giovedì 14 agosto 2014


In città il ricordo di don Pierino dove uno dei suoi figli nell’amore, Antonio Cicorella, fondò la comunità
LA COMUNITÀ «CASA MICHELE» PIANGE LA MORTE DI DON GELMINI
La struttura di accoglienza è fra i primi centri creati dall’organizzazione
di Cosimo Forina
SPINAZZOLA . «Il Don è morto». Prima ancora che le agenzie battessero la notizia il messaggio con tutto il suo carico di dolore partito da Mulino Silla nella città di Amelia, in provincia di Terni, della scomparsa di don Pierino Gelmini fondatore della Comunità Incontro, ha raggiunto anche Spinazzola. Nella città dove uno dei suoi figli nell’amore, Antonio Cicorella, aveva fondato agli inizi degli anni novanta, dopo il suo riscatto proprio nella Comunità Incontro, nell’ex Lazzaretto, uno dei primi centri di accoglienza in Italia “Casa Michele”. Un riferimento per ragazzi tossicodipendenti che giungevano dalla strada e da dove in tanti sono partiti per trovare attraverso il
“don” come tutti i ragazzi lo chiamavano, il padre che li avrebbe aiutati a ritrovare attraverso principi e valori un nuovo orientamento della vita.
Il legame con don Pierino e Spinazzola era iniziato nel 1986, quando i primi ragazzi, tra cui Antonio Cicorella, venivano aiutati da alcuni volontari per essere da lui accolti dopo aver fatto i primi colloqui in una delle sedi della Comunità Incontro, quella di Andria, a cui don Gelmini era molto legato. Poi l’inaspettata scelta ultima di vita di Antonio Cicorella, scomparso nel 1995, il quale con alcuni amici apriva le porte di un edificio in abbandono, luogo di desolazione e dolore per trasformarlo in casa calda e accogliente. Ed in meno di tre anni dal 1992 al 1995 ad essere ospitati sono stati ben in 110 a quel tempo giovani disorientati, oggi uomini reinseriti, i più, a pieno titolo nella società. Alcuni fortificati e diventati orientamento per altri ragazzi in difficoltà.
Due le visite a Spinazzola di don Pierino Gelmini, la prima l’8 settembre 1995 in forma strettamente privata quando tra le lacrime dei presenti volle venire a salutare per l’ultima volta Antonio e il 10 ottobre 2004 quando veniva premiato con l’iniziativa legata al libro “Antonio-storia di un Uomo” prefazione curata proprio da don Pierino che ripercorre la storia di Antonio Cicorella e Casa Michele. Dai cui proventi era stato istituito un riconoscimento a chi si occupava di sostegno ai malati di Aids con particolare attenzione ai bambini.
Dal 1963 giorno in cui don Pierino Gelmini incontra a piazza Navona (Roma) Alfredo Nunzi che gli chiede di aiutarlo la vita del prete cambia. Sino a diventare rinuncia alla stessa carriera ecclesiastica per dedicarsi ai diseredati, tossicodipendenti, alcolisti e quanti si riconoscevano nella sua Comunità. Un esercito di oltre quattrocentomila giovani che con le loro famiglie in questi quarant’anni non lo hanno dimenticato e che entrati in Comunità segnati sulle loro braccia sono ripartiti segnati dal “don” nel cuore. Che la terra ti sia lieve, don Pierino. Anche Spinazzola non ti dimenticherà.

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