CASTELLO
DEL GARAGNONE
Antonio
Carrabba, una tela, un principe, un territorio
Il Principe Alberto di Monaco il 21 aprile visiterà i ruderi del castello del Garagnone (600 m s.l.m. territorio di Spinazzola, area nel Parco Nazionale dell’Alta
Murgia) che fu feudo dei Grimaldi, concesso per fedeltà agli Asburgo
dall'imperatore Carlo V nel 1532.
«Alberto di Monaco, tramite il suo staff, - ha dichiarato Francesco Tarantini presidente del Parco Nazionale – ha scoperto ultimamente che la storia del maniero si intreccia con quella della famiglia Grimaldi».
Il toponimo
“Garagnone,” stando ad alcune fonti, potrebbe aver avuto origine da Robertus
Guadagna, uno tra i primi cavalieri normanni giunti in Italia meridionale,
presente sul territorio dal 1048.
Per
svelare l’arcano bisogna partire dal 2008, da Antonio Carrabba (1935-1999)
studioso e appassionato di storia locale, lucana e pugliese, cultore di
archeologia ed epigrafia, autore di diverse pubblicazioni in particolare sui
templari, insignito dell’“Ordine al Merito” dal Presidente della Repubblica
Oscar L. Scalfaro.
Il suo studio era il luogo dove amava condividere ricerche,
impegno sociale e politico, e anche dopo la sua scomparsa resta una miniera del
sapere custodita integra nella sua sacralità da Nino, suo fratello.
In sua compagnia, salendo sul soppalco dello studio, mi
capitò di osservare, tra i vari oggetti appartenuti a Tonio, una cornice a
giorno cm 7x10 che custodiva la riproduzione di un’opera davvero singolare,
ignota, con questa didascalia:
“Tav 7 – Castel
Guaragnone, feudo dei Grimaldi, nei primi anni del ‘600. Biblioteca di
Palazzo, Monaco. Olio su tela di Anonimo
e s.d. (v. nota 34) Foto d’Archivio del Principato di Monaco (per gentile
concessione)”.
Nessun riferimento, per quanto cercato tra gli appunti di Tonio, sulla provenienza della riproduzione, da dove fosse stata tratta. Mi fu concessa la possibilità da Nino di riprodurre questa immagine di grande interesse documentaristico.
Il
file è rimasto nel mio archivio fino al 2014 quando da Antonio Amendola - presidente
del Comitato per IV° centenario dalla nascita di Antonio Pignatelli (Spinazzola
15/3/1615 –Roma 27/9/1700), salito al soglio pontificio con il nome di
Innocenzo XII - mi fu dato incarico di curare la pubblicazione sulla vita del
pontefice e sulle peculiarità storiche, archeologiche, artistiche e
paesaggistiche del territorio che gli diede i natali (Spinazzola città di Innocenzo XII. Alla scoperta di un territorio da
vivere- da ricordare. Dicembre 2015, D&B Stampagrafica Bongo,
Gravina di Puglia).
Per poter utilizzare la riproduzione dell’opera ritrovata
nello studio di Tonio Carrabba, Antonio Amendola e l’allora sindaco di
Spinazzola Nicola Di Tullio su mia richiesta scrivono al Principato di Monaco.
L’epistolario arriva dopo 400 anni che i Grimaldi erano stati i proprietari del
feudo del Garagnone. La risposta, unita ad una gigantografia dell’opera
custodita a Monaco, non tardò ad arrivare insieme alla richiesta di maggiori
notizie tanto sul dipinto che della località rappresentata.
Ed è probabile che proprio da questa corrispondenza tra istituzioni
sia nato l’interesse del Principe Alberto a voler far visita al territorio che
vide protagonisti i suoi avi.
Ricevuta la risposta positiva, mi fu possibile dopo sei mesi
di ricerche dare “il visto si stampi” al mio lavoro. Diecimila copie a
diffusione gratuita del progetto interamente finanziato dall’Ente Parco
Nazionale dell’Alta Murgia, presidente Cesare Veronico, direttore f.f. Fabio
Modesti.
Molti
si chiedono il perché la Rocca del Garagnone vicinissima a Poggiorsini ricada
nel territorio di Spinazzola. Ecco un altro tassello interessante. Come riportato dallo
storico locale Giuseppe D’Angola, solo nel maggio del 1811, con Decreto Reale,
il disabitato ex Demanio Feudale di “Castel del Garagnone” (circa 5.700 ettari)
venne accatastato per 2/3 nel Comune di Spinazzola, mentre, per il restante
terzo al Comune di Altamura – territorio di Gravina. Il Comune di Altamura e il
Duca D. Pietro Mazzocchera di Spinazzola, allora Signore del feudo, chiesero la
divisione in massa al ‘R. Commissario Riparatore’ una volta entrate in vigore
le Leggi Eversive della Feudalità (1806).
È auspicabile che la visita del principe Alberto vada bel oltre
la fotografia di rito tanto per l’Ente Parco dell’Alta Murgia - che si accinge
ad acquistare i ruderi del Castello del Garagnone - che per il Comune di
Spinazzola (sindaco Michele Patruno) e per quello di Poggiorsini (sindaco
Ignazio Di Mauro), cittadina legata alla Rocca con l’arrivo degli Orsini.
Ovviamente, ci si aspetta che siano invitati all’incontro con Alberto anche Amendola
e Di Tullio a cui si deve l’epistolario intercorso con il Principato.
Auspicabile un gemellaggio che possa vedere coinvolta anche
l’Università con i suoi ricercatori di storia medioevale. Sarebbe interessante
conoscere cosa altro - oltre alla tela - i Grimaldi portarono via nel far
ritorno nel loro Principato per poter aggiungere altre conoscenze alla storia
locale. Se ad esempio anche loro si accorsero del grande villaggio dell’età del
Bronzo posto a valle del Castello scoperto solo nel 1997-98 da Donata Venturo
che ne curò gli scavi della Soprintendenza.
È stato un lavoro difficile anche per me quello di
ricostruire la storia di Spinazzola e del suo territorio e le ragioni sono
contenute in quanto scritto proprio da Tonio: «purtroppo all’incuria degli
uomini, alla meschina vanagloria di chi nasconde con gelosia atti e documenti
sulla città si è aggiunta l’azione criminale delle truppe tedesche che nel
settembre del 1943 incendiò il deposito antiaereo di S. Paolo Belsito presso
Nola e distrusse l’Archivio Angioino ivi trasferito». (A. Carrabba, I
Templari a Spinazzola e dintorni, pag.15).
Senza
la sua amata passione di ricercatore e la riproduzione della tela del Garagnone
da lui custodita, probabilmente anche il principe Alberto di Monaco avrebbe
ignorato la bellezza e il mistero della Murgia, terra dai colori cangianti e di
suggestive storie ed emozioni.
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