lunedì 19 luglio 2010


EOLICO SULLA MURGIA L’OMBRA DELLA «P3»
SEMPRE PIÙ COMPLESSI I RISVOLTI DELL’INCHIESTA «VENTUS»

COSIMO FORINA • SPINAZZOLA. Per chi e per cosa girano le pale eoliche. La nuova loggia massonica denominata “P3” figliastra della più nota “P2” passa o è passata con i suoi interessi anche dalla Murgia? L’interrogazione parlamentare dall’Italia dei Valori, firmatari gli onorevoli: Pierfelice Zazzera,Federico Palomba, Ignazio Messina, Leoluca Orlando, Domenico Scilipoti e Antonio Borghesi, presentata alla Camera dei Deputati nel “Question Time” sull’eolico, con riferimento all’inchiesta “Ventus ” condotta dal Comando Forestale di Gravina, interessate le città di Minervino Murge e Spinazzola e all’inchiesta “Eolo”, Mazzara del Vallo, che vedeva anche alcuni imprenditori operanti sulla Murgia, arrestati, aveva portato il ministro per il rapporto con il parlamento Elio Vito a rispondere che: «il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha chiesto recentemente alle procure di Roma, Cagliari, Bari e Palermo elementi in merito alle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per l’eolico».
«Le prime tre procure, riferiva il ministro Vito, hanno evidenziato l’attualità degli accertamenti in corso e la necessità di mantenere il segreto investigativo». Dal 15 maggio il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci risulta essere indagato nell’inchiesta della procura di Roma sugli appalti per l’energia eolica nell’isola. A Roma, nella medesima inchiesta, sono indagati anche il coordinatore del Pdl Denis Verdini, costruttore Arcangelo Martino, il giudice tributario Pasquale Lombardi, il direttore dell’Arpas Ignazio Farris, il consigliere provinciale del Sulcis Pinello Cossu, il commissario dell’Autorità d’ambito Franco Piga e l’uomo d’affari Flavio Carboni. E cosa c’entra la Murgia con questo terremoto politico giudiziario che vede attive sette procure compresa quella dell’antimafia, nonché la commissione parlamentare antimafia, che sta sconquassando l’Italia e con gli arresti susseguiti a quella data con l’accusa della violazione degli articoli 1 e 2 della legge Anselmi? Nel primo si afferma che si «considerano associazioni segrete e come tali vietate dall’articolo 18 della Costituzione quelle che, anche all'interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali, ovvero rendendo sconosciuti, in tutto o in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono attività diretta ad interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici, anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale». A fare da filo conduttore in questa intricata vicenda è apparso Luigi Franzinelli in stretto contatto con Carboni, noto per avere piantato pale e impianti eolici in mezza Italia, Murgia inclusa. La sua storia giudiziaria, come ricostruito nell’interrogazione dell’Idv, parte nel febbraio dello scorso anno nell'ambito dell'indagine “Eolo”, quando venne arrestato insieme al consigliere comunale di Mazara del Vallo, Vito Martino (Forza Italia), a Giovan Battista Agate, con precedenti, di Mazara del Vallo, fratello del boss Mariano Agate; a Melchiorre Saladino, imprenditore di Salemi, ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro; a Giuseppe Sucameli, architetto del Comune di Mazara del Vallo, già detenuto per associazione mafiosa. L'accusa per Franzinelli, in qualità di socio della Sud Wind srl, era di aver presentato nel trapanese progetti per la realizzazione di parchi eolici, versando somme di denaro e regalando auto a politici e impiegati comunali. Il gup di Palermo Daniela Troja lo ha condannato a 2 anni con rito abbreviato. Fino all’ar resto del faccendiere Flavio Carboni, del geometra Pasquale Lombardi, ex esponente della DC e dell’imprenditore Arcangelo Martino per violazione della legge Anselmi ed per altri reati, si è solo pensato che nell’affare vento ad avere interesse era politica e mafia. Ora gli italiani guardando le pale girare si pongono altre inquietanti domande: stanno producendo anche interessi per logge segrete che mirano a destabilizzare gli interessi e le regole dello Stato?


EOLICO E LOGGIA SEGRETA P3 ORA IL CERCHIO SI STRINGE
TRA TESTIMONI E INDAGATI SFILERANNO IN PROCURA, A ROMA, UN SOTTOSEGRETARIO E UN GOVERNATORE
IN CALENDARIO, TRA QUANTI VERRANNO ASCOLTATI, ANCHE L’EX PRESIDENTE DELLA CASSAZIONE

• ROMA. Una pausa di riflessione, l’esame degli elementi raccolti e la valutazione di altre posizioni. È il programma di lavoro, per la prossima settimana, degli inquirenti romani che indagano sulla cosiddetta società segreta denominata P3 (come logica conseguenza della più nota loggia massonica P2 oggetto di indagine anni fa).
Non sono previsti interrogatori, almeno al momento non sono in calendario, e i magistrati che sono stati incaricati di seguire il fascicolo, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il sostituto Rodolfo Sabelli, saranno impegnati anche in udienze del tribunale del riesame, quindi hanno in calendario attività che ne impegneranno inevitabilmente il tempo che invece avrebbero dovuto dedicare all’ascolto delle persone coinvolte nel caso P3. Peraltro, tra i casi che sono all’attenzione del tribunale del riesame ci sono anche quelle, connesse alla questione della presunta società segreta, per la richiesta di revoca delle ordinanze di custodia cautelare notificate nei giorni scorsi all’imprenditore Arcangelo Martino, ritenuto, insieme con Flavio Carboni e Pasquale Lombardi, uno degli artefici della lobby di potere occulta, e Lorenzo Cola, il consulente di Finmeccanica finito in carcere nel quadro di un’inchiesta che avrebbe al centro un’operazione di maxiriciclaggio di danaro attribuita a Gennaro Mokbel.
La ripresa degli interrogatori, dunque, non potrà che avvenire non prima della settimana successiva a quella che comincia oggi. Se non dovessero esserci altre novità di rilievo, è probabile che si par ta il 26 luglio, quando si potrebbe dare il via alle audizioni secondo un calendario che, visto l’elenco delle persone ancora da sentire, potrebbe annunciarsi davvero fittissimo.
Dopo che, nei giorni scorsi, quando sono emersi sulla stampa i primi elementi salienti dell’inchiesta su P3 ed eolico, ci sono state le audizioni del governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino (poi dimessosi proprio a seguito delle polemiche scaturite da un suo possibile coinvolgimento) e dell’ex assessore regionale della Campania, Ernesto Sica, seguiranno quindi nuove convocazioni in procura tanto tra coloro che sono stati indicati come testimoni tanto tra coloro che risultano al momento indagati.
Intanto, a quanto si apprende, nuove iscrizioni potrebbero prospettarsi a breve, non appena esaurita la fase di valutazione delle posizioni di soggetti i cui nominativi compaiono nelle carte processuali acquisite a seguito delle attività d’investigazione e soprattutto nella trascrizione delle intercettazioni telefoniche.
Tra i personaggi eccellenti destinati a varcare a cavallo tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto l’ingresso di piazzale Clodio, sede della Procura della Repubblica del tribunale di Roma, ci sono, tra gli altri, l’attuale sottosegretario alla Giustizia Giacomo Cal i e n d o, l’ex presidente della corte di cassazione Vincenzo Carbone, il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, il presidente della corte di appello di Milano Alfonso Marra, il capo dell’ispettorato del dicastero della Giustizia Arcibaldo Miller e l’ex avvocato generale della Cassazione Antonio Martone.

LE REAZIONI CONFERMATI ANCHE DAL MONDO POLITICO I GRANDI APPETITI DEL SETTORE D’INVESTIMENTO. E LA PUGLIA HA PIÙ POTENZA INSTALLATA DELLA CINA
TREMONTI: «È L’AFFARE DEGLI AFFARI»

Il ministro dell’Economia sull’inchiesta eolico: «È venuta fuori una cassetta di mele marce»
• Il ministro Tremonti parla a tutto campo e, in una lunga intervista nella quale si occupa anche dell’inchiesta sulla P3 e sull’eolico in Sardegna, affronta anche il tema della questione morale. Per Tremonti, «l’eolico è il business dei business», ma quanto a chi ha messo in atto il caso, «non si tratta solo di una mela marcia» ma «è venuta fuori una cassetta di mele marce». Tuttavia, aggiunge, «l'albero e il frutteto non sono marci». L’invito del ministro è a distinguere tra «reati e peccati».
Tremonti avverte che la questione morale è «una questione generale, non del centrodestra» perché «troppo spesso i fondi pubblici sono una pipeline per gli affari».
Intanto, a proposito della produzione di energia da fonti rinnovabili, al centro degli appetiti che avrebbero mosso l’organizzazione affaristica che i magistrati stanno cercando di stanare, va detto che proprio la Puglia è la regione che vanta il primato della maggior produzione di elettricità da solare, seguita da Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte. Ed è sempre la Puglia la regione che lo scorso anno ha maggiormente incrementato la produzione da impianti fotovoltaici, con 72 gigawattora in più pari ad oltre un terzo dell’intera crescita (37,3%), seguita dalla Lombardia e dal Piemonte. Non solo: nel confronto internazionale la piccola Puglia batte addirittura il gigante Cina per potenza di impianti solari installati, 161 Mw contro i 160 cinesi. È questo il quadro di riferimento che emerge da un’indagine dell’ufficio studi della Confartigianato.
Ma è l’Italia stessa ad occupare una posizione di primissimo piano sul fronte dei pannelli solari. Sulla base dei dati 2009 dell’European PhotoVoltaic Industry Association (Epia), l’Italia è infatti il secondo mercato al mondo nel fotovoltaico con il 9,9% della potenza installata nell’anno, dietro alla Germania che da sola rappresenta il 51,6% del mercato mondiale. Inserendo nel ranking mondiale il Mezzogiorno e il Centro Nord, emerge che le due aree del nostro Paese ricoprono entrambe una posizione di rilievo nel mercato mondiale collocandosi, rispettivamente, al quarto e al sesto posto della classifica: i 422 Mw del Centro Nord sono pari al 5,7% del mercato mondiale; i 289 Mw installati nel Mezzogiorno, sono pari al 3,9% del mercato mondiale pari alla potenza installata in Francia, Spagna e Portogallo messi insieme.
Così, sempre nel confronto internazionale, si osserva che nel 2009 la Puglia ha registrato una potenza installata di impianti fotovoltaici (161 Mw) pari a quella di tutta la Cina (160 Mw). L’incremento registrato in Lombardia (77 Mw) è superiore a quello dell’intera Spagna (69 Mw12). L'energia verde è anche fonte di occupazione e ottimo traino di ripresa: sempre secondo l’ufficio studi Confartigianato, nel primo trimestre 2010, anche dopo un anno di forte recessione, il settore delle imprese potenzialmente interessate alle fonti rinnovabili registra una crescita del 2,7%, più accentuata nel Mezzogiorno (+4,1%) e nel Centro (3,6%) mentre nel Nord la crescita è robusta ma con uno spunto minore (1,5%). Nel primi tre mesi in Italia vi sono poi 86.079 aziende (prevalentemente imprese di installazione di impianti elettrici in edifici o in altre opere di costruzione), potenzialmente interessate dalle fonti rinnovabili, con una stima di 332.293 occupati e una dimensione media per impresa di 3,9 addetti.
«DA NOI NIENTE FAR WEST SULLE FONTI RINNOVABILI»
L’ASSESSORE NICASTRO: «UN CODICE ETICO PER GLI IMPRENDITORI»
di GIUSEPPE ARMENISE

• Grande affare, grandi interessi. E la Puglia che, quanto a produzione di energia da fonti rinnovabili, non è seconda nessuno, come si difende? Sul ponte di comando dell’assessorato alla Qualità dell’Ambiente, il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, appena rieletto, ha voluto un magistrato. E qualcuno ipotizza che, proprio in funzione della grande corsa alle energie rinnovabili (con grande rischio di speculazione), nessuno meglio di chi ha svolto il lavoro di investigatore per anni potesse svolgere il ruolo di garanzia e controllo che si richiede. Senza dimenticare, tuttavia, che le politiche sulle energie rinnovabili sono, quante alle linee di pianificazione e alle autorizzazioni degli impianti, in capo ad un altro assessorato, quello dello Sviluppo economico.
Assessore Nicastro, cosa accade con la corsa alle rinnovabili in Puglia?
«Accade che siamo la regione che ha impegnato molto più di altre, in termini di territorio, per far crescere la quota di energia pulita prodotta da fonti che non si esauriscono».
Appunto, quest’Eldorado potrebbe attirare più di un appetito. E allora?
«E allora bisogna tenere la soglia d’attenzione particolarmente alta. Per questo, a parte gli aspetti immediatamente riconducibili a fatti di reato per i quali è competente la magistratura, occhi ben aperti su progetti grossi o su progetti di grande impatto ambientale e sui quali gli imprenditori fanno un grande sforzo economico. Occorrerà verificare qual è la reale compagine societaria che c’è dietro, se cioè dietro impianti di migliaia di megawatt di potenza ci sono capacità imprenditorialità capaci di sostenere l’intervento. Questa situazione, sia chiaro, deve indurre in noi cautela, non necessariamente sospetto. Cautela da parte di chi ri lascia le autorizzazioni».
Visto il vento che tira, sarebbe il caso di mettere mano a un codice etico delle imprese del settore energie rinnovabili?
«Ma, guardi, il mio assessorato si occupa solo di pareri tecnici. Non ho appurato se l’assessorato allo Sviluppo economico ha pensato in qualche modo di creare procedure virtuose per le autorizzazioni. Ma credo che si possa tranquillamente pensare a una procedura del genere e si potrebbe fare in modo sinergico con gli imprenditori che sono tanti - e sono seri - a occuparsi di energie rinnovabili sul territorio. Una procedura del genere sarebbe nel loro e nel nostro interesse».
Intanto qualcuno comincia a criticare l’eccessiva diffusione degli impianti da energie rinnovabili ad esempio in ragione dell’eccessiva occupazione di suolo. Un ultimo studio di Confartigianato dice che da noi c’è una potenza installata persino superiore a quella della Cina. Non è che
tutti questi primati sono funzione più della spinta dei capitali privati che di altro?
«Ogni volta che parlo di questi temi ricordo che noi abbiamo una stella polare nel nostro operato di amministratori che è l’art. 11 dello statuto regione il quale stabilisce che lo sviluppo economico, e questo vale ovviamente anche per le fonti rinnovabili, deve avvenire tenendo presenti le peculiarità del territorio. Non si può snaturare una regione a vocazione agricola e enogastronomica, trasformandola in una megacentrale a cielo aperto. Non credo proprio che si corra il rischio che lei paventa».
Di fronte a queste ragioni di equità non c’è il rischio che l’Eldorado ridiventi la regione delle strettoie burocratich e ?
«Mah, ci sono questioni di buon senso che ci aiutano ad evitare strumentalizzazioni. Le energie sono una risorsa per l’economia e per chi, con piccoli impianti, la produce per sé o per poi venderla. Il punto è questo: se l’energia prodotta viene utilizzata ha un senso, se no, se deve essere prodotta e sprecata, beh diventa paradossale. Noi teniamo la barra al centro per tenere insieme le ragioni dell’economia e quelle dell’ecolo - gia. Nessuno può pensare a che in Puglia viga una sostanziale deregulation e che la nostra diventi una terra senza frontiere, un far west».

LE RICADUTE IL NOME DI UN IMPRENDITORE FINITO NEL FILONE «P3» HA OPERATO ANCHE IN PUGLIA
Quel filo sottile che lega la Murgia alla Sicilia

di COSIMO FORINA
• SPINAZZOLA. Murgia e ipotesi di nuova loggia massonica «P3» cos’hanno in comune? Sino all’inchiesta della procura di Roma sugli appalti per l’eolico in Sardegna - coinvolti il governatore di quella regione Ugo Cappellacci, il coordinatore del Pdl Denis Verdini, il costruttore Arcangelo Martino, il giudice tributario Pasquale Lombardi , il direttore dell’Arpa Sardegna, Ignazio Farris, il consigliere provinciale del Sulcis, Pinello Cossu, il commissario dell’Autorità d’ambito Franco Piga e l’uomo d’affari Flavio Carboni - nessuno si sarebbe azzardato a mettere le due cose in connessione. Ma c’è un nome, Luigi Franzinelli, che farebbe da filo conduttore.
L’uomo sarebbe in stretto contatto con Carboni ed è noto per avere piantato pale e impianti eolici in mezza Italia, Murgia inclusa. Dai deputati dell’Italia dei Valori, Pierfelice Zazzera, Federico Palomba, Ignazio Messina, Leoluca Orlando, Domenico Scilipoti e Antonio Borghesi, il primo segnale in un’interrogazione presentata nel «Question Time» sull’eolico, con riferimento alle inchieste «Ventus» condotta dal Corpo forestale di Gravina di Puglia - interessate le città di Minervino Murge e Spinazzola - e «Eolo», a Mazara del Vallo, col coinvolgimento di imprenditori operanti sulla Murgia.
Ecco parte della risposta all’interrogazione: “il ministro della Giustizia, Angelino Alfano ha chiesto alle procure di Roma, Cagliari, Bari e Palermo elementi in merito a infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per l’eolico. Le prime tre procure hanno evidenziato l’attualità degli accertamenti in corso». Stando all’inter - rogazione Idv il nome di Franzinelli emerge nell’indagine «Eolo» al punto che viene arrestato insieme al consigliere comunale di Mazara del Vallo, Vito Martino (Forza Italia), e a Giovan Battista Agate, pregiudicato, fratello del boss Mariano Agate; a Melchiorre Saladino, imprenditore di Salemi, ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro; a Giuseppe Sucameli, architetto del Comune di Mazara del Vallo, già detenuto per associazione mafiosa. L'accusa per Franzinelli, in qualità di socio della Sud Wind srl, è di aver presentato nel trapanese progetti per la realizzazione di parchi eolici, versando somme di denaro e regalando automobili a politici e impiegati comunali. Il gup di Palermo Daniela Troja lo ha condannato a 2 anni con rito abbreviato. Fino all’arresto di Flavio Carboni, del geometra Pasquale Lombardi, ex esponente DC e dell’imprenditore Arcangelo Martino, si era pensato che nell’affare vento ad avere interesse fossero politica e mafia. Ma ora le inchieste in corso promettono di rivelare nuovi, inquietanti scenari.

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