giovedì 6 gennaio 2011


MURGIA AMBIENTE, QUALE TUTELA? VIA LIBERA A DIVERSI PROGETTI

Il regolamento non si applica ai procedimenti in corso alla data della pubblicazione sul Bollettino della Regione
PROCEDIMENTI PIÙ SNELLI
L’iter per l’approvazione degli interventi risulta più snello in virtù della possibilità di presentarlo e seguirlo «on line»
Energie rinnovabili, ancora scempi
Le linee guida della Regione non frenano la corsa selvaggia ad eolico e fotovoltaico
di Cosimo Forina
Spinazzola. Varate le nuove linee guida sulle energie rinnovabili. Definite le aree non idonee per istallare impianti. Per gli assessori Loredana Capone, Angela Barbanente, Lorenzo Nicastro e Dario Stefano, brindisi con entusiasmo: «siamo riusciti ad accompagnare lo sviluppo tutelando territorio, ambiente e agricoltura». La domanda immediata: cesserà lo stupro del territorio pugliese? Non ancora, c’è da attendere, perché come si legge dal Burp: «Il regolamento non si applica ai procedimenti in corso alla data della sua pubblicazione, qualora riferiti a progetti completi della soluzione di connessione e per i quali a tale data siano intervenuti i prescritti pareri ambientali, né ai procedimenti relativi ad impianti eolici ricadenti nel campo di applicazione del Regolamento regionale 4 ottobre 2006, n.16».
LE PROCEDURE
Non pochi, stando al report diffuso con osservazioni dalla Lipu (Lega italiana protezione uccelli). Per in nuovi procedure più snelle: «richieste via web attraverso il portale www.sistema.puglia.it e progetti digitali, quindi immediatamente proiettabili sulla cartografia del Sit, il Sistema Informativo Territoriale. Questo semplificherà e renderà più veloci le procedure autorizzative. Sarà possibile infatti arrivare all’espressione del parere entro il 180° giorno».
COSA CAMBIA?
Cosa c’è di nuovo dalla Regione, presidente Nichi Vendola il cui sogno è quello di fare della Puglia l’Arabia Esaudita con le rinnovabili, ma dove non si produce un grammo in meno di Co2 perché si continuano a bruciare combustibili fossili, si veda centrale Enel di Cerano? Regione dove tra l’altro l’energia prodotta è ben oltre il proprio fabbisogno, quella dal solo eolico, dato GSE 2009 è stato pari a 1.684.376 megawatt. A svelarlo la “Press Regione”: «Il Regolamento prevede una disciplina di protezione anche per i cosiddetti “coni visuali”, cioè le vedute panoramiche che caratterizzano alcuni paesaggi pugliesi e per le aree agricole interessate da produzioni agroalimentari di qualità, quindi con coltivazioni biologiche o identificate dai marchi quali DOP, DOC, IGT, IGP e altri. Le aree non idonee sono state individuate attraverso una puntuale ricognizione di tutte le disposizioni che tutelano l’ambiente, il paesaggio, il patrimonio storico e artistico, le tradizioni agroalimentari locali, la biodiversità e il paesaggio rurale. Proprio perché protette queste aree non sono compatibili con gli impianti di rinnovabili, in alcuni casi per via della tipologia dell’impianto, in altri per le dimensioni». In definitiva, la Regione ha scoperto con il «meglio tardi che mai», quanto già espresso dall’arch. Ruggiero Martinez, direttore regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Puglia: «giova ribadire che gli interventi di impianti eolici e fotovoltaici in Puglia, se da una lato producono energie rinnovabili, stanno producendo un grave detrimento ad un bene che rinnovabile non è: il paesaggio». Il cambiamento di rotta al proliferare selvaggio di pali eolici e impianti fotovoltaici, giunge tra l’altro dopo che il presidente della commissione antimafia Beppe Pisanu ha sottolineato di recente il rischio delle infiltrazioni mafiose nelle energie rinnovabili in Puglia.
CONI E IMMAGINI
Nei “coni visuali” ci sono finiti per il territorio della Provincia Barletta- Andria-Trani: «Quale immagine stessa della Puglia in tutto il mondo e per motivo rilevante della sua attrattività turistica: Castel del Monte, Canne della Battaglia, Minervino Murge». E meno male! Altrimenti il mondo ci avrebbe riso in faccia e non solo. Anche se c’è da ricordare quel che è oggi Minervino Murge. Nella zona sforbiciata dalla prima perimetrazione del Parco Nazionale dell’Alta Murgia si ergono decine di torri smembra paesaggio oggetto di attenzione e provvedimenti di diverse Procure della Repubblica. Territorio dell’operazione “Ventus ” condotta in difesa dell’area protetta dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Gravina di Puglia. Prossima udienza fissata il 15 febbraio presso il Tribunale di Canosa di Puglia. Minervino con Spinazzola sono finite in diverse interrogazioni parlamentari in cui si chiedeva al Governo di dar conto sulle eventuali connessioni mafiose sulla Murgia per coindagati operanti in Puglia, di sodali del superlatitante Matteo Messina Denaro. Arresti effettuati nell’operazione “Eolo” a Mazara del Vallo, in Sicilia. Entusiasmo e linee guida sulle energie alternative, meritano quindi approfondimento. Specie per Spinazzola dove potrebbe sorgere un parco archeologico esteso per le nuove rilevanti scoperte prodotte da più Università, non riportate nel nuovo piano regionale. Comunque, visti i richiami alla legalità, non si farebbe male da parte della Regione di obbligare tutte le società che istallano impianti di energie alternative a fornire il proprio certificato antimafia. Anche questo è tutelare l’ambiente e la legalità.

AMBIENTE E PAESAGGIO
LE NUOVE MISURE APPROVATE CON UN CONSIDEREVOLE DANNO GIÀ INFERTO

«Coni visuali» da tutelare ma intanto sulla Murgia già spaziano pale e specchi
di Rosalba Matarrese
Minervino.
La Regione dice no ad eolico e fotovoltaico nel territorio di Minervino. Nelle nuove linee guida regionali per le energie rinnovabili entrate in vigore il 31 dicembre scorso Minervino rientra nei “siti protetti” per la tipologia del panorama e del paesaggio, dove non è possibile realizzare alcun tipo di impianto. Un provvedimento articolato e complesso quello pubblicato sul bollettino ufficiale regionale, che però appare tardivo. Basti ricordare che proprio nel territorio murgiano, nelle vicinanze del Castel del Monte, esiste un parco eolico con circa cinquanta torri, mentre impianti di fotovoltaico sono cresciuti dappertutto come funghi. Vediamo come cambiano le regole per installare impianti eolici e fotovoltaici in Puglia. Il regolamento n. 24 del 30 dicembre attua quanto stabilito dalle linee guida nazionali per l’autorizzazione degli impianti che producono energia verde. In pratica individua numerose aree e siti non idonei all’installazione di specifiche tipologie di impianti per la produzione di energia pulita su tutto territorio pugliese. In queste aree la richiesta di autorizzazione ad un eventuale insediamento avrebbe perciò esito negativo. Nello specifico si tratta di zone soggette a vincolo: parchi, riserve, siti Unesco, beni culturali, e aree di notevole interesse pubblico. Nel provvedimento si parla pure dei cosiddetti “coni visuali”, cioè – si legge nell’allegato - «quelle le vedute panoramiche che caratterizzano alcuni paesaggi pugliesi e le aree agricole interessate da produzioni agroalimentari di qualità, quindi con coltivazioni biologiche o identificate dai marchi». L’allegato 3 indica dunque le aree e i siti dove non è consentita la localizzazione di specifiche tipologie di impianti. Un esempio è rappresentato dai “coni visuali”, cioè – recita il regolamento - da quei panorami che sono il bigliettino da visita della Puglia nel mondo e rappresentano un motivo della sua attrattività turistica: vedute come Castel del Monte, Canne della Battaglia, il Castello di Lucera, Castel Fiorentino, Dragonara, Vieste, Minervino Murge, Fasano, Ostuni ed altri ancora. A ridosso della cittadina murgiana esiste già un parco eolico, composto da circa cinquantadue turbine. Le prime pale eoliche furono installate a luglio 2008. Nel giro di poco meno di due anni si è arrivati all'installazione delle cinquanta pale previste dal progetto originario. Una vicenda lunga e complessa quella della realizzazione del parco murgiano che ha visto protagoniste le associazioni ambientaliste, la Lipu, l'associazione Pro Paesaggio e l'onorevole Carlo Ripa di Meana, tutti contrari alla sua realizzazione. Ci sono stati pure problemi legati alle autorizzazioni, in particolare su una torre eolica, la cui cabina di voltaggio ricadeva nel territorio del parco dell’Alta Murgia, in piena zona protetta: la torre fu pure sequestrata e la vicenda sta avendo risvolti giudiziari. È presto per valutare le ricadute ed i benefici del parco eolico: certamente darà un po’ di ossigeno alle casse del Comune. Per quanto riguarda le dimensioni del parco, è bene ricordare che il numero complessivo delle pale è stato ridotto rispetto al progetto iniziale in cui chiedeva la realizzazione di duecentocinquantadue torri. Non mancano impianti di fotovoltaico sia sul suolo che sui tetti, previsti dal regolamento sul fotovoltaico attraverso il quale il Comune ha posto regolamentazione alla materia

2 commenti:

  1. Ma si può sapere esattamente di quanti pali è composto il parco di Minervino Murge, quanta energia produce, quanto ci guadagna il Comune, quanto ci guadagnano i proprietari dei terreni e quanto ci guadagna il consumatore?

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