sabato 28 dicembre 2013

AMBIENTE
Un fronte sempre più vasto
UN CORO DI “NO”
Nella vicina Basilicata si moltiplicano i comitati contrari al nuovo megaimpianto per la produzione di energia dal “termodinamico”
SENZA PRECEDENTI
Sono molteplici gli interventi che si tenta di realizzare su un territorio per certi versi indifeso, dove, forse sono stati inferti seri danni
ASSALTO AL TERRITORIO DA PARTE DELLA “GREEN ECONOMY”
Spinazzola, prosegue l’assedio da parte di impianti energetici “alternativi”
di Cosimo Forina
Spinazzola - E’ vero attacco al territorio come non mai è mai avvenuto in precedenza. In fermento diverse città della Basilicata che confinano con Spinazzola: Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania, Venosa, Melfi, Lavello i cui problemi ambientali e di rischio per la salute non la escludono affatto. In prima linea comitati cittadini sorti ovunque spontaneamente. Ognuno di questi inizialmente nato per farsi carico di tematiche specifiche: impianto solare termodinamico, estrazione petrolifera, discariche, inceneritore, eolico, si sono ritrovati tutti insieme dando vita al Gruppo di Coordinamento Vulture-Melfese Alto-Bradano nominando quale responsabile Nicola Abbiuso. Ne fanno parte: Comitato “Diritto alla Salute” (Lavello, Melfi), Comitato Intercomunale Lucania (Palazzo, Genzano), Comitato spontaneo Cittadino (Spinazzola), Comitato “la Nostra Terra non si tocca” (Leonessa, Melfi), Associazione Futura (Venosa), Centro di Documentazione Associazione Michele Mancino (Palazzo San Gervasio). La consapevolezza che accomuna è che ormai non vi è un solo nemico a cui opporsi per interessi distinti, ma “il rivale”, i predatori del futuro sono i quanti sospinti da grandi compensi economici intendono violentare il territorio. Saccheggiandolo, scippandolo per sempre della sua bellezza, della sua storia, della sua salubrità. La rivolta sta succedendo proprio qui su quelle terre dove una industrializzazione selvaggia parassitaria è attratta ora dagli incentivi garantiti dallo sviluppo delle energie alternative, oppure dalle più basse royalty al mondo da corrispondere da parte delle multinazionali per l’estrazione del petrolio. Un crescendo di proposte o di insediamento industriale senza ricaduta occupazionale, se non marginale, rispetto a quella esistente. Con cui si intende sfruttare le risorse della natura a discapito della millenaria ruralità dei luoghi. L’elenco degli investimenti che si vorrebbero realizzare è da bollettino di guerra. Uno sfascio ambientale mai programmato prima che potrebbe stravolgere tutto nella zona dell’Alto Bradano, da Melfi sino ad Acerenza, non escludendo i territori a loro limite come Spinazzola. La città di Palazzo San Gervasio con il suo comitato guidato da Maurizio Tritto si sta battendo contro la realizzazione di un mega impianto sperimentale di solare termodinamico avanzato dalla Teknosolar2 srl di Matera che andrebbe a “tombare” in modo irreversibile 262 ettari di terreno irriguo ubicato se pur nel territorio di Banzi a suo confine ed a quello di Spinazzola dove è sorta un’altra rappresentanza guidata da Franco D’Amato . Lavello è in continua lotta verso l’inceneritore Fenice sorto nel territorio di San Nicola di Melfi che sputa ormai in modo conclamato veleni da oltre dieci anni nella falda e nell’aria. La stessa Melfi nella sua contrada Leonessa si è vista avanzare una richiesta di discarica per rifiuti speciali e contro questo insediamento tutti i comitati lo scorso sabato hanno aderito ad un corteo di protesta in quella città. Ed a leggere la tabella delle sostanze che si vorrebbero trattate, una campionatura senza eccezioni di rifiuti industriali, c’è veramente da non restare allegri. E su tutto il territorio è tornato lo spettro della estrazione petrolifera che vorrebbero i texani della Aleanna Resources LLC di Houston (USA) con il loro progetto Palazzo San Gervasio. Contro i danni già procurati in Basilicata dall’estrazione del petrolio in questi giorni in diverse scuole, come a Venosa grazie all’Associazione Futura con Aldo Iurino e Marialaura Garritoli è stato proiettato alla presenza della regista Valeria Castellano “Nero d’Italia” che ha anche fatto tappa nelle scuole di Genzano. Ed ancora la selva di pali eolici. A centinaia quelli avanzati. Alcuni già sorti sprezzanti contro il paesaggio che andranno ad allacciarsi nelle stazioni Terna da mille MW da far sorgere a Genzano ed a Melfi dopo che quella di Spinazzola è stata cassata, anche queste frutto come sempre di strane procedure. Tutto in nome di una “green economy” o per l’autonomia energetica tanto ingannevole quanto cialtrona. Mentre qui già ci si ammala e si muore senza distinzioni di età in modo spropositato di tumori o per malattie non oncologiche, comunque legate a grandi porcate di già commesse nell’ambiente almeno a partire dal 2008 quando strani movimenti di camion sono stati notati e segnalati a varie autorità. Il sospetto: rifiuti occultati in campi e discariche, fanghi sparsi su aree coltivate vuoi clandestinamente o spacciati come concimi naturali, veleni che hanno ammorbano l’aria ma di cui nessuno osa cercarne la fonte e i responsabili. Di giorno in giorno stanno fioccando come controffensiva esposti ed osservazioni inviati tanto agli organi di concessione delle autorizzazioni a partire dalla Regione Basilicata e Puglia come alle varie Procure della Repubblica. In questa terra, in queste città dove in assenza di investimenti la gente da sempre manco fosse una maledizione è stata costretta ad emigrare per mancanza di prospettive, ora stanno giungendo centinaia, migliaia di milioni di euro con il solo obbiettivo di colonizzare il territorio senza molto badare a chi lo abita e lo vive. Non è dato sapere se c’è una sola regia in tutto questo o se l’insieme è solo frutto di più di una coincidenza. Sta di fatto che le popolazioni sono in ribellione. Mentre non manca qualche politichiccio che di già si sta fregando le mani sugli eventuali ristori ambientali da gestire. Briciole da raccogliere dalla grande abbuffata degli industriali del sole, del vento, dell’oro nero lasciate cadere dal loro opulento tavolo di ricavi. Il territorio dove sono partiti i lavori per far giungere l’acqua, progetto Marascione, che porterà irrigazione di circa 5.000 ettari nei comuni di Acerenza Banzi, Genzano, Palazzo San Gervasio e Irsina, se non si avrà forza di fermare l’assedio ben presto sarà assoggettato a discapito della sua gente. Condannato all’appiattimento di ogni orizzonte e della vita che risulterà contaminata per sempre, con l’area, l’acqua, il suolo da quanto gli è più estraneo, una industrializzazione iniqua pronta a smorzare per sempre ogni sogno di sviluppo sostenibile, di prospettiva, di richiamo di fruitori capaci di apprezzare e amare i luoghi come solo chi ha avuto la forza di restare ha saputo sin qui difenderli.




PER SCARICARE: http://www.distribuzionidalbasso.com/...

Nero d'Italia è un documentario completamente auto prodotto da Valeria Castellano. E' un viaggio nelle valli del petrolio, in Basilicata. Là dove si produce l'80% dell'olio nero italiano. E' il racconto delle storie di chi vive all'ombra delle trivelle, di chi respira l'aria delle raffinerie.
Sì, perchè i centri oli, in quella regione, sono sorti tra le case dei contadini, là dove prima si coltivava.
Questo documentario racconta tutti gli aspetti meno noti della storia del petrolio italiano.



www.valeriacastellano.com
email: valeria.castellano@hotmail.it

1 commento:

  1. Una panoramica che fotografa lo scempio del disastro che da qui a breve si realizzerà nelle nostre terre. Una gestione del territorio abbandonato al volere del libero scambio a discapito delle piccole comunità. Una politica solo intenta a raccogliere spiccioli per luminarie natalizie. Grazie cosimo del tuo intervento. Fermiamo lo scempio.

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