domenica 22 novembre 2009


La bizzarra storia dello Stemma Comunale con il fascio littorio continua. Non solo interessando altre testate giornalistiche ma anche perché con una nuova originale interpretazione del segretario-direttore generale del Comune di Spinazzola dal “Fascismo” siamo passati alla Rivoluzione Francese.



















Ora le versioni sull’ipotetico stemma del Comune di Spinazzola con il fascio littorio apparso su alcuni documenti del Palazzo di Città sono diventate due. E la seconda esposizione è molto originale. Inoltre smentisce quella fornita dal sindaco Carlo Scelzi, il quale, attenendosi alle comunicazioni fatte giungere alla Pro-loco e alle scuole dell’assessore alla cultura Nicola Di Nardi presenti nel fascicolo custodito presso la biblioteca comunale, svelava che il simbolo ritrovato negli archivi del Ministero, usato negli atti pubblici per uno scambio di file, si riferiva al periodo fascista. Scelzi ha sostenuto che il podestà Raffaele Di Lauro nel 1936 richiedendo l’autentica dello Stemma storico di Spinazzola al fine di poterlo usare nel Gonfalone: “Torre e pino in campo bianco con un declivio”, si era visto rispondere dalla commissione araldica che a loro risultava tutt’altro, ovvero: “una torre con due palmizi”. Sopra di cui per decreto del capo del governo Benito Mussolini doveva essere apposto il capo littorio in cui inserire il fascio littorio. Di chi è la seconda interpretazione? Nientepopodimeno che dell’indefesso segretario comunale del Comune di Spinazzola Giulio Rutigliano, nonché direttore generale. Il quale per sua stessa ammissione ha utilizzato lo stemma giunto da Roma nella ricerca storica nel 2007, quello con il fascio littorio, su gli atti da lui prodotti. All’indomani del primo articolo apparso sulla “Gazzetta” il giorno 11 novembre, Rutigliano, oggi ravvedutosi dell’errore scriveva una strana missiva ai capi dipartimento, nonché al sindaco Carlo Scelzi e al Nucleo di Valutazione del Comune, svelando tra l’altro l’uso di diversi stemmi nel Palazzo di Città. Infatti: “In questi giorni è montata polemica sull’utilizzo di stemmi comunali di varia foggia. Si è ricamato sulla presenza di un “fascio” su uno di essi, per la precisione, quello che ha ricevuto un riconoscimento formale basato su di una ricerca storica, almeno stando agli atti ufficiali”. Colpo di scena: “Personalmente si ritiene che il “fascio” in oggetto sia quello ascrivibile alla rivoluzione francese del 1789 e di cui si trovano esemplari nelle decorazioni dell’aula della “Assemblea Nazionale” di Francia e in quella del Congresso Americano (il Presidente Obama è apparso in televisione con alle spalle le decorazioni policrome in oggetto)”. Ma dai, Spinazzola terra di giacobini, davvero? Altra ciliegina: “In Italia, purtroppo, detto simbolo, per quanto su di uno sfondo rosso, riconduce comunemente ad un doloroso e folle passato, sicuramente irripetibile per la maturità dei Popoli”. L’inciso bisogna ammetterlo è da statista. In vero in Italia con la Repubblica nata dalla Resistenza i simboli fascisti sono stati abrogati per legge, banditi e ritenuti reato da codice penale: apologia di fascismo. Il proseguo della missiva: “Concordemente con l’Amministrazione, si ritiene che gli eventi abbiano generato l’occasione di individuare la rappresentazione grafica dello Stemma che più si avvicina a quella descritta nello Statuto. Detto segno grafico, da utilizzare quale unico stemma comunale, è quello riprodotto sulla pagina iniziale del sito istituzionale in quanto mostra “la torre, il pino, il declivio, su fondo bianco”. In buona sostanza quello in cui la città da secoli si riconosce e di cui lo stesso podestà affermava di voler usare indipendentemente da quel che gli veniva indicato nell’araldica e per questo si era persino appellato al Re d’Italia, (lettera in archivio comunale datata 15 giugno 1936). Ma arriviamo alle note finali di Giulio Rutigliano che sposta la sua attenzione sulla corona presente sullo stemma del Comune: “ Il cartiglio e la corona - assolutamente fuori dai canoni araldici in genere e dell’araldica cittadina in particolare- potranno essere corretti in un secondo momento previa consultazione popolare”. Toccherà pure fare un referendum cittadino sulla corona dello stemma? Nel dettare, non si sa a quale titolo l’indirizzo referendario, il segretario comunale a cui probabilmente nessuno ha mai detto (non è di Spinazzola) che uno studio sulla corona come sullo Stemma era stato già eseguito in passato dai compianti, Sindaco Nicola Piancone e dal ricercatore storico Antonio Carraba, poi conclude: “ Le SS.L.L., pertanto, vorranno verificare che solo detto Stemma venga utilizzato e correggere, per quanto possibile, la documentazione difforme già prodotta”. Soprattutto le sue? Ed infatti nel dare il buon esempio, il segretario, direttore generale Giulio Rutugliano ha cambiato lo Stemma sul suo tesserino via quello con il fascio littorio e finalmente “Torre e Pino”. Ora toccherà farlo anche su quello degli altri dipendenti.

1 commento:

  1. Il fascio littorio è stato abraso da tutti gli stemmi degli enti poiché impostao durante il ventennio. Il cosiddetto Capo del Littorio era “di porpora al fascio littorio circondato da due ramoscelli di quercia e di alloro posti in decusse”.
    Una specifica normativa ne aveva previsto l’abrasione. Molti comuni lo hanno fatto mantenendo un capo di porpora o di rosso, alcuni hanno anch emantenuto i serti vegetali. Uno ha mantenuto il fascio nella sua interezza.
    Un comune poi usa il fascio littorio come simbolo, ma niente a che vedere con il fascismo, ma con la sua storia antica. La cosa strana è che Spinazzola abbia cambiato totalmente lo stemma senza averne una formale concessione dall’ufficio araldico nazionale. Il blasone del Comune dunque resta “D’azzurro alla torre fiancheggiata da due palmizi, il tutto al naturale e terrazzato di verde. Ornamenti esteriori da Comune”.
    D.Ric. 24 ottobre 1936 mentre il bozzetto attuale contraddice completamente questa descrizione. Tra l’altro, il fatto che si tratti di un decreto di concessione fa pensare che ci fosse un precedente stemma già in uso simile a quello concesso. Dunque l’attuale da dove deriva?
    Cito poi, realativamente alle fantasiose elucubrazioni di cui leggo, testualmente dal sito www.araldicacivica.it
    "Capo del Littorio: pezza araldica ispirato dall’uso Napoleonico fu ideato durante il Fascismo per contrassegnare tutti
    gli stemmi civici: “Di rosso al fascio littorio d’oro circondato da una corona composta di un ramo d’alloro e uno di
    quercia (alias: olivo) legati da un nastro”. Il fascio è un’insegna di origine etrusca costituito da un mazzo di verghe e
    da una scure, tenute insieme per mezzo di corregge: è il simbolo del potere coercitivo della legge, quindi dell’autorità
    dello Stato. Era portato da Littori, ufficiali di scorta al servizio degli alti magistrati Romani che, con il loro ufficio
    comminavano pene corporali e capitali. Mussolini lo rese obbligatorio ma, alla sua caduta, la norma che lo imponeva fu
    cancellata e la figura abrasa dagli stemmi (DLL del 26.10.1944); alcuni Comuni però si limitarono ad eliminare il
    fascio, mantenendo il serto vegetale".

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