venerdì 12 novembre 2010


SPINAZZOLA DOPO LA SEGNALAZIONE DELLA «GAZZETTA», ALCUNE SETTIMANE FA
Grottelline, interrogazione sui container di rifiuti sepolti Strani traffici nella zona non più sotto sequestro

di Cosimo Forina
In meno di tre anni tre interrogazioni parlamentari e due interpellanze legate a “Grottelline ” o ai personaggi a cui è stata affidata dal presiedente della Regione Puglia Nichi Vendola l’immondezzaio che si vuole costruire a Spinazzola, in un’area archeologica, di interesse naturalistico e paesaggistico. Discarica da asservire a dieci Comuni dell’Ato Ba/4, 200mila abitanti.
Due interpellanze e tre interrogazioni parlamentari, tutte a firme dell’on. Zazzera (Idv) : non è un record di cui compiacersi perché quel che è stato chiesto di volta in volta al Governo e a Ministri ha sempre avuto dell’inquietante. La prima interrogazione, senza risposta, risale all’agosto 2009 e scaturì dopo il sequestro dell’area di “Grottelline” da parte del Tribunale di Trani. La seconda interrogazione è quella relativa al furto della memoria del computer presente nell’assessorato all’ambiente della Regione Puglia, retto da Michele Losappio, a cui il Governo ha risposto: «Il furto era attinente alla procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale legata a Grottelline». Ultima in ordine di tempo è l’interrogazione parlamentare, degli onorevoli dell’Italia dei Valori: Pierfelice Zazzara, Sergio Michele Piffari e Domenico Scilipoti. I deputati dopo la notizia pubblicata sulla “Gazzetta” nei giorni scorsi su presunti rifiuti interrati a “Grottelline ” - episodio raccontato da un testimone alla presenza di più persone - hanno immediatamente interrogato il Ministro dell'ambiente ed il Ministro per i beni e le attività culturali. «La discarica di Grottelline è stata posta sotto sequestro il 26 agosto 2009 dal nucleo operativo ecologico di Bari. La zona interessata dalla discarica, infatti, si trova su un'area di grande valenza archeologica; in particolare, il sito è compreso tra un villaggio neolitico di 7000 anni fa, una sorgente di acqua minerale e una masseria fortificata che fu dei Templari. La discarica è stata data in gestione alla società Ati Tradeco-Cogeam. L'attività della Tradeco, il cui patron è Carlo Dante Columella, è oggetto di indagine da parte dell'antimafia per i reati di associazione per delinquere e corruzione, traffico illecito e presunta gestione non autorizzata dei rifiuti; in seguito, l'area è stata dissequestrata, ma recenti notizie stampa gettano nuove ombre sul sito di Grottelline, in particolare la testimonianza di una persona che avrebbe visto interrare un container con materiale pericoloso all'interno della cava. Il testimone ha dichiarato che «Quella roba interrata là sotto, veleni, medicine, possono uccidere la gente. Fanno venire il cancro. (...)»; delle gravi affermazioni è stata messa immediatamente al corrente la procura
distrettuale antimafia di Bari e la procura di Trani; attualmente, si legge ancora nell'articolo l'area della discarica sembra “terra di nessuno”. Il cancello d'ingresso che porta alle cave è aperto. Parte delle buche destinate a ricevere i rifiuti, sono state coibentate con grossi teli neri. Qui si è formato un grande lago d'acqua piovana profondo chissà quanto, acqua discesa dal cielo e dal promontorio del Parco Nazionale della Murgia». Da qui la richiesta di spiegazioni e di intervento ai ministeri.
SPINAZZOLA L’ex sindaco aveva querelato l’inviato del Corriere della Sera sulla vicenda della discarica
RICORSO E DOCUMENTI INTROVABILI ECCO PERCHÉ CARLO VULPIO NON HA MAI OFFESO SAVINO SARACENO

Grottelline: Depositate le motivazioni della sentenza di assoluzione emessa dal giudice Enrico Scarlini del Tribunale di Milano per il giornalista Carlo Vulpio inviato del Corriere della Sera e del suo direttore Paolo Mieli, per la querela presentata dall’ex sindaco di Spinazzola Savino Saraceno
sull’articolo del 7 luglio 2006: “Nel villaggio neolitico spuntano due discariche”. La frase ritenuta dal Saraceno per sè offensiva, contenuta nell’articolo di Vulpio, era quella che seguiva la descrizione del comportamento assunto dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, nella veste di commissario all’emergenza ambientale, il quale aveva firmato il contratto di gestione della discarica di Spinazzola per circa vent’anni con l’Ati Tradeco-Gogeam. Il titolare della prima azienda, Carlo Dante Columella, era stato arrestato un mese prima per la gestione di altra discarica a Canosa (assolto successivamente ndr): «un intreccio mica male, nel quale si fa notare anche l’ex sindaco di Spinazzola, Savino Saraceno, di An, che prima non presenta ricorso al Tar, come fa in sindaco di Poggiorsini, per difendere i tesori sui quali è seduto e non esporre a rischi di salute dei suoi concittadini, e poi casca dalle nuvole quando gli viene chiesto come mai dagli uffici comunali siano spariti proprio i documenti che definivano estremamente rilevante l’importanza del sito archeologico». Per il giudice Enrico Scarlini non vi sono state cause scriminanti nell’esercizio di diritto di cronaca e di critica. Poiché il Tribunale ha potuto accertare attraverso le testimonianze e con l’ampia documentazione prodotta dalla difesa di Carlo Vulpio, avv. Caterina Malaventa, la verità della notizia, l’interesse pubblico alla sua divulgazione, la contenutezza delle espressioni utilizzate, quest’ultime correlate ai fatti che si descrivono nel contesto dell’articolo. Circa documenti introvabili nel Palazzo di Città, il giudice ha accertato che tale notizia era già stata pubblicata dalla “Gazzetta” il 18 maggio 2006 con altre nei giorni successivi. Documenti, come ha confermato l’ex commissario prefettizio di Spinazzola Marianinna Milano le furono forniti in copia dalla Soprintendenza perché introvabili nel Palazzo di Città e con i quali la stessa chiese al presidente Vendola, di sospendere gli atti di affidamento e avvio dei lavori della discarica in attesa del vincolo archeologico di “Grottelline » .

Nessun commento:

Posta un commento