venerdì 15 ottobre 2010


L'On. Pierfelice Zazzera con altri ha chiesto al Ministro dell'Interno se vi sono i presupposti per lo scoglimento del consiglio Comunale di Altamura.
Questo il testo integrale dell'interpellanza:

Seduta n. 381 del 12/10/2010
INTERNO
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
notizie stampa riportano che ad Altamura (Bari) la mafia avrebbe fatto un vero e proprio salto di qualità, penetrando profondamente nel tessuto socio-economico della cittadina;
il Rapporto SOS Impresa «Le mani della criminalità sulle imprese» del gennaio 2010 - Confesercenti - conferma la presenza ad Altamura del clan Mangione Matera e la sua forte incidenza estorsiva. Ma ad Altamura opera anche «il clan Dambrosio, capeggiato da Dambrosio Bartolomeo, vicino ai Di Cosola e dedito all'usura e alle estorsioni» (Relazione al Parlamento anno 2008 sull'attività delle forze di polizia, sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata);
la Relazione del Ministro dell'interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia del settembre 2008, conferma che Altamura è una realtà ad elevata presenza criminale. Registra che in questi anni si sono verificati numerosi episodi delittuosi, come associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, rapine, porto e detenzione di armi e materiale esplosivo, traffico di sostanze stupefacenti;
la Relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso riferita all'anno 2008, ribadisce e precisa che «in Altamura opera il clan Dambrosio, capeggiato da Bartolomeo Dambrosio, personaggio di spessore della criminalità organizzata (affiliato al clan Di Casola), dedito all'usura ed alle estorsioni; in Gravina in Puglia opera il sodalizio retto dal triumvirato Mangione/Gigante/Matera, attivo nel settore del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e nell'usura. Particolarmente preoccupanti sono gli indicatori della capacità d'infiltrazione del clan Dambrosio nel tessuto economico e negli apparati della pubblica amministrazione locale, documentati attraverso la contiguità al sodalizio di esponenti del mondo dell'imprenditoria e della politica locale». La medesima Relazione riferita invece all'anno 2009, riporta nello schema della distribuzione territoriale dei clan nel territorio altamurano, non solo Dambrosio, Mangione, Matera, Gigante, ma anche Loglisci, Stolfa e Loiudice, con l'avvertenza che nell'ambito dei «processi di ristrutturazione delle cosche si possano profilare nuovi equilibri malavitosi e possano vedere la luce nuove organizzazioni criminali»;
la relazione del Ministro dell'interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla direzione investigativa antimafia del luglio/dicembre 2009 registra che «Ulteriori operazioni delle Forze di polizia hanno confermato sia la rilevanza strategica del territorio pugliese e delle locali compagini nei traffici di sostanze stupefacenti, sia l'esistenza di collegamenti con reti criminali transnazionali. Anche le fattispecie di reato meno rilevanti, essendo accompagnate dal ritrovamento
di armi, evidenziano un non trascurabile livello criminale complessivo.»;
dalla relazione annuale sulle attività del commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali del novembre 2008, emerge che ad Altamura sono stati confiscati 12 beni immobili e 3 aziende in gestione al Demanio;
già nel giugno 2005, in occasione dell'omicidio di Raffaele Scalera, ucciso con un colpo di arma da fuoco alla nuca sulla via vecchia per Cassano, dalle indagini investigative emersero presunti intrecci tra criminalità organizzata, imprenditori e politici;
sempre nel 2005, il 25 luglio fu sequestrato un imprenditore, mentre nel novembre 2006 scomparve Biagio Genco, amico fraterno di boss mafiosi e presunto autore di un violento pestaggio ai danni del giornalista di Radio Regio Stereo, Alessio Di Palo;
Alessio Di Palo è solito denunciare attraverso la sua trasmissione radiofonica il malaffare e la malapolitica nella gestione dei rifiuti, criticando apertamente il Gruppo imprenditoriale Columella e l'amministrazione comunale;
il fratello di Di Palo, Francesco, è divenuto testimone di giustizia per aver denunciato i propri estorsori che gli imponevano il pizzo, nell'ambito della sua attività imprenditoriale. Francesco Di Palo, per questo suo gesto civile e di ribellione alla mafia, è attualmente sotto il programma di protezione provinciale assieme alla famiglia;
un secondo caso di lupara bianca ad Altamura, dopo quello di Genco, si è verificato 5 anni fa, con la scomparsa di Paolo Loiudice, imprenditore edile caduto in rovina a causa della mafia altamurana capeggiata dal boss Bartolo Dambrosio;
il 27 marzo 2010, in pieno giorno e in un quartiere popolato, sono stati uccisi Rocco Lagonigro e il suo collaboratore Vincenzo Ciccimarra. Lagonigro, il principale obiettivo dei sicari, era legato al clan di Palermiti. Le indagini dovranno chiarire se il duplice omicidio sia il risultato di una guerra tra clan baresi o di un regolamento di conti locale;
ma è con l'uccisione del boss mafioso Bartolo Dambrosio, avvenuta il 6 settembre 2010 che l'ombra sulla legalità delle istituzioni altamurane si fa sempre più cupa. Come riporta l'articolo pubblicato su La Repubblica sezione di Bari dell'11 settembre 2010, l'assassinio è stato particolarmente efferato, eseguito con armi di particolare calibro e fabbricazione, che non erano mai state utilizzate negli ultimi agguati di mafia nel barese. È forte il rischio dunque che dietro l'omicidio vi possa essere «l'obiettivo della mafia di creare una struttura di comando che tutto controlla» (Procuratore della Repubblica di Bari, dottor Antonio Laudati, su La Repubblica dell'11 settembre 2010);
Bartolo Dambrosio era un elemento strategico nella mafia locale, e ben noto alle forze dell'ordine. Risulta che sul social forum Facebook coltivasse rapporti di amicizia con esponenti politici, quali il sindaco Mario Stacca, il consigliere Michele Barattini, l'assessore alla cultura Giovanni Saponaro, e l'ex consigliere Nicola Clemente (BariSera del 10 settembre 2010);
D'Ambrosio era anche il pro cugino del presidente del Consiglio Comunale, Nicola D'Ambrosio;
lo stesso Nicola Dambrosio e Saverio Columella, figlio dell'amministratore della Tradeco di Altamura, in alcune intercettazioni telefoniche disposte dal pubblico ministero Desirèe Digeronimo, avrebbero parlato «di presunte tangenti date a Pasquale Lomurno, segretario del sindaco di Altamura Mario Stacca» (Barisera di venerdì 10 settembre 2010). L'intercettazione sarebbe al vaglio dei carabinieri «per provare l'antica abitudine dei Columella al pagamento di tangenti ai pubblici amministratori» (Barisera di venerdì 10 settembre 2010);
si precisa che la società Tradeco S.p.A gestisce il servizio rifiuti solidi urbani ad Altamura, e che da tempo è al centro di inchieste giudiziarie. Risulta che il 7 settembre 2010 il comune abbia deliberato un milione e 260 mila euro alla società per il trasporto di rifiuti fuori bacino. In proposito, come riportato da un articolo del 26 settembre pubblicato sul sito altamuralive.it, il movimento «Aria Fresca» avrebbe dichiarato: «Mentre da settimane i cittadini attendono che il sindaco Stacca e i suoi collaboratori chiariscano con versioni credibili e documentate il contenuto delle intercettazioni effettuate dai Carabinieri su disposizione della Magistratura in cui amabilmente diversi di loro parlano, come rilevano gli stessi investigatori, di mazzette e bustarelle, arriva la ciliegina sulla torta. Il giorno seguente all'omicidio di Bartolo Dambrosio, mentre la città era sgomenta per l'accaduto ed esponenti dell'amministrazione rilasciavano dichiarazioni sconcertanti sulla vittima, Stacca e la sua squadra erano impegnati anche in qualcos'altro»;
in particolare, riporta sempre l'articolo succitato, il Movimento avrebbe aggiunto che: «l'amministrazione Stacca ha deliberato, in via definitiva, di chiudere con una transazione il contenzioso che la opponeva alla Tradeco in merito alla quantificazione dei costi per il trasporto fuori bacino dei rifiuti indifferenziati. Si tratta della deliberazione di giunta n. 112 del 7 settembre 2010, che segue la precedente deliberazione n. 45 del 15 marzo 2010 con la quale sempre l'amministrazione Stacca aveva avviato tutta la procedura e la determinazione dirigenziale n. 1108 del 27 agosto 2010 che ha quantificato gli esborsi. Alla Tradeco viene riconosciuto, a partire dalla data di chiusura della discarica di Altamura (dal 1° aprile 2008) oltre un milione di euro all'anno per il servizio offerto. Somme che si aggiungono all'appalto di raccolta e smaltimento sui rifiuti (circa 7 milioni di euro, tra i più alti della Puglia) e ai costi di biostabilizzazione che il sindaco Stacca ha deciso di assumersi con ordinanza n. 52 del 30 aprile 2010. Tutto questo, mentre la percentuale già bassa di raccolta differenziata è in ulteriore diminuzione (appena l'8 per cento nel 2010) e, per questo, la Città paga 400mila euro di ecotassa regionale. Invece di prendere la strada dello scioglimento del contratto capestro, un contratto frutto di un appalto dalle regole truccate gestito da varie amministrazioni, ecco arrivare l'ennesimo esborso a danno degli altamurani. Un esito che non ci sorprende perché segue uno schema di condotta già collaudato in questo Comune: si fa la faccia feroce con la ditta, questa fa partire i contenziosi, l'amministrazione chiede pareri e consulenze, poi tutto si chiude con una transazione che viene fatta passare come favorevole per la Città (quest'ultima conciliazione riconosce alla Tradeco quasi 1.100.000 euro all'anno anziché i circa 1.700.000 richiesti inizialmente dalla ditta). "Con quale serenità, lucidità e imparzialità è stata definita e chiusa la transazione da questi amministratori, considerato che diversi di loro, tra i più vicini al sindaco, intrattenevano da anni - come emerge dalle intercettazioni effettuate su disposizione della Procura dai carabinieri in questi anni - rapporti molto confidenziali e intimi con i componenti della famiglia titolare della Tradeco (cioè l'impresa che gestisce il più costoso servizio pubblico locale che assorbe circa un quarto della spesa corrente comunale)?"»;
l'attività di Carlo Dante Columella, patron della Tradeco, è oggetto di indagine da parte dell'antimafia che ipotizza i reati di associazione per delinquere e corruzione, traffico illecito e presunta gestione non autorizzata dei rifiuti. Dalle indagini degli inquirenti, la discarica in contrada Le Lamie conterrebbe il doppio dei rifiuti previsti. Il «re dei rifiuti della Murgia» è stato condannato il 29 settembre 2010 a 5 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 20 mila euro per costruzioni «in contrasto con la pianificazione urbanistica e in totale difformità rispetto al permesso di costruire peraltro illegittimo» in contrada San Tommaso, tra Altamura e San
teramo. Stessa pena è stata irrogata alla moglie, Irene Petronella, e al progettista Alfredo Striccoli;
ma nelle intercettazioni all'esame della Procura, come si legge in un articolo pubblicato su Barisera, vi sarebbe anche uno «stralcio di presunte tangenti che i Columella devono pagare». Nella conversazione del 30 marzo 2002 tra Carlo Columella e una impiegata della Tradeco, Lucia Castoro, si discute di alcune questioni relative alla discarica. L'articolo succitato riporta la seguente conversazione: «Lucia Castoro (C): (...) i soldi per zio Franco (Petronella Francesco) per quelli lì ... (punto della registrazione incomprensibile) ... ora quello che mi ha detto, mi ha detto che deve andare lui ora (...) gli ottocento a Pasquale (duemilacinquecento a quell'altro - sembra dire al politico - (...). L'articolo riporta anche una telefonata del 10 aprile 2002 in cui le stesse persone parlano di una «presunta dichiarazione di guerra» che gli starebbero muovendo. Columella afferma che dirà al magistrato, il quale lo deve ascoltare, che «(...) mi hanno fatto la "delibera", volevano 500 milioni (di vecchie lire, ndr), non glieli ho dati, me l'hanno revocata»;
in un articolo apparso su La Repubblica sezione di Bari del 22 settembre 2010, il summenzionato giornalista Alessio Di Palo ha dichiarato: «Nico (Dambrosio) è un pesce piccolo. E in corso un braccio di ferro fra Stacca e i Columella. Nel 2011 dovrà essere bandita la gara d'appalto per lo smaltimento dell'immondizia e i Columella, appunto, non possono permettersi il lusso di perderla»;
Michele Columella è sotto indagine, insieme all'ex Assessore alla sanità Alberto Tedesco, per l'appalto dello smaltimento dei rifiuti ospedalieri della Asl Bari. L'ex dirigente Asl Lea Cosentino, interrogata dalla pm Digeronimo, avrebbe parlato di «un'amicizia fraterna che Tedesco aveva con la Tradeco di Columella. Io conosco il signor Franco Petronella - ha spiegato Cosentino - lo conosco da quando stava ad Altamura perché è un consigliere anche comunale e siccome Alberto Tedesco lo definiva mio fratello sapevo che spesso andava presso la società Tradeco a fare politica» (Corriere del Mezzogiorno.it);
sottoposti ad interrogatorio, tra gli altri, anche il legale rappresentante della società di smaltimento rifiuti Vi.ri. di Altamura, e Francesco Petronella, titolare della società;
secondo il giudice «è stata evidenziata l'illecita ingerenza degli indagati a sostegno degli interessi economici» di tre aziende, la Vi.ri srl, specializzata nella raccolta di rifiuti speciali, la Draeger Spa, rappresentata dal nipote di Tedesco, e la Consanit scpa, per l'aggiudicazione di altrettanti appalti dalla Asl di Bari (Corriere del Mezzogiorno.it);
i reati contestati all'ex assessore regionale alla sanità Alberto Tedesco sono corruzione, turbativa d'asta e concorso in violazione del segreto d'ufficio rispetto ad appalti per un valore complessivo di 9 milioni di euro;
alla morte di Bartolo Dambrosio, sia il presidente del Consiglio Comunale che l'assessore alla cultura Giovanni Saponaro hanno addirittura esaltato la figura del boss, sostenendo che fosse «una persona rispettabile». In particolare Nico Dambrosio su La Repubblica ha definito il suo parente come «una personalità eccessivamente portata verso il prossimo, il suo atteggiamento di vita era quello di una persona che puntava ad una promozione sociale». Con tali dichiarazioni, non degne di pubblici amministratori, è stato minimizzato l'ennesimo fatto di sangue legato a dinamiche mafiose avvenuto ad Altamura;
risulterebbe anche che alcuni esponenti delle forze dell'ordine fossero soliti fare jogging col boss, esperto in arti marziali. Il fatto mai smentito, se confermato sarebbe ad avviso dell'interrogante di inaudita gravità, soprattutto considerato che uno di questi esponenti, avrebbe persino protetto Dambrosio (La Repubblica sezione di Bari del 14 settembre 2010);
come se non bastasse, Bartolo Dambrosio avrebbe anche organizzato eventi collettivi, con il favore e il sostegno economico dell'amministrazione comunale. Appena due giorni prima della sua morte, avrebbe presentato la Notte bianca di Altamura;
il sindaco di Altamura, Mario Stacca, in seguito alle inopportune dichiarazioni del presidente del consiglio comunale sul parente boss assassinato, ha chiesto le dimissioni di Nico Dambrosio. Il presidente però non si è fatto da parte, così il 20 settembre 2010 il sindaco ha presentato la lettera di dimissioni, «già pronta per l'eventualità e l'ha fatta protocollare» (Corriere del Mezzogiorno.it) per consentire di fare chiarezza sugli ultimi fatti accaduti;
solo dieci giorni dopo, il sindaco ha ritirato le sue dimissioni, nonostante i presunti legami tra politica, imprenditoria e malavita siano rimasti inalterati e il presidente del consiglio comunale che elogia la personalità di un boss mafioso sia rimasto al suo posto;
in segno di protesta contro l'intensificarsi dei fenomeni mafiosi ad Altamura, il Coordinamento per la legalità ha recentemente organizzato una manifestazione in piazza della Repubblica. La portavoce del movimento, Valentina D'Aprile, ha dichiarato testualmente «Ad Altamura la mafia c'è, c'e anche una cultura mafiosa. Va avanti in questo modo da vent'anni. Non siamo noi a sostenerlo, ma gli investigatori della Dia e i magistrati della Dda, che parlano di intreccio mafioso-affaristico-politico. Ecco perché vorremmo che oltre agli inquirenti, impegnati a fare luce su questo intreccio, lo stesso risultato fosse garantito da chi ha gestito la nostra città» (La Repubblica sezione di Bari del 28 settembre 2010);
con tale manifestazione i ragazzi di Altamura per la legalità, hanno intesto proporre una «riflessione generale» per allontanare il rischio di «trasformare l'Alta Murgia in una terra invivibile, fra l'omertà dei testimoni, l'assenza di denunce per le estorsioni, la scarsa attenzione sul tema dell'usura e il consumo della droga» (La Repubblica sezione di Bari del 26 settembre 2010) -:
alla luce dei fatti descritti in premessa che rendono manifesta la forte incidenza della criminalità organizzata nella società altamurana, e che confermano l'esistenza di rapporti tra questa ed esponenti politici locali, se non si ritenga di accertare se ad Altamura vi siano condizionamenti esterni tali da richiedere lo scioglimento del consiglio comunale, ai sensi dell'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
(2-00849) «Zazzera, Barbato, Granata».

1 commento:

  1. SECONDO LE PERSONE DI SPINAZZOLA ERA MEGILO CHE FACEVI L'OREFICE COME TUO PADRE......

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