venerdì 4 febbraio 2011

IL PIANO DI RIENTRO BENI COMUNALI A RISCHIO
In arrivo una interrogazione del consigliere
regionale Pd Mennea, sulle proprietà
comunali che la Regione ha cartolarizzato
Esposto alla Procura per lo stop ai ricoveri
La decisione adottata del consiglio comunale

Su richiesta del “Gruppo d’azione pro ospedale” il consiglio comunale riunitosi in seduta monotematica ha dato mandato all’ufficio legale del Comune di «inoltrare, ove ricorrano i presupposti: un esposto alla Procura della Repubblica di Trani per interruzione di pubblico servizio da parte della Asl Bt, di disporre come avvenuto in altre città dove sono stati cassati dal piano di rientro regionale gli ospedali, un ricorso al Tar sugli atti della Regione». Incassato dalla città l’impegno di un’interrogazione da parte del consigliere regionale del Pd Ruggiero Mennea, intervenuto durante l’assise cittadina, sulle proprietà del Comune di Spinazzola, frutto di donazioni di cittadini, che la Regione ha cartolarizzato per ripianare la voragine della sanità. Le istanze del “Gruppo d’azione pro-ospedale” sono state recepite e messe ai voti dai consiglieri: Benedetto Silvestri Vigilante (Pdl) e Franca Carbone (Idv). Hanno votato favorevolmente: il sindaco Carlo Scelzi e la sua maggioranza con la sola astensione del consigliere Luigi D’Amelio, il rappresentante dei Verdi Giuseppe Tarantini, per l’Udc, Nicola Di Tullio; non ha partecipato al voto, allontanandosi, il consigliere socialista Giovanni Orlandino. Animoso sin dalle prime battute, il consiglio comunale ha visto contrapporsi maggioranza e minoranza. Il Pd ha dato lettura di un documento nel quale ha ripercorso le sue azioni a sostegno dell’ospedale, ritenute dalla opposizione tardive ed infruttuose. Il gioco delle responsabilità si è protratto con toni accessi sino all’intervento dei rappresentanti del “Gruppo D’Azione”. I quali hanno avanzato le loro richieste in difesa del diritto alla salute dei cittadini. Nell’ordine è stato evidenziato che la Asl/BT in data 27 dicembre preannunciava lavori nella radiologia, ad oggi non iniziati, e che questi si sarebbero dovuti concludere entro il 15 febbraio. Tali supposti lavori hanno portato la Asl/Bt ad interrompere non solo le prestazioni ambulatoriali, creando disagio nei cittadini, ma anche i ricoveri di pazienti acuti ed urgenti. È stato chiesto di far luce sui beni che erano presenti nell’ospedale di Spinazzola poi trasferiti in altri nosocomi, pare senza nemmeno verbali di consegna come ferri operatori e alcuni macchinari. Fatti emersi durante una visita ispezione dell’on. Pierfelice Zazzera (Idv). Ed ancora: perché non è stato possibile per giorni procedere alla prenotazione delle mammografie nella Asl/Bt, quando invece, una delle macchine a cui è stata semplicemente staccata la spina si trova proprio nell’ospedale di Spinazzola, in quelle stanze di radiologia dove i lavori non vengono eseguiti. L’eventuale esposto permetterà alla Procura di entrare nel merito di tutti i lavori di ristrutturazione in corso da un anno sulla struttura di Spinazzola, il cui costo si aggira intorno ad un
milione di euro. Il «Gruppo d’azione» a cui tutte le forse politiche hanno espresso ringraziamento per le iniziative di sensibilizzazione e di lotta (tra cui anche il referendum per lasciare la Puglia ed entrare in Basilicata, che presto sarà formalizzato per il passaggio in consiglio comunale) ha evidenziato la necessità di ottenere una proroga sulla sospensione dei ricoveri nell’ospedale di Spinazzola, disposta dal 10 gennaio, almeno sino a quando il Piano di riordino ospedaliero, che definirà il nuovo ruolo del nosocomio non sarà definitivamente approvato. Di tale esigenza già evidenziata alla Regione dal sindaco Scelzi con due lettere e un telegramma, si è fatto carico il consigliere regionale Mennea autore degli emendamenti a favore degli ospedali di Spinazzola e Minervino. Non per ultimo, l’invito, sempre da parte del “Gruppo d’azione” a Mennea di farsi portavoce alla Regione che chiede sacrifici ai cittadini: “lacrime e sangue” di non rinnovare incarichi a direttori generali che risultano a vario titolo indagati dalle Procure.
Scheda
Il continuo svuotamento della struttura ospedaliera

L’ospedale di Spinazzola in poco più di dodici anni è passato da riferimento a lussuosa scatola vuota.
Nel 1999 i posti letto distribuiti tra area medica e chirurgica erano 74, cresciuti nel 2002 a 84 con l’aggiunta della psichiatria.
Il declino parte con la perdita dell’autonomia, anno 2003. Spinazzola diventa articolazione di Canosa, a deciderlo il presidente della Regione, centrodestra, Raffaele Fitto, posti letto superstiti 47. E’ il periodo della fuga delle professionalità, ad andar via medici ed infermieri.
Colpo di grazia: dicembre 2010, a firma del governatore di centrosinistra Nichi Vendola. L’ospedale perde il suo codice ed i posti letto vengono azzerati,. L’attenuante: “la legge nazionale impone la chiusura di tutti gli ospedali al di sotto dei 52 posti letto”. Quello che si prospetta per Spinazzola è un insieme di ambulatori, un modulo di RSA e due posti di osservazione breve intensiva presso il punto di primo intervento. Tanto si legge nelle disposizioni del 30 dicembre del direttore sanitario dr. Francesco Polemio, oltre alla postazione 118 medicalizzata. Quest’ultima non una concessione, ma già esistente.

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