mercoledì 8 giugno 2011


IL CASO
DOPO L’OSPEDALE, NUOVA PROTESTA

La decisione di chiusura del penitenziario sembra essere scaturita dopo varie denunce di scarso utilizzo Eppure il carcere è specializzato nella reclusione di detenuti «sex offenders», persone macchiatesi di crimini sessuali
«Chiusura del carcere? Non firmate quel decreto»
Spinazzola, molti cittadini contrari alla soppressione della struttura
di Cosimo Forina
“Per non scippare anche di questo presidio dello Stato la città, il Ministro della Giustizia non firmi il provvedimento di chiusura del carcere di Spinazzola, il sindaco Nicola Di Tullio convochi un consiglio comunale aperto con tutti i rappresentanti istituzionali”. Questa la sintesi degli umori raccolti in città dove c’è chi si dice pronto ad iniziare una petizione-appello per bloccare il provvedimento che sarebbe uno schiaffo anche ai parlamentari che sostengono la maggioranza del Governo come l’on. Benedetto Fucci e il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri (Pdl), nonché l’on. Piefelice Zazzera (Idv) di opposizione. I quali con interrogazioni e favorendo audizioni dinanzi alla Commissione Parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, presidente on. Leoluca Orlando (Idv) hanno portato ad esempio, richiedendo il suo potenziamento e stabilizzazione del personale il carcere di Spinazzola. Specializzato nella reclusione di detenuti “sex offenders”, ovvero persone che si sono macchiati di crimini legati alla sfera sessuale. All’interno dell’Istituto Penitenziario di Spinazzola è in atto un progetto sperimentale nazionale intrapreso e pagato dalla Asl/Bt finalizzato ad evitare da parte di questi detenuti la recidiva. Eloquenti alcuni commenti apparsi su Facebook, da “Spinazzolesi nel mondo” che conta oltre 1000 iscritti: “Se non ricordo male, il carcere di Spinazzola, allora inutilizzato, fu oggetto di una puntata della trasmissione "Striscia la notizia" nella quale si documentava il mancato utilizzo di una struttura costata parecchi soldi e che veniva tenuta li a decadere. Bene... dopo aver urlato allo scandalo per l'inutilizzo e come giustamente si legge nell'articolo, dopo che il sovraffollamento delle carceri è cosa risaputa, cosa si decide!?! Di chiudere (o di pensare di chiudere) una struttura attiva capace e che rispecchia gli standard per questo tipo di utilizzo. Sembra di vivere nel mondo all'incontrario. Può essere che sia io o meglio che siano tantissimi come me che non colgano bene quali sono le priorità del Paese, ma di fronte a sprechi e operazioni assurde non credo ci voglia un titolo di studio particolare per capire che si stanno facendo delle sciocchezze” Ma se questa è la reazione dei cittadini comuni non da meno è la presa di posizione dei rappresentanti del territorio più autorevoli, come il presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani Francesco Ventola che ha dichiarato dopo l’incontro con il provveditore Giuseppe Martone: “Giù le mani del carcere di Spinazzola”. La diatriba sembra essere circoscritta tutta ad una lotta sindacale. A volere la chiusura del carcere di Spinazzola, tanto da tirarlo in ballo ad ogni più sospiro come nel caso delle contestazioni di detenuti che si sono registrate nel carcere di Trani e Lecce è Domenico Mastrulli vicegenerale nazionale OSAPP, il quale sottolinea l’inutilità del carcere di Spinazzola chiedendo l’im - piego della Polizia Penitenziaria in forza per altre carceri. Di tutt’altro avviso il sindacato Ugl Polizia Penitenziaria, segretario regionale Luigi Pelle il quale denuncia che l’eventuale chiusura del carcere di Spinazzola rappresenterebbe uno sperpero di denaro. Roba da Corte dei Conti per intenderci. Mentre da radio carcere c’è chi sostiene che la fine dell’Istituto di Spinazzola favorirebbe l’apertura di altri due carceri nella vicina Basilicata, edifici fotocopia di quello di Spinazzola costruiti durante lo scandalo delle carceri d’oro e mai utilizzati: Irsina e Genzano di Lucania. Su questa faccenda che va incancrenendosi urge verità e chiarezza.

SCHEDA
Carcere attivato nel dicembre 2004 Struttura carceraria, in modo trasversale, nel cuore di diversi parlamentari. L’on Pierfelice Zazzera dell’Italia dei Valori in visita al carcere lo scorso 15 agosto con la consigliera Franca Carbone ha presentato una interrogazione al ministro Alfano, finalizzata a far potenziare il carcere di Spinazzola. L’interrogazione ripercorre, tra l’altro, la significativa storia di questo istituto di pena. «L’istituto penitenziario di Spinazzola, scriveva Zazzera, è stato attivato il 1° dicembre 2004 per volontà del provveditore Rosario Cardillo. Nel maggio 2005 con decreto del Ministero il carcere assunse la denominazione di “Istituto penitenziario per adulti sezione staccata di Trani”. Per gli effetti del provvedimento di indulto voluto dal ministro Clemente Mastella, nel 2006 l’istituto penitenziario fu svuotato e il personale distaccato fu fatto rientrare in Basilicata. In seguito, il provveditore dell’amministrazione penitenziaria Angelo Zaccagnino ridefinì l’istituto, dirottandovi tutti i detenuti sex offenders, ovvero persone macchiatesi di reati a sfondo sessuale»

REAZIONI-1 LUIGI PELLE, SEGRETARIO REGIONALE UGL-POLIZIA PENITENZIARIA

«Il provvedimento è da valutare nel contesto generale degli istituti»
Questa invece la posizione dell’Ugl Polizia Penitenziaria segretario regionale Luigi Pelle. “L’invito alla riflessione, scrive Pelle, deve tener conto di tutte le variabili del sistema penitenziario. Com’è noto l’Istituto Penitenziario di Spinazzola, dopo la sua apertura nel dicembre 2004 quale sezione distaccata degli Istituti Penali di Trani, e dopo un periodo di attività caratterizzata da un collegamento a “doppio filo” con la “struttura madre”, ha iniziato a vivere di vita propria, grazie anche ad una destinazione originale, avvenuta nel giugno 2006 e pensata dal provveditore regionale dell’e poca, il dott. Angelo Zaccagnino. Infatti, grazie anche ai numeri complessivi della popolazione detenuta, scesa sotto le 40.000 unità nel periodo immediatamente successivo all’«indultino», si pensò di utilizzare la struttura per accogliere solo sex offenders con pene fino a 3 anni e anche superiori. Invero, però, alla luce dell’aumento esponenziale della popolazione detenuta, giunta oramai a quota 70.000 sul territorio nazionale, il sistema penitenziario non è più in grado di sostenere una destinazione simile che, se comparata alla drammatica situazione che si presenta agli occhi degli operatori del settore, appare un “lusso” già stigmatizzato da questa Organizzazione Sindacale. La ricettività dell’Istituto è attualmente attestata ad oltre 40 detenuti. Potenzialmente, l’istituto avrebbe una capacità ricettiva pari a 81 detenuti in regime di custodia piena cui se ne sommerebbero altri 21 in regime di semilibertà, per complessivi 102 posti, ricorrendo ad interventi manutentivi minimi, in grado di assicurare anche il rispetto degli standard minimi di vivibilità, recentemente tornati d’attualità grazie alla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani (Sulejmanovic vs. Italia del luglio 2009). Come si può notare, il potenziamento appena suggerito, e perorato più volte dalla direzione degli stessi Istituti con diverse note e con il Progetto di Istituto del 2001 indirizzati anche al locale Provveditorato, restituirebbe all’Istituto di Spinazzola una sua ragione di esistenza, ed una coerenza rispetto al sistema penitenziario, evitando che la struttura sia inserita nel lungo elenco di “cattedrali nel deserto”.

REAZIONI-2 DOMENICO MASTRULLI, SEGRETARIO NAZIONALE DELL’OSAPP
«Giusto chiudere una struttura nata in realtà per scopi diversi»
Domenico Mastrulli afferma: “le solleciti iniziative, contro lo spreco negli uffici e settori dei Penitenziari ha consigliato bene l’Amministrazione Centrale del Dap all’assunzione di provvedimenti meno dispendiosi e più economicamente equilibrati sul territorio, tanto che, ha già ritenuto su espressa dichiarazione del Prap Puglia sede di Bari, di procedere con le tre articolazioni delle proprie Direzioni Generali Beni Servizi Risorse Materiali, Detenuti e Personale di Polizia, alla “dismissione” della Struttura Penitenziaria di Spinazzola da circa 7 anni con una incomprensibile utenza detenuta che oscillava tra le 30 e massimo 40 persone e semiliberi. La Struttura, in questi anni di inopportuno mantenimento, sarebbe stata Vigilata da solo 25 unità della polizia penitenziaria, forza organica prelevata sulla base di accordi sindacali regionali oramai ritenuti superati ed inopportuni dalla stesse Rappresentanze Sindacali del Comparto Sicurezza”. Le proteste nei 300 Istituti di pena in questi giorni contro il sovraffollamento detentivo a quota 69.000 contro una regolamentare capienza di 45.000 non deve farci perdere l’attenzione su Istituti allo spreco come avvenuto in questi anni tra cui le vicende legate alle “Carceri d’Oro ”. Come OSAPP non possiamo criticare e condannare il “passato ” rendendoci complici se tollerassimo lo spreco del “presente ”,e non pensiamo che Politici,Governati,Dirigenti e Sindacati possano marciare in controtendenza alle criticità Nazionale se non Mondiale del momento a cui tutte le famiglie sono state chiamate a collaborare, mentre in alcuni istituti e strutture penitenziarie si spreca e si spande e poi si grida allo scandalo. Così come l’Amministrazione Centrale ha avuto il coraggio sopprimendo quelle strutture a spreco continuo tipo Camerino ed altri istituti, non vedo la ragione oltre che la necessità di mantenere una Struttura nata per altri scopi e principi ma poi mai decollata ed un ragionamento schizzo frenico di perseveranza, non sarebbe altro che un ulteriore gettito di risorse economiche e materiali buttati nella spazzatura del disastro”

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