SPINAZZOLA
ENERGIA E TERRITORIO
PANNELLI AL POSTO DEI CAMPI
I minimpianti solari, non soggetti alla valutazione di impatto ambientale, si moltiplicano lungo la fascia pedemurgiana
AUTORIZZAZIONI VELOCI
Gli indirizzi della Regione sono spesso aggirati da Comuni che non hanno strumenti idonei a contrastare l’invasione dei pannelli
Fotovoltaico,
E’ assalto alla Murgia
Spuntano come funghi gli impianti da un megawatt. A rischio agricoltura e paesaggio
di Cosimo Forina
Viaggiando nel territorio della fascia pedemurgiana, tra Spinazzola e Poggiorsini, osservando l’insieme degli impianti fotovoltaici installati, a cui potrebbero seguire anche quelli eolici, la domanda è come sia stato possibile rilasciare in molti casi concessioni attaccate una vicino all’altra come a formare uniche distese di specchi. Gli impianti da un megawatt sono solo soggetti a Dia rilasciate dai Comuni, mentre quelli superiori devono passare al vaglio regionale della Valutazione di Impatto Ambientale. A differenza di quel che avviene in altre regioni, come ad esempio in Toscana, in Puglia, non si pratica la valutazione congiunta di tutti gli impianti concessi in una sola area, ma quella impattante di ogni singola richiesta. Questo mancato ordine ha portato all’occupazione indistinta del territorio. Sia la Lipu-Lega italiana protezione uccelli che l’Ente Parco dell’Alta Murgia hanno basato alcune delle loro osservazioni al nuovo piano sulle energie rinnovabili recentemente varato dalla Regione, su questa dissonanza. Sebbene i Comuni poco hanno da ribattere di fronte alle richieste di impianti da un megawatt come ha sostenuto il sindaco di Spinazzola Carlo Scelzi, la circolare del 2008 in materia di fotovoltaico per evitare raggiri alla norma, ha posto dei paletti al rilascio delle Dia. Sufficienti per esercitare l’autotutela ed evitare furbate. Tra le indagini che gli uffici comunali, pur impegnati a far incassare l’Ici ai propri Enti dagli impianti industriali, dovrebbero attuare prima di rilasciare autorizzazioni, per smascherare eventuali concessioni di grossi impianti spezzettati in più frazioni da un megawatt o giù di lì, ve ne sono alcune molto ovvie. Il campanello d’allarme dovrebbe suonare per gli addetti ai lavori ad esempio, quando si verifica che per più impianti vi è un’unica connessione, oppure i progetti sono riconducibili ad unico proprietario dei suoli o ad un'unica azienda proponente. Quindi quel che c’è da chiedersi e se, vista la proliferazione selvaggia, tali principi sono stati attuati nell’area murgiana.
La disarmonia che si sta procurando al territorio, un vero assalto, invita ad ogni forma di prudenza. Oltremodo perché pare davvero eccessiva tutta questa distesa di specchi. Tra l’altro non scevri dal
sospetto che, come ha sostenuto il presidente della commissione parlamentare antimafia on. Beppe Pisanu, le fonti rinnovabili sembrano aver trovato il favore della criminalità organizzata, la mafia, per i sostanziali contributi anche ventennali che si ricevono. L’assalto alla Murgia è attuato solo perché il sole picchia più che altrove sui pannelli mangia terreno agricolo? Queste piccole realtà pagano lo scotto del mancato sviluppo e quel che arriva spesso appare essenziale, manna dal cielo anche quando sospetta. Pare quasi ovvio mutuare come ultima riflessione quel che diceva Leonardo
Sciascia: «fin quando la mafia distribuirà posti di lavoro e lo Stato non sarà in grado di fare altrettanto, la lotta all'illegalità sarà impotente».
Energie alternative, sul territorio un incremento del 75 per cento
L’Alta Murgia come il «far west», una situazione originata dall’assenza di regole certe
Quanti nuovi impianti di fonti rinnovabili in Puglia? Ben 3.900 con un incremento del 50% nel 2010 rispetto all’anno precedente. L’Enel, stando ai dati diffusi nei giorni scorsi dall’Ansa, ha connesso alla rete elettrica una potenza di 475 megawatt. A Bari-Bat e provincia, con 1.382 nuovi impianti, la crescita e' stata del 75%. Trend in crescita anche a Lecce (+25%). Bari-Bat e Lecce spiccano per la potenza installata, con circa 110 megawatt ciascuna. Il maggiore incremento lo fa registrare Foggia con un +93%. La Capitanata passa da 215 a 416 impianti. Brindisi da 251 a 447 (+75%). Taranto, con 355 nuove installazioni del 2010, arriva a quota 995 impianti connessi alla rete. Una enormità tra pali eolici e specchi mangia terreni agricoli, divenuto un vero e proprio allarme, tanto che Massimo Ferrarese presidente della Provincia di Brindisi ha scritto al presidente della Regione Nichi Vendola, esternando tutta la sua preoccupazione relativa alla proliferazione di impianti di energia elettrica da fotovoltaico per due ordini di ragione: la sottrazione di porzioni rilevanti di suoli all’agricoltura e per l’oltraggio ai valori paesaggistici del territorio pugliese. Ed è quel che sta succedendo anche a Spinazzola. «Una situazione fuori controllo - afferma il sindaco Carlo Scelzi il quale si lamenta che - l’Ente Comunale non ha nessuna possibilità di entrare in merito, specie su impianti sino alla potenza di un megawatt». Ovvero su tutti quelli che giorno dopo giorno spuntano ovunque a macchia di leopardo sul suo territorio. E mentre nella limitrofa città di Poggiorsini sembra che le società hanno pagato un ristoro ambientale per sottrarre terreno all’agricoltura, macchiando con distese di specchi il paesaggio, a Spinazzola “no”, a spiegarlo sempre Scelzi: «per questo tipo di impianti, sino ad un megawatt, i Comuni non possono percepire royalties, chi sta incassando ora potrebbe essere costretto a restituire le somme introitate. Noi abbiamo elevato al massimo il costo dei diritti comunali». Una manciata di soldi, pare poco più di 500 euro. La Puglia, la Murgia ora in particolare, dove governa Nichi Vendola, è terra di conquista senza regole certe, segnata per le future generazioni. Angoli suggestivi del paesaggio vengono alterati in modo disarmonico. La fascia pedemurgiana ad un passo dal confine del perimetro del Parco dell’Alta Murgia è quella prediletta dalle società che sfruttano vento e sole, anche in aree importanti come la Rocca del Garagnone, villaggio più esteso dell’Italia Meridionale dell’Età del Bronzo che fu anche maniero di Federico II. I pannelli fotovoltaici, che hanno ragione di esistere solo in virtù degli incentivi che li sostengono, circondano masserie, poste, jazzi, indiscriminatamente, uno stupro selvaggio al territorio. Per ora sugli scheletri in metallo dove saranno montati i pannelli, volteggiano ancora i falchi, ma poi non sarà così, perché oltre all’agricoltura, le energie rinnovabili sottraggono e sconvolgono micro sistemi naturali e habitat che dentro e fuori dal perimetro del Parco dell’Alta Murgia meritano massima protezione. A chiedersi sin quanto questi impianti sono leciti, anche L’Ente Parco. Fabio Modesti: «stiamo monitorando la situazione, anche se direttamente non coinvolge la zona protetta. Contiamo comunque di dover dire la nostra su quello che sta avvenendo ». La nuova legge Regionale in materia di fotovoltaico, eolico e biomasse a posto nuovi paletti nelle istallazioni, persino i coni paesagistici. Ma gli impianti devastatori che stanno spuntando come funghi, godono delle vecchie regole. O forse sarebbe meglio dire di nessuna regolamentazione e quindi pannelli a gogò, tanto che gridare allo scandalo trova solo orecchie sorde. Una malattia non discriminante perché colpisce sia i politici di centrosinistra che di centrodestra, visto che le energie “pulite” che tanto stanno sporcando il territorio sembrano essere accettate, chissà poi perché in modo bipartisan.
giovedì 27 gennaio 2011
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