domenica 5 settembre 2010
MURGIA, LE PALE EOLICHE GHIGLIOTTINE PER UCCELLI OLTRE CENTO METRI
Il Prie, se approvato, prevede di piazzare dalle 101 alle 121 torri eoliche di altezza che andrà anche oltre cento metri
LA CORSA
È già partita la corsa dei proprietari terrieri per degradare il proprio terreno e accappararsi le installazioni di torri Nel piano comunale è stata prevista una selva di installazioni
Cosimo Forina • Spinazzola.
Con il piano regolatore per impianti eolici (Prie) a Spinazzola sarà possibile, se approvato, piazzare dalle 101 alle 121 torri eoliche di altezza che raggiungerà gli oltre cento metri. Una selva di torri, a cui potrebbero sommarsene altre su una superficie di 182,62 Kmq. La Puglia è diventata l’Eldorado delle “Green energy” in tutte le sue salse, dall’eolico, al fotovoltaico, non disprezzando nemmeno gli impianti a biomasse. Facendo gridare da più parti al disastro ambientale. Ma il disastro non è solo quello visivo.
GLI UCCELLI
I pali eolici saranno la morte certa per impatto degli uccelli presenti sul territorio: falco grillaio, gufo reale, la civetta, barbaggianni, allocco, nibbio reale, falco pellegrino, gheppio, merlo, cornacchia, gazza, tortora, tordo, bottacio, beccaccia, quaglia, colombaccio, pettirosso, cinciarella, fringuello, rigogolo, passero, ghiandaia, allodola.
Ancor più di quanto possa fare un cacciatore sparando ogni giorno con le sua doppietta. E’ singolare leggere negli atti del Comune il divieto di effettuare le opere di cantierizzazione dei progetti durante i periodi migratori (autunnale e primaverile) e durante il periodo riproduttivo (15 marzo – 15 luglio) per le possibili interferenze prodotte dai singoli parchi eolici sulle rotte locali dell'avifauna negli spostamenti tra i siti puntuali esterni al Parco Nazionale dell'Alta Murgia (bacino Locone, lago di Serra del Corvo). Mentre il rischio una volta alzate le torri e le pale sull’avifauna sarà costante.
LO STUDIO
A titolo di esempio lo studio di “Via dal Vento”fatto su 10 rotori di un diametro di 89,6 metri, è posizionato su una torre di 67 metri, la sua rotazione copre verticalmente un’area di oltre 6.300 mq. A crearsi è una barriera di oltre 6,3 ettari ad un’alte zza compresa tra i 22 ed i 112 metri. Gli uccelli che si trovano a passare in quella zona hanno una elevata probabilità di essere colpiti dalle pale, che si comportano come affilate mannaie».
L’IMPATTO
«La collisione avviene in genere con la parte più esterna delle pale, che non possono essere rilevate dagli uccelli in transito a causa dell’elevata velocità di rotazione. Infatti, anche se sembrano girare lentamente a causa delle enormi dimensioni, le pale hanno una velocità di rotazione compresa tra 9 e 19 giri al minuto. La punta della pala, per fare un giro completo, percorre una circonferenza di 282 metri in 3-6 secondi, pari ad una velocità compresa tra i 152 ed i 320 km/h. Se un uccello sfugge ad una delle tre pale in rotazione dispone solo di 1-2 secondi per non essere colpito dalla successiva, un tempo che non gli dà praticamente scampo».Queste solo parte delle controindicazioni di quelle energie che chiamano “pulite”.
LO STRANO AFFARE
Per l’installazione di un palo eolico, le società del vento, sono disposte a pagare annualmente sino a 15mila euro, mentre nel caso del fotovoltaico si arriva ad affitti della durata di 20 anni, con compenso annui per ettaro sino a 5mila euro (per 1MW di fotovoltaico necessitano dai 3 ai 4 ettari di appezzamento). Un’enormità visto il valore reale dei terreni a Spinazzola il cui prezzo oscilla da un minimo di 10mila euro ad un massimo di 20mila euro ad ettaro. In buona sostanza nel caso dell’eolico per ogni palo l’agricoltore incasserà in 15 anni 225mila euro, mentre per ogni ettaro affittato utilizzato a fotovoltaico non meno di 100mila euro. Viene da chiedersi il perché le società preferiscano affittare i terreni piuttosto che acquistarli.
Ma quanto può fruttare il territorio nel caso dell’eolico? Moltissimo per gli industriali del vento. Secondo l’indice di ventosità la producibilità a 50m, con rotori da 2,0 MW è di 4.000 MWh lordi; con rotori da 2,5 MW, è 5.000 MWh lordi. Con i certificati verdi si trasforma in decine di milioni di euro annui di incasso per le società da cui detrarre gli affitti, le royalties da pagare al Comune, e spese di manutenzione e tassazione. In buona sostanza il vero affare è per chi installa anche se a dettare la disponibilità ad accogliere pale non è solo la politica, è soprattutto la bassa redditività dei terreni, specie con la crisi del comparto cerealicolo che ha visto crollare il prezzo del grano. Quindi a Spinazzola è partita la corsa dei possidenti per vedere i propri terreni trasformati da agricoli a categoria di degradati, ma ben remunerati. All’occupazione dei terreni si aggiungono gli effetti accessori, come i cavidotti, o le sottostazioni per immettere l’energia nella rete nazionale. Uno sconquasso che cambierà il paesaggio
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