giovedì 24 marzo 2011

AMBIENTE ED ENERGIA
ECONOMY POCO «GREEN»
LO STRATAGEMMA
La potenza nominale di un megawatt per impianto nella realtà è riconducibile ad un solo impianto da cinque megawatt
«DIA» INVECE DI «VIA»
Spesso si sceglie la Dia (dichiarazione di inizio attività) invece della complessa Via (Valutazione di impatto ambientale) dei mega-impianti
di COSIMO FORINA
Specchi selvaggi e violazioni nella pseudo «Green Economy» smascherata dai magistrati.
L’INCHIESTA BRINDISINA
Il sequestro a Brindisi di cinque impianti fotovoltaici (30 milioni di euro il loro valore) della potenza nominale da un megawatt ognuno, nella realtà riconducibili alla formazione di un solo impianto da cinque megawatt, vede indagati imprenditori provenienti dalla Sicilia e dal Lazio: Roberta Famà di 37 anni di Mazzarà Sant’Andrea (Messina), Gaetano Buglisi, 36 anni, di Terme Vigliatore, Mariangela Zanazzo, 33 anni di Riano (Roma), Manlsio Tripodi, di 70 anni, Roma, Ettore Zanazzo, 71 anni, di Imperia, Antonio Puliafico, 37 anni, di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), Domenico Catalfamo, Messina, Sebastiano Buglisi, 62 anni, Terme Vigliatore, Roberto Saija, Francesco Coppolino, 28 anni, di Terme Vigliatore. Nell’ordine: i primi cinque sono i legali rappresentanti delle società titolari dei lotti di impianto frazionati, Puliafico direttore dei lavori, Catalfamo progettista, Pugliesi titolare dell’impresa che ha eseguito i lavori, Saija e Coppolino soci e rappresentanti della società titolare della disponibilità del terreno.
L’ALLARME DELLA GAZZETTA
La notizia giunge come conferma dell’allarme lanciato dalla “Gazzetta” sin dal 27 gennaio sulla possibile pratica di giungere attraverso una semplice «Dia» (dichiarazione di inizio attività) ad eludere la più complessa Via (Valutazione di impatto ambientale) prevista per i mega-impianti.
LA SITUAZIONE PUGLIESE
Dalla Provincia di Brindisi, dove si registra la più grande estensione di impianti fotovoltaici d'Europa,giunti nei giorni scorsi a ben 578, e che producono 718 megawatt, parte l’attenzione sul proliferare degli specchi anche nel territorio murgiano. Nell’articolo del 27 gennaio si sottolineava: «sebbene i Comuni poco hanno da ribattere di fronte alle richieste di impianti da un megawatt come ha sostenuto il sindaco di Spinazzola Carlo Scelzi, la circolare del 2008 in materia di fotovoltaico per evitare raggiri alla norma, ha posto dei paletti al rilascio delle Dia. Sufficienti per esercitare l’autotutela ed evitare furbate. Tra le indagini che gli uffici comunali, pur impegnati a far incassare l’Ici ai propri Enti dagli impianti industriali, dovrebbero attuare prima di rilasciare autorizzazioni, per smascherare eventuali concessioni di grossi impianti spezzettati in più frazioni da un megawatt o giù di lì, ve ne sono alcune molto ovvie.
UN UNICO PROPRIETARIO
Il campanello d’allarme dovrebbe suonare per gli addetti ai lavori ad esempio, quando si verifica che per più impianti vi è un’unica connessione, oppure i progetti sono riconducibili ad unico proprietario dei suoli o ad un'unica azienda proponente. Quindi quel che c’è da chiedersi e se, vista la proliferazione selvaggia, tali principi sono stati attuati nell’area murgiana». La distesa di pannelli fotovoltaici che ha invaso il territorio anche di Spinazzola, spesso attigui tra di loro, è quindi meritevole di controlli per dissipare ogni dubbio. In Puglia gli impianti realizzati sono stati 3.900 con un incremento del 50% nel 2010 rispetto all’anno precedente. L’Enel, stando ai dati diffusi, ha connesso alla rete elettrica una potenza di 475 megawatt. A Bari-Bat e provincia, con 1.382 nuovi impianti, la crescita è stata del 75%. Trend in crescita anche a Lecce (+25%). Bari-Bat e Lecce spiccano per la potenza installata, con circa 110 megawatt ciascuna. Il maggiore incremento lo fa registrare Foggia con un +93%. La Capitanata passa da 215 a 416 impianti. Brindisi da 251 a 447 (+75%). Taranto, con 355 nuove installazioni del 2010, arriva a quota 995 impianti connessi alla rete. A scoperchiare la pratica messa in atto a Brindisi il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi il quale con i carabinieri del Noe guidati dal capitano Nicola Candido ha scoperto il “trucco” delle Dia.
I CONTROLLI
Ora non resta che estendere i controlli su tutto il territorio Pugliese, Murgia non esclusa, per capire sin dove il sistema per superando le procedure “Via ”, colpendo il paesaggio a macchia di leopardo, aggredendo l’ambiente in nome della Green Economy, sempre meno “green” “verd e ” e molto più
“economy ”, si sia esteso, ma solo per i furbacchioni.

TRANI VISIBELLI (FORZA TRANI) CHIEDE DI VISIONARE GLI ATTI SU UN PROGETTO
«Fotovoltaico, serve chiarezza sugli atti»

di Lucia de Mari
( 25- 3-2011) TRANI.
Quattro impianti fotovoltaici su un unico suolo, di proprietà dello stesso soggetto, concesso in diritto di superficie a quattro diverse società richiedenti. Tutto tranquillo, ma per il sen. Visibelli di Forza Trani è meglio vederci chiaro: per questo ha chiesto al Comune di poter avvedere ai relativi atti amministrativi. «Negli ultimi giorni si è saputo del sequestro – dice Visibelli – da parte dei Carabinieri del Noe, di impianti fotovoltaici nei Comuni di San Donaci e Spinazzola. A San Donaci sono stati realizzati cinque impianti, ciascuno di potenza inferiore ad un MWp (megawatt), e pertanto realizzabili con semplice Dia ed esentati dalla complessa ed importante Via (Valutazione di Impatto Ambientale), impianti formalmente di proprietà di cinque distinte società. Tuttavia tali impianti erano di fatto un unico maxi impianto,posizionato sul terreno di un unico proprietario, realizzati da società riconducibili ad un unico soggetto, con progetti “fotocopia ” predisposti dagli stessi tecnici. Analoga situazione è stata anche riscontrata a Spinazzola». Ora Forza Trani «ha avuto notizia che anche a Trani sono stati autorizzati quattro impianti fotovoltaici a realizzarsi su un unico suolo, di proprietà dello stesso soggetto, concesso in diritto di superficie, alle quattro società richiedenti. Tuttavia – spiega Visibelli - tali società sembrano essere state costituite contemporaneamente (portano numeri di partita Iva consecutivi), gli impianti sono stati progettati dagli stessi tecnici; gli atti di costituzione del diritto di superficie sono stati rogati nella stessa giornata da un solo notaio. Peraltro pare che risulti depositato un precedente progetto relativo ad un unico impianto da realizzarsi sul medesimo suolo. In altre parole c’è sospetto che si sia di fronte ad un frazionamento dell’impianto, come a San Donaci e a Spinazzola». In attesa di verificare «se i preposti Uffici Comunali abbiano effettuato i doverosi controlli, il Movimento Civico Forza Trani ha provveduto a depositare, in base alla normativa vigente, istanza di accesso ai relativi atti amministrativi».

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