sabato 13 novembre 2010
SIGILLI ALLA DISCARICA DI GROTTELLINE
IL SEQUESTRO SCATTATO DOPO LE RIVELAZIONI DI UN TESTIMONE PUBBLICATE DALLA “GAZZETTA”
I container
Un testimone aveva raccontato che all’interno delle cave erano stati sotterrati dei container contenenti rifiuti, in particolare, rifiuti sanitari.
“Roba Pericolosa”
“Sotto quel movimento terra sono stati sotterrati dei container contenenti rifiuti pericolosi. Quella roba fa venire il cancro”.
di Cosimo Forina
I Carabinieri del Noe di Bari con quelli della locale stazione di Spinazzola, comandante maresciallo Giuseppe Vitale hanno provveduto ieri su disposizione del pm Michele Ruggiero della Procura di Trani a porre sotto sequestro le cave della località “Grottelline” dove era in costruzione la discarica del Bacino Ba/4. L’avocazione cautelativa è scaturita dopo le rivelazioni di un testimone che alla “Gazzetta”, alla presenza di più persone, aveva raccontato che all’interno delle cave erano stati sotterrati dei container contenenti rifiuti, in particolare, sanitari. Tre le persone finite sul registro degli indagati. Si tratta di Antonio Albanese legale rappresentante della dell’Ati Cogeam, Carlo Dante Columella socio di maggioranza della società Tradeco di Altamura e Vincenzo Fiore. Quest’ultimo rappresentante legale ed amministratore della Tradeco da gennaio 2001 al 2006. Ai tre vengono contestati, quali responsabili della gestione della cava ospitante il realizzando immondezzaio da asservire al Bacino Ba/4 reati per smaltimento illecito senza le prescritte autorizzazioni. Sulla base del racconto del testimone i rifiuti interrati parrebbero essere stati ingenti tanto da realizzare così una discarica di rifiuti speciali pericolosi abusiva. Il sequestro cautelativo come l’iscrizione nel registro degli indagati da parte del pm Michele Ruggiero è stato quindi un atto dovuto sulla base del racconto raccolto dalla “Gazzetta”. L’identità del testimone e i verbali restano per ragione di sicurezza secretati. L’area delle cave ieri è stata picchettata con i cartelli di sequestro e interdetta. Il pm Michele Ruggiero da quel che si è potuto apprendere ha dato mandato ai Carabinieri del Noe di Bari per procedere agli accertamenti tecnici tra cui anche l’indagini geo-diagnostiche finalizzate ad accertare l’eventuale interramento dei rifiuti speciali pericolosi. Una ricerca delicatissima quella attivata dal pm Ruggiero e dai Carabinieri del Noe che se supportata dal ritrovamento dei rifiuti getterebbe molte ombre sinistre sull’uso che si sarebbe fatto in passato del territorio. Riportiamo alcuni passaggi salienti del racconto fatto alla “Gazzetta” dal testimone oculare che avrebbe visto interrare i container pubblicato lo scorso 1° novembre. Indicando un punto ben preciso della cava questi affermava: “sotto quel movimento terra sono stati sotterrati dei container contenenti rifiuti pericolosi”. Alla domanda del perché non abbia parlato prima di questo episodio che si sarebbe verificato a “Grottelline”, la risposta era stata lapidaria: “questa è gente che ammazza!”. Ad altra domanda: perché parlarne ora? Risposta: “quella roba la sotto, veleni, medicine, possono uccidere la gente. Fanno venire il cancro. Ora datevi da fare”. Va quindi sottolineata la tempestività dell’intervento giunto dalla Procura di Trani finalizzata ad accertare non solo gli eventuali gravi reati commessi, quando, ove l’interramento dei rifiuti dovesse risultare conclamato, per l’azione di salvaguardia del territorio e della salute pubblica.
GROTTELLINE UNA STORIA CON TANTI MISTERI
Quello che è successo qui non è successo altrove
Con il nuovo sequestro disposto dalla procura di Trani per il sospetto di interramento di rifiuti pericolosi non siamo di certo alla fine della intricata vicenda di “Grottelline”. La cronaca in questi anni ha sottolineato tante strane situazioni che rimetterle insieme hanno davvero dell’incredibile. Quello che è successo qui non è successo altrove. Un giallo infinito senza ancora una soluzione. Ripercorriamone le fasi salienti: documenti spariti, introvabili, all’arrivo del commissario prefettizio Mariannina Milano nel Comune di Spinazzola che indicavano Grottelline come area di interesse archeologico, naturalistico, ambientale, proprio mentre il presidente della Regione Nichi Vendola firmava un contratto ventennale per la gestione del sito come discarica con l’Ati Tradeco-Cogeam. La prima azienda del patron dei rifiuti in Puglia Carlo Dante Columella, la seconda della famiglia Marcegaglia, della signora Emma presidente di Confindustria. Subito dopo, il 3 luglio 2006, arriva l’aggressione al giornalista Alessio Di Palo, direttore di Radio Regio di Altamura. Il quale denunciava dalla sua emittente quella strana sparizione di documenti e gli intrighi tra mafia-politica e affari nella sua città. Due i suoi sgherri: Vincenzo Laterza il quale diventa testimone di giustizia per la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e viene messo in sicurezza con la sua famiglia e Biagio Genco, un caso di lupara bianca, braccio destro di Bartolo Dambrosio. Boss di Altamura, ucciso lo scorso mese con trentatre colpi di armi da fuoco. Il 7 luglio 2006 con l’articolo apparso su Corriere della Sera a firma di Carlo Vulpio: Grottelline diventa un caso nazionale. E crea nervosismo nel presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. L’ex sindaco di centrodestra di Spinazzola Savino Saraceno menzionato nel pezzo querela, Vendola minaccia di farlo. Vulpio, come riportato proprio ieri dalla “Gazzetta” viene per l’infondatezza della querela per diffamazione di Saraceno pienamente assolto dal Tribunale di Milano. Per non farsi mancare niente nel tritacarne finisce il furto della memoria del computer nell’assessorato all’ambiente della Regione Puglia retto da Michele Losappio che conteneva, come riferirà il Governo ad una delle diverse interrogazione dell’on. Pierfelice Zazzera sul caso Spinazzola, proprio i dati sensibili su “Grottelline”. Ultima interrogazione parlamentare in ordine di tempo quella pubblicata ieri sulla “Gazzetta” proprio sull’interramento dei rifiuti. Poi si scopre il balzello delle particelle del progetto della discarica, prima in parte escluse nella procedura di valutazione di incidenza ambientale, poi come per magia rientrate nell’atto di esproprio. Queste diventano ragione il 23 agosto 2008 del primo sequestro di “Grottelline” da parte della Procura di Trani pm Michele Ruggiero. Ed ancora, vale la pena ricordare che l’amministrazione Comunale di Spinazzola guidata dal sindaco Carlo Scelzi prima si scaglia contro la realizzazione della discarica in campagna elettorale e nei primi mesi di mandato, poi ci ripensa e sposa la sua necessità. Scelzi diventa nel frattempo presidente dell’Ato Ba/4 a cui è destinata la discarica, aggiungendo nella sorte di Grottelline con il sequestro della procura di Trani ancora in atto, oltre al previsto biostabilizzatore anche l’impianto della frazione umida del trattamento dei rifiuti e un deposito di quelli secchi. E poi ci sono le telefonate, le tante telefonate, arrivate ai parlamentari Pierfelice Zazzera e Leoluca Orlando dell’Idv per quella interrogazione sul furto della memoria del computer. Telefonate anche per il giornalista Giacomo Amadori di Panorama partite dei potentati della Confindustria con a capo Emma Marcegaglia. Dalle intercettazioni disposte dopo l’aggressione del giornalista Alessio Dipalo dalla direzione distrettuale antimafia di Bari, pm Desirè Digeronimo, si giunge dritto agli appalti sui rifiuti ospedalieri che coinvolge la società Vi.ri del figlio Michele di Carlo Dante Columella e di suo cognato Francesco Petronella. Sino ad arrivare a lambire e coinvolgere l’ex assessore alla sanità regionale con il suo bagaglio di voti, diventato senatore del Pd, Alberto Tedesco. Ed ora, il tremendo sospetto, ancora tutto da verificare, di Grottelline come cimitero di rifiuti pericolosi. Un lembo di terra che avrebbe dovuto richiamare il mondo scientifico per i suoi misteri legati alla storia millenaria, dal Neolitico ai Templari, trasformato sempre più in un affare che puzza.
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