SPINAZZOLA, L’OSPEDALE CHIUDE E LA CITTA’ VUOLE LASCIARE LA PUGLIA
Il sindaco Scelzi è stato il primo firmatario per il referendum
Tra le iniziative proposte, la restituzione dei certificati elettorale e l’auto scioglimento del consiglio
di Cosimo Forina
Chiusura ospedale. E’ rivolta. Sfascio tra cittadini e istituzioni. La città sbatte in faccia la porta alla Regione Puglia, presidente Nichi Vendola e all’assessore alla sanità Tommaso Fiore per il loro Piano Sanitario Regionale. Il “Gruppo d’Azione pro-ospedale” ha indetto da ieri diverse iniziative eclatanti. In ordine di enunciazione: raccolta di firme per indire un referendum che porti Spinazzola dalla Puglia in Basilicata. Consegna spontanea dei cittadini delle schede elettorali da mandare con rinuncia al voto al presidente Nichi Vendola, il quale dimenticando i bisogni reali della sua Regione si è auto candidato alla guida della Nazione. L’invito, dopo la disponibilità alle dimissioni già annunciate dal sindaco Carlo Scelzi, all’auto scioglimento del Consiglio Comunale. Indetta una pubblica riunione dei cittadini nella piazza antistante il Palazzo di Città per il giorno lunedì 10 gennaio 2011 a partire dalle ore 8,00 in concomitanza con l’ultimo giorno di accettabilità dei ricoveri nel locale ospedale e della convocazione della Commissione Regionale Sanità cui è stata inoltrata la richiesta di emendamento al Piano Sanitario Regionale. Fatta propria dal Comune di Spinazzola e dal Consiglio della Provincia Barletta-Andria-Trani in cui si prevede il mantenimento di un codice unico per gli ospedali di Spinazzola e Minervino Murge. Il “Gruppo d’Azione” lamenta che il locale ospedale è stato privato di tutte le attività nell’indifferenza totale: “Vendola non si è nemmeno degnato con i vertici della Asl di rispondere alla città che gli ha inoltrato circa cinquemila firme della petizione popolare raccolte in difesa dell’Ospedale. A cui era allegata una proposta di utilizzo del nosocomio. Di contro sono stati accelerati gli atti tanto della la Regione Puglia quanto dell’Azienda Sanitari BAT per giungere alla chiusura dell’ospedale”.“Il nostro ospedale, ricorda il Gruppo D’Azione, sempre in attivo, deve la sua origine alla presenza di un Ente morale istituito in epoca antica con lasciti di privati cittadini spinazzolesi che costituiscono tuttora un cospicuo patrimonio immobiliare che non deve essere ignorato e disperso per affrontare situazione debitorie regionali”. Ed in effetti la Regione ha cartelizzato impropriamente quei beni, costituiti da terreni e abitazioni, per sanare la voragine nella sanità regionale dovuta principalmente ad una gestione allegra, a sprechi, a consulenze e stipendi d’oro, fatti attenzionati anche da diverse Procure. “Recentissimi episodi, prosegue il Gruppo D’Azione, di necessità urgenti di cure sanitarie sono stati sottovalutati nella loro gravità e affrontati con scarsa tempestività per indisponibilità di servizi ospedalieri”. Ma gli addebiti a Nichi Vendola che trovano ragione nell’idea di sottrarre Spinazzola ai desiderata della Regione Puglia si estendono anche: “nello sfruttamento eccessivo del territorio comunale in danno della salubrità dell’ambiente e quindi della salute dei cittadini”. Ed il riferimento non può che collegarsi alla discarica di “Grottelline” concessa dal governatore all’Ati Tradeco-Gogeam, la prima azienda del patron dei rifiuti in Puglia, Dante Carlo Columella e la seconda della famiglia di Emma Marcegaglia, presidente di Confiundustria, posta più volte sottosequestro dal Tribunale di Trani. Come anche allo stupro paesaggistico dovuto alle installazione senza regole di pannelli fotovoltaici a cui si aggiungono le richieste di innalzare torri eoliche smembra paesaggio sul territorio della città. Ma il colpo ritenuto mortale, origine dello strappo tra Regione e città, è negli atti di imperio della prima sull’ospedale: “il governatore Nichi Vendola fautore della rivoluzione gentile per incassare i 500milioni di euro dal Governo, non si è fatto scrupolo, mentre favorisce la sanità gestita dai privati di mortificare quella pubblica, chiudendo gli ospedali. Mortificando i reali bisogni degli spinazzolesi. Ora pronti a rifiutare e rispedire al mittente la politica delle “lacrime e sangue”. Il ruolo marginale di Spinazzola, che pur rispondeva ai bisogni del diritto alla salute di un territorio, non può tramutarsi in emarginazione con soccombenti i più deboli”.
LA REAZIONE
Il Sindaco Carlo Scelzi chiarisce anche che non si dimetterà per poter proseguire la sua azione
“Lasciamo da parte le speculazioni politiche e rivendichiamo con fermezza i nostri diritti”
Tra le prime dichiarazioni alle iniziative indette dal “Gruppo d’Azione pro-ospedale” si registra quella del sindaco di centrosinistra Carlo Scelzi: “Fare Politica è – meglio dovrebbe essere – perseguire il bene della Comunità, della Città/Polis. Spesso ci dimentichiamo di questo e speculiamo su qualsiasi argomento. Vergognoso è quando questo succede anche su temi di vitale importanza, come quello del Diritto alla Salute, nello specifico dell’Ospedale. Su tali temi non esiste parte politica, poiché diventa facile e fuorviante imputare colpe al Governo centrale da una parte ed a quello periferico (in questo caso Regione) dall’altra. In qualità di Primo Cittadino il ruolo m’impone di lottare per ottenere il meglio per la Città che ho l’onore di rappresentare, a prescindere dalla forza politica di appartenenza”. Circa le sue dimissione il sindaco però chiarisce: “In un momento così difficile sarebbe stato sicuramente più semplice mollare tutto, ma non sarebbe stato onesto e leale, infatti quando questo mi venne chiesto – pur affermando il non attaccamento alla “poltrona” e la disponibilità ad un “gesto forte” se fosse servito alla mia Comunità – decisi insieme a tutti di andare avanti per proseguire con convinzione l’azione politica ed amministrativa”. “In quest’ottica, prosegue Scelzi, coerentemente con quanto espresso, proseguo nella richiesta che trova fondamento istituzionale in Delibera di Consiglio Comunale, di Conferenza dei Sindaci (delibera all’unanimità) e addirittura di Consiglio Provinciale (sempre all’unanimità, condizione da non sottovalutare) dove si chiede al Consiglio Regionale un Codice Unico Ospedaliero fra i Comuni di Spinazzola e Minervino. Consapevole più di ogni altro come Amministratore pubblico che il gravissimo momento di crisi economica impone sacrifici a tutti (questi i primi effetti del famoso ”federalismo” che al momento viene messo in pratica solo con tagli e sacrifici che alla fine gravano solo sui Comuni ed i Cittadini senza trasferire alcuna risorsa - anzi - e che molto deve farci riflettere), sono convinto che questo Territorio con senso di responsabilità stia già facendo un sacrificio lasciando aperto un Ospedale sui due Comuni, proprio perché le nostre difficoltà legate alla viabilità ed a tutto il resto che non sto qui a riprendere, motivino abbondantemente la presenza di un Ospedale”. Ed infine: “Se è vero che si vogliono salvaguardare le Comunità più piccole e quindi più vulnerabili, allora bisogna avere il coraggio, la forza, la determinazione e la lealtà di fare una scelta che tenga conto di tutto questo, non trincerandosi dietro i parametri ed i numeri se crediamo che alcuni “Diritti” vadano oltre il calcolo economico, esiste il parametro sociale”. L’affondo di Scelzi allo sperpero: “E poi permettetemi, ma vogliamo riflettere cari politici ed amministratori che una volta per tutte bisogna smetterla di colpire i più deboli e “risparmiare” su chi vergognosamente percepisce stipendi spropositati. E’ stato pubblicato: con lo stipendio del dirigente amministrativo dell’ASL (quello più alto) si possono assumere 6 infermieri o in alternativa più di 3 medici. I parlamentari ed i consiglieri regionali percepiscono indennità da nababbi, senza parlare dei privilegi collegati. Non dimentichiamoci del sistema delle consulenze e dei direttori degli organismi paralleli o legati al pubblico. Allora BASTA. “ Riferendosi per tanto alle iniziative intraprese dai suoi cittadini: “Lasciamo da parte le speculazioni politiche e rivendichiamo civilmente ma con fermezza i nostri diritti, cominciando dall’Ospedale ma chiedendo a tutti coloro che amministrano la “cosa pubblica” – il sottoscritto per primo – di porre in essere quelle azioni concrete – basta chiacchiere – volte a spostare una volta per sempre le risorse finanziarie sulle necessità concrete, abolendo i privilegi palesi ed occulti.”
L’OPPOSIZIONE
Il fermento innescato dal “comitato per l’ospedale “ha sollecitato anche il coordinatore cittadino Enzo Rubino
“ROCCO CANOSA SI DIMETTA”
Il Pdl sollecita anche l’attuazione di un “atto forte” da parte del primo cittadino
Il fermento innescato dal “Gruppo d’Azione pro-ospedale” con le sue proposte, ha determinato reazioni della politica in città. Quella del circolo del Pdl, coordinatore cittadino Enzo Rubino, e del movimento giovanile “Giovane Italia” si è espressa con un volantino. Un excursus sugli atti posti in essere dalla Regione Puglia con il piano di riordino ospedaliero che prevede la chiusura dell’ospedale di Spinazzola. L’accusa politica è di fallimento dell’amministrazione Comunale e Regionale sui problemi legati al territorio. Vengono sottolineate le infruttuose promesse sbandierate dal presidente della Regione Nichi Vendola contro la chiusura degli ospedali nelle ultime tornate elettorali. Poi, si legge nel documento: “vista l’imminente delibera e ormai decisa interruzione del servizio di accettazione dei ricoveri presso il presidio ospedaliero di Spinazzola, considerata la cartolarizzazione dei beni immobili donati dai nostri concittadini a sostegno dell’ospedale al solo fine di risanare situazioni debitorie regionali poste in essere dall’attuale amministrazione Vendola. Visto e considerato che la direzione regionale Asl Bat non ha tenuto conto delle proposte avanzate in più occasioni dal Consiglio Comunale, disattendendo ogni aspettativa. Il Pdl e la “Giovane Italia” chiedono: l’accoglimento integrale e incondizionato dell’emendamento “pro Ospedale” fatto proprio dall’intero consiglio Comunale nonché dal Consiglio della Provincia Barletta-Andria-Trani e dal Presidente Francesco Ventola. L’immediata ufficializzazione delle preannunciate dimissioni del sindaco Carlo Scelzi quale segno forte di dissenso nei confronti delle linee politiche del Presidente della Regione Nichi Vendola, attesa l’ormai imminente dismissione del presidio ospedaliero e le numerose disattese aspettative della popolazione Spinazzolese. Le immediate dimissioni del commissario della Asl Rocco Canosa, attesa la mancata tutela dei nostri territori e la pavimentata sottrazione del nostro codice ospedaliero. Alla cittadinanza tutta di sostenere Il Gruppo D’Azione per la difesa dell’ospedale a tutela e garanzia della nostra comunità”.
domenica 9 gennaio 2011
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