sabato 3 settembre 2011
L’ISTITUTO È STATO CHIUSO NONOSTANTE GLI ACCORATI APPELLI DELLE STESSE PERSONE RECLUSE
«Io, detenuto, salvato nel carcere diventato struttura modello»
Ma la lettera di un 38enne non è servita ad evitare la chiusura
di COSIMO FORINA
Carcere per sex offender chiuso. Inascoltato anche l’appello dei detenuti. Ecco il testo della lettera sino ad oggi ignota, scritta da un detenuto, controfirmata anche dagli altri ospiti del carcere di Spinazzola inviata al magistrato di sorveglianza Giuseppe Mastropasqua e da questi il 18 luglio 2011 al Dap - Roma Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento e al Prap di Bari, Ufficio del Trattamento Intramurale. Il detenuto - di cui non rendiamo noto il nome - proveniente da Roma aveva chiesto di essere affidato al carcere di Spinazzola per poter partecipare al progetto sperimentale interamente finanziato dalla Regione tramite l’Asl/Bt contro la recidiva per reati sessuali. Interrotto bruscamente dopo il decreto di chiusura firmato dall’ex Guardasigilli Angiolino Alfano il 16 giugno 2011 e notificato dal provveditore Martone solo il 27 luglio.
«Gentile dott. GiuseppeMastropasqua, sono (omissis) ho 38 anni di Roma - scriveva a luglio il detenuto - Da quando circolano voci riguardo la chiusura di questo Istituto, trasalgo di preoccupazione per il futuro stesso di questo “bene”, ed è per questo motivo che mi sono deciso a scriverle. Vorrei in breve spiegarle il motivo per il quale da Roma sono arrivato sino qui. Per qualche anno sono stato in cura psichiatrica dal prof. Villanova, e dopo attente considerazioni, siamo giunti alla conclusione che, per il completo recupero della mia persona, fossi assegnato ad un buon Istituto». «In effetti - proseguiva - ho trovato un ambiente favorevole e ricco di iniziative che pongono al centro di ogni attività il detenuto. L’attenzione da parte di tutto il personale è sempre vigile ed operativo: dal comandante, agli assistenti, dai medici, agli infermieri, dall’educatrice, agli psicologi e tutti gli altri collaboratori. I corsi che già sono stati svolti nei mesi passati, hanno trovato grande interesse ed utilità. Penso a quello dei pannelli solari e, l’attestato che è stato rilasciato, sarà sicuramente un buon mezzo di inserimento per il lavoro futuro, non da meno è stato il corso da pasticciere; il corso di elettrotecnico attivo quotidianamente; ed ancora i progetti in cantiere che stanno per prendere il via. Mi permetta però di porre l’accento sul corso più importante, ed utile a mio avviso, che stiamo svolgendo: la terapia di gruppo con un team di psicologi e psichiatri. Il bisogno di parlare e di esternare i propri sentimenti, i propri complessi e i propri problemi, credo, a mio avviso, che sia il cuore e lo scopo di questo Istituto, ed è il mezzo più efficace per un recupero totale della persona detenuta». E poi: «Da quando ho preso viva coscienza di essere schiavo di questo grave problema, ho solo un grande desiderio potermi impegnare al massimo per liberarmene e vivere una vita serena e libera. Sono orgoglioso del mio grande miglioramento che sto notando giorno dopo giorno, ma ancora di più potrò esserlo quando questa “macchina da recupero”, sarà perfetta, e allora, se penso che fra qualche anno tutti quelli che transiteranno da questo Istituto, avranno la concreta possibilità di ritrovare se stessi, non potrò che essere orgoglioso ancora di più, dal momento che ogni piccolo miglioramento sarà dovuto anche grazie ai nostri suggerimenti». Conclusione: «Per questa serie di motivi, vi invito a considerare bene e attentamente l’ipotesi di un eventuale provvedimento nei confronti di questo Istituto. Ho fiducia nelle Istituzioni e nel ruolo che lei svolge e mi auguro di continuare serenamente il mio percorso e quello dei miei compagni»
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