno chiesto di annullare gli atti della Giunta regionale. Ma forse ora, con questa nuova indagine della magistratura l’immondezzaio a “Grottelline ” potrebbe essere bloccato per ragioni ancor più gravi.
Murgia, Ambiente e Rifiuti
LE INDAGINI
«La zona è interdetta da parte della Procura di Bari»: così i forestali ieri al vicesindaco di Poggiorsini
NEGLI ANNI SCORSI
Già in passato del sito si occupò la Procura di Trani, ma dal sottosuolo non emersero rifiuti
A GROTTELLINE DI NUOVO IN AZIONE LE ESCAVATRICI
Spinazzola, le ricerche affidate al Corpo forestale
di Cosimo Forina
«Questa è zona interdetta da parte della Procura di Bari»: questa la risposta ricevuta dal vicesindaco di Poggiorsini, Gianni Selvaggi, confermata alla “Gazzetta” dal sindaco di quella città Michele Armenti. Selvaggi, allertato da alcuni suoi concittadini si è presentato ieri nelle cave di Grottelline, dove con diversi automezzi di movimento terra gli uomini del Corpo Forestale dello Stato stavano eseguendo degli scavi.
A Grottelline, dunque, sono ritornati in azione gli escavatori. La zona in cui si stanno effettuando le ricerche è molto vicina a quella già oggetto di altra indagine giudiziaria fatta effettuare da parte della Procura di Trani in seguito alla segnalazione di un cittadino nell’ottobre del 2010 che affermava che in quel punto erano stati occultati container con rifiuti ospedalieri. Quelle analisi che portarono al secondo sequestro dell’area delle cave, dopo quello del 27 agosto 2008 legato alle irregolarità del progetto, nell’ambito dell’inchiesta condotta dal sostituto Michele Ruggiero, però, non approdarono ad alcun riscontro. Ora, come un fulmine a ciel sereno, arriva questa nuova indagine affidata da quel che si intuisce al Corpo Forestale dello Stato che ha a sua disposizione strumentazioni idonee per la ricerca anche dall’alto di eventuali rifiuti «tombati». Sono quelli l’oggetto della ricerca? Solo domenica scorsa, primo giugno, la città di Poggiorsini era stata teatro dell’iniziativa organizzata da Legambiente “Voler Bene all’Italia - Festa nazionale dei piccoli comuni”, occasione in cui si è ribadito il “No” deciso alla discarica che si vuole da parte della Regione Puglia far costruire a Grottelline. Affidata dal governatore Nichi Vendola all’Ati Cogeam-Tradeco (Columella per la Tradeco, al 51 per cento Marcegaglia SpA e 49 per cento Cisa Spa). Un “No” motivato da osservazioni tecniche fatte pervenire in sede Valutazione di impatto ambientale sulla inidoneità del sito presentate da Francesco Tarantini presidente regionale Legambiente e dalla Lipu con Enzo Cripezzi. Ai quali si era aggiunta la voce in difesa di Grottelline, area di interesse archeologico, monumentale, ambientale dell’on. Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera, di Michele Armienti, nuovo sindaco del Comune di Poggiorsini, di Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente, di Cesare Veronico, presidente Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Ferma l’opposizione, domenica scorsa, del sindaco di Spinazzola Nicola Di Tullio, il quale aveva contestato le affermazioni dell’assessore alla qualità del territorio, Angela Barbanente. Barbanente aveva definito l’approvazione della deroga alle prescrizioni di base con effetto di Autorizzazione Paesaggistica al progetto della discarica concessa all’Ati Tradeco-Cogeam da parte della Giunta regionale come «un atto dovuto » . L’arrivo degli escavatori sorprende. Cosa si sta cercando a “Grottelline ”? Perché la zona è stata interdetta? Oltre ai container non trovati nella indagine della Procura di Trani, già in passato i lavori della discarica erano stati sospesi per la scoperta di altri rifiuti urbani, qualche tonnellata occultata, “dimenticata ” dopo l’uso in emergenza da parte del Comune di Spinazzola negli anni novanta delle cave. L’arrivo nuovamente della magistratura si registra mentre il Comitato Regionale di Valutazione Ambientale lo scorso 20 maggio ha sospeso la determinazione sul progetto ponendo all’Ati Tradeco-Goceam delle prescrizioni con le quali se accettate porterebbero alla esclusione della procedura VIA ed i Comuni di Poggiorsini e Spinazzola che si sono opposti alla deroga della Giunta regionale. Il primo Poggiorsini ricorrendo al Tar del Lazio, il secondo al Tar di Bari con una puntuale ricostruzione in diritto delle peculiarità del sito da parte dell’avvocatura comunale sorretta dall’avv. Giorgia Franco. I legali hanno chiesto di annullare gli atti della Giunta regionale. Ma forse ora, con questa nuova indagine della magistratura l’immondezzaio a “Grottelline ” potrebbe essere bloccato per ragioni ancor più gravi.
martedì 13 maggio 2014
Catania, premio Livatino-Saetta 2014
“LAVORARE PER ESSERE PIU’ CREDIBILI E INDISPONIBILI A CONTAMINAZIONI”
Il Premio internazionale “Rosario Livatino - Antonino Saetta” magistrati assassinati dalla mafia, giunto alla sua XX edizione svoltosi il 9 maggio a Catania nella sala conferenze della Casa circondariale di Bicocca diretta da Giovanni Rizza è stato conferito a pugliesi e lucani, i quali attraverso il loro operato sono testimonianza di legalità, difesa della vita, dell’ambiente e della libertà d’informazione. L’alto riconoscimento all’impegno sociale è stato assegnato dal Comitato antimafia di Giarre “Rosario Livatino e Antonino Saetta” presieduto da Attilio Cavallaro a Patrizia Todisco giudice per le indagini preliminari che ha seguito il caso Ilva e al giornalista Tonio Attino giornalista del Corriere del Mezzogiorno-Corriere della Sera, autore del libro «Generazione Ilva» (edizioni Besa). Ad Antonio Loconte, giornalista barese, destinatario di minacce per un’inchiesta sul “118”. A Domenico Lestingi, operaio di Conversano che attraverso le sue denunce ha permesso di far scoprire irregolarità nella gestione di discariche, rifiuti occultati, perdendo il suo posto di lavoro. A Claudia Salvestrini e Matilde D’Amelio quest’ultima spinazzolese, del consorzio Polieco di Roma. A Tritto Savino Maurizio (Associazione Intercomunale Lucania) contraria alla realizzazione di un mega impianto solare termodinamico da realizzare sul territorio di Banzi a confine con Palazzo San Gervasio e Spinazzola, avanzato dalla Teknosolar2 srl di Matera. Ed alla Redazione di Basilicata24 che da mesi subisce atti intimidatori, ma che difendono la libertà di informazione. Donne e uomini che hanno scelto di fare semplicemente, sino in fondo, senza compromessi, il loro dovere. Avendo come riferimento imprescindibile: la legalità e il bene comune. “Quello che ci manda avanti, ha marcato Claudia Salvestrini direttrice del consorzio nazionale Polieco, anche senza scorta o in totale solitudine, è l'esempio positivo di uomini come il giudice Rosario Livatino". Piglio deciso il suo che prende spunto dai fatti di cronaca e riferendosi agli eccellenti arresti legati all'Expò 2015 ha lanciato un duro affondo. “Troppe volte- accusa- il nostro nemico è la politica e facciamo attenzione- ha esortato i presenti- il traffico illecito dei rifiuti è gestito innanzitutto da imprenditori senza scrupoli, che agiscono facendo accordi territoriali con le mafie". Un fenomeno quello degli sversamenti dei rifiuti contro cui Polieco conduce una strenua battaglia, tesa ad evitare che “i prodotti della nostra raccolta differenziata finiscano in Cina, dove i portafogli sono gonfi di sfruttamento”. Toccare gli interessi forti è per Salvestrini un compito difficile, ma irrinunciabile “perché - ha spiegato la direttrice - abbiamo un debito nei confronti dei tanti uomini e donne caduti sotto la barbarie criminale. Come diceva Livatino, dobbiamo lavorare per essere più credibili, ma soprattutto indisponibili a ricevere incarichi o proposte che rischiano di produrre il germe della contaminazione”. Efficace messaggio di condanna del malaffare, a cui ha fatto eco quello di vari esponenti delle forze dell'ordine e della magistratura, tra i premiati Arturo De Felice, direttore nazionale della Direzione investigativa antimafia (DIA) siciliana, che hanno espresso il desiderio di lavorare in rete con Polieco. Linea comune e un'unica missione: salvaguardare l'ambiente e la salute senza sconti per coloro che, ad ogni livello, agiscono nell'ingiustizia e nell'illegalità. Il Gip Patrizia Todisco è una donna riservata e preparata. Si è occupata di violenza sessuale su minori, di criminalità organizzata, di usura, assenteismo e di reati ambientali prima di arrivare a diventare protagonista di primo piano delle sorti dell'Ilva. Un disastro ambientale senza precedenti in Italia. La sua carriera è sempre stata all'insegna della difesa dei più deboli. Prima di ricevere dal presidente regionale per la Puglia del comitato antimafia, Cosimo Forina, il Premio internazionale Livatino/Saetta ha sottolineato “il costante necessario impegno e lavoro che investe il magistrato”. Ed il suo esempio di fermezza di certo non si è fermato, perseguendo la verità, nemmeno quando forte è apparso l’intreccio tra imprenditori e politica capace di condizionare il diritto al lavoro con quello alla salute. Le emozioni hanno preso il sopravvento quando Domenico Lestingi ha ringraziato per il riconoscimento ricevuto. Per lui il Premio Livatino/Saetta ha avuto come significato quello di uscire dall’isolamento. Essere circondato dal sostegno necessario per continuare la sua testimonianza contro azioni criminali che possono aver compromesso la salute di tantissime persone. “Nel momento della premiazione, ha raccontato Maurizio Tritto, mi tremavano le gambe, erano tre giorni che dormivo a stenti. Partecipare ad un evento del genere insieme a persone che hanno dato e continuano a dare tanto alla nostra nazione, a costo della stessa vita, ti crea un coacervo di sensazioni uniche, ti fa sentire piccolo. Stato e Istituzioni non sono due semplici parole per me. Hanno un valore e un significato ben preciso nel quale credo sinceramente. Giorni fa ho letto un articolo che descriveva a suo modo la Basilicata che citava queste parole: “se in Puglia c'e' la sacra corona unita, se in Campania c'e' la camorra, se in Calabria esiste la n'drangheta e in Sicilia la mafia, in Basilicata c'e' la politica....la mala politica”. Se oggi dovessi descrivere la terra che amo e nella quale vivono le mie due bambine, purtroppo non potrei parlare del suo cielo e del profumo di campi e di suoi boschi. Devo descriverla dicendo che la Basilicata è la regione più ricca d'Italia per risorse, una delle più povere d'Europa per reddito pro capite e disoccupazione, ma sopratutto quella con il più alto tasso di tumori. Allora c'e' qualcosa che non va, che non quadra! Stato e Istituzioni devono cominciare a porsi domande e hanno l'obbligo di finire questa strema difesa degli interessi economici di poche lobby a discapito di molte persone”. Il Premio internazionale “Rosario Livatino - Antonino Saetta” è fatto da queste persone. Ed ancora una volta la Puglia e la Basilicata hanno saputo esprimerle portandone il loro esempio.
mercoledì 30 aprile 2014
L’ATTO APPROVATO A MAGGIORANZA DAL CONSIGLIO COMUNALE
Il Centro «Casa Michele» intitolato ad Antonio Cicorella
LA STRUTTURA DEDICATA AL FONDATORE DELL’ASSOCIAZIONE «INSIEME»
di Cosimo Forina
La strada e la casa denominata ex Lazzaretto, divenuta “Casa Michele” in cui tra il 1992 e il 1995 ospitò il centro di accoglienza per ragazzi tossicodipendenti porteranno il nome di Antonio Cicorella fondatore dell’associazione “Insieme”. La delibera è stata votata con un solo astenuto e accolta tra i presenti con commozione ed emozione dall’intero consiglio Comunale. “La pietra scartata dal costruttore è diventata testata d’angolo” recitano i Salmi, tanto racchiude l’aver riconosciuto chi con amore, sino a confini della speranza, sino ai confini della vita da emarginato è diventato protagonista della sua vita e di quelli degli altri.
L’assessore ai servizi sociali Giuseppe Blasi nel corso del suo intervento ha ripercorso i tratti salienti della vita di Antonio: “Antonio Cicorella nacque ad Altamura il 9 maggio 1960 un’infanzia non facile alle spalle dopo la morte del padre (così come raccontato dalla madre, mamma Irene) e anni di tossicodipendenza distrussero la sua persona.
La voglia di riscatto ebbe il sopravvento quando stimolato e aiutato da cittadini volontari spinazzolesi che si occupavano del recupero di persone affette da dipendenza riuscì ad entrare in comunità. La permanenza presso la Comunità Incontro di Don Pierino Gelmini cambiò radicalmente il suo essere, quando nel 1991 ne uscì il suo percorso di vita, purtroppo breve a causa di un fisico debilitato dalla malattia contratta a causa della droga, lo portò al forte desiderio di occuparsi degli altri, di chi era come lui caduto nel vortice della droga”.
L’Uomo nuovo: “Antonio pur sapendosi ormai prossimo alla fine della vita terrena, divenne il riferimento del centro di accoglienza “Casa Michele” aiutando altri 110 ragazzi a ritrovare la via del riscatto. Un amore infinito nonostante il calvario della malattia che spesso lo vedeva febbricitante e privo di forze. L’ex Lazzaretto casa in abbandono fu trasformata da lui in luogo di speranza e di vita ed è lì che si spense il 27 settembre del 1995”.
Segnando ancor più l’emozione, il consigliere di minoranza Nicola Lagreca: “Io più che un intervento, vorrei riportare una testimonianza, giacché ho conosciuto Antonio Cicorella. Come medico curante ho potuto appurare la sua dignità ed umiltà, nonché la fermezza nei suoi propositi. Nonostante avesse una sofferenza fisica non indifferente, ha portato avanti, sino alla fine, il suo proposito con alta dignità per riscattare il suo passato. Sono emozionato nel ricordo che ho di Antonio Cicorella perché lui era una persona “Vera ”, sono altresì contento che l’amministrazione abbia fatto questo atto di civiltà”.
Umile tra gli umili, un diacono non consacrato che raccoglieva nella fede tutta la sua forza. Ad essere riportata dall’assessore Blasi la testimonianza raccolta dalla collega Mariapaola De Santis pubblicata di recente da “ La Nuova Murgia” del primo ragazzo accolto il “Casa Michele” da Antonio Cicorella: “Tonino è stato un grandissimo esempio di vita, nonostante la sua esperienza fra droga, spaccio e carcere, e nonostante sapesse della sua malattia. Mi ha insegnato che cosa significano l’amore puro e la fede semplice, ma molto forte. Era una persona senza “camice bianco”: non era un dottore o uno psicologo, o uno psichiatra, non aveva una grande istruzione. C’ero già stato dai medici ma l’unica risposta erano le medicine. Tonino mi propose la via più faticosa che ha portato più frutti nella mia vita. Mi chiese di andare a Casa Michele (che non era ancora aperta), vista la mia situazione di tossicodipendenza e di iniziare questa esperienza insieme. C’erano solo due letti, né acqua, né gas. Affrontai l’astinenza senza metadone, senza medicine, solo con la forza di volontà. Ci sono stati giorni in cui non si riusciva a dormire. E non sono tutt’ora d’accordo col fatto che la droga vada curata con farmaci o droghe sintetiche. Ho trascorso 40 giorni con lui prima di andare alla comunità di don Pierino Gelmini. In questa esperienza a Casa Michele c’è stata gente semplice che non aveva niente, ma ha portato cibo, cucinava per noi, c’è stata vicina. Venivo da un ambiente di egoismo, di cattiverie e queste attenzioni mi hanno fatto riflettere. Io ed un mio amico siamo stati i primi a seguire Tonino. Purtroppo non l’abbiamo potuto salutare per l’ultima volta. Siamo usciti dalla comunità e non c’era più. Volevamo essergli vicini. Ha donato completamente la sua vita a questo centro con la semplicità, l’imperfezione di una persona che portava sulla pelle i propri segni. Tonino ha dato la sua vita per gli altri. Ho seguito il suo esempio dando sostegno a chi ha problemi di dipendenza”.
Dalla droga si esce, Antonio Cicorella lo ha dimostrato e tornerà con il suo esempio ad essere sprono per gli altri. Ora per sempre.
Il Centro «Casa Michele» intitolato ad Antonio Cicorella
LA STRUTTURA DEDICATA AL FONDATORE DELL’ASSOCIAZIONE «INSIEME»
di Cosimo Forina
La strada e la casa denominata ex Lazzaretto, divenuta “Casa Michele” in cui tra il 1992 e il 1995 ospitò il centro di accoglienza per ragazzi tossicodipendenti porteranno il nome di Antonio Cicorella fondatore dell’associazione “Insieme”. La delibera è stata votata con un solo astenuto e accolta tra i presenti con commozione ed emozione dall’intero consiglio Comunale. “La pietra scartata dal costruttore è diventata testata d’angolo” recitano i Salmi, tanto racchiude l’aver riconosciuto chi con amore, sino a confini della speranza, sino ai confini della vita da emarginato è diventato protagonista della sua vita e di quelli degli altri.
L’assessore ai servizi sociali Giuseppe Blasi nel corso del suo intervento ha ripercorso i tratti salienti della vita di Antonio: “Antonio Cicorella nacque ad Altamura il 9 maggio 1960 un’infanzia non facile alle spalle dopo la morte del padre (così come raccontato dalla madre, mamma Irene) e anni di tossicodipendenza distrussero la sua persona.
La voglia di riscatto ebbe il sopravvento quando stimolato e aiutato da cittadini volontari spinazzolesi che si occupavano del recupero di persone affette da dipendenza riuscì ad entrare in comunità. La permanenza presso la Comunità Incontro di Don Pierino Gelmini cambiò radicalmente il suo essere, quando nel 1991 ne uscì il suo percorso di vita, purtroppo breve a causa di un fisico debilitato dalla malattia contratta a causa della droga, lo portò al forte desiderio di occuparsi degli altri, di chi era come lui caduto nel vortice della droga”.
L’Uomo nuovo: “Antonio pur sapendosi ormai prossimo alla fine della vita terrena, divenne il riferimento del centro di accoglienza “Casa Michele” aiutando altri 110 ragazzi a ritrovare la via del riscatto. Un amore infinito nonostante il calvario della malattia che spesso lo vedeva febbricitante e privo di forze. L’ex Lazzaretto casa in abbandono fu trasformata da lui in luogo di speranza e di vita ed è lì che si spense il 27 settembre del 1995”.
Segnando ancor più l’emozione, il consigliere di minoranza Nicola Lagreca: “Io più che un intervento, vorrei riportare una testimonianza, giacché ho conosciuto Antonio Cicorella. Come medico curante ho potuto appurare la sua dignità ed umiltà, nonché la fermezza nei suoi propositi. Nonostante avesse una sofferenza fisica non indifferente, ha portato avanti, sino alla fine, il suo proposito con alta dignità per riscattare il suo passato. Sono emozionato nel ricordo che ho di Antonio Cicorella perché lui era una persona “Vera ”, sono altresì contento che l’amministrazione abbia fatto questo atto di civiltà”.
Umile tra gli umili, un diacono non consacrato che raccoglieva nella fede tutta la sua forza. Ad essere riportata dall’assessore Blasi la testimonianza raccolta dalla collega Mariapaola De Santis pubblicata di recente da “ La Nuova Murgia” del primo ragazzo accolto il “Casa Michele” da Antonio Cicorella: “Tonino è stato un grandissimo esempio di vita, nonostante la sua esperienza fra droga, spaccio e carcere, e nonostante sapesse della sua malattia. Mi ha insegnato che cosa significano l’amore puro e la fede semplice, ma molto forte. Era una persona senza “camice bianco”: non era un dottore o uno psicologo, o uno psichiatra, non aveva una grande istruzione. C’ero già stato dai medici ma l’unica risposta erano le medicine. Tonino mi propose la via più faticosa che ha portato più frutti nella mia vita. Mi chiese di andare a Casa Michele (che non era ancora aperta), vista la mia situazione di tossicodipendenza e di iniziare questa esperienza insieme. C’erano solo due letti, né acqua, né gas. Affrontai l’astinenza senza metadone, senza medicine, solo con la forza di volontà. Ci sono stati giorni in cui non si riusciva a dormire. E non sono tutt’ora d’accordo col fatto che la droga vada curata con farmaci o droghe sintetiche. Ho trascorso 40 giorni con lui prima di andare alla comunità di don Pierino Gelmini. In questa esperienza a Casa Michele c’è stata gente semplice che non aveva niente, ma ha portato cibo, cucinava per noi, c’è stata vicina. Venivo da un ambiente di egoismo, di cattiverie e queste attenzioni mi hanno fatto riflettere. Io ed un mio amico siamo stati i primi a seguire Tonino. Purtroppo non l’abbiamo potuto salutare per l’ultima volta. Siamo usciti dalla comunità e non c’era più. Volevamo essergli vicini. Ha donato completamente la sua vita a questo centro con la semplicità, l’imperfezione di una persona che portava sulla pelle i propri segni. Tonino ha dato la sua vita per gli altri. Ho seguito il suo esempio dando sostegno a chi ha problemi di dipendenza”.
Dalla droga si esce, Antonio Cicorella lo ha dimostrato e tornerà con il suo esempio ad essere sprono per gli altri. Ora per sempre.
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