CARCERE CHIUSO PROSEGUE LA POLEMICA
E su Facebook nasce il gruppo «Per tutti quelli che vorrebbero il penitenziario di Spinazzola aperto»
«Anche se Spinazzola aveva i muri alti e i cancelli di ferro i nostri ospiti sentivano come una nuova libertà»
In fumo la rieducazione dei detenuti
Nelle loro parole tutto quello che di buono era stato fatto nel carcere di Spinazzola
di Cosimo Forina
Per capire quale livello di professionalità e lavoro di rieducazione e reinserimento sociale dei detenuti si era raggiunto nel carcere di Spinazzola, come dettato dalla Costituzione, più che alle diatribe registrate dalla cronaca bisognerebbe affidarsi alle parole degli operatori e degli stessi detenuti. Ecco alcuni commenti presenti sul gruppo nato su Facebook dal titolo significativo: «Per tutti quelli che vorrebbero il penitenziario di Spinazzola aperto». Un appello sulla falsariga della lettera in cui nello scorso Natale i detenuti hanno portato a termine uno dei tanti progetti organizzati dalla direttrice del penitenziario, Mariella Affatato, quello del teatro. Scrive ora Michele riferendosi al progetto del cuoio: “Si doveva solo viverla quell’esperienza per capire l'importanza di quello che si stava facendo, quell'odore di colla lo sento ancora (da operatore). Ognuno dei nostri ospiti raffigurava quello che voleva vedere in quel momento e che non poteva. Nei loro occhi con quel progetto si leggeva la speranza! Ora spezzata». Ed ancora: «Eppure anche se Spinazzola aveva i muri alti e i cancelli di ferro i nostri ospiti sentivano cosi tanta libertà che diventavano il doppio, perché da noi il reato commesso non interessava, si doveva trattare (l’ospite) da ospite trattamentale, si dava l'opportunità di conseguire il titolo di studio dall'elementare alla media a colui che voleva solo essere uditore poteva seguire il corso per diventare installatore di pannelli solari. Corso di computer, corso di elettricista, corso di cuoio, corso di dolci, corso per la coltivazione dei funghi cardoncelli, corso elettrotecnica. E tutti i vari supporti morali e spirituali dal cristiano, al musulmano, al testimone di Geova. Partite di calcetto con persone non detenute con relativi trofei e rinfreschi: con questo voglio far comprendere l'errore grave fatto a coloro che nella vita hanno commesso errori e non si è potuto dare l'opportunità di cercare di cambiare anche se avevamo i muri alti». «I muri di quel carcere – scrive Isabella - li avete abbassati voi! Con professionalità, dedizione, spirito di sacrificio, che avete imposto anche alle vostre famiglie, ma soprattutto con il coraggio di mettervi in discussione e il credere che restituire la dignità a chi in un certo qual modo l’aveva persa, era un atto dovuto sia per loro che per i loro e i vostri figli!». Così erano cambiati i detenuti. «Caro figlio anche questa mattina il mio risveglio è lontano dal tuo. Posso solo immaginarlo il tuo, perché la mia ingenuità, mi ha allontanato da te. Ti ho tanto desiderato nella mia gioventù ed ora che eri arrivato, io me ne sono andato. Proprio nel momento in cui il mio dovere di padre, era insegnarti tutti i valori della vita. Ora invece stai crescendo senza di me e chissà un giorno riuscirai a perdonarmi: Questo mi domando ogni giorno che passa in queste quattro mura Ti chiedo di avere ancora fiducia in me figlio mio, perché il futuro non ma fa paura tu sei il mio futuro, sei tu che mi dai la forza di vivere, il tuo pensiero e l'aria che respiro ogni secondo. Lo so questo è l'ottavo Natale che passi senza il tuo papà e proprio mentre ti scrivo mi prende un nodo alla gola e un forte dolore al petto. Poi mi ritorna la forza di andare avanti, e mi prometto di non deluderti più. Ora ti lascio ma solo con la penna, ma non con il cuore, ti auguro che anche in questo Natale trovi l'entusiasmo giusto per festeggiarlo con la mamma, la sorellina e i nonni. Buon Natale, figlio mio».
E sullo sfondo di chiusure e accorpamenti montano le polemiche
E sullo sfondo di chiusure di carceri (come quello di Spinazzola) e difficoltà diffuse nei penitenziari, quelli pugliesi inclusi, c’è la polemica tra i radicali e l’on. Luigi Vitali, della consulta giustizia del Popolo della libertà. Dice il 18 agosto l’esponente radicale Annarita Digiorgio, che il 14 agosto aveva fatto lo sciopero della fame e della sete protestando contro la chiusura del carcere di Spinazzola: «Da giorni la stampa annunciava la visita al carcere di Taranto dell'on. Vitali “aderisco anche quest'anno all'iniziativa ferragosto in carcere in supporto all'impegno del governo sul tema”. Peccato che quest'anno l'iniziativa non era quella, bensì una giornata di sciopero della fame e della sete, cui hanno aderito più di 2000 persone tra direttori, parlamentari, polizia penitenziaria, volontari, detenuti e comuni cittadini, con l'obiettivo di dare seguito alle parole di Napolitano e convocare le camere per un grande dibattito sulla Giustizia. L’anno scorso, quando fu la stessa Digiorgio a coordinare l'iniziativa a livello nazionale incastrando le visite di più di trecento parlamentari aderenti per coprire tutti i 217 istituti italiani, l'on. Vitali non solo si guardò bene dal dire che era una iniziativa dei radicali, ma decise di recarsi in tutt'altri istituti da quelli che aveva garantito all'organizzazione, lasciandoci così gli unici due scoperti d'Italia, e andando invece in carceri ispezionati il giorno prima da suoi colleghi, quindi inutilmente». Ancora: «Ora l'on. Vitali ha il coraggio, come già la sottosegretaria Casellati, di dire che quello di Taranto è un buon carcere. Nonostante il doppio del sovraffollamento, un suicidio lo scorso mese, detenuti chiusi in cella per 22 ore al giorno e pochissimi lavoranti, la struttura che crolla a pezzi. Questo succede quando si fanno visite passerella di mezz'ora solo a ferragosto e ce ne si dimentica per tutto il resto dell'anno. Se non è così perché l'on. Vitali, che è responsabile carceri del Pdl, non si occupa di chiedere al ministro del suo partito di rivedere la insulsa decisione, da ogni punto di vista di buon senso e civiltà, di chiudere il carcere d'eccellenza di Spinazzola? Ora Vitali chiede le dimissioni del capo del Piano carceri Ionta, come se il problema fosse la poltrona e non il Piano». La controreplica dell’on. Vitali: «Con tutto il rispetto per l'attività di Pannella e dei suoi militanti impegnati in difesa dei diritti e nelle battaglie civili, voglio ricordare che non sono i Radicali a dettare l'agenda politica e quella del Parlamento. Sicuramente non la mia. Il giorno di Ferragosto –ha spiegato l’on. Vitali - da 10 anni a questa parte, simbolicamente, lo trascorro per gran parte nei nostri istituti penitenziari in segno di attenzione per le problematiche carcerarie. Quello dello sciopero della fame e della sete è stata una rispettabilissima iniziativa ma, appunto, dei radicali. Siccome la solerte Digiorgio parla anche dell'anno scorso tengo a precisare che fui da lei contattato telefonicamente e mi fu richiesto di accedere in alcuni istituti. Feci gentilmente notare che le visite me le organizzavo da solo. Sia quest'anno che l'anno scorso, nel corso delle visite negli istituti di pena, sono stato accompagnato anche da suoi colleghi di partito. Il resto è inutile polemica».
Interrogazioni e appelli ma forse è già troppo tardi
L’on. Luigi Vitali responsabile nazionale Pdl per l'ordinamento penitenziario preannuncia querela per il reato di diffamazione aggravata nei confronti del segretario nazionale del Sappe, Federico Pilagatti ma non risponde ai quesiti sulla chiusura del carcere di Spinazzola, posti dalla dirigente radicale Annarita Digiorgio, autrice della mozione che sarà discussa nel prossimo consiglio regionale in cui si chiede al governatore Nichi Vendola di intervenire a sostegno della struttura di eccellenza di Spinazzola, chiusa dall’ex Guardasigilli Angelino Alfano. Digiorgio chiede la fissazione di un incontro con il ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma. Nessun cenno dell’on. Vitali all’interrogazione parlamentare, sempre sul carcere della città murgiana, presentata dai radicali eletti nel Pd, prima firmataria l’on. Rita Bernardini che vede impegnato direttamente Marco Pannella. A Vitali viene attribuita la frase, respinta dall’interessato, che indicava il decadente carcere di Taranto: “albergo a cinque stelle”. “Nonostante avessi dichiarato dopo l’uscita di quel sindacato di non aver mai pensato e proferito le parole attribuitemi – ha dichiarato Vitali alla stampa – Pilagatti non solo non ne ha preso atto, ma ha anche rilanciato facendo diventare questione nazionale una notizia falsa, al punto da indurre anche in errore una dirigente tarantina dei radicali, che sulla polemica aveva rilasciato alcune pesanti dichiarazioni, e da meritare l'intervento addirittura dell’on. Papa dal carcere di Napoli”. Ma Annarita Digiorgio non ci sta: «In merito all'annuncio di querela da parte dell'on. Vitali, la dirigente tarantina dei radicali secondo lui caduta in errore, precisa che quelle che Vitali le attribuisce come pesanti dichiarazioni erano domande alle quali il responsabile carceri ancora non ha risposto. Che ha fatto in un anno di tempo tra una visita e l'altra per l'istituto di Taranto che cade a pezzi? Perché hanno chiuso l'eccellenza dell'utile carcere di Spinazzola anziché implementarlo?. Il Sappe controbatte così: «Si chiudono le carceri modello come quelle di Spinazzola e ancora una volta con una passerella mediatica nel giorno di Ferragosto i si permette di offendere, umiliare, la dignità dei detenuti che vivono una situazione igienico-sanitaria drammatica, nonché‚ di mancare di rispetto ai lavoratori che si sacrificano con turni massacranti in un giorno festivo importante. Si cerca di far passare per visionari i sindacalisti che da tempo portano all’attenzione la gravità della situazione, anche con manifestazioni di protesta».
giovedì 25 agosto 2011
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