martedì 8 giugno 2010


GLI AMERICANI VOGLIONO IL TERRITORIO PER CERCARE PETROLIO. PRONTI A PAGARE E A BACCHETTARE CHI SI OPPONE. MURGIA SOLO UN “TERRITORIO ABBANDONATO?”
Cosimo Forina Spinazzola
Onofrio Introna, oggi presidente del consiglio della Regione Puglia, ex assessore all’ambiente, e i sindaci di Spinazzola Carlo Scelzi e di Minervino Murge Luigi Roccotelli sono stati destinatari di una lunga lettera dell’avv. Emanuele Turco di Roma, il quale rappresenta la società di ricerca e di coltivazione di idrocarburi AleAnna Resources LLC costituita e vigente nello Stato del Delaware, Stati Uniti (AleAnna) titolare del progetto denominato “Palazzo San Gervasio”. In questa missiva Turco bolla come persona disinformata Introna per la sua netta posizione contraria alla ricerca del petrolio nel territorio murgiano manifestata in una intervista alla Gazzetta, raccolta dal collega Giuseppe Armenise. Il progetto “Palazzo San Gervasio” comprende ben undici città, nove delle quali in Basilicata e due in Puglia, su una estensione di 561 Kmq. La tesi di Turco è quella che ricerca ed estrazione sono di beneficio alle popolazioni, al territorio, poiché le città e le Regioni coinvolte come per legge incassano le royalties. A supporto, la missiva è stata mandata per conoscenza anche a comuni del territorio foggiano che di già incassano delle royalties per altre concessioni petrolifere e ai due sindaci di Spinazzola e Minervino affinché questi: “traggano la convinzione che un eventuale successo del programma di ricerca dell’AleAnna apporterebbe notevoli benefici alle collettività dagli stessi amministrati”. Ancora a sostegno di questa persuasione vengono riportati gli importi incassati tra il 2008-2009 dai Comuni e dalla Regione Basilicata e da quelli della stessa Regione Puglia dove di già si estrae petrolio. Il 10% sulla quantità di idrocarburi liquidi e gassosi estratti in terraferma. In buona sostanza i quattrini che le città e Regioni andrebbe ad incassare sarebbero sufficienti per superare ogni perplessità, cifre riguardevoli a molti zero. Rivolgendosi al presidente Introna l’avvocato della capitale tra l’altro aggiunge: “è indubbio che le sue dichiarazioni dovrebbero aver suscitato perplessità ed apprensione tra le società di ricerca e coltivazione di idrocarburi operanti sulla terraferma in Puglia. Ma, in effetti, la maggior perplessità ed apprensione dovrebbe essere nutrita dai residenti dei comuni interessati attualmente o potenzialmente, dalla ricerca e coltivazione di idrocarburi nei loro territori. Va infatti considerato che, qualora le società di ricerca di idrocarburi fossero costrette ad abbandonare zone del territorio italiano per insormontabili ostacoli amministrativi posti localmente, la ricerca continuerebbe in altre zone del paese o all’estero dove tali iniziative sono ben accolte ed incoraggiate. Ed ancora: “ Il tal caso, tuttavia, il maggior pregiudizio verrebbe arrecato proprio ai residenti delle zone d’Italia abbandonate. Costoro verrebbero infatti privati della speranza di ottenere le risorse necessarie allo sviluppo dell’occupazione e delle attività economiche, all’incremento industriale e ad interventi di miglioramento ambientale, a loro garantite dalla legge, in caso di successo della ricerca di idrocarburi”. Onofrio Introna, dai dati di cronaca, non è stato il solo a prendere posizione contro la colonizzazione del territorio se pur ben retribuita. Sul versante Basilicata, alto Bradano, a fare muro contro gli americani che cercano nelle “zone dell’Italia abbandonata” il petrolio, ci si sono messi i sindaci delle città interessate, da Palazzo San Gervasio sino ad Acerenza. E cosa più rilevante dall’Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia, che su quei 561 kmq ha già ottenuto cento milioni di euro con la prospettiva di averne altri trecento e passa, con cui portare l’acqua sul territorio. Soldi finanziati dal Cipe, ovvero dal Governo italiano. Sarà che gli americani come si suol dire “so forti” ma questa volta, dalle terre “abbandonate” che si apprestano ad essere irrigate, e quindi trasformate da coltivazione estensiva ad intensiva, c’è da contarci, non riusciranno a cavare, come si dice a Roma. “trippa per gatti

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