mercoledì 18 novembre 2009



Questo il Blogger dove troverete i miei articoli da Commentare. L’avventura comincia con la strana storia dello Stemma del Comune di Spinazzola. Attendo i vostri commenti.

Martedì 10 Novembre 2009 Gazzetta Mezzogiorno Nord Barese
SPINAZZOLA LA CURIOSA TRASFORMAZIONE ARALDICA È STATA USATA PER UN BANDO PUBBLICATO SUL SITO UFFICIALE

Il fascio sullo stemma del Comune Nostalgia o anticipo di Carnevale?
Ridere a crepapelle o preoccuparsi? Il dilemma non è da poco. Cambiato lo storico stemma del Comune di Spinazzola su alcuni atti ufficiali dell’amministrazione.
Dall’araldica descrizione dello stemma: “una torre ed un pino in campo bianco ed un declivio”, si è passati a due palme, una torre, un fascio littorio su cui sovrasta una enorme corona.
La bizzarria fa mostra di se nell’avviso del “bando di mobilitá volontaria per posti uno di laureato in materie giuridico/economiche” pubblicato nel sito ufficiale del Comune di Spinazzola. Già di per se un annuncio che merita approfondimenti, considerato che l’amministrazione per questa figura professionale ha bandito un concorso, il 19 dicembre 2008 ha pubblicato la graduatoria con vincitrice Vincenza Fornelli, la quale assunta, dopo pochi mesi è andata in aspettativa per ragioni di studio richiedendo la mobilità verso altro Ente, la sesta Provincia: Barletta-Andria-Trani.
Ma torniamo allo stravolgimento dello stemma comunale. Non è la prima volta che si mette mano al simbolo identificativo della città ora si è riusciti a sorprendere per davvero. Vada per i due alberi di palme da dattero che sono pur difficili da concepire come autoctoni del territorio dell’Alta Murgia, chiudiamo un occhio per la corona sovrastante lo stemma, quello che proprio non si digerisce è il fascio littorio. Tuffiamoci nella storia, curiosando su internet abbiamo trovato: «Il più antico fascio littorio fu rinvenuto presso Vetulonia e risale, molto probabilmen te, al secolo VIII-VII. La sua struttura dì scure bipenne inserita tra dodici verghe e la sua composizione ferro rivelano stretti legami esistenti fra le tradizioni nordiche e chi fu l'artefice di tale sacro oggetto. La scure bipenne, in stretta connessione col significato del culto di Janus, dio romano delle origini, è uno dei simboli più antichi della sovranità regale. I tagli dell'ascia rappresentano esattamente “il simbolismo del fulmine”. La folgore ha significato simbolico doppio: da una parte illumina, squarcia le tenebre, dall'altro distrugge, incendia. Poiché spesso, nell'antichità, l'uso della folgore era prerogativa del dio supremo, questa è considerabile come verità che può essere intuita in forma istantanea solo da chi è capace di resistere alla prova del fuoco incenerendo tutto quello che di sé è mortale, raggiungendo, così, una condizione di supervita. Il fascismo creò dei punti di contatto tra l'antica Roma e il regime di Mussolini. La potenza, la forza, i trionfi della Roma imperiale vennero interpretati come degni anticipatori della gloria e della potenza fascista, infatti il fascismo si propose come il naturale discendente della Roma antica. Mussolini infatti si faceva chiamare Duce, che nell'antica Roma era il generale, il capo militare valoroso e trionfante in battaglia. Il fascio littorio era il simbolo del fascismo e deriva anch'esso dalla Roma antica ed allora era simbolo di autorità».
Viene ora un dubbio: non è che a Spinazzola, si è cancellata la storia degli ultimi sessant’anni di Repubblica per precipitare in rigurgiti del ventennio? Speriamo di no, altrimenti, toccherà allenarsi il saluto romano.

Mercoledì 11 Novembre 2009
L’UTILIZZO DI UN SIMBOLO ARALDICO DIVERSO DA QUELLO «CONSUETO» IN UN ATTO PUBBLICO HA FATTO SURRISCALDARE IL CLIMA POLITICO
«Stemma col fascio, Scelzi si dimetta»
La richiesta dei consiglieri del Pdl. Bufera contro il sindaco Pd: «È apologia di fascismo»

Diverse le reazione dopo l’articolo apparso ieri sulla “Gazzetta” per il cambio dello stemma di Spinazzola usato su alcuni documenti ufficiali del Comune. Tutt’altro che preso bene, nei confronto dell’episodio non è prevalsa l’ironia. La presenza del fascio littorio insieme a due palme che modificano sostanzialmente lo stemma del Comune di Spinazzola costituito da “una torre ed un pino in campo bianco e un declivio” ha scatenato un putiferio. Il Circolo della Libertà che fa capo al Pdl, due consiglieri comunali Benedetto Silvestri Vigilante e Michele d’Ercole, e il responsabile cittadino Vincenzo Rubino hanno chiesto le dimissioni del sindaco Carlo Scelzi e della sua maggioranza. E lo hanno fatto esponendo nella bacheca del partito sia il simbolo storico di Spinazzola che quello apparso sulle attestazioni dell’amministrazione. Rivolgendosi ai cittadini il Pdl ha sottolineato: «Con somma meraviglia scopriamo che non apparteniamo più alla “Torre e Pino”. Il sindaco e la maggioranza spieghino alla cittadinanza il motivo per cui hanno cambiato lo stemma del nostro Comune “testimonianza storica che ci contraddistingue da altri Comuni”. Considerato che, il sindaco e la maggioranza credono che il Comune sia cosa propria al punto da decidere in materia inopportuna anche questo chiediamo che presentino immediatamente le dimissioni. Perché solo un atteggiamento irresponsabile può dar vita ad episodi di questo tipo». Un’immediata verifica sugli atti posti in essere dall’amministrazione con il nuovo stemma è stata chiesta anche dal consigliere del Partito socialista, Giovanni Orlandino: «Chi ha responsabilità di questo assurdo episodio deve pagare ogni conseguenza. È difficile immaginare che segretario comunale e sindaco non si siano accorti dove stavano apponendo le loro firme». Mentre la consigliera Franca Carbone dell’Italia dei Valori si è posta la domanda «se delibere, determine e l’avviso di bando di mobilità pubblicati all’albo pretorio con quello stemma, estraneo alla Città di Spinazzola, siano da ritenersi validi. In caso negativo chi si assumerà l’onere della nullità degli atti?». E c’è chi sostiene che quel fascio littorio sia una violazione della XII norma transitoria della Costituzione che sancisce il divieto di ricostituzione del partito fascista, dicendosi pronto a fare un esposto al Prefetto e alla magistratura. Ma cosa può aver indotto all’uso di uno stemma diverso rispetto a quello storico della Città? È quanto si auspicano venga chiarito dal sindaco Scelzi alcuni iscritti al Pd, i quali hanno espresso aspre critiche su questa “bizzarria” da parte del loro sindaco: «E’ certo che si tratta di una grave violazione della legge. L’episodio potrebbe portare a gravi conseguenze anche per lo stesso primo cittadino, ed è bene che questi chiarisca pubblicamente quello che è successo. L’eventuale responsabile non può restare impunito, altrimenti la maggioranza si assumerà tutte le conseguenze del caso». Il fascio littorio usato durante il ventennio fascista apparso sullo stemma della città dell’antifascismo, dove ancora sono vivi i ricordi delle lotte bracciantili, la mobilitazione contro ogni dittatura, la difesa della libertà e dei valori della Resistenza, e dove riposano i 22 martiri trucidati dai nazisti a Murgetta Rossi, è quindi stato percepito come uno schiaffo all’identità e alla storia. A Scelzi chiarire e provare a ristabilire serenità in Città.


Giovedì 12 Novembre
STEMMA COL FASCIO IL SINDACO: «È STATO SOLO UN DISGUIDO»
Dopo la comparsa dello stemma della città, con tanto di fascio littorio, su alcuni atti ufficiali, il sindaco Carlo Scelzi ha accolto l’invito della “Gazzetta” a far chiarezza sull’uso di un altro stemma rispetto a quello ufficiale.

STEMMA E GONFALONE -Ma il chiarimento «chiarisce» fino ad un certo punto. Anzi, poco o nulla. Afferma Scelzi: «Posto che il cambiamento dello stemma e del gonfalone da parte di una amministrazione è un atto assolutamente possibile e normato tanto da essere stato effettuato da molte amministrazioni comunali nel corso degli anni, considerato che in ogni caso, poiché il Comune di Spinazzola ad oggi non ha deliberato alcun cambiamento in tal senso, la circostanza segnalata non può non essere dovuta ad un disguido degli uffici». Bene. Esiste una possibilità. Tale possibilità non è stata azionata (servirebbe una modifica dello statuto comunale, ndr). E allora come è comparso lo stemma col fascio negli atti del Comune? Boh!
Il sindaco aggiunge: «Lo stemma apparso sul documento citato nell’articolo non è una bizzarrìa inventata bensì ufficialmente pervenutoci nel 2006 dal Ministero dei Beni Culturali nel dicembre 2006 quale documentazione conservata nell’Archivio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio Araldico - fascicoli comunali - n.11663. A conferma di questo ricordo che il 7/11/ 2007 e il 30/3/2008 sia alle scuole presenti sul territorio che alla Pro Loco sono stati trasmessi copia degli incartamenti pervenuti, i cui originali sono custoditi presso la Biblioteca Comunale a disposizione di chiunque voglia prendere visione».
LE RICERCHE -Il sindaco va oltre. «Da ricerche effettuate presso l’Archivio Centrale dello Stato è emerso che, a fronte di una deliberazione del Podestà Raffaele Di Lauro del 5/11/1932 intesa ad ottenere il riconoscimento per legittimo possesso e legalizzazione del proprio stemma civico con la “raffigurazione della torre del gran pino, in terreno collinoso, sormontati da Corona Marchesale” l’archivio di Stato di Napoli ha riferito che dalla sua collezione lo stemma è costituito da “una palma al naturale su campo azzurro”, mentre nel Catasto Onciario del 1741 si trova il sigillo del Comune impresso ad inchiostro in cui a causa del logorio del tempo si riesce a definire certamente l’immagine di una torre ai cui lati vi sono due piccole torri o due palme. La Commissione Araldica Napoletana, organismo consultivo all’epoca, con verbale n.239 del 19/5/1934 ha proposto la concessione dell’antico stemma del Comune previsto dal Catasto Onciario, e cioè “d’azzurro alla torre fiancheggiata da due palmizi, in tutto al naturale e terrazzato di verde”».
RESPONSABILITÀ - L’excursus storico è interessante, ma ha un difetto: non spiega l’uso attuale di quello stemma. Prosegue il sindaco: «Il 24/10/1936 il Capo del Governo ha decretato la concessione al Comune di Spinazzola dello stemma così come proposto dalla Commissione Araldica con l’aggiunta di “capo del littorio di rosso (porpora) al Fascio Littorio d’oro circondato da due rami di quercia e d’alloro annodati da un nastro dai colori nazionali. L’utilizzo del gonfalone è stato decretato dal re Vittorio Emanuele III il 21/12/1936». Per poi ricomparire misteriosamente nel 2009. La storia Logo soppresso nel 1944


LA RICERCA STORICA
«Lo stemma apparso sul documento non è una bizzarria ma è ufficialmente pervenuto nel 2006 dal ministero dei Beni culturali»
LA CONTRADDIZIONE
«Il cambiamento dello stemma e del gonfalone è un atto possibile ma il Comune di Spinazzola a oggi non ha deliberato alcun cambiamento»
Si è solo trattato di un «disguido degli uffici». Così il sindaco Carlo Scelzi eletto dal centrosinistra, a proposito dell’uso su alcuni atti della sua amministrazione dello stemma della Città decretato da Mussolini nel ’36. «Ritrovato - sottolinea - a scopo di pura ricerca storica negli archivi del Ministero». Il fatto, tuttavia, ha portato alla richiesta da parte del Pdl delle dimissioni del sindaco, nonché di verifica della validità degli atti posti in essere dall’amministrazione e sull’iden - tificazione del responsabile dell’accaduto. La forma generica con cui il sindaco ha liquidato l’episodio potrebbe pertanto non bastare. Tuttavia, va sottolineato che, così come nel 1936 Mussolini decretava l’uso dello stemma con «Fascio Littorio» a Spinazzola, il «capo littorio» sugli stemmi comunali fu successivamente soppresso a seguito del decreto legislativo luogotenenziale n.313 del 26/10/1944. Va altresì messo in risalto che la contraffazione viene sanzionata ai sensi del articoli 477 e seguenti del codice penale, quando trattasi di apologia del fascismo. Infine: lo stemma di Spinazzola così come ri portato nello statuto Comunale altro non è che «la torre ed un pino».

Martedì 17 Novembre
PRESA DI POSIZIONE DI PDL, PARTITO SOCIALISTA E ITALIA DEI VALORI
Stemma col fascio anche sui cartellini degli impiegati
Quel logo col simbolo fascista usato da due anni. Ora tutti i cartellini sono da ristampare

Lo stemma del Comune di Spinazzola con incastonato il fascio littorio, non sembra essere comparso, per errore, solo nelle ultime settimane ma era in uso addirittura da due anni. Quel simbolo di chiaro contenuto fascista è stato usato su atti pubblici, manifesti dell’amministrazione e persino sui tesserini di riconoscimento del personale di Palazzo di Città. Tesserini che ora dovranno essere ristampati. Ad alimentare le polemiche ci si è messo il partito del primo cittadino, il Partito democratico, che anziché scusarsi per l’errore, ha preferito diffondere un volantino nel quale l’intera vicenda è stata bollata come una «baggianata», minimizzando l’accaduto come un «banalissimo errore» degli uffici. Ma non la pensano così le forze politiche di opposizione: Pdl, Partito Socialista, Italia dei Valori e Udc, perché pare che lo «scambio del file» si protragga ormai da circa due anni, una svista reiterata moltissime volte, quindi. I partiti di minoranza hanno depositato una interrogazione urgente al sindaco. I consiglieri Michele D’Ercole, Benedetto Silvestri Vigilante, Franca Carbone, Nicola Di Tullio e Giovanni Orlandino, oltre a ricostruire l’accaduto, sottolineano la gravità dell’episodio: «L’uso di simboli fascisti, come noto, è vietato e punito dalla legge. Questo evento porta in risalto la scarsità di attenzione e la superficialità del controllo esistente all’interno di questa amministrazione comunale. Tale evento ha suscitato un forte risentimento all’interno della popolazione cittadina ed una vasta eco di enorme discredito per il nostro comune addirittura a livello nazionale». E poi pongono una serie di interrogativi: «Perché in alcuni atti e documenti pubblici del Comune di Spinazzola è stato utilizzato un diverso stemma da quello ufficiale contenente, tra l’altro, al suo interno, il simbolo del fascio littorio, come noto vietato dalle disposizioni di legge vigenti? È stato individuato il responsabile? Ed in caso affermativo, quali provvedimenti disciplinari sono stati adottati ed assunti nei confronti del responsabile? Quali strumenti ed accorgimenti sono stati posti in essere onde scongiurare per il prossimo futuro che possa verificarsi nuovamente tale sciagurata evenienza? Il fatto è stato portato a conoscenza del Prefetto?».
Da una attenta analisi dei documenti presenti presso la biblioteca Comunale giunti dal Ministero, di cui il sindaco ha fatto menzione in una sua nota, si evidenzia: «Vero che all’epoca fascista per una ricerca araldica fu comunicato al Comune di Spinazzola che il suo stemma era una torre tra due palmizi, ma che lo stesso podestà Raffaele Di Lauro ha sempre sostenuto che lo Stemma di Spinazzola era e doveva rimanere “Torre e pino”».

3 commenti:

  1. I miei complimenti Mimmo, sei come al solito sempre attento e puntuale, la vicenda dello Stemma cittadino per quanto mi riguarda è cosa seria al contrario di quanto dicono i Sig.ri della maggioranza, ritengo comunque che solo la punta dell'iceberg.
    Questa maggioranza da quando si è insediata non ne ha azzeccata una, pensa che quando si insediò, credendo di conoscere abbastanza bene queste persone per un breve periodo fui fiducioso, pensando che qualcosa a Spinazzola potesse cambiare.
    Bene, "anzi scusa MALE" NON E' ANDATA COSI'.
    Complimenti per il tuo Blog, sarò certamente un assiduo frequentatorE.
    GIUSEPPE VINCENZO RUBINO

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  2. ciao mimmo, complimenti per il tuo blog; l'inizio è scoppiettante al punto giusto, la notizia è un'altra prova del mondo a caposotto: passi per il risentimento di socialisti, dipietristi e udiccini, ma il PDL che c'entra? non gli va bene nemmeno il fascio littorio? almeno loro, un po' di opposizione costruttiva, per bacco! e poi dicono che non bisogna fare di tutt'erba un fascio.
    Saluti. Vincenzo Giancaspro

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  3. E così, caro Mimmo, ci hai sfornato un ennesima notizia (articolo) davvero coi controfiocchi. Continua così e complimenti per questa tua iniziativa sul web, anzi era ora, finalmente potrò tranquillamente leggere i tuoi articoli anche quando sarò fuori Spinazzola.
    Lino

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