giovedì 20 ottobre 2011

AMBIENTE E PAESAGGIO
L’AFFARE EOLICO SULLA MURGIA
TERRITORIO, FERITA RISANATA
Chiara Mattia e Luigi Bombino hanno verificato e verbalizzato per l’Ente Parco il ripristino del luoghi oggetto degli scavi
E QUELLA DA RISANARE
Restano le «ferite» alla pseudosteppa causate dagli scavi effettuati per realizzare le strade interne al parco eolico
L’operazione «Ventus» torna a Trani
Gli imputati assolti per gli scavi (c’è stato il ripristino dei luoghi) ma non per le strade
di Cosimo Forina
Società “Murgiaeolica” e operazione “Ventus” gli atti dalla sede distaccata del Tribunale di Canosa tornano a Trani. Nell’udienza che si è svolta martedì, dopo un ampia discussione in camera di consiglio, il giudice, ha respinto la richiesta di assoluzione degli imputati. L’operazione “Ventus” fu condotta nel 2007 su mandato del pm Giuseppe Maralfa dal Comando Stazione Forestale Parco dell’Alta Murgia di Gravina. Sul banco degli imputati Josef Gostner, legale rappresentante della società proprietaria e committente; Michele Manca Di Villahermosa, legale rappresentante dell’Associazione Temporanea d’Imprese, esecutrice dei lavori (Manca Spa e Siemens Spa); Francesco Ramundo, legale rappresentante della Ramando Engineering srl di Spinazzola (impresa subappaltatrice delle opere), Michele Greco, direttore dei lavori e Vito Barile, anch’e gli direttore dei lavori per opere complementari. L’accusa: aver costruito in aree protette del Parco una sottostazione nel territorio di Spinazzola in cui far convogliare la corrente prodotta dai pali eolici istallati a Minervino, cavidotti, strade e buche dove istallare le torri smembra paesaggio, realizzate nell’area del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Quest’ultimo danno, quello delle buche, ha visto gli imputati procedere al ripristino in accordo con l’Ente Parco difeso dall’avv. Francesco Rotunno che nel processo si è costituito con il Ministero dell’Ambiente parte civile. Per il capo “B” – scavi e strade interne al Parco - il giudice ha respinto la richiesta di assoluzione nel merito e ha pronunciato sentenza di non doversi procedere perché il reato si è estinto con l’intervento di ripristino. Il termine per il periodo della motivazione della sentenza è stato fissato in 60 giorni. Per il capo “A” sottostazione-At/Mt il giudice ha respinto le richieste di assoluzione nel merito ritenendo necessaria l’istruttoria dibattimentale. Il giudice, avendo deciso per strade e scavi in strade interne al Parco in senso non assolutorio, ha dichiarato di astenersi dal proseguo della trattazione del processo, disponendo pertanto la trasmissione degli atti al presidente del Tribunale di Trani per la decisione di astensione e l’eventuale assegnazione ad altro magistrato. Quanto al merito della vicenda sotto il profilo amministrativo l’Ente Parco potrebbe sollecitare a questo punto anche la ripresa del procedimento relativo alle revoca parziale dell’autorizzazione unica con cui gli impianti eolici vennero avviati. L’importanza di “Ventus ” va ben oltre i capi d’accusa a cui devono rispondere gli incriminati perché dalle informative del Comando Forestale di Gravina scaturirono altri fascicoli inerenti tutti i pali eolici istallati sulla Murgia o da istallarsi a ridosso di questa, tanto nel Tribunale di Trani pm Giuseppe Maralfa che in quello di Bari pm Renato Nitti. Al vaglio degli inquirenti il deturpamento delle bellezze naturali ambientali, il dettaglio sulla correttezza degli atti autorizzativi per la realizzazione di impianti eolici e presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nelle gestione di energie rinnovabili sulla Murgia. L’operazione “Ventus ” per la sua valenza è finita nel manuale di tecnica di Polizia Giudiziaria Ambientale scritto dal giudice Maurizio Santoloci, così come nel rapporto ecomafie redatto da Legambiente nel 2009 e in diverse interrogazioni parlamentari. Ma torniamo all’azione di ripristino dei luoghi, una prima vittoria dell’Ente Parco dell’Alta Murgia. Il sequestro preventivo degli abusi riscontrati dal pm Maralfa portarono il Gip Francesco Zecchillo al sequestro penale di tre scavi di fondazione su roccia calcarea (pseudosteppa) delle dimensioni di metri 18x18 e profonde tre metri, ciascuno per la realizzazione di piattaforme destinate all’ancoraggio di pali eolici e 2.500metri di strade per il passaggio di mezzi pesanti, realizzate mediante scavo di terreno e roccia(pseudosteppa), abusivi e in corso d’opera senza nessuna autorizzazione del Parco, paesaggistica e del permesso a costruire nel Comune di Minervino località “Iambrenghi-Monte Scorzone, Tonacelle”. L’ 11 febbraio 2011 Chiara Mattia e Luigi Bombino hanno verificato e verbalizzato per l’Ente Parco il ripristino del luoghi che la società Murgiaeolica aveva affidato per la bonifica all’agronomo Savino Saraceno di Spinazzola.
E sull’affare eolico l’ombra di mafia e della «P3»
Dalla Murgia alla Sicilia e alla Sardegna, un solo filo rosso

A collegare l’operazione “Ventus ” murgiana all’operazione “Eolo” siciliana di Mazara del Vallo vi sono state due interrogazioni parlamentari presentate dell’Italia dei Valori. Gli interroganti ponevano all’attenzione del Governo che tra gli imprenditori arrestati a Mazzara del Vallo vi era anche l’ex funzionario Cgil, noto tra Spinazzola e Minervino Murge nel gergo della “Green Economy ” uno “sviluppatore ” di impianti di energie alternative, tale Luigi Franzinelli. Con questi venivano arrestati in Sicilia il consigliere comunale di Mazara del Vallo, Vito Martino (Forza Italia), Giovan Battista Agate, con precedenti, fratello del boss Mariano Agate; Melchiorre Saladino imprenditore di Salemi, ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro; Giuseppe Sucameli architetto del Comune di Mazara del Vallo, già detenuto per associazione mafiosa. L'accusa per Franzinelli, in qualità di socio della «Sud Wind srl», era di aver presentato nel trapanese progetti per la realizzazione di parchi eolici versando somme di denaro e regalando auto a
politici e impiegati comunali. Il gup di Palermo Daniela Troja ha condannato Franzinelli a 2 anni con rito abbreviato. Il suo nome compare anche nell’inchiesta dell’eolico in Sardegna che ha visto coinvolto dirigenti nazionali del Pdl. Indagine che ha anche svelato gli affari della P3 con interessi del faccendiere Flavio Carboni. Nel “Question Time” in cui l’Idv con riferimento all’inchiesta “Ventus ”condotta dal Comando Forestale di Gravina e all’inchiesta “Eolo” di Mazzara del Vallo interrogava sull’eolico siciliano e pugliese rispondeva il ministro per i rapporti con il parlamento Elio Vito: «Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha chiesto recentemente alle procure di Roma, Cagliari, Bari e Palermo elementi in merito alle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per l’eolico». «Le prime tre procure – riferiva il ministro Vito – hanno evidenziato l’attualità degli accertamenti in corso e la necessità di mantenere il segreto investigativo». Alla già sconcertante situazione pugliese si sono poi aggiunte nel tempo le rivelazioni dell’on. Beppe Pisanu presidente della Commissione antimafia con le quali si è confermato la presenza di un inquietante giro d’affari nelle rinnovabili pugliesi e l’inchiesta televisiva della trasmissione Report di Milena Gabanelli e quella del giornalista Carlo Vulpio nella trasmissione condotta con Vittorio Sgarbi, sospesa dalla Rai alla prima puntata. Dell’esito dell’operazione “Ventus ” non resta che attendere le nuove decisioni del Tribunale di Trani.

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