venerdì 4 marzo 2011


Spinazzola: LE RIVELAZIONI DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA,VINCENZO LATERZA, APRONO SCENARI RACCAPRICCIANTI LEGATI ALLA REALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO

GROTTELLINE POTEVA COSTARE UNA VITA

“Il boss chiese a due sgherri di sparare a Dipalo dopo il convegno antidistarica”

LA DENUNCIA
Dipalo denunciò gli intrighi e la strana sparizione dei documenti
IL PENTITO
“Cicirelli disse: “Vi faccio entrare nella Tradeco,però mi dovete fare questo favore”

di Cosimo Forina
Ai due sgherri del boss Bartolo Dambrosio ucciso crivellato di colpi lo scorso 6 settembre 2010, Biagio Genco detto Gino (caso di lupara bianca) e Vincenzo Laterza (divenuto collaboratore di giustizia), fu chiesto di sparare il 4 luglio 2006 il giornalista Alessio Dipalo direttore di Radio Regio Stereo di Altamura. Dipalo aveva denunciato al convegno svoltosi a Spinazzola contro l’insediamento della discarica a “Grottelline” il 29 giugno 2006 gli intrighi, la strana sparizione di documenti sulla discarica e il potere esercitato sulla politica ad Altamura e non solo dalla Tradeco del patron dei rifiuti in Puglia Carlo Dante Columella. A rivelarlo Laterza, le sue dichiarazioni sono alla base dell’inchiesta sulla Sanità pugliese e su numerosi altri filoni d’indagini condotte dai pm Desirèe Digeronimo, Francesco Bretone e Marcello Quercia della direzione distrettuale antimafia di Bari, tra i faldoni anche l’inchiesta sulla discarica di Spinazzola. La scioccante notizia è apparsa ieri sull’Unità . I due, come è noto, presero a pugni e a calci il giornalista sotto la sua abitazione incrinandogli le costole. Il collaboratore di giustizia ha raccontato che ad organizzare l’aggressione fu tale Cicirelli, autista di camion dell’imprenditore della Tradeco indagato con figlio Michele e con il cognato Francesco Petronella, nonché con altri, nel filone d’indagine della Sanità e rifiuti ospedalieri che vede coinvolto l’ex assessore al ramo dei Socialisti Autonomisti, oggi senatore del Pd Alberto Tedesco di cui è stato chiesto l’arresto. Cosi la ricostruzione: “voi fatemi questo favore, perché Alessio Dipalo alla radio minaccia Columella”. Poi ha aggiunto Laterza: “Cicirelli ci aveva detto: “Io vi faccio entrare nella Tradeco, però mi dovete fare questo favore”. Sicuramente –continua Laterza – qualcuno della Tradeco, il padre o il figlio, avrà detto a Cicirelli, questa cosa qua, anzi, lo dovevamo sparare ad Alessio Dipalo”. Se questa raggelante rivelazione fa il punto dell’azione criminale mafiosa murgiana, ecco che non può mancare di fare notizia quel che è successo in questi anni ad Alessio Dipalo. Le sue denuncie partite dalla rubrica “La Cronaca” irradiata da “ Radio Regio, la Radio contro tutte le mafie” anziché trovare pronto approfondimento degli inquirenti, come oggi sta succedendo, si sono trasformate in querele. A denunciare Dipalo fino a farlo condannare per diffamazione tutti quei personaggi a partire da Carlo Dante Columella, come i vertici dell’epoca di Rifondazione Comunista legati a Columella, partito del governatore Nichi Vendola, dei Ds, Margherita, Udc e Forza Italia, finiti sotto la lente degli inquirenti dell’antimafia. Strana giustizia quella degli ultimi anni, della prima decade del nuovo millennio, Radio Regio addirittura venne chiusa per alcuni mesi. Un caso unico in Italia da quando esistono le radio libere, da suscitare una interrogazione al Parlamento Europeo, interventi sulle tv pubbliche di Svezia e Turchia come esempio di «silenziamento» di giornalisti. In Italia la denuncia di quei giorni, l’uscita dal cono d’ombra di Alessio Dipalo porta la firma dell’inviato del Corriere della Sera, Carlo Vulpio a cui seguì l’intervento di tutta la stampa nazionale. L’inviato del Corsera racconta nel suo pezzo del 17 febbraio 2007 tra l’altro, altra denuncia che investe la città di Altamura, di Dipalo: “Un' altra stranezza riguarda il comandante dei Vigili di Altamura Michele Maiullari: Dipalo lo censura per una serie di vicende e per aver consentito il trasferimento dal Nord di un vigile urbano, che è, dice in trasmissione, il nipote del pm Marco Di Napoli. Il comandante dei Vigili querela ed è il pm Di Napoli a indagare e a chiedere la chiusura della radio”. Per questo passaggio Di Napoli ha citato Vulpio chiedendogli ben 150mila euro di risarcimento. E’ storia intricata quella di Altamura dove fioccano querele e parlano le armi che sputano proiettili, tre i morti ammazzati lo scorso anno. Oggi però la giustizia riconosce in Alessio Dipalo (premio Rosario Livatino 2009) altro, non il diffamatore, il gip di Bari Giuseppe De Benedictis apre la sua genesi del sistema illecito dell’uso presso l’assessorato alla sanità pugliese proprio con quel giornalista scomodo a cui avrebbero dovuto sparare, il quale a Carlo Vulpio dichiarava: «Chiedo solo una cosa: le commissioni parlamentari antimafia e sul ciclo dei rifiuti vengano qui e accertino la verità. Ma non venga nessuno, magari dopo che mi avranno "sistemato" giudiziariamente o fisicamente, a dar medaglie alla memoria recitando omelie antimafia».

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