domenica 5 febbraio 2012

Altra interrogazione su Grottelline presentata dal gruppo dei parlamentari Radicali eletti nel Pd
Storia di querele archiviate contro Nichi Vendola presentate dal giornalista Carlo Vulpio

QUALE FUTURO PER GROTTELLINE SITO DA VALORIZZARE OPPURE IMMONDEZZAIO?
ATTO CAMERA-INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14699
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 579 del 31/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPARUTTI ELISABETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 31/01/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO
PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
BERNARDINI RITA
PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA
PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
MECACCI MATTEO
PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
TURCO MAURIZIO
PARTITO DEMOCRATICO 31/01/2012
Destinatari
Ministero destinatario:
• MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
• MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
• MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 31/01/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14699
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
martedì 31 gennaio 2012, seduta n.579

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

il commissario straordinario per l'emergenza ambientale in Puglia e presidente della giunta regionale pugliese, Nichi Vendola aveva firmato nel 2006 un contratto, della durata di 17 anni, con le imprese Tradeco-Cogem per la realizzazione di due discariche a Spinazzola, tra un villaggio neolitico risalente a 7.000 anni fa, una sorgente di acqua minerale nella vicina Poggiorsini e una masseria fortificata che fu dei Templari;

un mese prima, per lo scandalo dell'inquinamento provocato dalla discarica di Canosa di Puglia, tredici persone della stessa Tradeco erano state arrestate con le accuse di associazione a delinquere e traffico illecito di rifiuti;

il sito archeologico di Spinazzola, il cui nome è «Grottelline», venne segnalato per la prima volta alla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, e quindi al Ministero per i beni e le attività culturali, nel 1998. Ma soltanto nell'estate del 2005, dopo gli scavi condotti da Renata Grifoni Cremonesi, del dipartimento di scienze archeologiche dell'università di Pisa, è arrivata la consacrazione ufficiale che si tratta di un villaggio del Neolitico antico risalente a 7.000 anni fa, «con frequentazioni lungo tutto l'arco del Neolitico fino all'età del Rame (III millennio a.C.) e all'età del Bronzo (II millennio a.C.)». È insomma la testimonianza del più antico popolamento neolitico di Puglia, nelle cui grotte, oltre a «raffigurazioni e decorazioni architettoniche riconducibili ad ambienti di culto di età medioevale, sono incisi graffiti di età precristiana». E sorge a breve distanza dal Casale di Grottelline, «possedimento dei Templari documentato sin dal 1197»;

si tratta di un'area che non è stata ancora vincolata, nonostante il soprintendente, Giuseppe Andreassi, con una lettera del novembre 2005 avesse annunciato «l'avvio dell'iter» ed il commissario prefettizio Mariannina Milano aveva chiesto alla Regione la revoca del contratto di autorizzazione delle discariche sulla base di documenti del comune di Spinazzola che definivano come «estremamente rilevante» l'importanza del sito archeologico;

la vicenda viene trattata dal giornalista Carlo Vulpio in un suo articolo pubblicato dal Corriere della Sera dal titolo «Nel villaggio neolitico spuntano due discariche» del 7 luglio 2006 e quando, il giorno successivo, l'8 luglio 2006, sul litorale di Brindisi viene trovata una finta bomba con un messaggio di protesta per un depuratore non realizzato, il presidente della regione Vendola attribuisce la responsabilità morale dell'accaduto al giornalista Carlo Vulpio, il quale presenta un esposto alla procura generale di Bari archiviato dal procuratore capo, Emilio Marzano;

l'alto magistrato chiede, e ottiene, l'archiviazione della querela presentata da Vulpio con la seguente motivazione: è pur vero che Vendola ha gravemente diffamato Vulpio, ma Vulpio lo ha provocato. Quasi che il legittimo diritto di critica e di cronaca garantito dalla Costituzione - in riferimento peraltro ad articoli di stampa mai oggetto di querela, smentita o rettifica - possa essere degradato a mera «provocazione»;

allo stesso modo, successivamente, sarà archiviata un'altra querela di Vulpio a Vendola, il quale aveva definito il giornalista - nel corso di un interrogatorio reso dallo stesso Vendola al pubblico ministero di Bari, Digeronimo, che ha avuto ampia diffusione mediatica - «noto diffamatore professionale». Secondo il procuratore aggiunto di Bari, Annamaria Tosto, Vendola poteva legittimamente esprimersi in tal modo poiché il giornalista aveva comunque subito molti procedimenti per diffamazione (pur non essendo mai stato condannato);

della vicenda delle discariche di Spinazzola si sono occupati anche altri cronisti, come Cosimo Forina della Gazzetta del Mezzogiorno e Alessio Dipalo, direttore di Radio Regio Stereo, i quali per aver trattato questo e temi simili sono stati minacciati e picchiati selvaggiamente;

lo stesso Carlo Vulpio, che ha trattato questa vicenda anche dai microfoni di Radio Regio Stereo di Alessio Dipalo, ha subito il 4 ottobre 2011 un furto alla sua auto che è stata ritrovata quindici giorni dopo completamente carbonizzata, senza che allo stato agli interroganti risultino avviate indagini per appurare se l'atto sia da considerarsi intimidatorio, in quanto legato - come denunciato da Vulpio ai magistrati di Bari - alla sua attività giornalistica, sia in relazione alla già narrata vicenda delle discariche sia in relazione alle sue denunce sugli scempi ambientali causati dall'installazione di migliaia di pale eoliche e «parchi» fotovoltaici in Puglia;

la vicenda della discarica è per gli aspetti relativi all'ubicazione ancora oggetto di indagine da parte della procura della Repubblica di Trani, mentre per quanto riguarda i soggetti (amministrazione comunale di Altamura, Columella, e altre) che a vario titolo ne sono stati protagonisti è di competenza della direzione distrettuale antimafia di Bari, che indaga sulla «mala gestione» nella sanità regionale e sullo smaltimento di rifiuti sanitari ad Altamura - dove ricompaiono gli stessi soggetti di Grottelline e rispetto alla quale notizie di stampa del dicembre 2011 riferivano di un orientamento della procura verso l'archiviazione perché non sarebbero stati compiuti gli illeciti segnalati nelle informative dai carabinieri del Noe, il nucleo operativo ecologico;

come si legge in un articolo de «il Giornale» del 25 gennaio 2012, a firma di Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica, secondo un'annotazione della Guardia di finanza di gennaio 2011, l'ex pubblico ministero barese Pino Scelsi (già titolare dell'indagine sulle escort a palazzo Grazioli) sarebbe entrato in rotta di collisione con la pubblico ministero Desirée Digeronimo quando questa, nell'ambito delle indagini sulla sanità pugliese, si era imbattuta in 14 conversazioni tra l'allora assessore alla sanità e il suo entourage, con Michele Scelsi, medico e fratello del pubblico ministero barese. Fatto che, nonostante la Digeronimo abbia considerato quelle intercettazioni prive di rilievo penale, avrebbe portato Pino Scelsi a intercettare la collega nel 2009, dopo la lettera aperta che Vendola scrisse contro la stessa pubblico ministero per captarne «verosimilmente i commenti»;

nell'articolo si legge inoltre che il pubblico ministero barese Scelsi, interrogando l'assessore della regione Puglia alla sanità Tommaso Fiore, «gli consentiva di ascoltare un'intercettazione ambientale che riguardava la Sanità, un aiuto replicato poco dopo, il 26 giugno, quando il pm «fuori dalla verbalizzazione», riassume all'assessore l'esito di un'altra intercettazione ambientale tra Tarantini, Lea Cosentino (all'epoca a capo della Asl Bari) ed Enrico Intini, «riferendogli che era in corso una perquisizione» a casa della Cosentino. Il 24 luglio, giorno del terzo interrogatorio di Fiore, questi «inviava a Scelsi (a seguito di suggerimento di quest'ultimo) una nota nella quale l'assessorato (...) richiedeva al pm di «poter conoscere circostanze ed elementi» utili a verifiche amministrative interne cosa che gli fu dal pm concessa -:

se non ritenga il Ministro di promuovere iniziative ispettive presso la procura di Bari per l'esercizio dei poteri di competenza;

per quale motivo non sia stata ancora vincolata l'area per la quale il soprintendente, Giuseppe Andreassi, nel novembre 2005 aveva avviato l'iter e se non si ritenga di provvedere urgentemente in tal senso;

se e quali azioni si intendano promuovere a tutela dell'incolumità dei giornalisti che trattano la questione dei rifiuti sanitari, delle discariche (di Spinazzola e non solo) e della installazione di «parchi» eolici e fotovoltaici industriali.(4-14699)

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