martedì 22 febbraio 2022


Traffico transfrontaliero illegale:  
La Tunisia rispedisce in Italia ottomila tonnellate di rifiuti



Rispediti in Italia i 213 container sequestrati in Tunisia nel 2020 (8.000 tonnellate di rifiuti) con la nave Arkas partita il 19 febbraio dal porto di Sousse diretta a Salerno.

Rifiuti importati illegalmente dalla società tunisina Soreplast di Moureddine (Sousse) – autorizzata a ricevere e trattare rifiuti di plastica da riciclare – che avrebbe dovuto incassare 48 euro per ogni tonnellata dalla società Sviluppo Risorse Ambientali (Sra) con sede a Polla (Sa).


Una bazzecola rispetto al costo di smaltimento in Italia di rifiuti trattati destinati in discarica.

Società che dichiara di essere: “non una semplice azienda operante nel campo del trattamento dei rifiuti in Campania, e parte integrante dei grandi sistemi di recupero e riciclo che ci consentono di affrontare le sfide più importanti del terzo millennio”.

Il contenuto di altri 72 container trasferiti prima del sequestro nel porto Sousse nei depositi della Soreplast (1.900 tonnellate) erano andati a fuoco il 29 dicembre del 2021. Il giorno prima, 28 dicembre, si era svolto l’incontro tra il presidente della Repubblica tunisina, Kais Saied e il ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio per programmare la restituzione dei rifiuti.

Il 7 gennaio 2022 Othman Jerandi ministro degli esteri tunisino aveva confermato


l’imminente rimpatrio dei rifiuti in Italia, accordo poi sottoscritto a Napoli tra il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca e l’ambasciatore di Tunisia in Italia, Moez Sinaoui.

La Regione Campania aveva certificato l’idoneità all’esportazione dei rifiuti risultati in violazione degli accordi di Basilea del 1989, ovvero la “Convenzione sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento”, nonché della “Convenzione di Bamako sul divieto di importazione in Africa e nel controllo dei movimenti transfrontalieri e la gestione dei rifiuti pericolosi in Africa”.

Costi del rimpatrio e altri oneri a carico dello Stato italiano.


Due le indagini in corso per accertare le responsabilità nella falsificazione dei documenti.

Quella tunisina: a finire in carcere l’ex ministro dell’Ambiente e degli Affari locali tunisino, Mustapha Aroui, latitante il titolare della Soreplast di Moureddine. La procura generale della Corte d’appello di Sousse ha confermato le accuse nei confronti di 21 persone.

Quella italiana: il procuratore Giuseppe Borrelli del Tribunale della Repubblica di Salerno, ha dichiarato alla Commissione parlamentare d’inchiesta che non si è potuta effettuare la rogatoria per ispezionare i container in Tunisia durante il loro fermo nel porto di Sousse, pertanto si attende l’arrivo in Italia per scoprire esattamente di che rifiuti si tratta, se domestici trattati come dichiarato, non escludendo altre più gravi ipotesi.

Predisposta un’area militare a Salerno dove i container saranno portati dopo lo sbarco e posti a disposizione dell’autorità giudiziaria.

L’audizione di Borrelli è stata più volte sospesa, segretata (audio e video) quasi nella sua


totalità.

Lo scandalo in Tunisia era esploso dopo l’inchiesta del giornalista Hambi Ben Salah – della tv privata El Hiwar Ettounsi -, il quale ha poi guidato la rivolta dei cittadini.

La denuncia più significativa in Italia rilanciata dai media (ottobre 2021) durante il Forum sull’economia dei rifiuti promosso dal PolieCo (Consorzio nazionale dei rifiuti dei beni in polietilene) presidente Enrico Bobbio, direttrice Claudia Salvestrini.


Durante il Forum il deputato del parlamento della Tunisia Majdi Karbai aveva mostrato un video inedito evidenziando la totale inidoneità della Soreplast a ricevere i rifiuti dall’Italia stoccati in un capannone privo di impianti di trattamento, affermando: «Se fossimo stati un qualsiasi altro paese europeo, lo scandalo accaduto in Tunisia sarebbe stato urlato ed invece trattandosi del mio paese c’è stato un silenzio assordante ed imbarazzante. Un silenzio che però non cancella quanto è stato permesso e quanto ancora sta avvenendo».

Il traffico dei rifiuti in Italia è una voragine in cui spariscono milioni di euro ogni giorno, gestito tanto dalla criminalità che dai facilitatori delle carte a posto. A pagare cittadini e ambiente nel mondo.

Nell’accordo tra Italia e Tunisia prevista anche la restituzione dei rifiuti incendiati al momento depositati nel magazzino a Mourredine.

 

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