venerdì 20 dicembre 2013

SPINAZZOLA LA LEGA PER LA TUTELA DEGLI UCCELLI AVANZA RICHIESTE DI BLOCCO DELLA DISCARICA CHE LA REGIONE VUOLE REALIZZARE A «GROTTELLINE»
«Quante ombre su quella richiesta»
Dalla relazione della Lipu spuntano le immagini di allagamenti nelle cave risalenti ad oltre vent’anni fa
di Cosimo Forina
Sull’immondezzaio che si vuole costruire a “Grottelline” nel territorio di Spinazzola dato in realizzazione e gestione da Nichi Vendola all’Ati Tradeco-Gogeam per circa vent’anni, la Lipu associazione per la tutela degli uccelli rapaci e dei loro ambienti, con Enzo Cripezzi coordinatore della Puglia unitamente al Centro Studi e Documentazione “Torre di Nebbia” presidente Piero Castoro e all’associazione “Altura” presidente nazionale Stefano Allavena, ha presentato nuove osservazioni.Ventiquattro cartelle in cui si smontano tutte le aspettative dell’Ati (Columella per la Tradeco, al 51 per cento nella Gogeam il gruppo Marcegaglia SpA e 49 per cento Cisa SpA) e aggiungono altre ombre sull’operato di questi anni. Sotto la lente di ingrandimento finisce l’iter seguito dagli uffici della Regione, senza mancare di accendere riflettori anche sul Comune di Spinazzola in particolare sull’ufficio tecnico.Dubbi vengono sollevati sulla validità di tutti gli atti fin qui prodotti che hanno portato alla nuova procedura VIA che mira a canalizzare l’acqua solo nella parte in cui si è creato un lago all’interno delle cava. Poiché, si sostiene, la VIA risulta essere scaduta. A corredo delle osservazioni Enzo Cripezzi ha inserito diverse fotografie scattate a Grottelline. Ed in particolare alcune risalenti al 1992 relative al catalogo dello scultore Giampiero Carlesso, da cui si evince che l’allagamento delle cave già era presente altre un ventennio fa, mentre ora tutti sembrano sorpresi, tanto alla Regione come al Comune di Spinazzola. La prima autorizzazione della Regione alla realizzazione della discarica, viene ricostruito, venne pubblicata sul Burp del 24 marzo del 2005, la data si evince dall’atto dirigenziale del 17 gennaio 2007. Nel 2005 era vigente la LR11/2001 che prevedeva che il parere del VIApositiva aveva efficacia per un tempo non superiore ai tre anni e se i lavori non partivano le procedure dovevano essere rifatte. Ed invece, inspiegabilmente si afferma nelle osservazioni, non solo non si è riproposto nei tempi dovuti l’iter necessario ad una nuova approvazione ma si è proceduto a dire di si a diverse varianti del progetto. Con il primo assenso era anche previsto un impianto di trattamento delle prime piogge che a Grottelline non è stato mai realizzato. Nel merito viene trattata nelle osservazioni, ancora, tutta la situazione idraulica e idrogeologica dell’area destinata ad immondezzaio: i corsi d’acqua presenti ed ignorati, la mancata Valutazione di Incidenza obbligatoria per interventi che possono avere influenza anche esterna al sito Rete Natura 2000 e sulle specie presenti nel SIC/ZPS “Alta Murgia”. Le incertezze sulla legittimità poi si spostano sull’autorizzazione Paesaggistica rilasciata. Sull’ampliamento delle superfici, sulla mancata valutazione delle masserie adiacenti al sito e tanto altro ancora. Non mancano di certo le chicche dopo le fotografie delle cave allagate da sempre, come quelle relativi ai cartelli stradali presenti nella zona adiacente le cave che limitano il transito ad automezzi con portata di peso superiore a 12 tonnellate. Questo a dimostrare che tutti non potevano non sapere della condizione idrogeologica dell’aria interessata all’immondezzaio. E poi, dalla Lipu si sono domandati: «a quale emergenza rifiuti ci si riferisce, a distanza di nove anni, per giustificare l’opera?» Il 13 giugno 2013 la Lipu aveva avanzato altre richieste di chiarimenti relative alle tante anomalie procedurali e carenze valutative di tutto il procedimento per la realizzazione dell’impianto di Spinazzola. Ma dalla Regione si è scelto di mantenere la consegna del silenzio. Fatto salvo riproporre l’immondezzaio di Grottelline nuovamente nel nuovo Piano Rifiuti Regionale
proposto dell’assessore Lorenzo Nicastro, approvato, ma con paletti imposti per la questione di Spinazzola da parte delle opposizioni con Ignazio Zullo e per la maggioranza da Fabio Amati e Ruggiero Mennea. L’unica risposta ricevuta ai suoi primi quesiti dalla Lipu quella dell’autorità di Bacino della Basilicata. «Si sono evidenziate numerosi omissioni, carenze valutative, problemi procedurali». Poi giù, nelle osservazioni, una serie di nuovi quesiti diretti tra gli altri a Nichi Vendola nel suo ruolo di presidente e Commissario delegato per l’emergenza ambientale, agli assessori Angela Barbanente e Lorenzo Nicastro, al dirigente del servizio ecologia Antonello Antonicelli, a quello dell’ufficio VIA-VAS Caterina Di Bitonto. Al Commissario Delegato viene chiesto se in assenza della definizione della VIA a distanza di 10 anni è ancora valido il contratto con l’Ati assegnataria, visto che il capitolato d’oneri approvato dallo stesso Vendola prevedeva che solo «dopo l’aggiudicazione si addivverà alla sottoscrizione del relativo contratto la cui efficacia sarà comunque subordinata all’esito positivo della procedura VIA. E come è possibile ad oggi utilizzare il finanziamento previsto per l’intervento attraverso il POR Puglia 2000-2006 stante l’impossibilità di rendicontare la spesa relativa all’intervento non ancora realizzato e non realizzabile in tempi brevi». E per ultimo, viste le tante varianti sull’immondezzaio di Spinazzola: «se sia possibile modificare le caratteristiche dell’impianto risultato vincitore in base al Bando del 13 dicembre 2003». Ai dirigenti del Servizio Ecologia e dell’Ufficio VIA-VAS viene chiesto: «se non sia il caso di procedere all’eventuale annullamento in autotutela nel caso si confermino aspetti procedurali illegittimi». Ed ancora in ogni caso: la necessità della risottoposizione a VIA e valutazione di Incidenza dell’intero progetto e non solo della sistemazione idraulica richiesta dall’Ati Tradeco-Cogeam. Come anche la produzione di studi adeguati a valutare gli impatti e la valutazione di tutte le problematiche non valutate nelle determine VIA favorevoli nei precedenti procedimenti. La Lipu altresì chiede di esprimere agli stessi dirigenti: «parere negativo in merito alla sistemazione idraulica dell’ultima procedura alla luce delle sue osservazioni». Ai dirigenti del servizio Assetto e Territorio e dell’Ufficio Attuazione Paesaggistica si chiede: «di sottoporre ad autorizzazione l’intero progetto dell’Ati-Tradeco-Cogeam e non solo la sistemazione idraulica». Non è escluso che ci sia un magistrato a Trani o Bari che voglia veder chiaro sulla storia infinita di Grottelline.

Nessun commento:

Posta un commento