venerdì 18 ottobre 2013

L’AFFARE RIFIUTI
SCHIARITA PER IL SITO ARCHEOLOGICO
SINDACI IN PRIMA LINEA
A manifestare il dissenso il sindaco di Spinazzola, Nicola Di Tullio, e quello di Poggiorsini, Ignazio Di Mauro
SCRIGNO DI RISORSE
Nella circostanza sono state evidenziate le peculiarità storico-archeologiche, paesaggistiche e naturalistiche del sito
PER «GROTTELLINE» SEI MESI DI TREGUA
Spinazzola, salta il Piano di accorpamento degli Ato che restano sei (uno per Provincia)
di Cosimo Forina
È nel coraggio di mostrarsi di questa Donna, la “D” in maiuscolo è voluta, malata di cancro in chemioterapia senza più capelli, col sguardo fermo e sofferente, le lacrime a solcargli il viso, rimasta in piedi in silenzio, guardando negli occhi il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e l’assessore all’ambiente Lorenzo Nicastro che si è chiusa la fase dell’emergenza dei rifiuti durata quindici anni. Lei è una tra i tanti che portano il segno della sciagurata scelta delle discariche che hanno avvelenato interi territori della regione. Il suo è quello di: Mola di Bari, Conversano e Rutigliano, su cui sta indagando la magistratura. Dove è sempre in funzione un immondezzaio e potrebbe aggiungersi altro. Il Consiglio regionale ha approvato con 37 voti favorevoli e 17 contrari, con la protesta fuori dall’aula di chi rivendicava il diritto alla vita, il nuovo Piano di Rifiuti che abbandona la scelta dell’incenerimento dell’ex governatore Raffaele Fitto per passare alla raccolta differenziata. Una raccolta fin qui fallimentare, supportata dal ciclo della biostabilizzazione del rifiuto con ancora uso dei buchi sul territorio, discariche, definite con il gioco delle parole, ma non nella sostanza, di “soccorso”. Dove lasciare a perenne dimora quanto nella società opulenta non si è ancora capace di riutilizzare. Al voto in aula, sulla proposta del nuovo Piano dei Rifiuti di Lorenzo Nicastro, si è giunti dopo oltre nove ore di “lavoro ”. Trascorsi tra aggiustamenti, analisi, emendamenti. In quelle pagine, la storia non scritta di una Regione che in materia di rifiuti ha visto scorazzare e mettere le mani, spesso, imprenditori senza scrupoli e delinquenti. Fenomeni spesso sfiorati dalle cosiddette “eco-mafie”. Nel nuovo Piano dei Rifiuti oltre alla discarica «Martucci», a Conversano, anche quella di «Grottelline», a Spinazzola, che l’assessore Lorenzo Nicastro si è affrettato nell’imbarazzo per quegl’occhi sofferenti che lo scrutavano, a specificare essere due realtà diverse. La prima in funzione, l’altra ancora da definire. Per poter continuare Nicastro ha chiesto alla signora in piedi tra il pubblico di sedersi, di accomodarsi come gli altri. Già, se pur espressione di un lungo ed elaborato percorso la presentazione del nuovo Piano dei Rifiuti non poteva continuare con quello sguardo che cercavano risposta al futuro. Sicuramente non dei prossimi 17-20 anni come il Piano prevede, solo nella certezza del domani. Per Nicastro, momento già vissuto, quando nella massima assise regionale, tra il pubblico, vi erano i bambini anche loro in chemioterapia, malati di Taranto, mentre i “grandi” discutevano della sorte che sarebbe toccata all’Ilva. La grande acciaieria che ha ammorbato e avvelenato per anni. Ed i “grandi” eletti del governo regionale hanno deciso, almeno momentaneamente, che gli Ambiti Territoriali Ottimali (Ato) della Regione Puglia resteranno sei. Uno per provincia. Anche perché, così è previsto dalla legge 24/2012 e proprio le carte in tavola non potevano essere cambiate come avrebbe voluto il capogruppo Michele Losappio (Sel) che di Ato in tutta la Regione ne avrebbe voluto uno solo. Mediazione che potrebbe durare solo sei mesi, perché alla proposta di Losappio poi ritirata, è sopraggiunto un ordine del giorno di Nichi Vendola, il governatore che tranquillizzato i suoi, ha prospettando un tavolo di discussione a riguardo. Nell’aula, ad attendere, a negoziare con tutte le forze politiche, affinchè prevalesse la logica e il rispetto delle volontà del territorio il sindaco di Spinazzola Nicola Di Tullio, il quale di certo in qualche momento non l’ha mandato a dire pur ripreso ed invitato al silenzio dal presidente del Consiglio Onofrio Introna. Il sindaco di Poggiorsini Ignazio Di Mauro ed il presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani Francesco Ventola. Provincia che la maggioranza di centrosinistra avrebbe voluto accorpare in un unico Ato con quello di Bari, proposta respinta per un emendamento del PDL, perché su quel versante non ci sono discariche ed impianti funzionanti sul territorio. Ed in emergenza si stanno usando quelle del nord Barese. Dopo dieci anni, finalmente, «Grottelline» di Spinazzola non è più un punto insignificante sulle carte. Indicata nel passato dalle amministrazioni della città, nelle loro pagine oscure, come luogo dove fare la discarica. Nata prima come a servizio di un paese, poi per il Bacino Ba/4 di 200mila persone e che ora la si vorrebbe a servizio dei desiderata della Regione. Le peculiarità di quel tratto del territorio: archeologico, ambientale, naturalistico, paesaggistico, unitamente alle sue criticità idrogeologiche, idrologiche e geomorfologiche hanno portato a far affermare all’assessore Nicastro: «la discarica di Grottelline è un impianto per il quale sono cominciati i lavori, ma non ha mai ricevuto alcuna autorizzazione. Non faremo nulla di più di quello che la gerarchia degli atti ci chiede » . E da qui si riparte
LE REAZIONI
In consiglio regionale nessuno conosceva la località da «sacrificare»
AUMENTANO LE VOCI IN DIFESA DEL SITO
Nel Consiglio regionale che ha approvato il nuovo Piano sui Rifiuti, nessuno, fatta eccezione del consigliere Michele Losappio, quando da assessore all’ambiente nel 2007 venne a tagliare simbolicamente il nastro dei lavori della discarica, prima che questa venisse sequestrata, conosceva materialmente la località “Grottelline ”. Nemmeno il governatore Nichi Vendola, il quale ancora una volta a memoria, ha recitato in aula, quanto già ripetuto alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (2 febbraio 2011): «Grottelline. La parola avrebbe dovuto evocare qualche problematica geomorfologica: se si chiama Grottelline forse ci sono le grotte, ma siccome la valutazione di impatto ambientale non era prevista a monte, ma a valle, ho dovuto dopo affrontare a valle tutti i problemi della localizzazione». Tuttavia in difesa della località inserita nel nuovo Piano Rifiuti ancora come discarica, ferme si sono levate posizioni trasversali. Ed è bene che la città di Spinazzola le conosca, perché nel passato si è assistito a “No” alla discarica divenuti “Si” come nella precedente amministrazione Comunale di centrosinistra. A difendere Grottelline, nel consiglio regionale Ignazio Zullo, capogruppo del Pdl, che ha ricordato la valenza del sito e alcune delle vicissitudini che hanno caratterizzato la sua storia. Situazione che ha chiosato affidandola alla frase di Andreotti: «A pensar male si fa peccato però spesso ci si azzecca» a cui è seguita l’affermazione: «scegliendo di fare a Grottelline la discarica si è tarpato le ali dello sviluppo a quel territorio». Altrettanto fermo l’intervento del consigliere Giacinto Forte (Centro Democratico) il quale ha ricordato proprio a Vendola che non poteva non sapere della valenza del sito di “Grottelline” per averne lui finanziato la campagna di scavi condotti dall’Università di Pisa nel 2005 che hanno portato alla scoperta del sito Neolitico. E come anche sottolineato da Zullo, Forte ha marcato, utilizzando tutta la documentazione prodotta anche nelle osservazioni fatte giungere in Regione da Legambiente, presidente Francesco Tarantini presente in aula, le criticità del sito e la sua valenza: A partire dall’area Neolitica, chiesa rupestre, presenza del falco lanario, valenza paesaggistica, monumentale e problematiche idrogeologiche, idrauliche e geomorfologiche. Bollando su quando avvenuto fin ora come il comportamento che ben si racchiude nella metafora delle tre scimmiette: “non vedo, non sento, non parlo”. Alle fermezza manifesta dai diversi consiglieri di opposizione si è aggiunta quella dei consiglieri del Pd Fabio Amati e Ruggero Mennea. Nel suo intervento Amati ha parlato del caso Grottelline: «non come una fotografia reale, ma di un fotomontaggio». Tant’è che con Mennea ha presentato un emendamento all’ordine del giorno, votato all’unanimità.
VENTOLA «GIUSTIZIA È FATTA»
Questa la dichiarazione Presidente della Provincia Francesco Ventola dopo l’approvazione del Piano Regionale sui Rifiuti dove con un emendamento presentato dal gruppo consiliare del Pdl, poi approvato dall’unanimità del Consiglio regionale, è stato sventata la possibilità di accorpamento gli Ato Bat e Bari, su cui lo stesso Consiglio provinciale della Bat, riunitosi nelle scorse settimane in seduta monotematica e straordinaria, si era espresso in maniera fermamente contraria, alla pari dell’assemblea dell’Ato Bat, composta dai dieci Sindaci della Provincia. Una battaglia vinta, dunque, per il Presidente che già pochi giorni dopo l’approvazione in Giunta regionale del Piano Rifiuti (con conseguente accorpamento degli Ato), aveva lanciato un coro di protesta. Nel ribadire la sua contrarietà e l’inutilità di “Grottelline” ha ulteriormente sottolineato: “Giustizia è fatta. L’approvazione dell’emendamento che mantiene inalterati i sei Ambiti Territoriali Ottimali della Regione Puglia era un atto dovuto. Non si poteva continuare a penalizzare un territorio come il nostro, in passato già molto spesso bistrattato. Accorpare l’Ato Bat a quello di Bari, come ho più volte ribadito in questi mesi, significava consentire ad un territorio diverso dal nostro di supplire alle proprie carenze in ambito ambientale, conferendo da noi i propri rifiuti».

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