SANITÀ E RIFIUTI: SCANDALO E ARRESTI
SORPRESA? MICA TANTO
Ciclone improvviso? No, solo conferma della cronaca di questi ultimi anni ora ripercorsa negli atti giudiziari
GLI INTERROGATIVI
E le domande di questi anni irrompono con nuove ombre: quel sito sulla Murgia fu una scelta improcrastinabile della Regione?
UN FILO ROSSO PORTA A GROTTELLINE
L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia è partita dopo le aggressioni al giornalista Di Palo messe a segno dal clan Dambrosio all’epoca del convegno sulla discarica a Spinazzola
di Cosimo Forina
Inchiesta sulla sanità pugliese: coinvolto il senatore del Pd Alberto Tedesco di cui si chiede l’arresto, il suo braccio destro Mario Malcangi arrestato. Ai domiciliari sono finiti Paolo Albanese, Diego Romano Rana (imprenditore), Giovanni Romano Garofoli (imprenditore), Guido Scoditti (direttore generale Asl Lecce). Interdetti: Alessandro Galasso e Antonio Acquaviva. A piede libero: Paolo Emilio Balestrazzi, Giuseppe Borracino, Rocco Canosa (direttore generale Asl Bat), Antonio Colella (funzionario Asl Bari), Carlo Dante Columella (imprenditore), Michele Columella (imprenditore), Rita Dell'Anna (funzionario Asl Lecce), Nicola Del Re (funzionario Asl Bari), Felice De Pietro (direttore amministrativo Asl Bat), Domenico Marzocco (imprenditore), Francesco Petronella (imprenditore), Vitantonio Roca (imprenditore), Elio Rubino (imprenditore), Francesco Sanapo (manager Asl Lecce), Tommaso Antonio Stallone, Filippo Tragni (funzionario Asl Bari), Antonio Decaro (ex assessore e capogruppo Pd alla Regione). Ciclone improvviso? “No”, solo conferma della cronaca di questi ultimi anni ora ripercorsa negli atti giudiziari, tanto dalla Procura ordinaria che da quella della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Si è quindi materializzato anche quel filo rosso che univa, facendo paura ed a volte ha forse ucciso, Spinazzola e Altamura che raccontava degli intrecci tra politica - affari- rifiuti, sfociato nell’inchiesta della sanità. A dare il via è stata l’aggressione, sfida di arroganza della criminalità, a danno del giornalista Alessio Di Palo, direttore di Radio Regio di Altamura. Avvenuta pochi giorni dopo la sua partecipazione, il 29 giugno 2006 al convegno contro la discarica da insediare a Spinazzola nella località “Grottelline ”, concessa il 28 aprile 2006 da Nichi Vendola all’Ati Tradeco-Cogeam. La prima azienda del patron dei rifiuti in Puglia, Carlo Dante Columella indagato nell’inchiesta sanità come il figlio Michele e il cognato Francesco Petronella (questi ultimi due per gli appalti sullo smaltimento dei rifiuti ospedalieri - società Vi.Ri.) e la seconda, riconducibile alla famiglia della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che vede quale presidente del consiglio di amministrazione Cogeam e dell’Ati Antonio Albanese. L’inchiesta sulla Sanità pugliese è un terremoto nella Puglia di Nichi Vendola e gli inquirenti indicano a capo Alberto Tedesco, l’ex assessore regionale alla sanità con le aziende di forniture mediche legate alla sua famiglia. Un vortice, come si apprende dalle intercettazioni: di affari, voti, appalti e forniture che sconcertano. La storia, quella della sanità malata, parte proprio dalla “lezione” al giornalista «reo» di denunciare dalla sua emittente, il malaffare nella sua città e gli intrecci tra mondo dei rifiuti e politica. A rilevarlo il gip De Beneditcs il quale ha accolto il lavoro dei pm Desireè Digeronimo, Francesco Bretone e Marcello Quercia, nel suo provvedimento cautelare, che si apre con la genesi del sistema in uso presso l’assessorato alla sanità pugliese. A raccontare tutto agli inquirenti, uno dei due aggressori di Alessio Di Palo: Vincenzo Laterza, divenuto collaboratore di giustizia, vicino al boss Bartolo Dambrosio ucciso in piena Murgia, dopo che il suo sodale nell’aggressione al giornalista, Biagio Genco detto Gino, scomparve da Altamura probabile oggetto di lupara bianca da parte della stessa organizzazione di Dambrosio. Se gli inquirenti sono riusciti a mettere insieme il sodalizio di affari tra politica e imprenditori si deve a quelle rivelazioni e alle indagini meticolose partite dopo le costole rotte a Di Palo. Certo tutti sino a sentenza definitiva vanno considerati innocenti, ma ciò non impedisce di riflettere su quanto gli inquirenti sono riusciti mettere insieme. E le domande di questi anni irrompono con nuove ombre. «Il collaboratore Laterza riferiva di collegamenti tra attività delittuose del suo boss ed altre attività, apparentemente del tutto slegate, di alcuni imprenditori di quella città, tra i quali Carlo Columella». “Grottelline ”, allora, fu davvero scelta improcrastinabile come sosteneva la Regione?
Le due facce della sanità inchieste e chiusura di ospedali
Addentrandosi negli atti che hanno portato alle varie incriminazione, tra intercettazioni telefoniche,
ricostruzioni e dichiarazioni poste ai magistrati c’è davvero da restare sorpresi, ma non troppo.
AFFARI E APPALTI
Mentre si legge dell’allegra gestione del dominio della politica sugli appalti, dell’arroganza con cui si è giunti ad appropriarsi degli “affari” non si può far a meno di pensare a quel che in questi giorni va avvenendo sul territorio della Provincia di Barletta, Andria, Trani, in ragione della cancellazione di alcuni ospedali come quello di Spinazzola e Minervino Murge Dove la necessità del rientro della “spesa” ha posto in discussione il diritto alla salute e alla cura nel luogo più prossimo, colpendo inesorabilmente la fascia dei più debole come quella degli anziani o dove poco importa se un ambulanza per raggiungere il nosocomio più prossimo deve impiegarci ben 50 minuti a sirene spiegate.
IN COMMISSIONE
Tornano in mente le dichiarazione di Nichi Vendola all’audizione della Commissione parlamentare bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti espresse all’inizio di febbraio: «La mafia non è più un problema territoriale e il ciclo dei rifiuti insieme ai sistemi di potere in sanità sono i luoghi di maggior capacità di drenaggio di risorse pubbliche e private. E’ una giostra di denaro di proporzioni ciclopiche e quindi sempre è attuale l’interesse delle organizzazioni criminali su questo terreno» .
VOTI, APPALTI E POTERE
Già. E il dato più esplicito è racchiuso nei tanti appalti che hanno creano un fiume di denaro a favore dei pochi. Mantenendo, secondo l’accusa, con abuso di ufficio, in regime di proroga servizi dal costo di centinaia di migliaia di euro per favorire gli amici dell’assessore Tedesco, il suo entourage da cui attingere voti. Voti, appalti e potere: una triade potentissima.
L’INCHIESTA
Il controllo della sanità porta voti. I voti portano al controllo della sanità. È uno degli aspetti messi in luce dall’inchiesta
LE PRESSIONI
Quando il dirigente non è ritenuto «affidabile»: il caso dell’ing. Vito Angiulli, capo area tecnologie dell’Asl della sesta Provincia
«Noi su Bat abbiamo delle prospettive»
Così parlò Mario Malcangi, braccio destro dell’assessore Alberto Tedesco
Il controllo della sanità porta voti. I voti portano al controllo della sanità. È un aspetto dell’inchiesta che viene esaminato in una parte dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giuseppe De Benedictis su richiesta dei pm di Bari, Desirè Digeronimo, Marcello Quercia e Francesco Bretone. Un cortocircuito che riguarda anche la sesta Provincia. Mario Malcangi, 52 anni, di Corato, raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in carcere, all’epoca di fatti contestati era capo della segreteria politica di Alberto Tedesco (ora è senatore, l’autorizzazione all’arresto è all’esame di Palazzo Madama). Malcangi incontra nel suo ufficio l’ing. Vito Angiulli, capo area tecnologie dell’Asl della sesta Provincia, ritenuto «non affidabile» e perciò tenuto per mesi a bagnomaria (era assunto a tempo determinato) e «stabilizzato» solo dietro promessa di cambiare aria. Malcangi dice all’imprenditore Diego Romano Rana (ai domiciliari), 52 anni, di Bisceglie: «Senti, e ora siccome sto aspettando Vito Angiulli, tu hai cose appese?». «Rana - scrivono i giudici - suggerisce di sollecitarlo a definire le sue questioni. Nell’occasione, riferendosi all’incontro avuto il precedente 24 settembre, in Bisceglie, con il direttore amministrativo dell’Asl Bat, Felice De Pietro, lo informa che costui aveva intenzione di sostituirlo con un altro di sua fiducia in quanto aveva appreso che il dirigente era legato alla corrente politica di Pina Marno».
Rana: «Tutte quelle cose, ah c’è un fatto, io quando ho parlato a Bisceglie con coso, con l’amministrativo e quello mi ha detto che questo (Vito Angiulli, ndr) qua si è fatto raccomandare dalla Marmo (all’epoca consigliere regionale Pd, ndr), e adesso fatemi capire, è vostro o è di quello? Ho detto: è della marmo e che cazzo c’entra la Marmo? Allora ha detto: - vabbè, io se non viene a fare l’atto di fede, io ovviamente sceglierò altre persone». Rana suggerisce a Malcangi di chiedere al dirigente Asl «se era ancora sua intenzione perorare i loro interessi o quelli legati alla corrente della Marmo».
Rana: «Quindi, quando viene gli devi dire: scusami, ma tu sei consegnato qua? E dì: sei consegnato qua o là? Se sei consegnato là, vai là!...Per capire! E gli dici che questo è andato a perorare la tua causa e io, che saresti tu, l’ho fermato dicendo: un momento, bello, bello, dobbiamo capire prima come stanno le cose, poi vai e gli spieghi qual è il ruolo del sottoscritto e quale potrebbe essere così. O SI ALLINEA PURE LUI OPPURE SCEGLIAMO ALTRE PERSONE, INSOMMA! ».
Osservano i giudici: «Malcangi rassicura il suo interlocutore, Rana, sull’esito dell’incontro che avrà con l’ing. Angiulli, affermando che costui è obbligato ad ottemperare alle loro richieste, in quanto è uno di quelli che è interessato alla stabilizzazione». Ancora. «La conversazione che segue - viene sottolineato nell’ordinanza - dimostra, senza ombra di dubbio, che le nomine del management sanitario sono finalizzate a favorire un sistema clientelare e lottizzatorio di appalti, in vista dell’acquisizione di varie utilità, nonché di consenso elettorale, in violazione dei doveri di imparzialità, trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione con conseguente sviamento da un corretto fine pubblico istituzionale. Difatti, al dirigente, dopo aver riferito che i nuovi direttori sanitari e amministrativi appartengono alla loro corrente politica, a nome dell’assessore, chiede di non intralciare la questione che riguarda la Siemens informatica».
Malcangi: «Ti ricordi quel paio di cose che ti dissi, la cosa della Siemens, l’informatica, pare che ci siano problemi, che stai a fare problemi risulta che... Ti risulta?
Angiulli, dirigente Asl: «Zero, anzi...io li tengo sempre in buona... Io l’ho sanato». Nel corso della conversazione, Malcangi chiede notizie a riguardo delle illazioni che lo danno vicino a Pina Marmo.
Malcangi: «Ma Pina Marmo ti sponsorizzando ad Andria di qualche cosa?». Il dirigente Asl risponde che è legato alla consigliera regionale sia per aver fatto parte in passato dello stesso partito, e cioè la Margherita, sia per il fatto che entrambi abitano ad Andria e che comunque lui si è sempre messo a disposizione delle loro volontà.
Il dirigente: «Io mi metto sempre a disposizione». «Malcangi - si legge nell’ordinanza - a tal proposito afferma che l’assessore Alberto Tedesco intende portare avanti, attraverso un sistema clientelare teso a favorire alcuni imprenditori della sesta Provincia, un progetto politico finalizzato alla nomina del presidente di quella Provincia della sua corrente».
Malcangi: «Noi su Bat abbiamo delle prospettive, perché se si verificano alcune condizioni...se si verificano alcune condizioni, probabilmente il candidato presidente del Partito democratico, potrebbe essere in quota Tedesco, punto. Ovviamente l’Asl diventa uno snodo per i prossimi cinque mesi...».
Quell’appalto che andava in regime di proroga
Così l’interrogatorio reso da l’ing. Vito Angiulli (persona informata sui fatti) alla pm Di Geronimo sul servizio di archiviazione, gestione e custodia della documentazione amministrativa e sanitaria della Asl. Società posta sotto la lente d’ingrandimento: la Prodeo dell’imprenditore Domenico Marzocco.
Pm Digeronimo: in quel periodo quali erano gli appalti o i bandi di gara a cui erano interessati a partecipare questi soggetti, se lo ricorda?
Dirigente Asl: Allora, per quanto riguarda…
Pm: se lo sa…
Dirigente: Immagino, alcuni li immagino. In primis, come lo ho detto, quello della Prodeo, perché è una gestione ormai scaduta da tempo, tra l’altro non vi era un titolarità da parte della Prodeo su tutta la Asl peer gestire l’archiviazione documentale.
Pm: Ma solo della Asl Ba/2?
Dirigente: Solo della Asl Ba/2
Pm:ma è stata estesa a tutta all’Asl ad un certo punto?
Dirigente: A un certo punto c’era una tendenza che volevano farlo, e poi via via si sono sempre tirati un po’ indietro. Ciò che è singolare è che i capitolati siano stati frequentemente sbagliati nella sostanza, cioè facilmente attaccabili, di modo che poi-
Pm: Prima lei ha parlato di bandi, di capitolati errati, ha detto che erano stati cambiati dei capitolati che sono stati ripetutamente sbagliati.
Dirigente: Si. No. Io questo lo so per conoscenza all’interno della Asl. L’Asl è un luogo in cui si vedono le cose, no?
Pm: A che si riferiva
Dirigente: Alla parte di archiviazione ottica dei documenti alla Prodeo, cioè c’erano costantemente una serie di errori, che peraltro….
Pm: Qual era la situazione della Prodeo con riferimento a quella attività?
Dirigente: A quale attività?
Pm: Aveva un appalto? Andava in regime di proroga?
Dirigente: In regime di proroga, si.
Scheda
Nord Barese così l’inchiesta
Così il filone Nord Barese dello scandalo pugliese sulla Sanità.
Mario Malcangi, 52 anni di Corato, capo, all’epoca dei fatti, della segreteria politica di Alberto Tedesco, è agli arresti in carcere. Ai domiciliari gli imprenditori di Bisceglie Diego Romano Rana, 52 anni, e Giovanni Leonardo Garofoli, di 66. Tra gli indagati a piede libero, Giuseppe Borracino, 63 anni, funzionario Asl di Barletta, Domenico Marzocca, 61, Vitantonio Roca, 63, di Bisceglie; gli altamurani Carlo Dante Columella, di 67, Michele Columella, 44; Francesco Petronella 54 anni,il direttore generale e il direttore amministrativo della Asl Bat, Rocco Canosa, 61 anni (per cui era stato chiesto l’arresto) e Felice De Pietro, 61.
sabato 26 febbraio 2011
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